Il voto e la scena della separazione

Il voto e la scena della separazione Il voto e la scena della separazione La votazione s'inizia per appello nominale. L'appello si fa per provincia, e chi vuol votare per la mozione centrista risponde: unità: chi vuol votare per la mozione massimalista risponde: massimalista. Si vota nel putiferio: accenno di pugilato Gli incidenti che non tardano a sorgere si fanno subito cosi clamorosi che il presidente è costretto a mandare fuori dal salone gli invitati. I motivi degli incidenti sono dati dal fatto che qualche delegato ha un doppio incarico: quello di votare pregiudizialmente ner l'Unità e subordinatamente per questa <> quella frazione. In ognuno di quesiti casi è un putiferio. La differenza di voti che si prevede tra le due frazioni è tanto minima che gli animi facilmente si acoendono: ognuna delle due frazioni ha paura ili essere defraudata di qualche voto. Quando sta per finire la votazione il presidente annunzia che la proclamazione sarà fatta alle ore 83. L'on. Turati avverte che dopo la proclamazione del voto farà una dichiarazione. La seduta è quindi nuovamente sospesa. Ma sgombrata la sala dal pubblico la calma non torna; anzi, il tumulto scoppia violento, perchè il delegato di Terranova, il massimalista Vernocchi. ritorna a parlare sul sistema di votazione, che si presta ad ambiguità. Intervengono in questa ripresa della discussione contemporaneamente delegati di tutti 1 gruppi, di modo che non si capisce più nullla. Ottenuto un po' di silenzio, il presidente dichiara che essendosi iniziata Ila votazione, non ritenne di mutare il sistema di votazione. « Ciascun delegato — dice — assuma la responsabilità del- suo voto ». Scoppia un nuovo coro di proteste, ma finalmente tutti si rassegnano alle decisioni della presidenza e la votazione continua. Senonchè, dopo auaflche istante, il tumulto torna piti vivo di prima. Vernocchi si precipita contro uno di quelli che grida, investendolo con violenti parole. Modigliani si slancia fra i due e per un momento si teme che egli venga alle mani con Vernocchi. Ma accorrono subito gli on. Dugoni. Zilotti, D'Aragona, e allti-i. e cosi il conflitto è evitato. La seduta del Congresso si è ripresa alle ore 23. Il presidente" comunica l'esito della votazione: Votanti : 61.22S. Mozione unitaria: voli 29119 (risultanti dal blocco dei tre gruppi: banatoniano 2689, centrista 7166, concentrazioni sta 19264). Mozione massimalista: voti 32106 (risultanti dal blocco dei due gruppi : massimalista 2532!), ter^internazionalista C777). I massimalisti hanno così ottenuto 2937 voti di maggioranza, Ma questa maggioranza è contestata dai riformisti, i quali affermano che ai 61.025 votanti al Congresso si devono aggiungere i 3180 astenutisi nei Congressi regionali, .giungendo cosi a 64.405 votanti di fronte n cui la maggioranza assoluta sarebbe di 32,203: mancherebbero perciò 97 voti ai massimalisti per raggiungere la maggioranza effettiva. Turati Subito dopo il voto prende ja parola Filippo Turati per fare una dichiarazione politica sulla scissione. Turati: — Farò brevi dichiarazioni dichiarazioni di commiato che mi auguro siano accolte con la tristezza dalla quale sono dettate. Ci separiamo. Sarebbe più giusto dire: voi vi separate da noi. Sarebbe stato deside¬ rabile la maggioranza assoluta, ma la discussione in proposito è inopportuno farla. Non sappiamo staccarci da voi con si>avalderia, come altri fecero. Noi non potremmo. Forse coloro sapevano che sarebbero rientrati e forse vi rientrano perchè ce ne andiamo noi. Rientra il comunismo ! Il suo grande organo lo ha già annunziato. Noi ce ne andiamo con un senso di rammarico vivo, non ner la cosa miserabile che è la differenza di vati, ma perchè lasciamo qui il ricordo di una battaglia combattuta invano per l'tmitfi del par- • tito. Treves lo ha detto ieri. Io che vi parlo ho sempre sperato che si sarebbe superato l'equivoco e mantenuta l'unità. A Bologna; dissi quello che pensavo. Sperai che col tempo ci saremmo accostati e intimamente fusi. Sperai che Livorno rappresentasse, il primo passo. Ma non fu così. Nella sincerità di tut-. • ti gli animi avremmo dovuto ritrovare l'uni»tà. ma passarono i mesi e il dissiddo si approfondì. Le correnti intea'medie hanno persistito, ma non servirono ad unificare le basi. Baratono ha parlato ieri con grande franchezza, il suo pensiero è stato cristBllino. Vi è perù una opposizione fra il suo pensiero e la sua mozione, che deve scomparire. Siamo m un momento in cui ci vogliono posizioni nette. Ricordiamo il Congresso eli Genova, lo spirito che delitd quelle deliberazioni e il travagli" ohe esse portare- " no. Ricordo anche l'ultimo convegno della nostra fi-azione. Vi fu in quel convegno chi pretese che prendessimo ima: posizione di. rivolta, di combattimento. Risposi che non era possibile, non era generoso: era poco consono al momento. Non dovevamo dar ja gioia alla borghesia ed al fa-cismio dì vedere fimo e l'altro dilaniarci. La scissione avviene mal non deve significare lo sfacelo delle forze proletarie. Sarebbe un delitto! Fare che ciò non avvenga dipende da noi. La scissione à un atto amichevole: quello elio può accadere dopo sta sotto la nostra rfeponsabffltàj Dal domani giudicheremo. La nostra nari fe espulsione_ ma scissione. Lazzari trovò che questa via era quella logica, l giovami si allontanano dai vecchi. « Noi dunque ci separiamo. Sapere dove it taglio verrà fatto non ci interessa. Rieomln-. cieremo da capo, troveremo un terreno devastato, torneremo giovani, ringiovaniremo nel ricostruire! Il tempo ci aveva invecchiati. Ci lasciamo da amici e per lavorare. Noi vi lasciamo col nostro grido. Se voi ci rispondeste col grido di: a viva il comunismo ! », lo comprenderemmo. Chi avrà migliore ffflo farà migliore tela. (Applausi). Salutiamoci con il grido di: « Viva il socialismo! Viva il proletariato!». Noi lisciamo di qui non come frazione, non come partito, ma come movi meato storico inquadrato nel movimento sindacale. Uscendo noi di qui, vi entra il comunismo. Ma il grido di : «Viva il socialismo! ». se saremo saggi, potrà ancora riunirci neW'awenire! •. Una lunga ovazione saluta Tm-ati che scende dalla tribuna. Serrati grida: «Viva ti socialismol» (Applausi). Serrati sàie poi alla tribuna. ■ Il discòrso di Filippo Turati — dice — ha dimostrato che noi avevamo ragione e clu», la separazione era necessaria. Noi ci separiamo ricordando i lunghi nitrii di attività che abbiamo dato al nostro Partito. Per il bene che abbiamo fatto insieme nel nascalo sn» riamo nell'avvenire. pe' Applausi calorosi salutano anche Serrati Cessati gli :"plou=i i congressisti intonano* l'Inno dei Lavoratori e l'Internazionale E la laboriosa conclusiva giornata ha ime Do¬ mani due congressini GIGI MICHELQTTI.

Luoghi citati: Bologna, Genova, Livorno, Terranova