Volontà inglese di pace che non esclude le possibilità di guerra

Volontà inglese di pace che non esclude le possibilità di guerra Volontà inglese di pace che non esclude le possibilità di guerra (Servizio speciale della STAMPA) Londra, 20, notte. I fogli della sera fanno balenare crescenti speranze sul convegno di Parigi. L'accordo — riferiscono — accenna a' de^linearsi. Lord Curzon uscendo dalla seduta mattutina avrebbe confortata l'opinione suddetta versando in seno ài corrispondenti inglési queste tre parole:.«Si procede bene»! Una miriade di dispàcci, di comunicati e di altre allegrezze tengono compagnia a questi referti, spàlmàn^ do sul convegno vernici di amorevolezze,! di'-ragionevolezze e di concordia. «Non; sarebbe sorprendente — dice uno di quei sii comunicati melliflui — che si raggiungesse insieme coi rappresentanti turchi attualmente a Parigi un accordo in base a] quale gli Alleati manterrebbero l'occupazione di Gallipoli, abbandonando del tutto la sponda asiatica,,sulla quale pero i.Turchi garantirebbero di mantenere demilitarizzate quelle che attualmente vanno sotto il nome di zone neutre ». Sono notizie che fanno piacere. CI* che significa e ciò ciiB coinvolge Cianati In attesa però che questa impreveduta esplosione di temperanza e di fraternità venga confermata, è meglio tener d'occhio i fatti concrèti che formano la struttura della situazione in Levante. Il pernio del la posizione militare inglese* laggiù rima ne lai zona di Cianak. Alcuni prospettavano fin da ieri l'evacuazione inglese da quella zona ; ma il preannunzio era semplicemente tendenzioso. La testa di ponte che descrivemmo nell'ultimo fonogramma resta per ora aggrappata alla zona come un segno fermo della volontà britannica. Quante truppe vi siano nessuno sa dire, nia non possono esservi che'tre o quattro battaglioni al più. Qualche giornale pretende che della opportunità di tener duro su quella posizione sarebbe stato lasciato giudice'il sólo generale Harrington, comandante in capo delle forze inglesi sugli Stretti. Se questo giudizio dovesse essere di puro' carattere tecnico, questa informazione si può buttare insieme con tante altre nel cestino. Là posizione inglese di Cianak non è militare se non per'incidenza. Essa è essenzialmente politica. I lettori devono farsi una idea esatta di quello che è quésta zona di Cianak, divenuta così subitaneamente cardinale nel giuoco della grande politica europea. ■ Cianak rappresenta in poche parole lo stipite meridionale dei Dardanelli, coinvolgente tutta quanta la penisola di Biga. La zona ha una profondità di oltre trenta miglia, cioè superiore alla portata dei più alti calibri ordinari. Essa è rocciosa, piena di gole e in genere accidentata. Il suo possesso significa senza questione la padronanza dei Dardanelli. Bastano dieci telefonisti distribuiti lungc^ la spiaggia asiatica degli Stretti, e raccordati con batterie mascherate nel profondo della zona, per regalare l'inferno a qualsiasi vapore o nave da guerra che stia navigando traverso i Dardanelli. La strettezza del canale garentisce la precisióne dei tiri. Se i Turchi occupano la zona di Cianak sul piede di guerra, lo stretto è chiuso senza scampo. I.preparativi per questa chiusura, praticamente ermetica come quella.di una saracinesca, potrebbero essere eseguiti dai kemalisti in 48 ore. Tre o quattro batterie dell'artiglieria pesante strappate - ai Greci potrebbero mettersi rapidamente in posizione, ed ifili telefonici di raccordo con la spiaggia venire lanciati in una notte. Naturalmente la penisola di Gallipoli, che costituisce lo stipite settentrionale dello stretto potrebbe rimanere in possesso degli Alleati ; ma ciò non impedirebbe in alcun modo la chiusura degli Stretti da parte dei Turchi dall'altra riva. La guarnigione alleata di Gallipoli potrebbe fare una sola cosa : varcare lo stretto sbarcando a Cianak, per castigare i Turchi. Sbarchi di questo genere furono effettuati dagli Inglesi a Gallipoli durante la guerra. Uno di essi costò diecimila morti. Tutti quanti si risolsero in una andata e rMorno senza alcun costrutto, e lo stretto rimase praticamente chùiso. Ora il trattato di Sèvrrs provvedeva a che la zona di Cianak riìx .tesse neutralizzata, vale a dire in mani 4i tutti, fuorché dei Turchi. Tale neu* -i.zzazione era considerata come ^ ! n; i i e l o o a à o a a e a e . o o o i e e i I i l o . a ù o i a n a i i a e e i e a o ; o i e a adi no ti a is in e e una condizione imprescindibile per là libertà di navigazione dello stretto, o me1 glio per impedirne la chiusura da parte dèi Turchi. Volere la libertà degli Stretti; ed essere pronti a consegnare subito oggi ai Turchi vittoriosi sul piede di guerra Ja zona di Cianak è, a dir poco, un conItrosenso insigne : vuol dire permettere Romani a Mustafà di chiudere, una porta ,di casa tornata interamente sua. . II ritiro dei "battaglioni„ francesi L'Inghilterra, che non ' è mai stupida quando le cose la toccano, dayyicino, non appena le faccende in Asia Minore si complicarono, chiese alla Francia, la quale le appariva piuttosto soddisfatta, se rimanesse' risòluta a difendere - la libertà degli Stretti,' cioè a tener ferino al trattato di Sèvres- con annessi e connessi. La Francia, come ricordate, rispose: — Ma certamente! — Allora l'Inghilterra propose di avvertire il Governo di Angora, e altresì personalmente Mustafà Kemal, che gli Alleati' restavano I irremovibili. sulla inviolabilità degli Stretti, e che esigevano quindi dai kemalisti il rispetto della zona neutra, inclusa si capisce quella di Cianak, la più importante. La Francia partecipò a quésta, intimazione collettiva ad Angora e a Mustafà, Tali intimazioni rallegrarono tutta quanta la settimana scorsa. Esse furono diverse. Dapprima fatte fare all'agente kemalista a Costalitinopoli; poi comunicate dìù direttamente ad Angora; alla fine, lunedì scorso, gli alti commissa" alleati si decidevano a compilare un ri dispaccio categorico e diretto al Governo kemalista, allo scopo di reiterare per la terza o quarta volta gli ammonimenti in questione. Nel frattempo l'Inghilterra pensava che la zona di Cianak dovesse rimanere presidiata. Ciò era semplicemen'e naturale, secondo il suo punto di vista, e anche in'base al trattato e alle convenzioni in corso. Senoncnè, ad un tratto, per ragioni varip ,che qui non c il caso di rievocare, la Francia dichiarava che dal canto proprio non intendeva più presidiare Cianak, Essa» anzi annunziava di avere riclùainato senz'altro « i battaglioni » che essa teneva laggiù a fianco dei contingenti inglesi. Questa improvvisa dichiarazióne t della partenza dei « battaglioni » francesi fece aguzzare le orecchie all'Inghilterra. Ma ora qui a Londra .anzitutto si comincia a dire come l'effetto pratico della stamburata partenza francese da Cianak era un nonnulla, perchè i Francesi tenevano in quella zona solo pochi reparti, secondo alcuni, e neanche un soldato, secondo altri. L'affare di questi » battaglioni », come li definisce un comunicato ufficioso francese, e ic reggimenti »; come li qualifica il corrispondente parigino del Daily Mail, divenuto pacifista per la pelle, è stato una battuta .di farsa nel mezzo del dramma. Nessuno sa realmente se a^Cianak ci fossero'o non ci fossero i Francesi, o se vi stessero soltanto per andarsene. Forse ogni accertamento andrà sommerso nella confusione che caratterizza questo splendido momento della diplomazia occidentale. Poscia a Londra si è preso a considerare se la Francia, intimando il suo assenteismo da Cianak, ad onta del suo impegno riconfermato, fino a pochi giorni prima, di rimanere sondale con gli Alleati sulla inviolabilità degli Stretti, non avesse mancato di colpo ai suoi impegni, e non potesse venire dichiarata in peccato. La confusióne succitata sta sommergendo anche questo problema così importante. Ormai non c'è più regola, se non quella del gar buglio sempre più ingarbugliato. Ad ogni modo Parigi dichiarava intanto che il più o meno nominale abbandono di Cianak era stato deciso allo scopo di non venire in conflitto con i Turchi: un motivo per fettamente degno dei giorni in cui viviamo, giacché la zona di Cianak doveva essere presidiata, a tenore di trattato, appunto allo scopo di impedirne l'accesso ai Turchi, anche a costo di un conflitto. Le guarnigioni infatti si suppone non esistano soltanto per essere richiamate di fronte alla eventualità di un attacco, i fldtlI ' i ù k i e Come fu presidiata la zona Un comunicato inglese Contemporaneamente i satèlliti di Musia. fà Kemal credevano che le truppe kemalista sarebbero' state lanciato alia ripresa di Cianak. nun per sfidare le grandi potenze, e auindl anche 'l'Inghilterra, ma per la ragione che. Cianak era rimasta presidiata dai greci, e però «bn ' poteva considerarsi zona neutra. Se gli inglesi erano di altra opinione, i kemalisti, Col loro più I grande piacerà, incontrandoli a Cianak, u 'avrebbero invitati semplicemente a traversare gli Stretti e tornarsene a casa. Pari^ripetè debitamente queste, argomentazioni turche: e la stupenda ingenuità dei fogli londinesi della ser#. anche di quell'i più turcofobi. : ffiudica attualmente che su questo Dunto i turchi avevano qualche sembianza di ragione... Ma ècco che il Governo inglese stasera. 48 ore dopo il splievamento dsjla questione, interviene con un solenne ritardo-a dichiarare clie i greci.;.' à1 Cianak non ci furono maL E ciò è oggetto di un comunicato ufficiale, il quale dice che quella zona fu occupata dàlie truppe inglesi, d'accordo p cogli Alleati, subito dopo L'armistizio. Gli inglesi ne continuarono la occupazione fino ad oggi, o almeno,' soggiungiamo noj. fino a ieri: .perchè oggi, si sono Drudentèmente raggomitolati al suo margine. « Nel maggie* dell'anno scoi- <o gli Alleati — prosegue la nota ufficiale pubblicarono un proclama per dichiarare la propria neutralità in-ogni ulteriore operazione creco-turca». (Tutti sanno come l'Inghilterra e la Francia interpretarono tale neutralità, giacché Tuna dietro i greci è l'altra dietro i turchi vennero semplipemente facendosi la guèrra per procura), « Il proclama in.parola determinava le regióni affidate alla occupazione inglese; una di queste era appunto la zòna di Cianak. La neutralità della, zona è stata mantenuta costantemente contro i greci — ag. giunge il comunicato — benché questi ul timi si fossero "In varie occasioni lagnati di avere subito attacchi da bande turche, organizzate nella zona Dre?idiata dall'Inghilterra. I greci chiesero agli inglesi il permesso di entrare nella zona per castigare le bande suddette: ma essi incontrarono invariabili rifiuti. Soltanto nel maggio scorso certe pattuglie greche che insegui vano dei briganti traversarono la liuoa neutrale: ma imbattendosi nelle truppe in. glesi si ritirarono subito ». Ed è poi tutto ani. Considerazioni e propositi dell'Inghilterra Per oggi la conclusione è che a Cianak gli inglesi aneiie da soli intendono restarenon solo: ma si prefiggono evidentemente' di mandarvi tutti i rinforzi che possono tro vare. I giornali non fanno il menomo mi stero di movimento- di truppe da Aldershot e da altrove, le auali stanno partendo per l'Oriente. Non bisogna immaginarsi una pleiade di truppe che partono; ma piuttosto battaglioni : cioè, per ora. poche migliaia di uomini. Ma in queste faccende tutto sta nell'anrire la via: poi la corrente può au mentare. Se è scritto che ci sia la guerra — del che è ora lecito dubitare — sarà una cosa piuttosto, lunga; e l'Inghilterra avrà molto margine di tempo per costituire'ed avviare le sue nuove legioni. Ma il concetto dell'Inghilterra è perfet tamente chiaro. Essa non sta per ora prov. vedendo ad una grande campagna, che ho sempre sperato di evitare, per il semplice motivo che è straordinariamente tirchia* e non ha più. soldi neanche lei: ma sta piùt tosto provvedendo a spalleggiare più forte che può la sua posizione in prospettiva di negoziati di pace. La Francia avrebbe pia cere che ai negoziati l'Inghilterra andasse dono avere dato il benvenuto ai kemalisti nella zona di Cianak. ed essersi rannic chiata a bordo delle navi. Tutti capiscono e spiegano auesto desiderio francese, che i naturale come conseguenza della corata lità dei rapporti che intercorrono, special mente in Levante, fra le due potenze. Ma l'Inghilterra disgraziatamente vede la cosa da un punto di vista diverso; e preferisce andare a trattare con qualche cosa d'altro in mano. — eiò è molto pericoloso per la algtd_fBrnn pace — dice la Francia: ma ringlùiterra è invece convinta che il contrario sarebbe p«- ' ricoloso per lei. noichè è inutile dire pace quando c'è già la guerra. Tali coneetti, che formano il substrato dell'atteggiamento inglese, decorato alla superficie da tutti quegli immancabili etróri formali che distinguono la grande politica democratica di oggi in quasi.tutti i paesi, sono capiti dalla maggioranza del popolo e della stampa inglese. L'uno e l'altra vogliono naturalmente la,pace; e 'ceti commerciali in ispccie non cogliono soltanto la pace ma l'armonia, il riassetto e la fratellanza, che più giovano agli affari e agii investimenti di capitali.: Se nonché tutto il gridìo pacifista che rompe le orecchie, e al quale ormai finiscono per partecipare anche i: fogli che sório e resteranno prontissimi alla, guerra piuttosto che vedere l'Impero britannico costretto a levare il cappello a Mustafà Kemal, è sempre negli usi inglesi alla vigilia, dei grandi dilemmi che possono risolversi ip una scesa in campo. Le chiese cominciano a predicare per la pace; ma i loro pastori hanno già pronti i sermoni patriottici, per il caso che la volontà di Dio dispónga altrimenti. Tocca proprio. ai dirigenti di quassù, in crisi come questa, di. stabilire che il paese vuole la pace, e di confortarlo nel suo pacifismo. Poi, se è nècessado, si scende in guerra; e tutti sono convinti di esservi stati tirati per i capelli. Il Governo può avere commesso errori colossa- li, come quelli imputati ad esempio'^ da tanti giornali al Governo di- Lloyd George; ma viene il momento in cui persino la mortalmente antilloydgeorgiana Jforning Post garentisce il suo appoggiò anche per la guerra allo statista gallese. In linea di fatto, la suddetta Aforninff Post offre tali garanzie proprio quest'oggi. Varie volte ripetemmo nei giorni passai ti che o la guerra o la pace sarebbero dipese dagli umori di Mustafà Kemal. Se adesso egli attacea gli Inglesi a Cianak la guerra, è certa; se lascia stare, la sola guerra che avremo, almeno per il momento,, sarà quella che scoppierà sul tappéto diplomatico della Conferenza decisa oggi _ Parigi, in base all'invito contenuto nel famoso manifesto inglese di sabato. Ora, Benché qualcheduno avesse annunziato ieri séra che i kemalisti si erano già insinuati nella zona di Cianak, le truppe inglési laggiù non ne hanno ancora- visto neanche l'ombra. Se tutto continuerà- così. Mustafà Kemal da una parte e gli in-glesi dall'altra si guarderanno sorridendo", dicendo: — E chi ha mai parlato dr guerra? • 4