La grande manifestazione

La grande manifestazione La grande manifestazione La manifestazione che il 3.0 reggimento alpini, insieme alla Sezione torinese della, possente Associazione nazionale degli alpini ha indetto per rendere ai suoi fieli caduti sul «■anno, è assurta, per la presenza del Be del Principi della Beai Casa, del cardinale arcivescovo, e per l'imponente partecipazione di Emi; Associazioni e personalità, ad una. vera e propria glorificazione. Una glorificazione non solo dei morti gloriosi del meraviglioso reggimento, che recluta il fiore, di nostra gente ma di tutti gli alpini d'Italia, di tutti i soldati e marinai d'Italia, dell'Esercito e del-I Armala. La lapide monumentale Il ricordo monumentale eretto alla memoria degli alpini del ;ì.o reggimento morti in guerra,-è murato all'esterno della caserma, accanto all'ingresso di essa. Consia di una alta, lapidp di marmo verdino. Le due colonne laterali sono sormontate da aquile ad ali spiegate, ai centro un bassorilievo in bronzo rappresenta uri alpino in piedi, in attitudine di vigilante ripòso, le braccia appoggiate alla piccozza. Sovra il soldato aleggia una figura di donna, simboleggiante la: gloria, in atto di cingere il giovane capo del milite della corona della vittoria. Sullo sfondo si profilano le vette del 'Mente Nero e_delle Tofane. Terribili e pur cari nomi, evocatóri di tanto sangue e di tariti eroismi! All'altro lato del tortone e stato eretto il palco reale, addobbato con -sobria signorilità a cura del "Municipio. Poco discosto un drappello di pompieri e di guardie municipali, in alta uniforme, rendono gli onori. Tutrò intorno e fino al non lontano ponte monumentale sono schierati i cordoni dj truppa in servizio d'onore. E' anche questo, l'attestazione dello spirito di cameratismo di fratellanza dei varij Corpi dell'esercito. Trarre di fanteria, del genio, di artiglieria partecipanti eosj alla solenne onoranza clip si .si-i rendendo ai loro camerati dalle verdi mostrine.. Il ponte sul Po è sbarrato da un cordone di regie guardie. Il transito dei veicoli e del tram è sospeso. A capo del ponte verso corso Vittorio le guardie municipali provvedono a regolare l'affluenza della folla. La cerimonia è fissata per le ore 0.M0. Ma sia assai prima di quell'ora il pubblico giimce foltissimo. Sono presenti tutte le Autorità cittadine civili o militali. Numerosissime furono le adesioni pervenute per la cerimonia di ieri. Era quelle degne diparticolare menzione notiamo quella del Duca d'Aosta, nartito per l'estero; del Presidente del Consiglio, del Ministro Teofilo Rossi, che k ufficiale in congedo del reggimento, del generale Cadorna, di Sua Eccellenza Boselh, dell'ex niinistin Bori orni n del Vescovo castrense monsignor Bortolomasi. La dimostrazione a! Ke Alle 9.20 uno squillo di iromba e la marcia reale annunziano l'arrivo di Principi. £' la principessa Laetitia che giunge. Il Comandante del 3.o alpini, colonnello Faracovi — che in questi gorni non si e risparmiato certo per la buona, liuseiia della cerimonia e vi ha prodigato tempo e intelligenza — e le altre Autorità, la ossequiano c l'accompagnano al palco reale, ove l'augu6ta signora rimane in piedi. Poco dopo arriva il Duca di tienova accompagnato da ire suoi tigli: il Principe, di Udine, il Duca di Pistoia ed il Duca d'Ancona, che raggiungopo la Principessa Laetitia sul palco.. Subito dapc scende da un'automobile il Ministro della Guerra, on. Soleri, in redingote e cilindro. Qualche, istante appresso, accolto con gli onori dovutigli come principe della Chiesa, giunge Sua Eminenza il Cardinale Richelmy. Arcivescovo di Torino. 1 .'alto prelato si avvicina al palco reale e saluta i. Principi p la pricipessa, prendendo poi posto accanto ad essi. Alle 9.27 precise, vibra nell'aria un triplice squilìo d'« attenti », la fanfara intona la marcia al campo c la musica la marcia reale. Annunzia l'arrivo del Re, che colla sua. presenza porta alla cerimonia la più grande, nota di solennità. Gli ufficiali salutano, le truppe presentano le armi, le autorità si scopiono. Scoppia un nutrito applauso c grida di « Viva il Re ! ». Dalle finestre gremite la genie batte le mani, agita i fazzoletti e ripete incessantemente il grido ili Viva il Re, Viva l'Italia. 11 Sovrano scende dall'automobile e susta, gradevolmente impressionato dulia grandiosa manifestazione. Sorridendo porta la mano alla visiera de] berretto da generale e inclina ripetutamente il capo. I principi scendono dal palco e gli vanno ^incontro. Egli stringe a tutti In mano, col sorriso sulle labbra. Ricevuti gli ossequi delle, più alte personalità presenti il Sovrano sale sul palco e vi prende posto in piedi. Alla sua destra sta la Principessa Laetitia. a sinistra il Duca di Genova. 11 ministro della Guerra prima ed il colonnello Faracovi poi s'avvicinano al He che scambia con essi qualche parola. II discorso del Cardinale ArcivescovoAd un cenno del colonnello Faracovi, alle 9,30 precise, squilla un segnale di tromba. Gli sguardi di tutti si appuntano sulla bianca tela che ricopre la lapide. Cade il velario. La banda suona la marcia reale. Il Be porla la mano al berretto in segno di saluto. La bella opera d'arte, pregevole lavoro dello scultore conio. Alloati, che fu anche uftlciele -del 3.o Alpini, è salutata da un mormorio di ammirazione. Dinanzi alla lapide si inoltra l'Arcivescovo con ai .lati alcuni sacerdoti. Egli benedice la lapide e poi rivoltosi al Sovrano pronuncia brevi parole. La veneranda figuia dell'eminente prelato, in veste cardinalizia spicca sul fondo bruno della folla circostante e le sue parole suonano limpide c nette nel deferente silenzio che si 6 fatto attorno. Egli dico che. l'edificio ornalo dal monumento su cui ò scesa la. benedizione di Dio sarà d'or innanzi simbolo e sprone ed incitamento ad alti sensi di eroismo. E' grato al Re d'Italia che ha voluto soffermarsi dinanzi all'opera d'arse benedetta -dal Signore Accenna alle tradizioni di piota di Casa Savoia e, dono un fugace ricordo delle ansie del popolo durante la guerra, dice che l'annunzio festivo della vittoria venne accolto da tutti con animo pio. Invoca la benedizione del Signore sugli eroi che diedero la yita per la prosperità d'Italia, auspica che essi abbiano dalla misericordia divina il premio del loro eroismo e soggiunge che tutti gli italiani invocano la benedizione di Dio sui forti alpini, sui forti soldati d'Italia, perché attorno ad essi abbiano a. fiorire tutte le virtù, mercè le quali si possa fare sempre più grande la nostra diletta Italia. E con questa invocazione, la prima parie della, cerimonia 6 ultimata. Il Sovrano,. ì Principi e le Autorità scendono dal palco ed entrano nel cortile, della caserma, dove debbono essere pronunciati i discorsi.- La selva di bandiere • Se il Municipio ha ; fatto meraviglie nel decorare a festa il frontone della Caser ma degli Alpini ove è stata murata la lapide monumentale, il colonnello Faracovi,i suoi ufficiali, .'i suoi, alpini si sono prodi-gali per trasformare l'ampio cortile u Illacaserma, non bello riè allegro, in un merv viglioso salone porche o proprio c'osi che esso si presenta a chi vi si affaccia, lì e.ciò è tutta una fiorita di bandiere ; bandierine di tutte quante le N'azioni alleate, disposte a file fittissime, si da. formare una specie di fiammeggiante pergolato. Trofei di bandiere sui muri, alle finestre, sono l'arce d'ingresso. Trionfi di verde nei pressi del paleo reale, sul palco reale, intorno al portone, tra. gli archi, lungo le quattro pareli del cortile, sui ballatoi e flnanco sui ietti. E' tutta una festa di colore 'e di verde che trasforma la severa, caserma in un padiglione magnifico. La piazzetta della Caserma degli Alpini è tanto modesta che a mala pena contiene le massime autorità militari e cittadine. I militari, famiglie dei caduti, invitati, rappresentanze di Associazioni e di Enti, ufficiali di tutte le armi, alpini del 3.o Reggimento attendono il Re il Cardinale, i Principi, nel cortile, dove è eretto il palco reale e la tribuna per gli oratori della cerimonia Il palco reale fi stato eretto sul lato destro del cortile. E' imponente. Tutto di velluto rosso con ampie frangie In oro. Nel cielo gli stemmi di Casa Savoia, della città di Torino.; sul frontone lo stemma nazionale ■ sui due più alti pennoni il tricolore. Un plotone di carabinieri, in alta tenuta,-è schierato contro il fondo del palco, e vi fa come da decorazione sovrapposta, tanta è la. sua» rigidità. Sul davanti una fila di poltrone rosso.e oro. Dinanzi al palco reale t- la tribuna delle famiglie dei caduti, sui lati quella per gli ufficiali e le autorità. Le rappresentanze, con e senza bandiera, in vestito civile ed uniforme, trovano posto tra le famiglie e le autorità ed il Battaglione degli alpini. Sui ballatoi, alle finestre gli invitati, f balconi sono fioriti di signore • ogni finestra ha il suo grappolo di visi sorridenti. Le famiglie dei caduti L'attenzione di tutti quanti è volta alla tribuna delle famiglie dei caduti alle quali sono frammischiati i mutilati de] Reggimento. Quanti! 11 3.0 Reggimento Alpini ha lasciato sul Monte-nero, sulle Tofane e sul Cirappa più di cinquemila morti. Pochi sono i moni della gloriosa schiera che non siano qui rappresentali. Al centro della tribuna è un grande mutilato: un alpino che ha avuto tutte e due le gambe stroncate. I segni del suo valore non sono solo nelle sue ferite, ma nella fila di nastrini azzurri che fregiano il suo petto. Accanto a lui e intorno a lui si vedono principalmente delle donne e poche sono quelle che non portano sul seno uno o più nastri azzurri. Vediamo delle stelle d'argento ed anche delle stelle d'oro. Signore dell'aristocrazia accanto a donnette di Campagna; ragazzetti delia citià e piccoli valligiani. Rappresentate con bandiera sono tutte le Associazioni torinesi di ex militari, sono presenti i giovani esploratori nazionali col loro Presidente cav. Valobra, gli esploratori cattolici, il Battaglione Prestinaio, il Battaglione Premilitari, gli azzurri del Sempre Pronti per la Patria e per il Re e i fascisti. Accanto al Palco Beale &ono schierati una ventina di bimbi. Ognuno di essi reca un mazzo di fiori da olfrirc alla Principessa. Ripetuti squilli di fanfara .annunziano u quanti sono nell'interno che sono giunti il Re ed i Principi e che la cerimonia è incominciata. Tanta però è la. ressa verso la porla che non se ne ha nemmeno l'eco. Il passaggio rapido della fanfara degli Alpini che dall'esterno si porta nell'interno dà il segnale che il Sovrano e le autorità prendono posto e che scoperto il monumento sta per iniziarsi la commemorazione dei caduti. La commemorazione L'ingresso del Re nel cortile è segnalato dalla fanfara. I militari presenti si pongono sull'attenti, gli invitati si alzano e gli uomini si scoprono. Poi scoppia il grido che viene più volte ripetuto : — Viva il Re! Al grido segue una lunga ovazione mentre il Sovrano sale a prendere posto sulla tribuna. Il Re è seguito dalla Principessa Lae- titia, dal Cardinale Richelmy, dal Duca dGenova, dal Principe di Udine, c dai Duchdi Pistoia o-di Ancona. Vengono poi il ministre della guerra on. Soleri, il sindaco Cananeo, il Prefetto Olivieri, il comandatilo del Corpo d'Armata Petitti. assessori c consiglieri comunali, ecc. Quando il Sovrano, o i Principi hanno presti posto sul Palco si ha un nuovo e più fori a grido di : « Viva il Re », poi viene cantato, con accompagnamento della #fanfaraun inno d'occasione musicato dal maresciallo Sioppoloni. Mentre gli alpini cantanochiamato dal Re, sale sulla tribuna lo scultore comni. Alloatti. 11 Re, la Principessa Laetitia si intrattengono per qualche minuto con l'autore della lapide monumentale vivamente complimentandolo per la sua opera. J .'on. Bevione vestito da capitano degli Alpini, sale quindi alla tribuna per la commemorazione ufficiale. ' • Il Presidente del Comitato L'oratore, che ò anche presidente del Comitato esecutivo per l'erezione, del monumento, esordisco rilevando che la fiorita di monumenti e di ricordi ai cadmi in tutti i paesi d'Italia è uh atto dt pietà ed un atto di vira, -attestazione di religiosa riconoscenza della Patria ai suoi figli migliori. « E ciò — dice — significa anche la coscienza piena che d'Italia ha acquistato del valore della vittoria!'. Queste cerimonie solenni sono spirituali pietre di ri conoscimento poste lungo la strada romana che porta la patria nostra al suo più alto destino. L'on; Bevione dice poi che oggi noi vediamo, nel fuoco dell'immaginazione' presaga, la potenza e la lluce della immancabile Pania di domani, operosa, rispettata, giustalibera e felice. E quindi soggiunge: ••L'alpino e il fante dei fanti. E' anche lui il fuciliere della trincea, ma della trincea scavata nella rupe appesa sull'abisso, per sei mesi dell'anno sepolta dalla neve e flagellata dalla tormenta, terribilmente faticosa da rifornire, e dura da espugnare e da difendere. Sulla montagna dove l'alpino ha combattuto, ad principio della guerra i feriti sanguinanti erano calati giù colle cordee ai poveri morti non c'era terra per scavare là fossa. L'Italia sa, forse confusamente, forse più per intuito che per conoscenzama sa che cosa hanno fatto per lei i suoi alpini. Per gli italiani, gli alpini sono il simbolo delfia resistenza, dell'abnegazione, del valore' che non vacilla mai. Per gli alleati essi formarono durante la guerra oggetto di stupore, e di invidia; per i nemici furono causa.incessante di inquietudine e dsbigottimento! . La Vittoria ha dato all'Italia una fi-intiera terrestre perfetta. La linea di Dio, ili crinale delle Alpi, dal Mare di Liguria al Ouarnaro, divide l'Italia dallo straniero- Una triplice corazza di montagne separa il nostro Paese dal resto d'Europa. Cioè a direi nove reggimenti allpini, se un'aggressione sarà tentata contro la nostra integrità nazionale, saranno i primi proiettati sulle linee avanzate della difesa della Patria. Nella guerra ultima, tale fu la sorte dei mirabilli battaglioni del 3.0 alpini, primi a giungere, ultimi a partire. Questi battaglioni furono scagliati avanti contro le più formidabili posizioni nemiche, nel momento stesso in cui la guerra era dichiarata. Documento fulgido della irresistibile spinta iniziale contro l'impossibile è Ha conquista temeraria del Monte Nero, gloria imperitura di questo reggimento, azione leggendaria debattaglioni TCxilles e Susa, chp rimane nella guerra d'alta montagna il prototipo deifla audacia senza limili, del coraggio leoninodella destrezza insuperabile. E nelle fosche giornate di Canoretto, vi fu un battaglione che sul Pleka. completamente circondato dal nemico, avvertito dal lontano divampare degli incendi alle sue spalle che ogni speranza era perduta, che la più disperata resistenza era vana, pure resistette fino alla consumazione 'di tutte He munizioni e di se stesso: e fu il battaglione Monte Alberglan del terzo reggimento, ai cui resti eroici il nemico reverente presentò le armiMa tutti i tredici battaglioni de] reggimento si sono coperti, di gloria, e tutti devono essere ricordati a supremo onore, oggi che i loro morti sono celebrati con cosi intensa commozione dai commiliitoni e dal popolo ; i battaglioni Fenestrate, Susa, Exille.s, Pincrolo, Val Ceniscìiia, Val ChisoneVal Dora, Val Pellice, Monte Assietta, Monte Alberglan,. Monte Granerò, Monccnisio, 5232 morti, 870 dispersi, che. sono certamente morti non ritrovati e non sepolti. 11.585 feriti, su 33<Xri alpini del reggimento' partiti pel fronte, "> medaglie d'oro, -13-i medaglie d'nreento, 712 medaglie di bronzo. Concludendo, l'oratore, dice che questi sono gli alpini d'Italia, questo è il vecchio Piemonte che ama Casa Savoia, che la segue e da seguirà sempre con incorruttibile fedeltà. Termina consegnando il monumento al terzo reggimento alpini in persona del suo prode colonnello Faracovi.» Uno scrosciante applauso saluta la fine "del discorso. Il Comandante del ;ì.o Alpini La simpatica figura dcO colonnello Faracovi appare subito dopo alla tribuna, salutata da un cordiale battimani. Comincia vói ringraziare il Be. i Principi, il cardiiviie Richelmy, il ministro della Guerra e tutte le Autorità d'esser intervenute alila cerimonia, di hi mico lo neiù na, alo, ulsa to aAleoua ti to niò na la na eale a, aluaei elsa iha ee, ana, oi il e, alg; ci di ra rial na oe, ne aliei a oro oniera ei la fla o, otrno he ite ote ele iegi nal ile, te 32 te eti ie ulte a à. ro te auói ile a, e dice clic il monumento sfolgora ora alla radiosa luce dell'ammirazione, della riconoscenza dell'amore e della fede. «.Ed io — prosegue t— comandante di questo vecchio gtlorioso reggimento che, nell'eloquente ricordo dei suoi 5232 caduti e degli 11.585 feriti, ben può diro di aver compiutamente fatto il dover suo verso la Patria cara, santa e benedetta, io sento tutto l'orgoglio, io sento tutta la fierezza del grande, spontaneo, commovente consenso che dall'amato Sovrane da Colui che della Patria è in verità cosi il primo Cittadino, come, il primo Scudato, tino alle più modeste categorie dei fieri figli del forte Piemonte, dei nobili figli della nobilissima Italia, è stato dato a questa cennonia che voleva essere, ed e riuscita, infatti, la glorificazione sublime e la esaltazione magnifica dei nostri eroici mortiPoiché oggi è veramente Ua festa dei nostra morti ; dei morti sublimi che la Vittoria non videro, ma caddero per essa; dei morti magnifici che la giovane, fiorente vita immolarono sull'Altare della Patria onde vivesse una più grande Italia! Sorgete, adunque,-dalle vostre gelide tombe; e/ assistete 'Voi oure aFia solenne oerimonia di oggù e rimirate il monumento innalzato a Vostro imperituro ricordo ónde accertarvi che non invano il grande, il nobilissimo sacrificio Voi avete compiuto. Sorgete, o morti sublimi, e agli angosciati parenti vostri- qui convenuti, cui noi mandiamo in questo momento U più reverente, commosso saluto, dite alito e forte che asciughino in auest'ora solenne qualsiasi lacrima : dite, o fuUgidi -eroi, che comprimano 1 lembi della sanguinante, dolorante piaga dell'anima che li accompagna nella vita : dite che, unendosi a noi nella glorificazione dell Vostro sacrifìcio sublime, ergano fieramente il oapo cosi come solamente può fare chi alla Patria e per la Patria he offerto quanto aveva di più caro e di più santo. E con una calda, commossa invocazione alla fede — che'deve sprigionarsi dalla memoria e dall'esempio dei fratelli caduti —. il colonnello conclude il s'io discorso che termina col grido di « Viva l'Italia », • Viva il Re ». Un grftìp poderoso si sprigiona da tutte le bocche, che ripetono l'evviva del Comandante/mentre sale nella fresca aria autunnale un nutritissimo applauso. Il Sindaco di Torino Ancora non è cessata l'eco sonora delle approvazioni quando si avanza a parlare grand'uff. Cattaneo, Sindaco di Tonno i quale dice: « Tocca a me l'onore di pai lare a nome della Città di Torino, la quale (la molti lustri ospita in questa caserma il i.o Regg \ipini. diventato oramai una delle ben amate famiglie della nostra popolazione, che ne divide gioie e dolori, che ci raffigura ogni giorno simpatica ed amata l'immagine del nostro glorioso Esercito, che ci ricorda coi suoi meravigliosi soldati i conquistati confini della Patria, le Alpi, onde essi traggono il nome e la virtù tisica e morale. Tocca a mel'onore di parlare a nome della Città di Torino, e di centinaia di benemeriti miei colle"hi, Sindaci delle altre/e vicine terre d'Italia — 327 Comuni dei distretti di Torino, Pinerolo e Cabale -- dalle quali furono tratti i nostri figli e fratelli che formarono le file del glorioso reggimento durante la guerra^ della quale oggi soltanto pare che si spengano gli ultimi clamori. Con affetto di concittadino, colla tenerezza della madre quale fu per i nostri morti la terra natia, colla riverenza, coll'ammirazione, col trasporto di mi italiano riconoscente, io benedico il monumento testé scoperto, benedico i nomi delle molte migliaia di alpini che sono scolpiti a gloria dei nostri morti eroi, a doveroso ricordo per la presente e per le future generazioni, a lustro della Patria- nostra per la quale essi hanno vissuto e sono morti. Ricorda poi l'elencazione degli eroi dell'Iliade di Omero a paragone dell'odierna cerimonia, continua: «Maestà! Rare volte accade che compiendo un dovere si raccolga tale compiacimento da dimenticare quasi il dovere compiuto; accade quando lo spirito si esalta nella visione dell'ideale puro e santo che. lo porta al disopra e fuori delle misere contingenze della vita, Viviamo stamane uno di quesii fortunali momenti. Dopo gli anni di passione nei quali abbiamo spasimato per le sorti d'Italia, il trovarci qui a questo rito pel quale i morti ed i vivi dello stesso reggimento quasi ripetono fra di loro in spirituale colloquio i sentimenti e le parole che Ri scambiavano nelle trincee, il portarci a quel periodo di vita militare nel quale l'anima del nostro Alpino era assorta nel nome d'Italia, ci commuove ed esalta. Coltiviamo la commozione nostra; essa si conservi a lungo nei nostri cuori, e ci conduca a quel fervoredi patriottismo, a quella pratica della disciplina militare e civile che sono i fattori spirituali della grandezza della Patria e delle patrie istituzioni. Al 3.o Alpini, ai suoi morti eroi, onore e gloria! ». Il discorso dol Sindaco che ha suscitato momenti di commozione fra gU ascoltatori é coronata da una duplice salva d'applausi. Il Ministro della Guerra La parola è al Ministro della Guerra, on.le Soleri, il quale dice che il 3.0 Reggimento non poteva più degnamente commemorare il cinquantesimo anniversario della fondazione del Corpo die col rendere cosi affettuose e commosse onoranze ,-ii suoi caduti. "« Si rinnova cori un dolore, e vero, ma questo è un dolore che esaìla e che mobilita. L'esercito si inchina oggi a tanta luce di gloria, a tanta fiamma di sacrificio, Torino che am¬ mirò fra le sue mura i primi alpini, Tortaci che.vede intorno a sè la cerchia delle Alpi. Torino è fiera di questa giornata che è bellezza morale, fiera di questo olocausto. Il terzo reggimento consacra oggi il .suo blasone di nobiltà nazionale. I parenti dei caduti che qui sono presenti vadano alteri del loro dolore, sentano l'elevatezza della loro sventura e sappiano ad essa educare i loro cambini ». .- Proseguendo il ministro dice che lapidi tj monumenti stanno a dire che l'Italia, con strazio e dolore seppe imprimere i segni nobili della stirpe, attraverso le tappo gloriose , ,-9eppaie del destino. Dal Monte Nero al VodiI, al Merzli è tutta una serie di sanguinose glorie che suggellano in una vampata di ardenti ricordi gli altissimi meriti del terzo alpini. E qui l'oratore aggiunge : « Sono lieto e nero di annunciare qui che Sua Maestà ha firmato ieri il Decreto che accorda due nuove medaglie d'argento a due Battaglioni di questo bel reggimento... ». Un irrefrenabile] applauso a questo punto interrompe l'orato» re mentre tutti gli occhi si volgono verso il fondo del cortile di dove si avanza il labaro azzurro del reggimento. L'alfiere, giunto innanzi al palco reale si arresta e inchina il labaro — da cui già ponde una medaglia d'argento e la croce di guerra — mentxe l'applauso si rinnova con maggior intensità. Ristabilito il silenzio il ministro legge le lusinghiere motivazioni con cui al Battaglione Pineroio ed a quello Monte Alberglan del 3.o viene .concessa la medaglia d'argento al valor militare. Le motivazioni sono le- seguenti : «Battaglione Pineroio: il BattaglionèVPl« nerolo, incaricato in circostanze assai difficili ed avverse di proteggere il ripiegamento di altri Reparti, trattenne con cosciente ardire e sereno sprezzo del pericolo il ne; mico preponderante di forze e di mezzi, finché, votato alla morte, fece intero sacrificio di sè alla. Patria, sempre nobilmente e generosamente servita. — Si distinse sempre per fulgido valore, indomita costanza, salda disciplina. (M. Merzl, 1-2 giugno 1015; Valleresia 25-29 ottobre 1917 ; Tagliamenfo 2 novembre 1917; Pielungo 5 novembre 1917; M. Dagor 6 novembre 1917) ». u Battaglione M. Alberglan-. Il Battaglione M. Albergian rimasto completamente isolato in grave situazione, pur intuendo di essere perduto, persisteva per due giorni nella più fiera e ostinata difesa delle importanti posizioni ad esso affidato. — Ributtava vigorosamente più volte il nemico preponderante di forze e di mezzi, finché, in procinto di essere sopraffatto, con disperata energia tentava eroicamente di aprirsi un varco colle armi per raggiungere la nuova, linea di difesa. (M.. -Pleka, 24-25 ottobre 1917) ». Il ministro quindi conclude invitando gli italiani a far si elio il sacrificio dei morti, sia coronato ed onorato con la grandezza della Patria. Nuovi applausi e marcia reale. Il labaro si avanza fino al palco d'onore. Sua Maestà appende i segni del valore al vessillo mentre la- folla continua ad applaudire. E con questo la bella e commovente cerimonia ufficiale ha termine. La magnifica adunata di decorati Il Re, seguito dai Principi e dalle Autorità, scende rapidamente dal. palco reale'ed a rapidi passi si dirige verso un mutilatjo d'ambo le gambe che sta, .in carrozzella,-ip prima fila proprio di fronte al palco. E' tale Rabezzana, decorato di due medaglie di argento al valore. Il Sovrano, gli stringe, la. mano e scambia con lui qualche parola Poi prosegue la visita. Sono li accanto delle signore col petto coperto di decorazioni. Vi è la contessa Buffa di Perrero, vedova di un ufficiale superiore del terzo, che ha la medaglia d'oro. Altra medaglia d'oro brilla sul petto del fratello del capitano Varese, pure del 3.Ò reggimento. Una. terza onora un modesto caporale, Rou'lent Giuseppe di Piazzo. Medaglie d'argento e di bronzo un'infinitàUna signora vestita a bruno, ne reca sul pei.-; to otto: cinque d'argento e tre di bronzo,ricordi, certo, di due congiunti morti in guerra. Il Re le stringe le mani ed ha parole di vivo compiacimento. La folla gli si stringe addosso e gli rende difficile il passo, separandolo anche dall'Augusto seguito. Ma Vittorio Emanuele non vi bada, continua a complimentare, confortandoli, i parenti dei caduta e dice a tutti una buona parola. Ultimata questa gentile visita il Sovrano, si congratula vivamente col colonnello Far»' covi della magnifica riuscita della cerimoni» e pochi minuti dopo le 10.30, ossequiato dalle Autorità risale in automobile e riparte. I principi ed il Cardinale ne seguono l'esempio Anche le Autorità si accomiatano dal Comandante del Reggimento. Il Colonnello Faracovi, compiuta cosi la. parte, diremo,1 esteriore della funzione vuole che i - suoi • soldati rendano anch'essi un segno d'onore ai caduti. Il reggimento, labaro e musica In testa, sfila davanti alla lapide rendendole gli onori. E con questo schietto semplU'e omaggio dei camerati più giovani dei «amiti la cerimonia è terminata. -. Gli ptteoli d'oggi