"Unanimità di vedute" al Consiglio dei Ministri

"Unanimità di vedute" al Consiglio dei Ministri "Unanimità di vedute" al Consiglio dei Ministri Roma, 7 notte. Stamane, alle 9,30, si è riunito a Palazzo Viminale il Consiglio dei ministri II consiglio è durato fino alle 13,45. Prima della riunione il ministro Taddei ha avuto un breve colloquio con l'on. Fulci, mentre il presidente del Consiglio riceveva il ministro della guerra on. Soleri e i generali Diaz e Badoglio, con i quali si intratteneva specialmente intorno all'organizzazione dell'esercito e all'opportunità di impiegare alcuni reparti in funzione di pubblica sicurezza., specialmente .per evitare concentramenti fascisti,, Prima che la discussione della situazione interna avesse inizio, l'on. Schanzer poteva annunziare, facendo una breve relazione sulla politica estera, che prima di partire da Londra lord Curzon aveva significato al senatore De Martino come a Parigi avrebbe desiderato incontrare l'ambasciatore italiano conte Sforza e come d'altra parte Poincaré abbia, dato assicurazione all'incaricato di affari che da nessuna delle trattative che si svolgeranno nei gior. ni prossimi sarà esclusa l'Italia. Smentiva inoltre nel modo più formale che l'accordo italo-jugoslavo per l'applicazione del protocollo di Santa Margherita sia stato in questi giorni firmato. La notizia diffusa, in Jugoslavia deve quindi ritenersi destituita di ogni fondamento. Ripresa la discussione sulla politica interna, si è prospettata soltanto l'opportunità di ria prirc il Parlamento per ottenere una chiarificazione della situazione. Fu deliberato che il Ministero rimanga al suo posto che la data di apertura del Parlamento sarà stabilita a suo tempo, d'accordo con i presidenti delle due Ca.mere. Il comunicalo diramato dopo la riunio ne del Consiglio dice: a II Consiglio dei ministri, riunitosi stamane alle ore 9,30, è terminalo verso le ore 13,15. 'l'ulti i ministri erano presenti ad eccezione degli onorevoli Anile e Luciani. Il Consiglio ha continualo l'esame della situazione interna con unanime concordia di vedute. Il Consiglio ha preso numerosi provvedimenti relativi al diso slro della Spezia ». 11 colloquio di Facta coi fascisti Oggi alle 15, all'Hotel Londra, ove attualmente alloggia, il presidente del Con siglio on. Facta ha ricevuto il segretario politico dei Fasci, Michele Hianchi, e l'on Grandi. Il colloquio a tre è durato oltre un'ora e mezza. Michele Bianchi, a col loquio avvenuto, ha fatto le seguenti di ehiarazioni : — 'Noi siamo stati ad esporre al President del Consiglio quale sia il pensiero nostro sulla situazione e abbiamo anzitutto tenuto a ripetere che l'attuale Camera non rappresenta più le correnti vive e attuali del Paese e che in un modo- o nell'altro l'assemblea elettiva deve essere sciolta e sostituita nel più breve tempo possibile — Quale risposta ha dato il Presidente del Consiglio? — L'on. Facta ci ha ascoltato con molta at tenzione e abbiamo riportata l'impressiono che egli stesso sia convinto che non si possa continuare a questo modo e che sia opportu na e inevitabile una sollecita soluzione. — -E quale potrebbe essere? — Xaiuialmente le elezioni a brevissima scadenza. Noi non sottilizziamo sui sistemi: vogliamo soltanto che una soluzione sia adottata. t?i apra o no la Camera, questo è indùferente purché al più presto siano convocati 1 comizi. Abbiamo ripetutamente attenuato che l'attuale Camera non corrisponde alle ne*essità e alla situazione del paese. Se il Governo ritenesse la situazione tale che per rinnovare subito la Camera debba ancora essere adottato l'attuale sistema della proporzionale, ebbene si facciano pure le elezioni con questo sistema, purché si facciano e subito. — E, in proposito, quale risposta avete avuto dal Presidente del Consiglio? — Il Presidente del Consiglio è un uomo datato di squisito senso politico. Quella che molti si ostinano a chiamalo debolezza dell'attuale Presidente del Consiglio è invece prova di una sicura saggézza politica. L'on. Facta ha avuto il merito di avere evitato l'nrt.o tra forze fasciste e forze dello Stato. — Ma circa la situazione.politica parlamentare che cosa potete precisare? — Noi abbiamo in ogni tono affermato e proclamato, che l'attuale Camera non è la legittima rappresentanza del paese «tene qualumino altro Ministero dovesse aiioara uscire dall'attuale Camera deterrebbe illegittimamente il potere. So questa Camera credesse dì complottare per formare un nuovo Gabinetto; se la Camera-eventualmente rlapert a pretendesse creare una nuova situazione politica, i deputati fascisti disellerebbero l'assembleo, e so gli altri deputati pensassero, a mezzo di manovre e discussioni, di fornire indicazioni alla Corona, noi convocheremmo il popolo in piazza per far giungere al Sovrano la nostra vera indicazione, che non poti ebbe mai essere quella della Camera — Ma se per avventura avvenisse una crisi e voi foste invitati a far pane del Governo in proporzione delle vostre forze nel paese, accettereste? — Noi potremmo anche accettare... 1 Popolari o Giolitti La situazione, quale emerge dai due Consigli dei ministri di ieri e di oggi, viene largamente esaminata dai giornali. Sotto il titolo: « I popolari tolgono il veto per Giolitti», la Tribuna pubblica: « E' vivamente commentato, ed appare quanto mai sintomatico a Montecitorio, ciò che scrive l'autorevole giornale popolare di Genova Cittadino, il cui direttore è l'on. Filippo Crispolti. In una sua nota del suo corrispondente romano è chiara l'allusione all'on. Giolitti per il quale sarebbe tolto il famoso ed impolitico veto di don Sturzo. Il foglio cattolico dice: « Dopo gli avvenimenti di Bolzano e di Trento dobbiamo riconoscere che gli errori si susseguono e che l'ossatura dello Stato continua ad indebolirsi in un modo inquietante, ed 6 anzitutto e sopratutto di questo che noi siamo gelosi custodi. Vi sono momenti politici in cui ogni altro sentimento deve cedere dinanzi alla necessità impellente di salvare il paese e togliere il pericolo di un marasma in cui, non certo per colpa nostra, è stato gettato. Mentre abbiamo la percezione esatta e completa del pericolo che sovrasta la nostra amata patria, mentre dinanzi agli occhi nostri febbricitanti di trepido amore si continua a fare scempio del corpo dell'Italia, della terra cioè elio più cara abbiamo al mondo dopo Dio, noi popolari cristianamente dimentichiamo ogni rancore, ogni torto, ogni ragione di dissenso e diciamo: qualunque sia l'uomo sarà oggi il benvenuto se egli veramente si mostrerà capace di salvare il paese e trarlo a riva dal pelago melmoso delle sabbie mobili in cui lo hanno gettato anni di malgoverno e di debolezza ». Il Corriere d'Italia, esponendo a sua volta il punto di vista popolare, osserva: « Il Gabinetto Facta ha il dovere di restare al suo posto per la difesa dello Stato, poiché di questo si tratta. Chi ha letto il testo riportato dall'organo fascista dell'ultimo discorso di Mussolini a Milano, avrà rilevato il tono he aveva anche al di là delle parole, nelle quali, del resto, non manca nemmeno un pungente sarcasma all'indirizzo del Re che Mussolini scrive coll'r minuscola. E chi dojpo quel discorso si indugia a discutere che si possa parlare di Stato fascista, di Stato liberale o di Stato socialista, o non debba invece parlarsi soltanto di Stato nazionale o di Stato senza aggettivo, non si accorge di biznntineggiarc, mentre la vita stessa dello Stato, comunque lo si voglia chiamare, cioè della nazione, cioè del paese è posta in forse. Ebbene n simile momento il Governo che ha la responsabilità' di ieri e di oggi non può abbandonare il suo posto. Si ilice e si stampa che il Gabinetto Facta si trova dinanzi a questo dilemma: o resistere all'intimazione dei fascisti che vogliono^ le immediate elezioni generali ed intendono imporre anche i metodi elettorali coi quali dovrebbero essere fatte o cedere a questa imposizione. Noi non vediamo questo dilemma e non entriamo nemmeno qui nel merito dell'intimazione fascista. Noi vediamo soltanto un Governo che non può sfuggire al compito suo difficile, oggi più che mai, ma appunto per questo più che mai doveroso, c ciò anche per rar gioni di ordine internazionale; ». Liberare il Paese dall'incolto II Mondo, sotto il titolo: «Il limite insuperabile », scrive: ■i La vita nazionale deve essere liberata dall'incube che la opprime nell'incertezza angoscioso, del suo domani. Noi ci rivolgiamo a quanti si sentono italiani prima e più di uomini di punito, perchè colla propaganda, colla serena persuasione e con un assiduo incitamento alla più elementare saggezza, aiutino come più possono l'Italia a ritrovare senza il pericolo di turbamenti profondi le vie del suo risorgimento politico ed economico. I fascisti vogliono le elezioni a dicembre: o a dicembre le farà .il Governo, o le farà il- fascismo. L'ingiunzione è perentoria e la minaccia non ha veli. Orbene, noi invitiamo gli stessi fascisti a valutare col senso della realtà tutte le conseguenze che con un vantaggio illusorio della loro parte e col sicuro danno del paese deriverebbero da elezioni affrettate che, a prescindere dalle pratiche difficoltà di votare una riforma e prepararne in tempo l'attuazione, nonché dagli ostacoli che all'esercizio del voto sarebbero determinati dalla fredda stagione, specialmente per le popolazioni di alta montagna, potrebbero svolgersi in un'incandescente atmosfera di odii politici e delle quali il valore ed il significato potrebbero essere, se non annullati, grandemente menomati e compromessi dalla deliberata astensione di qualche partito che proclamasse di non sentirsi sufficientemente infoiato nella libera espressione della sua volontà. Comunque, la convocazione dei comizi é un fatto di così alta importanza politica che il Governo non può decidersi a compierlo sotto la minacciosa pressione di un partito.