Un vecchio vocabolario piemontesi italiano

Un vecchio vocabolario piemontesi italiano Un vecchio vocabolario piemontesi italiano É' bene, ed anche utile, rivolgere di quando in quando lo sguardo al passalo, forinarci un concetto del come i iiosiri concittadini, remoti, dovati forma linguistica ai loro pensieri; non più di un secolo fa. Là Stampa in una sèrie di articoli interessami, ha aperto uno spiraglio a queste curiose indagini, 11 buon « tibugianen » che percorre oggi le vie, spaziose, signorili dell'antica - Augusta Tauriiinfum * non pensa certo, ohe un secolo fa nelle saiole. come libro di testo obbligatorio teneva primo poeto il vocabolario piemontese italiano, il rapido esame, d'uno di questi vecchi ausiliari della coltura passata, riuscirà certamente interessante. Fermiamoci sul testo scelto iiu',rli ■ Illustrissimi signori sindaci della città, in un co' signori Decurioni, Fondatori, Ispettori e Direttori, delle nuove scuole, come invlamcnio al. comporre nella lingua italiana ». • }'.' dell'abate Michele Ponza di Cavour e fu pubblicato a Torino, dalla Stamperia Reale nel 1830. L'autore è imo dei tanti ecclesiastici clic hanno portato importantissimo tributo «ilio studio del nostro dialetto. Dice l'epigrafe: La fonie principale dei nostri errori, procede dall'ignoranza e dall'abuso rielle parole, un vocabolario essendo la tavola rappresentativa «li tutte le idee di un popolo, ei diviene per conseguenza il primo e più importante libri «li una nazione. Ed entra, audacemente rolla, prefazione nel concetto principale. « Egli è fuori di dubbio, scrive, che le ragioni per cui In lingua italiana, non.solo non fiorisco ma e per cosi dive strapazzata in alcuni paesi, ovo non è succhiata col latte della nutrice, ne parlala, voglionsi annoverare i dizionari in dialetto, i cui vocaboli e morii proverbiali non vi sono o sono mal dipinti ». Dunque è certo, che i torinesi, dell'antica capitale avevano bisogno del vocabolario per (esprimersi,, anche malamente. in italiano. Oua.lc differenza d'allora, ad oggi. Non c'è onesta erbivèndola, che rivolgendo la, parola alla sua, nonché mocciosa, turbolenta prole non usi l'idioma gentile. — Lascia stare, ramiselo, di rusiare quel •busso di prusso, che può sbogiarti il corpo. i lemoi cambiano! 5 l'autore parla dei vari vocabolari. Cita. 51 medico Pipino, il primo compilatore d'un vocabolario piemontese-italiano ed autore di una grammatica piemontese, il conte Luigi Capello di Lanfranco, ed infine quello del sacerdote Zalli di Chieri in latino, italiano, piemontese, francese. Ma, soggiunge il Ponza, accettalo il suo dizionario per uso delle, scuoce: esaurita la seconda edizione, reputò fante ama lerza ■ emendata in alcune definizioni, che riconobbi essere etorte ed inesatte ». Interessante è l'elenco delle opero, da cui son traile, nel maggior numero, le voci piemontesi e le ioro definizioni iialituie. 'Ne citiamo qualcuna:-» Adelaide - tragicommedia, italiana-piemontese, -Ed. Soffietti ». ,i .-.clelasia, idem ». Manca il nome dell'auture: « Bruard - dizionario, piemontese, italiano, latino, francese, in 12 volumi, in foglio, esistente nella biblioteca della R. Accademia del le Scienze in Torino »; •■• Capello (conte), già citato. DictiOnnairo, pieinonlais-irancais »: i« CàsaliSj Carlo tool. prof. - Quaresimal tascabil an vers piemonteis ». (Doveva essere interessante! Le beghine, si risparmiavano la noia di recarsi alla chiesa. Oggi aggiungerebibero: profumato all'incenso. L'illusione sarebbe complèta). Dello stesso autore: « La festa d'fa Pigliata ». (Svi vedo che trattava gli argomenti più disparati). E c'è anohe una u paraphrase de la parabole de l'enfent pròdtgue . an vers piemonteis »; « 'L cont Piolet - tragicommedia ». Ma il lesto più imexessantoè: » L'egloga latina piemontese, pel passaggio di Pio VII pel Piemonte - Torino. !8h5 »; " Mia musa giù d'ienna. ossia, l'eclissi d'I'om. - Turiti 1829; - Ortografìa enciclopedica universale (!) della lingua italiana»: !« Poupouri a la sènevra »; « Prunet. - Ode s'ia Vita d'sità »: « Ricreassion de factum), vers H8i~ »: « Saggio di poesie piemontesi di un genere affatto nuovo - Torino, 1829 ». (Chi ne eLià l'autore? Ed il genere a.flaito nuovo avrà invogliato i lettori ad acquistare il volume.'), feague: « Satire, ossia tragicommedie italiane e piemontesi », cioè: « Il notaio onoralo, Xiagieonuiiedia per musica », « L'Adelasia -e l'Adelaide, tragicommedie e drammi italiani e piemontesi », > Vittorio Alfieri ». (che pur definiva il nostro dialetto; quel gergaccioi Voci e modi toscani, con le corrispondenze dei medesimi, in lingua francese e. dialetto piemontese, pubblicato per cura di Luigi Ciicario con note dell'editore medesimo - Tp ri no, i«!7 ». Non saprei dire, se le commedie, tragicommedie, italiane', piemontési, ammesso cìio arrivassero alia ribalta, si recitavano in lingua ed in dialetto. Ma procediamo. 11 Ponza affronta il suo lavoro, infiorandolo di versi ad ogni vocabolo. Per esempio: A bei podi. Spiega: a minuzzo-^ .li, a pezzi, a pezzetti; a poco a poco, insensi* bilmente. Eccone un esempio: a liei, poeti, coste servènte, iiDiui lo iiculo, giià tià neghù. a divento impertinente i. noiose a tut anele. E' certo che il modo di dire « a bei podi » non si usa più. ma le servente, oggi nella maggior parte sono'sempre: impertinente e noiose a tut amie. .4 bsach: a soqquadro, al verde, in uno stato deplorevole, in miseria, a ferro e fuoco (quante cose). E qui cita! la tragicommedia italiana piemontese Adelasia : Peni la cavaleria A cour a oiapa. a pia. Unirla tut a bsacli. v Qualche volta, il buon abaie cita non molto il proposito versi un po'... difficili. Per esempio alla parola: contbiuament. La spiegazione è illustrata dai versi: CliTiià continuament la ca... la... Oh! benefico olio di ricino! Completi il lettore la parola del poeta. E a la parola; Dote-. Sa peulo non spontela Con le ciancle, i compiimeli!, A s'animo il'importela. cjii dote:».' grassainent. Proprio come al giorno d'oggi ! Al vocabolo : deitrè : Ai bino tuli ansseraa a scrutinolo, )'. néui esaminantHo a il'han trova Che lui- a savio 'a l'otre coni ilovrelo. Che cosa? Mah! Lancio ai lettori il punto interrogativo, ed al buon ubate Ponza la responsabilità della risposta. Battista: Ecco una parola che a mio avviso fera Hemplicomente un nome. Battesimo, battista, e ri.'/, Uaggeo, dolce di sale, e ristianone, bonaceio, V. Bagian, badala.. E savi bln che cola sort rt'eanuia s .i <n ian-t d'arambesse a sti -batista ni na da già. coni de. de' s'ua inni-aia. E dopo: St'oblession a prima vista, peul fe stat, a eòi balista oh'a s'imaelno elle '1 marni, sia niacb fargli coma lì- 'u tomi. Per citare, altre frasi intéressantissime!, dovrei disporre di quello spazio, die il giornale non dispone. L'argomento i- appena sfiorato. Si può riprendere. E concludo con un sonetto, che dimostra quanto le previsioni de] buon abate, siansi avverate. La lingua italiana ,orinai di dominio comune. E lo dice una si gnoin conversando con un'altra, e condannando il malvezzo di usar ancora il dialetto. — die creda pure, tara mia signora, là gonu* che possiede un'lstrussioae, nen parla come parla uno strassone con un ìinguaggio cne lo disonora. E' un dialetto che dovrà l'artajora, pei- vender la saotissa od il giamboni, clié pud doriate qualche ruascalssonc o un barabba per giocar la mora. La guardi, mio citino, Simeone che diventa ogni giorno di più schina pittila Italiano, quasi a iierfessione. O tctolo 14, elio sorte d'In cosina, Ma guardi un no Signora, rjnqj lotronf! S'è ambarlifato tutto d! ramina. Xdlloare Solferini. cllnsfCljii'ljI I

Persone citate: Capello, Cavour, Luigi Capello, Luigi Ciicario, Michele Ponza, Pio Vii, Pipino, Prunet, Vittorio Alfieri

Luoghi citati: Chieri, Piemonte, Torino