Un processo davanti ai giurati torinesi per la formazione e l'inquadramento degli "arditi del popolo"

Un processo davanti ai giurati torinesi per la formazione e l'inquadramento degli "arditi del popolo"RIDATI _E> PENE Un processo davanti ai giurati torinesi per la formazione e l'inquadramento degli "arditi del popolo" L incominciato ieri davanti la sessione ordinaria delle Assise, presieduta dal conte Marchetti, proc. Gen. il comm. Crosta-Curii, cancelliere \ ittonato, il processo per la formazione e l'inquadramento del corpo degli arditi de] popolo che, secondo i referti della polizia, avrebbe avuto il suo quartier generale alle porte di Torino, nella sezione Pilonetto ed a Collegno. Figura principale di questo processo è appunto l'ex-sindaco dell'amministrazione comunista di Collegno, Bendini Arturo, un giovine senza dubbio pieno d'intelligenza e di fervore, ex-ufficiale dell'esercito, in cui si distinse con molto onore, partecipando con valore e con disciplina alla nostra guerra. Congedato, passò nelle file comuniste. Vengono, nello stesso piano, il rag. Dante Mandelli e Visconti Luigi delia Federazione provinciale comunista messo comunale e capo delle guardie municipali di Collegllo. Furono chiamati a rispondere in questo processo: l.o Guerrini Giulio di Augusto e Modesti Ida, nato a Roma il t.o gennaio 1893, residente a •orino, ebanista; 2.o Pejro Marco Giovanni di Giovanni e fu Calosso Caterina, nato a Moncalieri il 21 gennaio 1902, residente a Cavoretto, aggiustatore meccanico; 3.0 Rovei Antonio Michele di linrico e fu Vittoni Rosa, nato a Torino il 4 giugno 1903, residente a Cavoretto, segatore; 4.o Mandelli Dante di Gaspare e Ccrutti Maria, nato a Cunardo il 18 settembro 1897, residente a Torino, ragioniere; 5.o Bendini Arturo Pietro Giuseppe Aniceto fu Silvio e di Agarivi Annunziata, nato a Brescia il 17 aprile 1891, residente, a Collegno, metallurgico; Go Visconti Luigi Attilio fu Antonio e. di Gualdoni Antonia, nato a Garbagna Novarese il 27 marzo 1891. residente a Collegno,Koavecliante comunale; 7.0 Franchino Loremo )avide di Giovanni e di Dota Agnese, nato a Collegno il l.o agosto 1899, ivi residente m.novale; 8.o Ratti Paolo di ignoto e di Ratti Vittoria, nato a Venezia il 10 dicembre 189», residente a Torino, falegname; 9:0 Ricci Frati, cesco di ignoto e di Ricci Maria Giacin..a, nato Ln Alessandria il 26 luglio 1892, (residente a Torino, impiegato; l».o Marchetti Steraiio Pancrazio di Maurizio e di Rosso Domenica, nato a Torino il 12 rnagcio 1903, qui resj: dente, elettricista; It.o Schiavina Raffaele di Angelo e di Lodi Albina, nato a Sant'Agostino l'8 aprile 1894, residente a Torno, pento commercialo. Il Pejro è morto durante l'istruttoria, mentre il Ratti Paolo e Marchetti Stefano vennero assolti. Gli imputati sono tutti incensurati, all'infuori del Guerrini che è pregiudicato per reati comuni. Sono imputati del delitto previsto dall'art. 131 in relazione agli articoli 118 n. 3 a 120 C. P. per avere in l'orino e nella provincia, dall'aprile 1919 in poi formato e faito parie di bande armate allo scopo di commettere atti diretti a mutare violentemente la forma del governo, e a far sorgore in armi gli abitanti del regno contro t poteri dello Stato. Il Ricci inoltre devo rispondere del possesso di 105 cartucce per pistola automatica. «Ha dato argomento — dice la sentenza della Sezione d'Accusa — alla presente istruttoria la organizzazione in Torino, come in altre regioni d'Italia, del corpo denominato «Arditi del popolo» sorto a cura precipua dei locali dirigenti del Partito comunista e della Lega « Proletari reduci « dipendente dai primi. « Delfo corpo presentavasl composto di numerosi aderenti, inquadrati militarmente, sotto il comando di capi, fornito di armi proprie ed improprie, allo scopo di compiere un'azione militare rivoluzionaria difensiva ed offensiva, pel proletariato. E in proposito merita rilievo nel quotidiano « Ordine Nuovo » del 14 luglio 1021, una pubblicazione dal titolo «Partito comunista d'Italia, comunicati del Comitato esecutivo » ove nella rubrica per l'inquadramento della forza del partito « si accenna al lavoro fino allora svolto in molte località, per l'inquadramento a tipo militare degli inscritti e simpatizzanti del partito comunista : si ammonisce come la costituzione ed esercitazione delle squadre deve continuare ad iniziarsi, attenendosi al rigoroso criterio che l'inquadramento militare rivoluzionario del partito, deve farsi a base di partito ; che la preparazione ed azione militare esigono disciplina almeno pari a quella del partito comunista ; che la parola d'ordine è: formazione delle squadre comuniste, dirette il iti partito comunista, per la preparazione, l'allenamento, l'azione militare rivoluzionaria, difensiva ed offensiva del proletariato ». La formazione di una tale milizia, qualificandosi rivoluzionaria, doveva presentare particolare carattere di gravità e pericolosità in Torino, che aveva assistito di recente — anni 1919-920, alla formazione delle guardie rosse, (delle quali l'esame dello Statuto in atti, portante distinzione di specialità di funzioni, di armi da usarsi, di tutti i servizi, dei comandi, e di quant'altro si riferiva al completo svolgimento della loro azione, sta ad indicare la temibile organizzazione delle stesse La manovra dagli arditi L'istruttoria' rileva che una sera nelle vici nanzo del circolo comunista di Borgo San Paolo la polizia sorprendeva un plotone di 50 persone le quali si inquadravano al comando dato da un individuo armato di grosso bastone. Intervenuto un commissario di P. S. che ordinava loro di sciogliersi, l'individuo che ne era al comando gridava: « Comunisti attenti: sciogliete ie righe». Ld i suoi ordini erano subito eseguiti. La stessa sentenza ricorda un'altro spiegamento in forze di arditi del popolo, circa 300, inquadrati quattro per quattro durante un funerale di due operai uccisi in via Massena e dopo, nel ritorno dal cimitero, attraverso le vie della città sino alla Camera del lavoro. Il documento narra pure elle la mattina del 17 luglio 1921 circa G0 arditi del popolo armati di bastone provenienti da Pozzo Strada, dalla Borgata Leumann e dalle frazioni circonvicine, erano convenuti a Collegllo inquadrali dal detto Bendini, che ne aveva ottenuto il coniando, conducendoli per istruzione militare alla frazione Castelletta, indi erano tornati in paese stilando in formazione militare, sèmpre agli ordini del Bendini. A Moncalieri, la sera del 10 agosto successivo, in occasione di una festa a quel circolo comunista, si recavano circa venti individui appartenenti al circolo comunista del pilonetto, armati di bastone, inquadrati militarmente, sotto gli ordini del segretario di detto circolo, l'imputato Guerini Giulio. « Mandelli Dante, già tenente degli alpini, segretario politico della Lega proletaria mutilati, invalidi reduci di guerra, comandava il battaglione, nel 15 luglio 1921, che al Cimitero Tendeva gli onori alle salme dei due socialisti, eppoi colla forza doveva essere sciolto. Schiavina Raffaele, di professata tede anarchica, aveva pure in detta occasione un comando nel battaglione. Bendini Arturo, già tenente nell'esercito e sindaco di Collegllo, il Visconti Luigi c Franchino Lorenzo, tutti comunisti, aderenti alla Sezione di Collegno, U primo comandante, Jì secondo vice-comandante e il terzo caro-squadra di quel gruppo di arditi del popolo; Guerrini Giulio, segretario del Circolo educativo comunista del Pilonetto: Pejro Marco e Rovei Antonio, ascritti al Circolo stesso, facevano parte del plotone arditi del popolo, comandati.) dal primo, recatosi a Moncalieri la sera del 10 agosto u. s. Perciò costoro pure e per le idee professate e per la paitecipazione alla formazione militare suddetta, incontrarono eguale responsalrjità dei precedenti. Ricci Francesco era segretario della Lega proletaria reduci, aderente (mesta alla Sezione comunista dj 'l'orino. Fra particolarmente incaricato della formazione del Corpo di difesa proletaria « arditi del popolo ». Nella sua abitazione fu sequestrato, tra l'altro, un foglio scritto di suo pugno, dal titolò: «I! programma militare proletario dell'Internazionale comunista e del partilo comunista italiano. Sezione dell'Intemazionale comunista di 'Mosca», dal quale risulta il fine al quale si informano gli arditi del popolo, e appare come egli faccia parte di detto Córpo, quale comandante in sott'ordine, Anche il Ricci deve rispondere del rea lo ascrittogli, pre i, li a eolo e iò o ia ino l ie 1 ue o eco nllo oo, o a i , , , e o , : i o i i o t a n o a e i i , i e , a a e e , e o e , e e e n i i i a e l l e e r , l o l i a i o . , a e e n à l , o e i a n ! a l e e , I vinti non ornmettendo di rilevare come sia stato arrestato la sera dell'll agosto, e fosse fra il gruppo di aTditi, delle gesta del quale già si disse ». Le discolpe degli imputati L'imputato Guerrini ha negato ogni sua partecipazione o collaborazione al corpo degli arditi del popolo negando anche sue' precedenti dichiarazioni fatte nel periodo d'istruttoria, dichiarazioni che il Presidente gli rammenta. - E' interrogato il rag. Mandelli, il quale fa per iniziare un discorso. Presidente: — Rispondete in termini precisi. Non fate una conferenza I Difesa: — Lo lasci parlare. E' dentro da 15 mesi. Presidente: — E allora la causa non finisce più. L'imputato inizia il suo dire con alcune dichiarazioni e premesse; ma poiché divaga nei particolari, il Presidente lo ammonisce di venire ai fatti di cui è imputato perchè il resto non interessa. Pare che però ciò interessi all'oratore, il quale spiega perchè sin da piccino si sentì attratto verso il proletariato e quali ricordi d'infanzia si fissarono nella sua mente. Nel partito comunista dichiara che ha fatto sempre propaganda di carattere economico. Quando fu arrestato come appartenente all'organizzazione degli arditi del popolo cadde dalle nuvole. Presidente: — Ma voi avete ammesso in istruttoria di avere comandato un battaglione •di proletari ai funerali dei due socialisti di via Massena, battaclione effettivamente, di arditi: perchè è questione di terminologia non di sostanza. L'imputato nega e il Presidente gli legge l'interrogatorio scritto. Proc. Gen.: — Come vuole che il giudice abbia scritto una cosa per l'altra?!... — Può sbagliare anche lui. Io non ho mai detto di avere comandato il battaglione. Dissi di essermi accodato al corteo. Proc. Cien. : — Ingegnosa la: trovata I Avv. Ollircro: — Chi comandò quel battaglione non fu Mandelli ma l'on. Amedeo Si doveva interrogarlo. Presidente: — Con mandato di cattura?! Era deputata. L'ultima parte dell'interrogatorio o meglio delle dichiarazioni dell'imputato sono di carattere polemico e riguardano il commissario di P. S. avv. Norcia che fu 11 principale accusatore. Mandelli ripete che gli arditi de) popolo erano ritenuti una emanazione nfttiana epperciò appoggiati dal «Paese» di Roma e organizzati dal tenente Secondari nè socialista nè comunista, quindi non autorizzato dal partito comunista. Un ex-sindaco Anohe Bendini Arturo, comunista ed ex sindaco di Collegno, respinge con un lungo discorso le imputazioni ohe gli si fanno. Afferma che non s'occupò mai dell'organizzazione degli ardili del popolo perchè, disciplinato al suo partito, sapeva che l'Esecutivo comunista di questa organizzazione non ne voleva sapere, tanto più che si affermava fosse favorita e sovvenzionata dall'ori. Nitti. Non nega di avere detto qualche «corbelleria» nell'interrogatorio a cui lo sottopose il commissario Azzati, corbelleria giustificata so si pensa—dice—che ho fatto la terza elementare sotto le monache (ilarità). Proc. Gen. : — E' vero o non è vero che alla presenza del commissario Azza/ti, del tenente e del maresciallo dei carabinieri avete... Imputato (pronto) : — No (ilarità). Proc. Gen.: — Aspettate almeno che vi faccia la domanda. Insomma è vero o no che alla presenza del commissario, del tenente dei carabinieri e del maresciallo avete ammesso di essere etato al comando degli arditi del popolo ? — So. Affermai anzi che a Collegno non c'erano arditi del popolo. Perchè non si è fatto verbale?! Proc. Gen. : — L'avreste dichiarato falso come ha fatto Guerrini. L'imputato aggiunge che ebbe numerosi avvertimenti da amici e da conoscenti che sarebbe stato arrestato. Sicuro della sua coscienza non ei preoccupò e attese gli eventi. i,E fui arrestato — commenta. — E Jfeci male a non scappare ! Sarà per un'altra volta. Scapperò in Russia dove si gode maggiore libertà • . Proc. Gen. : — Ne dubito. Un momento di prolungata ilarità si , ha quando Bendini dà una sua versione sul noto ritrovamento di armi nel cimitero di Collegno. — Mi hanno fatto andare — dice _ d'accordo con un morto 1 Proc. Gen. : — No, La tomba era vuota. - — Sì, perchè dicevano che l'avevo fatto sparire io ! Proc. Gen.: — No, il morto... non era morto. Ma la tomba colle armi c'era. Le trincee a Collegno Anche l'imputato Visconti Luigi Attilio, messo comunale di Collegno, si accinge a fare un discorso: ma il presidente lo invita a stare alla causa. Visconti nana che, come membro della Federazione provinciale comunista, avverti la sezione comunista che i fascisti avevano progettato una spedizione in paese. Si apri la discussione. Uno propose di fare le trincee nella piazza di. Collegno, un altro propose, di avvertire il maresciallo, altri proposero' di lasciare in quel giorno addirittura Collegno. « Io polemizzai coi più scalmanati, con quelli che volevano far le trincee in Collegno. Io li calmai per non dare materia ai provocatori fascisti e alla polizia di intervenire. In sostanza io avevo esclusivamente orcline di creare in tutta la valle delle sezioni comuniste, non delle sezioni d'arditi. Presidente: — Ma chi comandava gli uomini della sezione durante le passeggiate? — Nessuno. Io avevo la responsabilità degli uomini come membro della Federazione provinciale comunista. Insomma dice che lui, Bendini, e gli altri erario odiati non perche comunisti, ma « perché padroni dell'amministrazione comunale di Collegno la quale non lasciava vendere il latte adacquato al 47 per cento come quella di Torino... » (ilarità). Anche il Visconti si dilunga in molti particolari, malgrado le sollecitazioni del presidente per farlo venire al sodo della causa, finché sospende l'udienza per dare riposo ai giurati. Nella ripresa dell'udienza, l'imputato vorrebbe parlare delle armi trovate nel Cimitero ili Collegno; ma il Presidente l'avverte che quell'episodio non ha nulla a che vedere con l'odierna causa. Quasi uguali dichlarazioini fa l'imputato Franchino. L'accusa — dice — lo ha fatto caposquadra degli arditi, mentre sotto le armi fu per quattro anni semplice soldato. Anche l'imputato Rìcci, che ha an grosso fascicolo di appunti in mano, si accinge a un discorso, il presidente gli raccomanda che sia breve. E l'imputato : — Ma se il Procuratore Generale ritira l'accusa, io me ne vario (Risa). Proc. Gen.: — No. aspettate. In sostanza il Ricci afferma che si iscrisse nella I.ejra proletaria, di cui divenne segretario, unicamente perchè era una organizzazione apolitica. Spiega perchè in casa sua venne trovato uno statuito di organizzazione militare internazionale, affermando che si 1 ratta va di appunti fritti da un giornale, come studioso di quesJiorH sociali. Presidente : — Diceste che eravate occupatissimo per il vostro impiego presso Carpanetto, e perdevate il tempo a copiare articoli di giornale? — Ma io lavorava dieiolto ore al giorno. L'imputato. Schiavina dichiara che andò ai funerali dei due morti di via Massena, ma non comandò, nell'andata o nel ritorno, alcun gruppo dj gente inquadrata militarmen-. te. Ritornò anzi in tram. E' il più breve e il pili conciso degli imputati. L'udienza è rimandata a domani. Difensóri: avvocati Quaglia e, Ollivero per Mandelli; Allasia e Molinari per Rovej ; Potili Lune e Signorini per Rendini, Visconti e Franchino; Filippi e Bordon per Ricci; Borlon e Gianotti per Guerrini, e Ton per Schiara.