La scoperta e la cattura d'una banda di ladri e ricettatori

La scoperta e la cattura d'una banda di ladri e ricettatori La scoperta e la cattura d'una banda di ladri e ricettatori Sequestro di molti oggetti iLa cronaca della seconda quindicina del mese scorso è stata alimentata da un piccolo ma costante contributo di notizie ladresche. I lettori lo ricordano: Quasi giornalmenie veniva denunziato un furto consumato in un alloggio disabitato per la temporanea assenza dei proprietari recatisi in campagna. Ora qua, ora là, i ladri hanno lasciato traccia della loro malaugurata presenza un po' dappertutto. Borgo Po non è andato esente dalla .iattura; anzi, è forse stato quello pàU bersagliato. Basterà ricordare il furto commesso nella villa dell'agente di cambio signor Guido Benso, in via Bricca, 16, dove vennero rubate oltre sessantamila lire di biancheria, vestiario e altri oggetti ; quello di cui fu vittima il dottor Morra, abitante in via Romani, 10, che pure ci rimise per circa sessantamila lire di roba.; e il furto consumato ai danni della signora De Anùreis, in via Anorii, 19. Per merito del maresciallo dei carabinieri Bertnlotti, comandante la stazione Monviso di via Duchessa Jolanda, sono stati scoperti ed arrestala gli autori di questi tre furti e, forse, di altri. E' una piccola banda specialista in tale leato che viene tolta al suo industrioso ed illecito lavoro, un'associasftonu non vasta ma audace ed intraprendente che viene mandata in carcere. Ladri e ricettatori si trovano in compagnia nella triste sorte. Qualcuno dei componenti è ancora uccel di bosco : ma i caporioni sono assiemati alla giustizia; e questo non è poco per i villeggianti che ritardano a rientrare in città... Da galeotto a galeotto e mezzo Il maresciallo Bertolottii, sapendo che nella sua zona di giurisdizione, si aggiravano ladri e ricettatori, In occasione dei furti, diciamo cosi, estivi sopra ricordati, ha intensificata la vigilanza, coadiuvato dai suoi militi e specialmente dall'appuntato Baret. La mattina stessa in cui venne scoperto il furto alla palazzina Benso, il vigile sottufficiale arrestò un tale, tipo assai sospetto, che tenevi! un contegno non troppo chiaro. E' costui tale Ettore Pignatta fu Andino, di anni 36, fornaio, abitante in corso Jtacconigi, 20. Lo interrogò per farlo cantare, ma invano. Ciò nonostante, non lo lasciò andare. Questa misura di precauzione non tardò ad apparire saggia e opportuna. Il mattino stesso — 21 agosto — il maresciallo seppe che presso un esercizio di via Duchessa Jolanda erano state depositate dieci lenzuola da un tizio il cui atteggiamento e le cui parole avevano dell'ambiguo. Lasciando le lenzuola, egli aveva fatto il nome di due noti ricettatori. Tornato, aveva chiesto se uno di essi era venuto a prenderle : saputo di no, Io sconosciuto si era celermente eclissato, prendendo a volo un tram, con Varia di chi ha voglia di scappare da un luogo pericoloso. Il maresciallo volle sapere chi era costui, e et riuscì. Lo identificò per tale Pietro Scaìbla di Giuseppe, detto « Pierin ». di anni 26, fabbro disoccupato, abitante come il Pignatta in corso RacconigL 25. Senza perdere tempo, il Bertololti si recò a casa sua, e ve lo trovò. Era vestito a festa, e stava preparandosi per uscire, forse per lungo tempo... Aveva .t riempita una cesta di indumenti des, ■ ali al ricettatore. Tali indumenti apparvero, dalle ciflre. provenire dal furto al signor Benso. Si seppe poi che 10 Praloia li aveva abilmente sottratti al bottino comune, per venderli per proprio conto: un furto in famiglia, fra ladri... La roba venne sequestrata e lo Scaiola, arrestato, fu tradotto alla caserma di via Duchessa Jolanda, interrogato lungamente 'finì per dire che lui nel furto non c'entTava per nulla, almeno in modo diretto; vi aveva presa una parte indiretta, nel senso che quella mere l'aveva acquistata da un tale noto sotto il nomignolo di n francese ». Non ladro, dunque, ma ricettatore, volle farsi credere il giovinotto. Ma l'inesorabile maresciallo volle vedeiot più addentro. Identificò ri « francese » • pei' Pietro Carro di Pietro, di anni 21, cameriere disoccupato, dimorante in una locanda di via Priocca 15, e il giorno dopo lo arresta in un « ba*r » di via Genova. Metto a confronto «francese» e « Pierin». I due si accusano vicendevolmente. Il maresciallo sorride sotto i baffi: buon segno quel gioco a scarica-barile... Difatti poco dopo il Carro esclama: — Allo corte, finiamola! Il furto al Benso l'abbiamo.-fatto io, te e « Pinin »! Lo Scaiola protesta, ma poi. vinto, finisce per ammettere quella confessione scaturita in un impeto di sincerità. Pinin 'I lusent In tal modo salta fuori un'altra figura: quella del a Pinin » che l'abile inquirente non tarda a individuare. « Pinin » è Angelo Gilardi fu Carlo, di anni 20, temporaneamente abitante in via Massella lì. Fa lo «chauffeur» di piazza. Lo chiamano « Pinin ci lusent » cioè « il luccicante » perchè veste sempre elegante come un damerino e per-, che ostenta brillanti anelli alle dita. Sembra, per ammissione stessa degli arrestati, che egli esercitasse sugli altri una specie di autorità di capo. 11 maresciallo Bertolotti cerca di Impadronirsi anche di lui, ma non ci riesce. 11 Gilardi l'ha prevenuto. E' scivolato via, senza farsi pescare. Ma questo è venuto dopo. 11 maresciallo, non appena ebbe dal <-• francese » e dal « Pierin » la confessione del furto, pensò subito alla refurtiva. — Dove l'avete messa? Dove è? v— E' in corso Vittorio. Emanuele n. 120 — rispondono quelli — in casa di un certo Balestrerò al quale l'abbiamo ceduta. Senza perdere un minuto, il maresciallo con alcuni militi e con lo stesso Scaiola si reca ili automobile in corso Vittorio Emanuele 125. Strada facendo lo Scaiola narra che la refurtiva prima fu deposta in casa sua, in corso Raceoninri 25: poi lo stesso Scaiola la cedette al Balestrerò pattuendo un prezzo di duemila lire. Le dieci lenzuola depositate nell'esercizio di via Duchessa Jolanda erano appunto una rimanenza che egli doveva consegnargli. La roba ceduta per due mila lire si constatò più tardi valerne quaranta mila circa costituendo essa la maggior parte della refurtiva. Ma neanche quelle misere duemila lire poterono avere 1 ladri, perchè, come dicemmo, il mattino sIpsso seguito al furto lo Scaiola era stato arrestatoi... , ■ Natale Balestrerò di Simone, di anni 26, detto «'1 Mandrogn » perchè nativo-di Alessandria, nel suo domicilio di corso Vittorio Emanuele non c'è. Gi sono i famigliari: padre madre, un fratello. Ma la refurtiva 6 sparita Dove sarà andata a finire? Il maresciallo domanda, interroga, ina non viene a capo di nulla. Allora ricorre all'astuzia. Trattiene i genitori e fa questo ragionamento: Mi dispiace, ma io sono costretto a dichiarare in arresto loro due per complicità. Vuol dire, che io li rilnsclerò quando avrò la refurtiva ricettata, n per lo meno saprò dove si trova per andarla a prendere ». Tre sacchi e un pacco La trovala attecchisce. Il giorno dopo giungono alla caserma tre sacchi pieni di roba Si verifica e si trova che é difatti computa della biancheria e del vestario rubati al signor Benso. C'è, anzi, della merce in più, fra cui un grosso involto di argenteria da tavola che non è mai appartenuta ai Benso... Essa — lo dittiamo subito — ha pure una storia che vedremo in seguito. Coi tre sacchi, il Balestrerò ha mandato una lettera in cui assicurava ili avere comperata in buona fede fa merce, aggiungendo che, prima di una eventuale costituzione, intendeva consultarsi con un avvocato. Ma neanche lui è sfuggito all'ai resto. Per altra via, ma c'è cascato. E' stato alcuni giorni dopo arrestato a Beinasco sotto un'accusa obbrobriosa, e tradotto alle carceri di Orbassimo. Il maresciallo Bertolotti lo seppe, e corse ad interrogarlo. L'arrestato finì per ammettere la ricettazione. Ma non ci fu verso di tBc6tsdvIspllplsnvr fargli confessare dove aveva nascosto il rimanente della refurtiva, dato che non tutta la roba rubata ai Benso era stata da lui fatta indirettamente pervenire al maresciallo. Si sa di una valigia colma di finissima biancheria che ha preso il largo. Per meglio dire, dopo una sequela di vicende la valigia è stala trovata, ma vuota. E' il contenuto che è tuttora irreperibile. Nè la serie degli arresti è finita qui. HBertolotti ha pure rintracciato e messo al,st: curo tale Nicola Busto fu Giacomo, di anni 64, ahitanto in via Gropello. 10. ohe è un veterano del carcere, dove fu rinchiuso numerose volte por reati del genere. Egli aveva, venduto al Balestrerò l'argenteria che costui aveva mandato alla caserma di via Duchessa .IoInda coi tre sacchi ricolmi. Tale argenteria e stata riconosciuta dal dottor Giuseppe Morra per sua. I ladri — come già narrammo — glie l'avevano rubata durante» la sua assenza nell'alleggio di viai Romani, IO. in una notte iniprecisata dal 11 al 21 agosto. Il proprietario l'ha però ritrovata in uno stato pietoso: tutta spezzata, contorta, rovinata. 1 malandrini, non avendo potuto vendere in blocco il servizio, avevano fatto quella strage per vendere gli oggetti come rottami d'argento. Gli arrestati negano di essere gli autori del furio al dott. Morra. Ma il maresciallo ha in inaino elementi tali da costituire una prova schiacciante dalla loro responsabilità anche in questa impresa. Secondo l'intelligente sottufficiale, la stessa combriccola che rubò in casa Benso fu quella che compì il furto al Morra e quello alla signora De Andreis: i furti, in una parola che si verifica; reno in Borgo Po, od almeno i principali di essi. Dìfatti nei famosi tre sacelli sono pure state trovate una coperta da viaggio e delle maglie provenienti dal furto alla signora De Andreis, in via Aporti, 19. La sete vien rubando... Rimaneva da definire la posizione del Pignatta, il primo arrestato. Le conclusioni a cui è venuto il Bertolotti non sono mólto allegre per lui. In base a dichiarazioni del Balestrerò e ad alcune sintomatiche concooutanze di circostanze, arich'egli è tenuto responsabile nei furti di cui abbiamo parlato. Perciò anch'egli è stato denunziato all'autorità giudiziaria ed inviato al carcere. Affermò il Balestrerò che il 21 agosto mattina il Pi natta si reco a casa sua a portargli della merce, e gli disse di essere stanco e di avere sonno, perchè aveva passate già due o tre notti a rubare in Borgo Pò... Nella stazione dei carabinieri di via Duchessa Jolanda, 9, si trova delia-biancheria) segnata con le » cifre » R. G. Si trovava nel pozzo di San Patrizio dei tre sacchi, e non se ne è stabilita ancora la provenienza. 11 proprietario è invitato a ritirarla. Ed ora, qualche interessante nota... retrospettiva. I ladri, come dioemmo, hanno confessato il furto. Hanno anche ampiamente narrato come il furto venne effettuato. La notte del 19 agosto i malandrini si posero all'appostamento nel Parco Mlohclotti. Quando la località, fu perfettamente deserta uscirono dal loro nascondiglio, si portarono in via Bricca, 16, ed entrarono nella palazzina. Prepararono cataste di roba, ed attesero l'ora di. poterla asportare bevendo e fuman do allegramente. Uscirono allo 9 del matti no, senza nulla portar via, perchè il l'impresa è stata disturbata dalla presenza di gente nei pressi. La motte stessa, do;50 un altro appostamento Parco Michelotti, entrarono una seconda volta. Ma ciò non poterono fare che verso le 4 del mattino, essendone impediti ora da un .inconveniente, ora da un altro. Raggiunta la'meta. si sfogarono del ritardo con altre formidabili bevute. La cantina fu tutta rovistata; venne assaggiata ogni sorta u vino, dalla' barbera allo ..champagne...» Alle 6 uscirono, portando con sé la roba già preparata nei fagotti e nelle valigie. C'era' Il « camion » pronto fuori, sulla porta. Ma non tutti i colli vennero caricati. I malandrini non si presero in proposito soverchia premura, perchè contavano di tornare ia notte seguente, per la terza volta.... Non si dimenticarono però di provvedersi di una scorta di circa cinquanta bottiglie... Quando il « camion » sul quale stavano ladri e refurtiva, era per partire e allontanarsi, «Pinin», lo «chauffenr» Gilardi, uscì in una esclamazione: — Perbacco! Mi sono dimenticato di prendere quel bel bastone col pomo d'argento che mi ero già preparato! Ma non fa nulla Lo prenderò stasera!... . L'elegante <■ Pinin el lusent » aveva avuto un rammarico che tradiva tutto il suo carattere, aveva emesso il grido dell'anima...

Luoghi citati: Alessandria, Beinasco