Un "habitué" del Ristorante Molinari ruba dalla cassaforte 14.000 lire

Un "habitué" del Ristorante Molinari ruba dalla cassaforte 14.000 lire Un "habitué" del Ristorante Molinari ruba dalla cassaforte 14.000 liree La manina del 1.0 corrente ommissariato Monviso, di via Giannone. si presentavano i proprietari dei Bistorante Molinari di via Santa Teresa - il signor Sebastiano \schlerl e la cognata signora Rina Crosetti — e denunciavano un furio patito nella stessa mattinata, coche ore prima 11 furio era stato scoperto dal loro contabile, il signor Camillo Ferrerò. 11 quale, enrando nel locale per l'ora dell'apertura, si ara accorto che la cassaforte era aperta ed era stata vuotala dei valori che conteneva: olire 14 mila lire. \] giungere dei proprietari egli comunicò oro là insto scoperta. 11 sig. Aschieri e la cochàtà rimaselo perplessi oltre che sorpresi eri addolorati. Occorre, infatti, sapere che là chiave della, cassatone era tenuta in un ripostiglio -*• la. piega fra sedile e. schienale di un sofà — che era nolo solamente ni far migliar! M a qualche habitué, che poteva dirsi, per lunga dimestichezza, di famiglia, i.iii dunque r-Meva essere stato a prendere la chiave dal nascondiglio e ad aprire la cassaforte? Èssi non seppero fermare 1 loro sospetti su alcuno, tanto più che il furto e; a avvenuto mentre il localo era am ora, almeno ufficialmente, chiuso. Il malandrino poi. aveva avuto l'accortezza- di riporre la chiave al suo posto. Difatti, essa fu rinvenuta nella piega del sofà. I proprietari corsero, r-'i-fanio, a denunciare l'accaduto. li vice-commissario dottor Castagnacci, si incaricò delle indagini. Il ladro, o i ladri, si erano impadroniti di chèques per un valore di settemila lire, di biglietti di toanca da mille da cinquecento lire, rappresentanti pure là somma di lire seti emila, più 500 lire in bi?lipUi 'li piccolo taglio. Il funzionario ferino, a tutta prima, le sue ricerche fra il personale della casa.. Ma si convinse tosto che esso era superiore ad ogni sospetto e che il colpevole bisognava cercarlo altrove. Il custode, notturno del ristorante, tale Pagliano, fece un racconto che attirò tulta la sua attenzione. Verso le 7.40 di quella stossa mattina, quando l'esercizio era ancora chiuso, venne dall'esterno bussato ed il Pagliano, recatosi ad aprire si trovò davanti uno dei più assidui e vecchi clienti del ristorante, il signor Emanuele Bocca, fu Francesco, 'h anni 37, abitante In corso siceordi. Num. 12, perrona assai nota nel mondo dei vivevrs, come è. pure conosciuta in città la sua famiglia. Il Pagliano lo fece entrare senza, esitazione, trattandosi, oltre che di un habitiU. di un lontano parente dei suoi padroni. Il Bocca chiese un sandwich, ed il guardiano, dati che nel locale non c'era altro personale, si apprestò a prepararglielo lui stesso. Scese quindi in dispensa è lasciò solo il giovano, appunto nella camera dove è murata la cassaforte. Tornalo poi col rianino imbottito, il Bocca lo mangiò, ci bevve sopra un bicchiere e quindi se ne andò. Dopo pochi minuli, o cioè all'arrivo del signor Ferrerò, veniva fatta lo scoperta del furto. Tinto ciò non polè che impressionare il doitor Castagnacci. Dietro suo ordine il viceispettore Borei!i e l'agente Bertoli rinlracciaronO il Bocca, e lo « fermarono ». Una duplico perquisizione venne operata noi suo domicilio e sulla sua persona. Se quella non diede risultati notevoli, questa portò a constatazioni tali da far apparire pienamente fondati i sospetti sul suo conto. In tasca gli vennero trovati alcuni biglietti da mille e da cinquecento. Uno dei biglietti ria mille fu la prova parlante della sua colivi. Esso recava in margine la firma di un impiegato del teatro Affiori, tale Violi, ed ora stato riscosso la. eera precedente, dall'Aschieri, che lo aveva deposto nella cassaforte. Il Bocca tentò .giustificare la presenza di quel biglietto nel suo portafogli. Disse che non sapeva bene comi e da chi lo aveva ricevuto ma che cecamente to teneva in asca da qualche giorno. Ma la prova dei farttj fu pienamente favorevole all'affermazione opposta dell' Aschieri, che dimostrò con testimonianze come il biglietto fosse entralo nella sua cassaforte la sera, prima. Del resto, altro ancora era contro il Bocca: e cioè gli stessi cheaues rilasciati al signor Aschieri, o dei ouali questi riconobbe le firme. I contrassegni di questi valori erano poi stati dal denunciamo precedentemente riferiti al commissario, e quindi non vi poteva essere prova riii lampante sul responsabile del futro. n Bocca negò a snuda tratta per un bel pezzo, ma poi fini per arrendersi all'evidenza dei fatti, clic era spietatamente contro di lui. e confessò. Aveva compiuto U furto mentre il Pagliano si era recato in dispensa pp.r preparargli 11 sandwich. Aveva preso la chiave dal sofà — egli ora uno dei pochi... fidati che fossero al corrente di onesto prezioso segreto — aveva aperto la cassaforte e proso iti blocco chc.miri; e biglietti : allindi, avvertito il rKomo del Pagliano, aveva tralasciato di rinchnidore riponendo in fretta la chiave nel suo nascondiglio. Così ripagava la fiducia in lui riposta dai proprietari del locale, suoi amici o suoi parenti... L'elegante viveur venne senz'altro inviato alle Nuove e contro di lui l'Autorità di polizia sporse denunzia presso il giudice istruttore. dpStrvrevvdantaiahpddautlpctdmSdlCsitstcvCRCc