Due aeroplani del campo di Mirafiori si scontrano nel cielo di Pisa

Due aeroplani del campo di Mirafiori si scontrano nel cielo di Pisa Due aeroplani del campo di Mirafiori si scontrano nel cielo di Pisa Gluattro ufficiali precipitano e muoiono Pisa,'23. sera. Da due giorni s'erano concentrati a.Pisa, al campo di S. Giusto, i piloti aviatori che dovevano presenziare alla festa della Madonna di Loreto, protettrice dell'aviazione. Quest'anno, il secondo della funzione, speciali preparativi si erano fatti, dovendosi trasportare in volo, da Roma a Loreto, la statua cella Madonna da insediare nel Santuario. Ogni raggruppamento aveva mandati i proprii rappresentanti, che, in pattuglia, dovevano formare il corteo del pellegrinaggio, rendendo poi omaggio alla funzione con i loro voli personali, e di insieme. L'anno scorso erano venuti alla funzione anche i rappresentanti dell'aviazione svizzera, i duali si pollarono in volo a Loreto attraversando le Alili. Stamane alle ore 6,30. s'erano alzati varii apparecchi sul campo di S. Giusto per esercitazioni di pattuglia, e durante la manovra di « dietrofront » gli apparecchi pilotati dal Capitano Viziani e dal tenente Cena, che volavano affiancati, probabilmente, mantenendosi nlla stessa quota, vennero ad urlarsi precipitando da circa 1000 metti. Col capitano Viziani era l'ufficiale osservatore capitano Vittorio Porceillr, di Napoli: col tenente Cena volava, il tenente Salvatore Mussumeci, siciliano. I quattro ufficiali .morirono sul colpo. Terrorizzati accorsero tutti i presenti, consci della sciagura toccata ai poveri aviatori. Alti nel cielo gli altri apparecchi roteavano, non atterrando per la tema di investire le persone che stavano sul campo. ■ Pijja. vive ancora l'angoscia della tragedia aviatoria nella quale hanno trovato la morte quattro valorosi ufficiali. Secondò informazioni prese sul luogo del disastro, avvenuto a circa 3 chilometri dalla città, ecco quanto abbiamo potuto apprendere. Stamane versò'le 6 dal campo di aviazione di San Giusto, a circa 3\ciìiìòmetrt dalla città, hanno preso l'aria quattro apparecchi Stia. Erano comandati dal capitano Viziano Attilio e dovevano compiere tua manovra tattica per allenarsi alla disputa della coppa intitolata alla Madonna di Loreto, che — com'è noto — è protettrice degli aviatori. I quattro apparecchi Sva erano pilotati rispettivamente dal lenente Nicola Cena, dal capitano Attilio Viziano, dal tenente Orlando e dal tenente Mensili. I primi tre piloti recavano a bordo i propri ufficiali osservatori : col tenente Cena era il tenente Mesemesci; euU'apparecchio pilotato dal capitano Viziano era l'osservatore capitano Vittorio Porcelli; il pilota Orlando aveva l'osservatore toneiite Mazzolali. Il tenente Menglii era senza osservatore. I quattro piloti ed i tre osservatori erano in completo equipaggiauienio di guerra perchè, come abbiamo detto, dovevano prendere parte ad esercitazioni tattiche. Gli apparecchi si sono alzati benissimo dal campo ed i motori funzionavano ottimamente. Alla partenza assistevano gli ufficiali del campo di San Giusto insième ai colleghi ed ai motoristi Gli apparecchi, dopo pochi istanti, si sono librati ad un'altezza di circi 1000 metri. Sopra il cielo della chiesa di San Cauto, i- quattro aeroplani si sono messi, dietro ordine' del capitano Viziano, in posiziono di manovra, formando come il vertice di. un rombo. La manovra è stata distinta benissimo da parecchi spettatori, caratterizzata com'era dalla così detta formazione a rombo. Gli apparecchi dovevano quindi passare alla, formazione di fronte, e poscia alla formazione in fila indiana. E' durante il passaggio dalla formazione di fronte alla formazione in Illa indiana che è avvenuta la catastrofe. L'errore fatale Difficile è stabilire, con precisione cosa stasuccesso; ad ogni modo, la versione piXi attendibile sembra la seguente: durante la manovra tattica, pare che il tenente Cena abbia avuto l'impressione che il comandante della squadriglia, capitano Viziano, (che si trovava in testa della fila indiana), avesse dato l'ordine di tornare alla primitiva posizione a rombo. Il tenente Cena ha allora cercato di eseguire la presunta manovra. Disgraziatamente però egli è andato a congiungersi, con l'ala destra del proprio aprarecchio, allo Uva pilotato dal comandante Viziano. E' certo che durante questo terrilile cozzo, l'osservatore tenente Mesemesci, deve essere rimasto ucciso 0 ferito gravemente. Il motore del tenente Cena ha cessato di funzionare, mentre il capitano Viziano, non perdendo il suo sangue freddo, ha cercato di rimettere in equilibrio il proproprio apparecchio, che era rimasto impigliato nell'apparecchio del tenente Cena. In CAestii posizione terribilmente critica i pilòti decli altri rtue apparecchi hanno osservato che la manovra era quasi riuscita. Però, ad un certo momento, si sono visti i due velivoli discendere tamburellando in volo piane} Giunti a settanta metri, gli apparecchi s,bno precipitati vertiginosamente. Gli altri ( ae piloti, tauente Orlando e tenente Menghi, hanno intuito dal cielo la gravità delle, spaventosa trasedia, ma non poterono evidèntemente portare soccorso agli infelici coH'ighi. perone in quei paraggi è difficile atUiTare. Allora essi hanno atterrato al 'campo d'i aviazione di San Giusto, distante circa 800 inetri dal luogo del disastro. Ufficiali e soldati si sono precipitati subito in* automobile sul luogo della tragedia, per tentare di portare soccorso agli infelici. Ma ormai ogni soccorso era inutile: i disgraziati- erano rimasti cadaveri sotta i rottimi. Una scena straziante La' giovane signora del capitano Viziano (che si era sposata da poco tempo), si irovava durante la sciagura a Pisa. E' stata avvisata con le dovute cautele da alcuni compagni del morto, che cercarono di evitare che ella si recasse sul luogo. Ma ella ha voluto ad ogni costo recarsi sul luogo del disastro. E' avvenuta una scena straziante. Alle 0 di stamane si è recato sul luogo del disastro per le constatazioni di legge il procuratore del Re avv. Maglietta. Dietro suo ordine le salme vennero rimosse e trasportale alla camera ardente della cappella della Miserieordi& Molti cittadini ed avialori hanno preso parte all'estremo tributo di omaggio alle disgraziate vittime. In tutta la città sono esposti i tricolori abbrunati. I funerali avranno luogo venerdì mattina alle 10. La figura delle vittime La notizia della disgrazia avvenuta' sul campo di S. Giusto a Pisa ha destato negli ambienti dell'aviazione di Torino un vivo rammarico per i valorosi piloti cosi tragicamente caduti. In un primo tempo si sperava che il disastro, segnalato telegraficamente, non fosse così >grave come riferiva una breve informazione: furono chieste subito ulteriori notizie e alcune ore dopo giunse la dolorosa conferma della morte dei quattro ufficiali. I compagni di volo del campo di Mirafiori, al quale appartenevano gli aviatori caduti, hanno avuto parole commosse di affetto e di rimpianto per gli « assi » che solevano essere considerati maestri di coraggio e di valore. Il tenente Cena Nicolao di Torino è decorato di una medaglia d'argento e di una di bronzo conferitegli per servizi di aviazione resi 'durante la guerra. Egli iniziò la sua carriera al campo ài Venarid Beale insieme con i primi aviatori che pilotavano il « Farman ». Passò quindi al Caproni e successivamente volò con ogni tipo di apparecchi. Durante il periodo bellico fu istruttore al campo di Pisa e in altri campi: ed ai suoi allievi insegnava le manovre di volo con l'esempio costante di audacia e di fermezza. I colleghi lo ricordano come uno degli « assi » più valorosi. L'anno scorso partecipò al Grand Prix d'Italia a Brescia e giunse terzo. Egli prese parte pure al recente « raid » per la Coppa Baracca e dovette atterrare ad Aviario dopo una lotta estenuante con la tempesta. Il tenente Cena faceva parte della Sezione rifornimenti di Torino addetta ai collaudi. Si era sposato nel mese di aprile. Un altro eroe del cielo era il capitano Attilio Viziani. Ricordiamo di essere tornati con lui dal campo di Mirafiori la sera stessa del « raid » per la Coppa Baracca. Egli aveva atterrato primo a Torino dopo il lungo volo di mille chilometri : e confidava di avere raggiunto una buona classifica (fu secondo insieme al lenente Rolando della categoria C) e già progettava di concorrere alla Coppa Miehelin. La vittoria di questa gara fu sempre una delle sue aspirazioni: ,e rievocando i precedenti tentativi raccontò della sventura die lo aveva sempre perseguitato. Partito una volta in condizioni.di inferiorità dopo un volo meraviglioso, >cne fece convergere su di lui l'attenzione d'i tutto il mondo aviatorio, cadde, di notte, per un guasto all'apparecchio sulle 'montagne di Bergamo e si salvò per miracolo. Tuttavia non intendeva desistere «-.-sollecitava insistentemente il permesso/ del suo Comando per andare in Francia à ritentare ia prova. Egli fece voli lunghissimi e pieni di ardimento in Libia, in Albania e specialmente alla fronte ove si guadagnò due medaglie d'argento e una di bronzo. Mentre sorvolava sull'Adriatico cadde una volta presso Durazzo e fu salvato da una torpediniera. 11 capitano Viziani contava circa sette anni di volo e conservava lo, stesso entusiasmo col quale aveva affrontato le prime pieve. Era nativo di Genova ed anche egli si era sposato da poco tempo. Al campo di Mirafiori era incaricato del comando di una squadriglia di « Sva ». Non meno nota di quella dei piloti era la figura del capitano Porcelli Vittorio di Napoli, osservatore del capitano Viziani. Fra i colleghi godeva di simpatia generale per la sua bontà e la giovialità quasi fanciullesca. Era un entusiasta del volo e sempre quando se ne presentasse occasione chiedeva di partecipare alle gare più pericolose. Al « raid » Baracca prese parte come ufficiale di rotta e dovette atterrare a percorso incompiuto per guasto al motore. Collaborò alla riuscita del grandioso « raid » Boma-Tokio organizzando e preparando il campo di tappa di Calcutta. Becentemente era stato comandato al raggruppamento squadriglie di Mirafiori. Il tenente Mussumeci osservatore del tenente Cena era una recluta dell'aviazione. Da cinque o sei giorni appena era uscito dalla scuola osservatori del campo di Capua e stava iniziando le esercitazioni ai grandi voli. ETa nativo di Sicilia e doveva laurearsi pròssimamente alla Università commerciale di Milano. In questo breve periodo di convivenza i colleglli' di Mirafiori avevano preso ad amarlo per il cuo carattere buono ed aperto. GS—