La crisi non ancora superata

La crisi non ancora superataLa crisi non ancora superata Il minaccioso oomunloato di Harrington — La tesi franco-italiana in una nota del • Temps ». (Servizio speciale della «stampa») Parigi, 21. not.te. 11 minaccioso .;oiuunicato ufi! generale Harrington. annunciente che la Gran Bretagna considererebbe, qualsiasi avanzata dei chemalisti nella zona neutra come un atto di guerra, ha attenuato un poco l'impressione di ottimismo manifestatasi in seguito all'atteggiamento conciliante che lord Curzon ha dimostrato nella riunione n tre di ieri al Quai d'Orsay. Infatti, per quanto il comunicato del generale inglese, comandante in capo a Costantinopoli, tosse anteriore alla riunione di ieri, esso è apparso come una nuova pressione diretta tanto ad Angora quanto sui Governi eli Homa e di Parigi. \on vi e infatti, come si fa osservare in questi circoli, uno stato di guerra ira gli Alleali ed il Governo nazionalista di Anatolia, e la Gran Bretagna cerca, con questa ingiunzione del generale Harrigton — che non sembra d'altra parie essere un ultimatum rivolto a «Mustafà Kemal, ma un semplice avvertimento indiretto —creare uno stato di fatto nel quale tutti gli Alleati si troverebbero implicati, come il.signor Poincaré ha formalmente dimomostrato ieri a lord Curzon, affermando che il generale Haningtovi non aveva qualità per impegnare la Fi-ancia e l'Italia. In operazioni militari che non siano oggetto di accòrdi preventivi fra eli Alleati. Cosicene e lecito ritenere che il generale inglese sarà invitato a moderare uno zelo che potrebbe causare gravi incidenti. Che lord Curzon si sia ieri dimostrato conciliante tutti i giornali pancini oggi ne convengono. Lord Curzon ha del resto confessato all'informatore rliplomatjro del Gauiols che lo aveva interrogalo ieri sui risultati elei uoj colloeniii eiella giornata, che la conversazione the egli aveva avuta col (signor Poincaré e col conte Sforza era stata « lunga seria e cordiale ». Ciò che autorizza il giornalista, che aveva veduto in seguilo anche il sijmor Poincaré, a dichiarare che quantunque la tesi francese ed italiana e la tesj britannica siano ancora divergenti, sembra che l'accordo sarà abbastanza facilmente raggiunto sui provvediménti ria adottarsi per assiemare la libertà dettli Stretti e che l'Inghilterra, riconoscerà che .3 inutile e pericoloso esporre dei contingenti alleati ad essere eventualmente attaccati da forze chema liste superiori di numero,' Per il Temps, la via non è completamente sgombra e numerose difficoltà sussistono tuttora, cosicché il giornale taccia scorgere ancora qualche inquietudine, che è prodotta, sopì aiutto dalle Informazioni londinesi secondo le cpiali il Gabinetto britannico non avrebbe mutato in nulla la sua decisione eli mantenere l'integrità degli Stretti e della zona neutra su ogni riva e che. in attesa delle decisioni della Conferenza progettata, non potrebbe essere questiono di permettere una avanzata turca nella zona neutralizzata sulla riva asiatica degli Stretti. « Bisognerebbe dunque dedurne — osserva il Tenvps — che, contrariamente a quanto la stampa inglese lasciava capire dopo 11 Conci glio di Gabinetto di martedì, qiiamdo affer mova che il Governo britannico riteneva che le sole fotze navali basterebbero ad assicurare la libertà degli Stretti e ad impedire il passaggio dei tuiehi in territorio europeo, l'Inghilterra non è disposta, finora, a ritirare i suoi contingenti da Cianak. Ed è evidentemente per dare un fondamento a eiuesto atteggiamento che lord Curzon ha sostenuto la tesi che la Francia e l'Italia non potranno mai ritirato i loro effettivi dalla zona neutra, poiché la pace noni è definitivamente conclusa colla. Turchia e che gli accordi che definiscono l'azione comune degli Alleati conservano la loro forza primitiva. «Questi tesi sembra peccare nella base — prosegue il Temps — poiché si natia qui di oppoisi all'occupazione della riva asiatica degli Stretti da parte dei kemalisti. mentre le Potenze non sono in guerra col Governo ai Angora il quale continua le ostilità contro i soli greci. Vi è in Oriente una situazione di fatto di cui è impossibile non tener conto. Ma vi è inoltre — continua il Temps — una situazione di fatto di cui è impossibile non tenere conto, e ciò» che secondo-l'opinione degli espelli militari la posizione eli Cianak addossata ad un biaccio di mare sarebbe impossibile a difendere con gli effettivi alleali, ohe vi si trovavano e per mantenere i punti occupati nella Turchia asiatica bisognerebbe risolversi ari adottare delle misure militali estremamente importami, cosa che nè la Francia né l'Italia vogliono fare, volendo evitare un nuovo conflitto armato in Oriente. Oibene. non sarebbe ammissibile che. invocartelo dei vecchi accordi che furono conclusi quando non si prevedeva la situazione attuale e che non si riferiscono a questa situazione, il Governo britannico pretendesse di obbligate la Francia e l'Italia a impegnarsi in un'avventura che la politica di queste due Potenze tende precisamente ad evirale. L'azione comune degli Alleati non può risultare che iii seguito ad un accordo perfetto sugli scopi e sui mezzi, e la volontà di uno solo non potrebbe implicare obblighi pei gli altri due. Finalmente, e evidente che il comandante delle forze militari biltanniche a Costantinopoli non può pretendeje di disporre degli effettivi alleati senza un accordo preventivo degli alti commissari delle tre Potenze, cioè senza 11 consenso dei tre Governi ». . * Su questo la decisione del Gabinetto di Par ligi è incrollabile. Qui si contiwia a sperare due azione militare contro i turche