Il verdetto e la sentenza nel processo pei fatti di Casale

Il verdetto e la sentenza nel processo pei fatti di Casale Il verdetto e la sentenza nel processo pei fatti di Casale Asti, 12, natta L'ultima difesa L'udienza viene aporia con un'ora di anticipo sul «olito orario. L'avvocato Vigna che pronuncili, .l'ultima arringa tli difesa, prende a parlare allo otto e. passa senz'altro ad esaminava la posizione di uno dei suoi difesi, Cappa■ .Giovanni, contro il quale non grava, copie, è noto, l'imputazione di omicìdio; il Cappa e incolpato di avere portato e avere fatto-,portare armi od esplosivi nei locali della .Camera del lavoro di Casale. Disse U Procuratore generale che Cappa è qui perchè ò uno dei maggiori sovversivi di Casale. Cappa — dice il difensore — è stato portato qui invece per un materiale errore dell'istruttoria. Egli e stato scambiato per il segretario della Cantera del lavoro. Sarebbe comprensibile clic si fosse tenuto responsabile della detenzione ili armi il segretario della Cameni del lavoro. Ma il Penso, che era investito appunto di tale ufficio, è venuto (jui come teste. Il Procuratore generale stosso si e accollo dell'errore commesso ed ha voluto esprimere il suo rincrescimento per la mancata incriminazione del Renso. Tre argomentazioni il Procuratore generale ha agitato contro il Cappa. Il Coppa si presentò coll'-in. i Musso al tenente dei carabinieri Dosai, uie si presentavo per la perquisizione della Camera del lavoro, dimostrando cosi di essere quasi il proprietario dei locali ■• il Cappa regolò la rosa dei rivoltosi asserragliati nei locali della Camera del lavoro ed espose dal balcone il drappo bianco; alcune rivoltelle trovate vennero rinvenute nel lieti* d'aisance attiguo all'alloggio ilei Cappa. Nessuna di queste argomentazioni, continua l'avvocato Vigna, resiste ad una critica seria. 11 Cappa, come hanno dichiarato i testi, restò a casa tutto il pomeriggio del sci marzo, dopo essere stato lontano _da Casale per oltre tre mesi. L'alloggio del Cappa era situato nell'edificio della Camera, del lavoro-ed il « lieux d'aisance » che serviva il suo alloggio era comune anche agli uffici della Camera del lavoro. L'aw. Vigna, dopo avere fatto un quadro morale dell'imputato, a favore del quale i giurati hanno inteso anche il commissario di pubblica sicurezza Campetti; chiude la prima parte della sua arringa per il primo difeso, invocando un verdetto di completa assolutoria. L'avvocalo Vigna noi oonUnua a favore del Ferrari: — Non farò — dice — divagazioni e scorribande fuori della causa e mi asterrò dall'abituale lusso di argomenti sentimentali che possono commuovere ì giurali, ma che non si riferiscono ai fatti. Feriali è il tipo provinciale contadino clic viene in città durante una sommossa ed è travolto. E' il caso di Renzo che descrive il Manzoni. Sta contro di lui solo la deposizione dello Zanetti. Se voi cittadini giurali, giudicherete su di essa commetterete una negazione di coscienza. Voi avete il dovere di convincervi che il Fonavi he detto la verità. C'è una vecchia massima che dite: «Un solo teste non è ninni teste .•. siamo nel caso dello spettro dell'errore giudiziario come nel Fornaretto. [Ilarità), se il Ferrari conlessa di aver avuto il colloquio con lo Zanetti. Se il Ferrari non ho potuto portare una testimonianza che avrebbe accreditato la sua narrazione, la colpa è tutta del giudice istruttore che ha violato la legge, ha stroncato i mezzi per la sua difesa, ledendo il Ferrari e la difesa, ha commesso un delitto di lesa giustizia. Procuratore generale: — Dia querela ! Vigna, continuando: — Io ho fletto questo per dimostrare che se il Ferrari non è oggi in condizioni di provare quello che ha detto è in causa dei vizi che l'istruttoria presenta a suo danno. Non è possibile che la deposizione dello Zappiti risponda a verità. Ci e staio chiesto perchè lo Zanetti può avere detto il falso. Non facciamo un processo allo Zanetti. Voi. signori giurati, dovete invece esaminare la deposizione in se, per convincervi che questa deposizione non risponde a verità. L'oratore presenta ai giurati ima pianta della città di Casale e sulla scorta di essa mene in evidenza le stranezze e le contraddizioni che si riscontrarono nella deposizione-Zanetti, a proposito dell'incontro che -lo Zanetti stesso avrebbe avuto col Ferrari nel pomeri ""io del 6 marzo. Dopo un esame lungo della deposizione, l'avvocato Vigna, conclude che in tre circostanze importantissime e di estremo rilievo lo Zanetti ha modificato radicalmente le sue dichiarazioni. 11 che dimostra che la deposizione dello Zanetti non è il getto impetuoso della verità, ma un rivolo torbido che scorre e ristagna per vie oblique e diverse. Esaminando il contegno precedente ed il contegno susseguente ai fatti del suo difeso l'aw. Vigna nota come in essi ni possa trovare una smentita di quanto lo Zanetti attribuisce al Ferrari. » Perchè, domanda l'oratore, non e stato portalo qui il foglio matricolare del Ferrari, che avrebbe smascherato le insinuazioni fatte a suo carico dal capitano Pèlissero ? La sua condotta è stata posta vividamente in luce dai vari testi. Il Ferrari giunse a cesa una sera sul tardi. Seppe che i carabinieri avevano chiesto di lui. Trascurò la cena e ondò a presentarsi ai carabinieri..Non è questa la condotta dell'uomo che si sente assnlutamente innocente e puro 7 Si è detto che la deposizione dello '/anelli è controllata da altre persone, I testi Unii e Varando. Non lo si può affermare. Ferrari era una viti imo. che era venma a trovarsi nella mischia e che era stata* colpita. Da vittima lo si è voluto far diventare reo. Gli si è attribuita una frase imprecisa, perchè in base ad essa fosse condannata. Noi sappiamo che i rapporti tra lo Zanetti ed il Ferrari erano tesi, che lo Zanetti aveva inflitto, come caporale, una punizione al Ferrari quando egli si trovava sullo le anni per una trascurabile infrazione ai regolamenti. Come si può pensare die il Ferrati facesse proprio a Itti quella confessione che sostiene il procuratore generale ? L'accusa cóntro il Ferrari '<• un'accusa che non viene fttnri spontaneo, limpido di getto. « Quando da due mesi l'auloriià andava alla ricerca dei colpevoli e non riusciva a afferrarli, si è cercato qualcuno contro cui lanciare il dubbio della colpevolezza. La deposizione sulla quale non può sicuramente fondarsi lo vostra coscienza è..incriminala da un cumulo di inverosimiglianze; (niella deposizione porta art un risultato contrario o (niello cui la. deposizione slessa tenderebbe ». L'avvocalo Vigna conclude: «Avete voi. signori giurati, nella vostra coscienza, la certezza che costoro hanno preso pane effettiva ai primi spari dell'agguato e hanno contribuito alla morie dei due tamburini e dello Scaragl.io? Onesto è il quesito a cui dovete rispondere. In ogni caso, questa certezza non la potete avere per il l'errori. Da. qualsiasi parte si sia. spaiato, ^. certo che la tnisebia successe all'aggressione', Ferrari vi ha detto: «sono sia.to nella mischia e sono stato ferito. Non ho invece partecipato all'aggressione ». Mi astengo dal fare la perorazione abituale faccio invece una dichiarazione: Credo non sia il momento della severità, ma bensì iruello dello bontà. Onesto periodo turbolento deve passare. Sono stali evocati gli spiriti di quelle vittiime; permettete che anche noi di fronte o questi morti pieghiamo il nostro ginocchio. Ma queste vittime non invocano vendetta, vogliono alta e serena giustizia, in nome della legge pura ed immacolata! ». Sono esaurite cosi le arringhe che hanno durato quattro giornate. Poiché il Procuratore generale non intende replicare, si dovrebbe dare inizio alle operazioni preparatorie delia votazione. Ma sono lo 11.30 ed il Presidente le rimanda al pomeriggio. 11 processo si avvicina al suo epilogo, dopo uno svolgimento lento e faticoso. Al senso di stanchezza che ho generato questo lunga, serie di udienze, non sono dfuggiti i patroni delle mie pan.. Gli imputati stessi hanno assistito a queste ultime udienze più scorati che mai. Il piii giovane di essi, Calligaris Giovanni, non ancora diciottenne, è stato visto più volte a sonnecchiare durante le arringhe. Il Cerniti, che ha una misteriosa, faccia da conladino arsa dal soie, ha mantenuto una colma che contrastava col suo contegno delle prime udienze, in cui proclamava ad ogni islanie. e rumorosamente, la suo innocenza. Il Cavallo, solo, cóntro cui si è avventata più vivamente l'accusa pubblica e privata, ò slato il più vigile ed il più attento in questi giorni di. arringa. Non ha mai abbondo-: nato quel sorriso a fior di labbra che gli accusatori gli hanno rinfacciato. Il verdetto /*'le 13 viene ripresa l'udienza. Sono prese ut lutti gli imputati ad eccezione del Cappa Giovanni, che ò assente da alcuni giorni per indisposizione. Il presidente dichiara chiusoli dibattimento e dà lettura dei certificati penali dei singoli imputali. Pubblico ed imputati vengono quindi fatti allontanare. Non restano nell'aula che il Procuratore Generale, il Presidente e l'aw. Trevisani per la difesa. Alle 14 si inizia la votazione dei quesiti che sommano a 358, per (pianto il P. G. abbia ritirata l'accusa contro il Cavallo ed il Cappa per alcuni reali minori : mancata denunzia di rivoltella e mancato pagamento della tassa per il porto di armi. Alle 19 là votazione ò ultimata. 11 Concelliere cav. Migliavaeca dò lettura delle risposte dei giurati. I giurali hanno ritenuto colpevole Cavallo Enrico dei reati imputatigli, ad eccezione dell'istigazione a delinquere e della mancata denunzia di armi. Per quanto riguarda gli omicidi dei due tamburini e del legionario Scaraglìo e del mancato omicidio dell'on. Devécchi, per cui si 6 volato separatamente, i giurati hanno ammesso lo materialità del fatto, la complicità corrispettiva, la colpevolezza, la premeditazione ed hanno concesso le circostanze attenuanti. Hanno negato che l'imputato abbia compiuto il fatto da solo e nelle forme della complicità semplice ed hanno risposte- negativamente al quesito della semi-infermità ineritale, che la difesa avevo fatto comprendere per la tesi del delitto di folla. Il Ferrari Camillo è stato ritenuto colpevole dei tre omicidi e del mancato omicidio, del porto d'armi e di sparo in luogo abitato come il Cavallo ma esclusa la premeditazione. I giurati non hanno ritenuto invece colpevoli dei reati loro ascritti Coppa Francesco, Cerniti Guido, Calvi Giovanni, Calligaris Giovanni e Polena Luigi che sono i cinque sorpresi nel sottotetto della Camera del lavoro. Hanno invece ritenuto piènamente colpevole il Cappa Giovanni imputato dei reali previsti dagli articoli 1 e 8 delia legge Crlspl 1891 ed altre leggi e cioè «detenzione di esplosivi e bombe a fine d uccidere e recare danno alle persone » e dei reati conseguenti: mancata denuncia mancata consegna e conservazione senza licenza degli stessi esplosivi, mentre hanno negata ogni colpevolezza al Musso Costanzo, che doveva rispondere degli stessi reati. La lettura del verdetto è accolta in silenzio da"li imputati e da prolungati commenti dal pubblico che gremisce la tribuna e che e restato iii attesa, nella via, per parecchie ore. Le richieste del P. M. L'aw Castino, della Parte civile, legge le conclusioni, ed anche a nome dei colleglli chiede che gli imputati vengano condannati alle pene di legge ed al risarcimento dei danni alle Parti lese. Il P. G.. cav. Raviola. si alza e chiede che. in base al verdetto emesso dai giurati, il Presidente voglia assolvere Coppa Francesco Calvi Giovanni, Cerniti Guido, Calligaris Giovanni, Palena Luisi e Musso Costanzo di tutti i reati loro ascritti, e Cavallo Etnico de! delitto di istigazione a delinquere e.di mancata denunzia di armi e vondannarsi: Cavallo Enrico ad anni 19. mesi ó e giorni 27 di reclusione, e lire 21.1 di pena pecuniaria per la contravvenzione allo leggi sulle concessioni governative; Ferrari Camillo ad anni 11. mesi 9 e giorni 17 di reclusione ed alla pena pecuniario di lire 211. e Cappa Giovanni ad anni 7 e lire 2000 di ammenda : tutti poi all'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Lo Difesa, rappresentata dalì'avv. Vigna, dichiara di rimettersi a) Presidente, il quale, prima di ritirarsi per stendere lo sentenza, chiede agli imputati se lumno qualche coca da aggiungere. Cavallo si protesta innocente il Cavallo si alza e dice a voce alta, senza dimostrare turbamento e commozione: .. Da questo dibattiménto sono risultate ben chiare le manovre dei miei avversari. Sono da 17 mesi arrestato per .reati che non ho commesso. Tutto questo per le macchinazioni di quell'infame Migliet'a, al quale va tutto il mio orrore. Ho lavorato sempre onestamente Vengo condannato in base ad un documento che costituisce un reato di istigazione a delinquere. Mi confesso ancora innocente e dichiaro clic sopporterò la pena che mi viene inflitta da uomo probo e forte ». Lei sentenza Poco prilliti delle i\ il presidente cav. Nasi rientra e" legge la sentenza collo quale, in base al verdetto del giurati, dichiara: Assolti: Coppa Francesco, ('errati Guido, Cairi Giovanni, Calligaris Gioranni, Musso Costanzo c Palena Luigi di latte le imputazioni c. Cavallo Enrico dati imputazione, di istif,iasione a delinquere e della mancata denunzia di anni. Condanna: Cuculio Enrico ad anni 17, mesi G e giorni 22 di reclusione, 50 lire di ammenda e ^li di pena, pecuniaria; Ferrari Camillo ad anni 11 mesi; y, giorni lì c lire 50 di ammenda e 214 di. pentì pecuniaria; l'tippa Giovanni ad anni 7, mesi 8 di reclusione e 2000 lire di. ammenda, lutti voi all'interdizione perpetua dui pubblici ulliei, ali interdetta legale per il periodo della pena; in solido poi al rimborso delle spese processuali, al risarcimento dei danni alle parti lese, alla vigilanza spedalo per anni due. ed al pagamento di lire mille di provvisionale alla parte civile,, nonché ad 800 lire per spese di costituzione di parie civile. Il pubblico che ha assistito alla lettura dello sentenza sfolla lentamente commentando. 1 sei assolti vengono posti subito in liberta e abbracciati dai parenti che si trovano nell'aula. Sulla piazza del Tribunale sostano un centinaio di persone che assistono al trasporto dei condannati al carcere giudiziario che avviene senza il minimo incidente. Tutti i condannati hanno già. dichiarato che ricorreranno in Cassazione. Una cQ'iiiioniìB all'ergastolo sfurnufa Al Tribunale militare di Torino, presieduto dttl colonnello Bifano, si è discussa ieii una greve causa contro tale Ernesto Morando. Costui, tempo addietro, era staio condannato, in contumacia, all'ergastolo, perchè ritenuto reo di ben tre diserzioni. L'imputato, che era assistito dall'avvocato Riccio, narrò una pietosa storia, suffragandola di prove e documenti, secondo la quale apparve clic egli era stato arrestato dai gendarmi alla frontiera francese mentre stava per entrare in Italia allo scopo — disse — di compiere il suo dovere. 11 Tribunale prestò fede alle parole dell'imputato ed accolse la tesi defensionale sostenuta con molto calore dall'avv. luccio. 11 Morando venne assolto dalla imputazione della terza diserzione per inesistenza di retilo. Per le prime due diserzioni venne dichiarata estinta l'azione penale per la sopraggiunta amnistia. ,. <■ Accidente ferroviario presso Pistoja .Tré feriti, di citi uno gravo Pistoja, 13, notte. 11 treno misto 1371 proveniente da Bologna, giunto circa le 9.-10 alla velocità di circa conio chilometri, nei pressi di Corbezzi, in seguito ad un guasto dei freni ad aria compressa verificatosi nella galleria dell'Appennino, veniva istradato su una montagnola, giunto allo cima della, quale, la macchina sconquassava i parapetti. All'urto, il bagagliaio ondava a sovrapporsi alla locomotiva e cinque vagoni merci deviarono. 11 resto del treno, staccatosi per la rottura dei ganci, retrocedeva senza clic nulla di doloroso avvenisse. Fortiuiauimcnte le vetture viaggiatori erano poste in coda al convoglio e si dove a questa circostanza se non si è avuto a deplorare unti sciagura più grave. Si lamentano ire feriti in persona del macchinista Fedi Dante, di Pistoia, che è stato giudicato guaribile in una quindicina di giorni, del soldato del 5.o alpini Giorla Pasquale, di Omegna, che ha riportalo ferite guaribili in quaranta giorni, e del fuochista Placcanti Pietro, di Bologna, il quale versa in grave stalo a causa delle numerose foiite e di un principio di commozione viscerale. Vi sono pure dei contusi in modo però leggero e a quanto pare un olirò ferito, un controllore de! treno si sarebbe fatto medicare alla propria abitazione. I danni al materiale sono ingenti. L'attentato al treno di Ventimiglia Savona, 12, notte. Eccovi più precìsi particolari circa l'attentato ferroviario di ieri. Il diretto N, 149, proveniente da Ventimiglia. e che giunge nella nostra città alle 38, stava percorrendo il tratto fra le stazioni di Albenga e Cariale, allorquando furono visti alcuni individui sbucare da un» siepe, armati di rivoltelle, e far fuoco contro una delle vetture di 2.a classe. Segui un vivissimo panico tra t viaggiatori. Dato subito il segnale di allarme, il trono si fer.mò. Sembra che l'attentato fcs;e rivolto contro-tre fascisti, che tornavano da San Remo. Le pallottole mandarono soltanto in frantumi i vetri di uno scompartimento, nel quale si trovavano diverse persone. Non appena il treno si fermò, i fascisti balzarono a terra, sparando a loro volta alcune rivoltellate verso il luogo donde erano partiti ,j collii, perlustrando quindi le vicinanze. Gli sconosciuti si erano però subito dati alla fuga e non fu possibile rintracciarli. Il municipio Gì Melzo cccupato dai carabinieri Mirano, 12, Eera. Il presidio fascista del Municipio di Melzo era stato rinforzalo ieri nel pomeriggio da limite camicie nere, giunte dal paesi vicini. La forza pubblica aveva però ricevuto rinforzi. Il tenente dei carabinieri ebbe un colloquio con il comandante dei fascisti, i riunii si dissero disposti a consegnare la sede municipale al tenente dei carabinieri fino all'arrivo di un commissàrio prefettizio. Avuta l'assicurazione dal tenente, il comandante dei fascisti abbandonò con i suoi uomini il Municipio, il (pialo venne subito occupato da un forte manipolo di carabinieri. I1|