Il museo Correr

Il museo Correr Cimeli di storia veneziana Il museo Correr Vanesia, BJ, notw. Questa mattina ha avuto luogo l'inaugurtzione della nuova sedo del Museo Civico Carrer, trasferito dal Fondaco dei tedeschi all'ex-palazzo reale. Erano presemi tutte le principali autorità cittadine, i senatori on.li Molnienti, Diena e Fradeletto, 1) deputalo on. Chiggiato e numerosi invitati. 11 sen. Molnienti, presidente del Museo, lia pronunciato il discorso inaugurale illustrando la storia della istituzione sino dalle origini ed esprinierido la gratitudine rlt-lla citta a S. M. il Re che con la cessione del palazzo reale al Comune ha consentito che una quantità cospicua di cimeli importanti, che nella vecchia sede non potevamo», per la ristrettezza dello spazio, essere espose ci giacevano quindi raggruppati nei magazzini, abbiano nejla sede nuova degno collocamento. Quindi ha parlato il prof, conte Orsi assessore della P 1 Ambedue gli oratori sono stati calorosamente applauditi. La cerimonia ha alvino termine con la visita al Musco da parte di tutti i convenuti sotto la guida del direttore doti JRicciotti Bratti. Come nacque Il patrizio Teodoro Correr, morto il 20 feh t>raio 1830, legò al Comune il suo puiUtszo colla sua suppelllettile storica ed artistica. Accresciutasi questa con ricche collezioni* tra cui quelle di ornitologia e d'entomologia di Nicolò Contarmi, per lasciti, doni, ed acquisti fu necessario trasportare ogni cosa, nel ISSO, nell vicino Foniego appositamente restaurato. Senonchè, ora, anche colà h< spazio difettava e coll'ausilio di Pompeo Molmenti potevasi ottenere quel derrtio del 23 dicembre 1920 ohe permetteva che neHi maggior parte delli'ex palazzo reale il Co mune di Venezia collocasse quant» ricorda la grandezza e la bellezza della Venezia antica. Il palazzo realle (che si continua a chiamarlo cosi) non è, com'è noto, che l'antien. residenza dei procuratori {procurane nuove) tra i quali si eleggeva il dorè. E tali procuratle, che lo Scamozzi cominciò nel 1582 e che — compresa l'alia costruita, nel 1810 per ordine di Napoleone I —■ hanno una lunghezza di 138 metri e mezzo, comprendono otto palazzi. V'ha quindi nosto per il museo, | per riservare al R?. un appartamento (come 11 Mnnicipo propose ed ottenne dal Ministero dell'interno) adomo coi njoWIli artistici già esistenti nel palazzo, per speciali mnnifesinzioni storico-artistiche o per le cerimonie civiche ufficiali che si svolgeranno noi tre grandi saloni napoleonici, i quatti potranno pure essere visitati dal pùbblico. Il progetto di ordinamento delle, collezioni nella nuova sede fu curato dal Consistilo direttivo del Museo che era presieduto dal defunto senatore Nicolò Papadopoli. —- al quale successe il senatore Pompeo Molmenti exsottosegretario alle Belle Arti — quindi col lumi del direttore dott. Ricciottì Bratti e Bei conservatori dott. Marie Brunetti o doH. Giulio Lorenzetti ai quali) tanto tesoro e affidato, ria Ettore Tito e da Angelo Alessandri, dal dott. Cesare Musatti e dall ing Luigi Marangoni. Per cui furono, anzitutto, ridonati gli ambienti alla loro originale purezza estetica, tolte tutte ile sovrapposizioni decorative che in periodo di disorientamento artistico avevano potuto turbarne la squisita armonia. La sala Moresini f Non tutto il Museo — nonostante . uutuuu. | inaugurazione — è ancora ordinato, miizì non' è completo che il piano nobile dove furono riunite le collezioni storiche, mentre il secondo piano conterrà, cpiùlle artistiche e le memorie del nostro Risorgimento, nondimeno poche volte si è vista in Venezia impresa di tal mole condursi con sapiente rapidità. Le sale approntate sono quindici, e tosto colpisce quella delle memorie cane viane: ili gesso del Paride, gessi nllegori ■:. 6cene della vita di Socrate e del cieflo omerico, saggi di Canova pittore «me il bozzetto per la pala del tempio di Possagno, disegni, autografi, ecr, cose affettuose, specialmente affettuose. % più in là una ricostruzione d'ambiente secentesco di rara suggestione e tele di Bassa no, del Palma il giovane, e arazzi e la libreria che custodisse le commissioni ducali e 1 capitolari della magistratura veneziana e i vari abbi gli i amenti comuni o di gala di dogi, di procuratori, di senatori, di commodoro, e i ritratti dei dogi e di quaiiro dogaresse e via via.. Superba quindi la sala che raccoglie le collezioni d'armi, le bandiere, lo stendardo della gaOeazza del doge Domenico Contarmi, e l'altra.dovo vedonsi J frammenti dell'ultimo Rurihtoro (arso dai nanoleonicil e la bandiera- che sventolò sovr'esso coi fanalloni d'intorno dellp antiche galee. Tutto ciò logicamente precede la visione dei cimelii di Francesco Morosini, gloria veneziana di grado massimo, i ricordi storici del Peloponnesiaco. Gli ordinatori si preoccuparono di ricostituire con devozione una delle sale deQ palazzo che fu del .,- .ie ammiraglio per cui tra tele che de- scrivano gli episodi salienti delle sue con- \quiste in Morea si scorgono i fanali i ch'erano alti sullla sua capitana e trofei di vittoria e il bastone del comando e la spada d'onore t l'odierna |e armi e armi ed ancora l'inginoccblatolo e 11 libro di preghiere (in cui il rilegatore aveva abilmente insinuata una piatola} che filli '•->nr. nei momenti di spirituale ritempra. E accanto a ciò. come a meditativo contrasto, i fanali turcheschi tolti dalle navi dei vinti. Ancora intéressantissima è la saia della Numismatico Veneta, dove colle Oselle di Venezia e di Murano sono siei'li e n»f daglie ducali, il cui valor* storico si associa talora al valore artistico del conio. Nò ri può dimenticare lampia stanza,, coperta di araz-zi. che accoglie la mobilia di ebnnn e bosso, eseguita dallo scalpello miracoloso di An-tìrea Brustolon per Pietro Venier do s. Yi.oe passata quindi ai Contarmi dell'Accademia; nft rmella dove si ammirano gioconde opere fli Carpaccio, dei Bellini, dei Palma, del Gnardi, del Canaletto, e d'altri maestri de.'la p;'tMra veneziana. 'vii saggio ordinamento di onesta cospicuapr, le del Museo, si nuò dedurre della ma gnificenza del complesso quando s»rà dato nasetto anche al secondo piano, dove verranno ro(ilo<*ate le stampe, le nlachette. le stamine, i damaschi, i soprarizi. i mobili settecenteschi, i cuòri dorati [cuori d'^ro. come si chiamavano) gli avori, 1 'ronzi, le etriCfe e i paramenti ecclesiastici, : Codici miniati, la collezione goldoniana e centrale, le marionette e la riproduzione di appa'-tn.iienti settecenteschi dnla cucina e ili-Ila farmacia veneziana per tacere dei prodotti delle antiche industrie, dai merletti al vetro, agli smalti. I marmi scalpili avranno posto net cortili. F. infine la biblioteca, secondo il decreto di cessione, sarà posta in florali adiacenti alla Biblioteca Marciana. ro=icchè potrà farsi iin servizio unico nell'interesse degli studiosi. Col passaggio del Museo nelle procurane nuove, e risolta un'alta questione di decoro, ma vi ha anche pi fi : il piihKico (diciamo meglio, il forestiero^, lo visiterò quasi con certezza, mentre non gli basta, sempre, la buona volontà per recarsi al lontano Foritelo dei turchi. E ciò si tradurrà in diverso beneficio. V- B.

Luoghi citati: Isso, Possagno, Venezia