I socialisti torinesi dopo la scissione

I socialisti torinesi dopo la scissione I socialisti torinesi dopo la scissione pfra ì deputati: due massimalisti, due unitari, uno "sospeso,, I d ftti li ' I due fatti salienti della politica' proletaria nazionale, la scissione socialista al congresso di Roma e la denuncia del patto di alleanza della Confederazione generale d» l lavoro, sebbene l'uno e l'altro attesi, hanno prodotto negli ambienti socialisti ad operai una impressione- profonda. Si riconosce in generale che il secondo fatto {• la logica (conseguenza del primo, in quanto non solo pressoché tutti i dirigenti confederali sono compresi tra i colpiti dalla scomunica mas6imalista, ma attraverso lo due decisioni è spassato lutto il nuovo indirizzo da imprimersi &U'organizzazione politica e sindacale dellp tonasse, disorientate, più ancora che dall'ir rompere del fascismo, dai gravissimi errotri dei capi. Una tale ammissione condurrebbe pertanto a dedurne che nei riguardi della situazione confederale, le conseguenze della Idenuncia del patto non saranno sensibili. . DiVersò è invece il caso della divisione : .ideile forze socialiste avvenuta a Roma. Data Ba natura dell'atto, squisitamente politico, le Conseguenze non possono che essere immediate, e a Torino il caso si presenta con Caratteri forse più interessanti che altrove. Già la scissione del precedente congresso a OLivorno, aveva determinato nel partito loca. le. tuttora influenzato rlnllo spirito moscovita, un vero scompaginamento a profitto dei Comunisti. Costoro neH'allontanarsi dal paritilo in numero superiore ai socialisti, portavano con se gli strumenti vitali della dominazione operaia. A scissione attuata, rimaneva loro il quotidiano — l'edizione torinese dell'/i va nti! della quale si affrettarono e, mutare il titolo — e col giornale la Federazione provinciale, compresi i numerosi circoli dei sobborghi cittadini. Questi organi bastavano fld assicurare ai comunisti nel Campo politico una posizione di superio Bità nei confronti dei socialisti, rimasti senfea mezzi di stampa e con tutte le loro seIzioni in città e provincia da riorganizzare ima Jc posizioni dei comunisti risultavano b-waiitaggiafe altresì nel campo economico dominando essi le due'grandi branchie del l'organizzazione: Camera del lavoro ed Alleanza Cooperativa. La lotta scoppiò subjjo violenta, senza (Quartiere: e si, ebbe allora un episodio che potò riuscire di sorpresa soltanto per i non iniziati al movimento delle masse. Infatti, a malgrado della loro constatata inferiorità, : j Socialisti ebbero nelle successive elezioni po litiche il sopravvento sui comunisti. La spiegazione del fenomeno si ha quando si con Bideri che 1 simpatizzanti di un partito sono tempre più temperati degli inscritti. Furono pertanto i primi che operarono lo spostameli ito anche perchè la lista socialista compreu (deva tra i suoi candidati parecchi uomini 'della « vecchia guardia » del partito, le cui benemerènze la massa stessa non aveva di Bsenticato. Nell'organizzazione sindacale i Comunisti seppero invece difendere tenacemente le loro posizioni. Invano i socialisti Cercarono di creare un proprio Comitato sin idàcale, che doveva essere una siicele di con traltarc alla Camera del lavoro: essi non liuscirono a soppiantare i loro concorrènti Bn nessuna delle organizzazioni tenute dai "Comunisti, all'infuori del Sindacato ferro iVieri. Fuorviati per un istante dalle loro di rtttiYC, i ferrovieri furono i primi ad avve Idersi dell'errore e col fine intuito politico che essi hanno sempre avuto, si affrettarono a riprendere l'antica stfada. Un'altra organizzazione che dai segni este riori pareva prossima a schierarsi coi so ifcialisti, era quella dei metallurgici. Nume rose commissioni interne degli stabilimenti risultarono costituite di operai socialisti tuttavia la sezione, che è numericamente tra le più forti, rimase comunista, in contrapposto al Comitato centrale della Federa zione, che 6 socialista. Nelle mani del socia listi rimasero pure, 'però, le poche organiz zazioni già prima sotto il loro diretto con itrollo, e tra queste l'edile, il cui Comitato centrale federale, socialista Ri pari di quello metallurgico risiede a i. r .o. Fuori del campo sindacale i socialisti poterono strappare ai loro avversari i' dominio della Cooperativa ferroviaria: ma avendo perduto Bella lotta per la conqu.sia dell'Associazio ne generale degli operai, che insieme con la ferroviaria forma l'Alleanza cooperativa Btiest'ultima ebbe un'amministrazione mista con effettiva prevalenza dei comunisti ; sicché Bono costoro che in sostanza guidano l'orgamisnio. 'Un'ultima eco della lotta tra comuntst * socialisti nel movimento operaio torinese, si •ebbe in occasione del recente congresso della Càmera del lavoro, al quate i delegati sociali sti non parteciparono in segno di protesta contro le modalità per la nomina dei delega ti al Congresso stesso; ma subito ricuso la Situazione generale prectpitò e quel pronun¬ ciamento, col delinearsi dei dissensi fra i socialisti di fronte al problema del collaborazionismo, non ebbe seguito. #** Questa la situazione, nel suo duplice aspetto politico ed economico, al momento della scissione di Roma. A Torino la rottura co ininciò a delincarsi fin dal giorno In cui, in preparazione del Congresso, i socialisti ebbero modo di manifestare il proprio pensie o. Siano resti ili influenza del '19 o sia ne assito, tattica di .non lasciarsi stupire in eramente il dominio delle masse, sta il fatto he i socialisti torinesi, quelli almeno che all'atto della scissione romana figuravano inrritti al partito, sono massimalisti. Nella sezione e nel congiesso provinciale, essi ri ullardno quindi in maggioranza assoluta Basandosi su ciò, i dirigènti, dei massimali sii tentarono di sciogliere il Comitato sindaile socialista, per sostituirne i membri con elementi della loro tendenza. La maggiorai) za fu del parere di attendere, ma n evidente ìe anche di questo Comitato avverta ciò he è avvenuto del congresso e più tardi del a sezione locale: si scinderà in due rami massimalista l'uno, unitario l'altro. -\gli effetti dell'organizzazione sindacale, il duello rimane tra gli unitari, che hanno con se, pur fuori di ogni patto d'alleanza, i di rtgenti confederali, ed i comunisti, ai quali rimangono talune, località, e fra queste Torino. Fimo ad oggi non si conosce bene d quali forze sindacali dispongano nel paese serratianl -. le loro affermazioni sono per ora soltanto presuntive e di carattere polemico, rivestendo gli attuali dirigenti della Confederazione del lavoro ai quali si nega il diritto di continuare a dichiararsi interpreti del pensiero dei lavoratori organizzati. Incidental mente si. può aggiungere che, allo scopo di chiarire la reale posizione delle masse, i sei' ratiani, insorgendo contro il deliberalo della Confederazione circa la denuncia dal paittó reclamano d'urgenza la convocazione del congresso confederale. rutto questo, però, riguarda la rottura dell'alleanza. Per rimanere nell'ambito torinese delle -ripercussioni dell'espulsione romana c'è da. chiedersi : che faranno ora i mas simalisti locali? Brava gente, ih fondo, rivoluzionari — sia detto con sopportalo ne — a parole e non troppo favorevoli ai metodi di organizzazione e- di lotta in uso fra i comunisti, saranno ancora e disposti a restare nel Imo partito, dopo eh questo (il congresso di Homa4lo ha con eliia rezza indicato) è fatalmente destinato a fon riersi tra. non molto col partito" comunista Vi è chi crede che ciò non avverrà, o alme no si assisterà a delle sorprese. D'altra pan il deliberato che esclude Ldestri ed i centi' sti dal partilo, viene a togliere alla sezion locale gli uomini più rappresentativi e più noti. Dei cinque deputati torinesi, rimangono nel partito social-comunista gli on. Amedeo e Pagella. L'ori. Romita, avendo aderito al gruppo baratoniano,'è tra coloro che son sospesi e dovrà sottoporsi a speciali prove se varrà rimanere con i massimalisti. Seguirà questi, oppure, aderendo ai concetti espressi nella lettera diretta dal medesimo gruppo alla Direzione del partito unitario, il cui testo i lettori possono trovare in altra parte del giornale, si inscriverà anch'egli fra gli espulsi? Vi sono poi gli on. Casalini e Morgari, ed entrambi hanno già aderito al partito unitario. DI più. Corre voce che lo stesso Francesco Barberis, il popolarissimo ex-deautato caduto in disgrazia dei comunisti per i suoi più recenti atteggiamenti remissivi, o andrà con gli unitali, o si ritirerà a vita privata. Con gli unitari sono già parecchi organizzatori:fra essi l'on. Buozzi ed Emilio Colombino. Esclusi dalla sezione massimalista saranno pure vari consiglieri comunali e provinciali, rnfine a beneficiare dell'ostracismo è Mario Guarnieri, piornalista del partito, per conto del quale fino a tempo addietro sostenne la lotta contro i comunisti, che lo ripagarono con fierissimi attacchi. C'ò tutta, qui, la avecchia guardia ». Gli espulsi entreranno nella sezione aderente al partito socialista unitario che è ora in formazione. Altre sezioni sorgeranno poi nella provincia. Ma e appunto da questa estensione che si potranno pienamente valutare gli effetti della seconda scissione che, a un anno e mezzo di distanza, si è effettuata nel partito socialista, e considerare gli atteggiamenti che le organizzazioni dei due partiti assumeranno, sia nei riguardi rispetti^, sia verso i comunisti. Nell'attesa - e in ciò è per i massimalisti l'ironia del voto di Roma — i comunisti continuano la loro critica ai capi di tutte le frazioni socialiste, col proposito di giungere a guadagnare l'animo dei gregari e delle masse che 11 seguono, senza accettare anche i capi che considerano responsabili dell'attuale situazione. f. 0.

Persone citate: Bideri, Bità, Buozzi, Casalini, Emilio Colombino, Francesco Barberis, Mario Guarnieri, Morgari, Pagella, Romita

Luoghi citati: Roma, Torino