Gli interessi d'Italia

Gli interessi d'Italia Gli interessi d'Italia fcj'Ilalia ha interessi preminenti nnli'Asia e nel mar Nero. Una grande tradizióne storica di commerci di diritti e di dominio — maggiore a quella di qualunque - altro popolo occidentale — da conservare; molti traffici avviati, moltissimi altri — eia Der ottenere materie prime a minor costo che Inghilterra e America non ci forniscono o per dare sfogo ai nostri prodotti — moltissimi altri per la nostra esistènza industriale da aprire con la Turchia, con la Russia e con tutte le popolazioni costiere del mar Nero. Problemi di potenza e problemi-di ricchezza: il fondamento della vita. 11 tentativo di lord Cirzon di escludere l'Italia dalle trattative dibattentesi tra Francia e Inghilterra por la questione orientale a Parigi, per auanto molto signiilcativo, appare perciò ir tutto ineiustificabile. L'incidente per la fermezza del nostro ambasciatore a Parigi è stato risolto, e non lascerà —4 speriamo — alcuna traccia di se nelle discussioni future. Segnalarne la singolarità eia però necessario. I dissidi attuali fra gli Alleati per la ce ndotta da seguire nel fronteggiare la 6i Luazione pare si vadano componendo. F •ancia ed Italia hanno ritirato le loro truppe dalla costa asiatica. l'Inghilterra — se sono vere le informazioni degli orpi mi -ufficiosi britannici — dopo avere gridato e resistito finirà con fare lo stesso. E anche so per il momento si ostinasse per il suo prestigio a mantenersi sulla testa idi ponte di Cianak. il fatto che consente — come pare — a riammettere la Turchia si Ila riva astatica dei Dardanelli, implici iamente è come un ritiro avvenuto. Reni al Mustafà è un politico avveduto, e p«ir avere la sostanza non farà questione di forma. Prima di cozzare con l'Inghilterra per una lingua di terreno — che sa già gli verrà concessa — è molto pròbnbile ci abbia a pensare parecchie .vfijte. Essere pie veloci è qualità greca: 1' Inglese sta fermo, e battendo il piede fa spuntare uomini e cannoni. Con gli Inglesi è più conveniente discutere. Perciò la speranza che il conflitto armalo possa essere evitato non solo riappare, m a ^sidelinea molto più netta. E l'accordo fra eli Alleati è anche avvi muto sulla «utilità» d'una Conferenza. Dovunque essa si abbia a tenere, Inghilterra, Italia, Francia. Giappone, Grecia, Romania. Stato serbo-croato-sloveno, Turchia saranno convocate « a regolare le a testioni della nace futura». Della'quale convocazione noi non possiamo che essere Urti. Viene pero subito da osservare che a .fine ebe una Conferenza sia conclusiva è necessario vi prendano parte tutti gli interessati alle auestioni che vi si discute no. Ora vi sono due interessati che non ajbiamo ancora veduto sull'elenco della Potenze convocate: la Russia e la Bui« iria. La Russia è di tutti gli interessati il maggiore — e dicendo Russia intendiatt o tutto auel complesso di Stati che è abiti (dine di indicare con tal nome, qualunn i& possa essere il loro reggimento e i ri «morti fra essi intercedenti. In quanto « la Bulgaria l'interesse di essa al profc ema si vorrà concedere sia per lo meno fienale a quello della Jugoslavia, e a quello ti >1 Giappone, che pure sono invitati. II Governo dei Soviet ha nettamente affé rmato come « crualunque regime degli •Stretti che venisse stabilito lasciando da ti irte la Russia non sarà da esso mai riconosciuto ». E per esso «l'unico documento internazionale con il quale si e effettuata una sistemazione della questione degli Stretti è stato il Trattato di pace rjsso-turco del 1!J21 ». Questo può non essi >re vero, perchè tentativi di sistemazione ■simo stati anche il Trattato di Sèvres e le deliberazioni di Parigi nel marzo di quest'anno: ma l'affermazione così rigorosamente risoluta del Governo dei Soviet dio} -•«aro come sistemazione del regime degli Stretti duratura non si avrà, se la Russia non intervenga pur essa a discutere e a ti eliberare. Le simpatie o no per certe 'firme economicità e politiche in tutto disformi dalla nostra, non c'entrano. 11 fatto concreto è «he senza la Russia non - s' concluderebbe nulla di stabile. TI (Imito della Russia fu eia riconosciuto nel Tratt ito. di Sèvres. Il che è come (lire che fu implicitamente ammesso il fatto del .suo diretto interesse nella questione. Il Tra t ito eli Sèvres è caduto, e i suoi errori di esclusivismo, dopo tanta esperienza, non •si possono ripetere. Devono essere ali interessati stessi a stabilire le condizioni per la navigazione iegli Stretti, da essi non più ricevute ma 1 boramente imposte a sè stessi. Via diversa da questa per raggiungere lo scopo *on c'è. E' idea liberale e di pratica att nazione nel temoo stesso. Perciò crediamo che l'Italia debba farsene sostenitrice. Jlentre propugnerà gli interessi generali celia pace mondiale guarderà insieme i JrOpri. Nel mar Nero e nell'Asia noi abtimo molte trattative da concludere, *io8i commerci eia aprire: la simpatia che < i sapremo guadagnare con la, liberalità t ella nostra politica sarà il modo migliore tW preparare la strada. I due grandi problemi della Confeiteiiza saranno quello degli Stretti e della l'racia. Il problema dell'Asia Minore è filato già risolto con la cacciata dei Ore-^i, e non-può più formare oggetto di contestazioni. Ma bisogna persuadersi che hi sconfitta dei greci in Asia Minore Ih anche implicitamente risolto il problema della Tracia. La soluzione che era Mata data di esso era iniqua. Essa non teneva conto infatti nè di Turchi né di IJnlgari, e assegnava ai Greci una larfrhezza di territori che essi neppure con la violenza sarebbero stati capaci di reggere. Ora, dileguata l'illusione della cacciata dei Turchi dall'Europa --- illusione antistorica ed antieconomica — bisogna hWsUiidersì che la Balcania non avrà inai pace fino a che non venga per una bili-te restituito ai Turchi almeno qu.'l liinto di territorio che è necessario alla el'ifésn della loro capitale, oggi strozzata, — r'fof' fino al limite della Maritza — e non \v'i"a dall'altra dato alla Bulgaria uno fcbocco sul mare. L'esclusione della Bulgaria dal mare come fu un'iniquità etnica e politica, fu un assurdo economico, i -i politica italiana del passato sentì senatore la comunanza degli interessi nostri Tic'ìa penisola balcanica con la Bulgaria, f risultati della guerra hanno, se mai, accresciuta tale comunanza. Anche questa v.jta dunque propugnando gli interessi ■umerali della pace europea, e perciò la Giustizia noi tuteleremo i più elementari nostri interessi. Noi propugniamo una pòlitica di pace con tutti i popoli balcanici, fertile è la goja a nji cojtfeaiente. Ma una politica generale di pace non vuol dire trascuranza degli interessi particolari. Ora all'Italia, conviene una Bulgaria economicamente sviluppata e perciò con sbocchi sul mare, ed amica. L'Italia ha bisogno della assoluta libertà di navigazione nel mare di Mannara, e nel Nero. Per questa e per tutte le eventualità della sua politica, esterna futura la divisione della Tracia ha dunque per lei un'importanza, addirittura, capitale. La libertà di navigazione degli Stretti è stata consacrata solennemente nel Trattato di Sèvres, ma i modi onde essa era garantita rispondevano cosi poco alla realtà storica .che dovettero essere modificati nella Conferenza di Parigi del Marzo di quest'anno. Garanzia prima a tale libertà fu posta, in quelle deliberazioni, la smilitarizzazione delle zone contermini. E certo, a chiunque quelle terre possano nell'avvenire appartenere, par difficile pensare che libertà vera ed assoluta senza smilitarizzazione si possa ottenere. .Ma supposto che questa, si possa, nel vantaggio comune, raggiungere, e ovvio che assai diffìcilmente Turchi e Russi si lasceranno indurre ad accettare che Italia, Francia ed Inghilterra debbano a maggiore garanzia aggiungere In propria guardia agli Stretti, piantandosi con proprie forze militari nella, penisola eli Gallinoli come nelle precedenti convenzioni fu fissato e come pare si voglia continuar a sostenere. Questo può convenire ad altre Potenze per affermare la propria egemonia, marittima, non a noi che saremo in secondo grado e ci tire remo addosso le antinatie senza avere eli interessi. La guardia agli Stretti per garanzia, di tutti non può essere affidata che ad un istituto o neutrale o superiore. I vinti di ieri possono avere fiducia negli Stati che pel conflitto dej mondo si sono astenuti dal prendervi parte ; non possono — ed è logico — averla in quelli che fino a ieri sono stati, e potrebbero ridiventare domani, i loro avversari. Ma vorranno gli Stati neutrali accollarsi cosi grave ònere ? Nelle condizioni presenti pare più facile che la custodia degli Stretti abbia ad es- S «XNaSnl^erche S^SlJtl serio avvenire, bisogna anche che i'urchia e Russia abbiano ad entrare « de iure n e « de facto », senza nessuna altra condizione, per il fatto solo che sono nazioni legalmente costituite, nella, così detta Società. Gli interessati non possono attendere battesimi o cresime dall'avvenire. E questo appunto l'Italia deve ai suoi Alleati senz'altro domandare. La guerra ha serrato l'Italia fra due egemonie, continentale l'una, marittima l'altra. Politica di equilibrio oggi non si può fare. Non resta. — lo abbiamo detto più sopra, ma è bene ripeterlo tanta è la sua. importanza — che fare, una politica di grandi libertà. Sollevandosi dalle rovine particolaristiche alla, tutela degli interessi generali europei, l'Italia guarda effettivamente anche al proprio avvenire. Fa. ciriè una politica realistica. Perchè il suo interesse nel mar Mediterraneo e nel Mar Nero — come del resto in ogni altro punto — s'accorda con quello degli Stati oggi più deboli.

Persone citate: Greci, Mustafà, Turchi