La cruenta vicenda dei conflitti a Milano, a Parma, ad Ancona, a Bari

La cruenta vicenda dei conflitti a Milano, a Parma, ad Ancona, a Bari La cruenta vicenda dei conflitti a Milano, a Parma, ad Ancona, a Bari 1; fatti di Milano Il furioso combattimento di via Procaccina - La Camera del lavoro occupata militarmente. Milano, 4, notte. La quarta giornata di agitazione milanese ha avuto un bilancio ben triste: morti e ferii comunisti, e fascisti, distruzioni ed incendi. jSta ma ne i servizi pubblici avevano.ripreso a funzionare, sia pure con incertezza. La citta aveva assunto nuovamente la sua fìsonomia normale. Palazzo Marino ora sempre occupato dalle squadre dei fascisti : le case, specialmente quelle del centro, continuavano ad essere imbandierate. I tramvieri 6i erano presentati nelle rimesse. Malgrado la buona volontà della maggioranza, dei tramvieri in qualche rimessa non st era. potuto iniziare il lavoro per la. presenza, di alcuni elementi comunisti die si erano opposti alla riattivazione del servizio stesso. Malgrado ciò qualche vettura era uscita, ma la maggior parte dovette rientrare perché trovò la strada di circonvallazione ostruita. Dovette intervenire la polizia. Incidenti del genere si ripeterono ed allóra i tramvieri decisero di «sospendere il lavoro. I fascisti si presentarono in varie rimesse e su varie vetture iniziarono il servir zio assicurando i tramvieri che volevano riprendere il servizio^ che li avrebbero protetti. Il servizio ferroviario fu ripreso completafinente stamane senza incidenti. Solo un manovratore che, riprese il servizio al grido di Viva la Russia ! venne inseguito da alcuni viaggiatori e bastonato. Come il conte Lalli prese possesso di Palazzo Marino. Già vi ho detto del decreto prefettizio col quale si nomina un Commissarilo per il Comune. Già. vi ho descritto come avvenne la consegna del palazzo comunale da parte dei fascisti al commissario conte Lalli. Questi arrivò alle 15,30 e si recò nell'ufficio del segretario generale del Comune, che era prevenuto. Nella, sala della Giunta era raccolto il Comitato di occupazione agli ordini del capitano Forni, comandante delle squadre e degli on. Finzi e Lanfranconi. Il conte Lalli leste il decreto della sua nomina, e quindi domandò ai fascisti di sgombrare il palazzo. I fascisti hanno dichiarato di prendere atto; della nomina del Commissario Prefettizio, dicendo di aver occupato la casa del Comune in nome della1 cittadinanza, stanca di ura Amministrazione anti-patriottica ed impotente. Dich'aravano che cedevano il Palazzo Comunale al rappresentante del Governo italiar.o. Vi fu uno scambio di parole cortesi. 1 fascisti chiesero che il gagliardetto tricolore rimanesse esposto alla balconata centrale del Palazzo. Dopo di che la cerimonia ebbe termine; Avvenuta la cessione, i componenti del Comitato di agitazione si affacciarono al balcone centrale ed esposero ai cittadini, che slltrovavano sulla piazza, quanto era avvenuto, proclamando decaduti i poteri dell'Amministrazione socialista. Il Comitato è poli sceso nella piazza, attraversando tra ap. plausi Jo spazio tenuto sgombro dal fascisti. Alla testa si trovavano gli on. Finzi e Lanfranconi. Quindi le aquadre, militarmente n juadrate, a passo militare, si diressero verso il centro. In mezzo prese posto il pioo ie dei nazionalisti, in camicia azzurra. I plotoni si recarono in via San Marco, alla té ìe del Fasci. Li» "spedizione punitiva,, in via Procaccila Alle 14,30 si spargeva improvvisamente la notizia che si sparava in via Canonica ed in via Procaccini. I fascisti e la forza pubblica er ano impegnati in una vera e propria batta glia. Da lontano sii udiva il crepitio delle ai mi da fuoco. Si vedevano delle donne e dei bambini fuggire, rè pone e le finestre erano B_t arrate e si ntrtava un movimento di letr tiidie. Chi voglia fare la cronaca spassi Dnata, e voglia accostarsi il più pcssib: le alla verità, in questi giorni deve forzati) mente attenersi a quanto dice l'autorità ci ìe in questo momento è la più estranea. S jmbra dunque, secondo le informazioni A ìlle autorità che la causa del conflitto di v a Procaccini si debba ricercare in questo: u a fascista .nel mattino era stato malmenato) d ì alcuni comunisti. Il fascista raccontò il fi Lfto ai compagni e guidò una spedizione pulì itiva. Alle 13,30 cinque automobili cariche dii fascisti giungevano in quei paraggi. Venne ordinala la chiusura delle porte e delle fliestre. EcEeggiarono parecchi colpi di rivolti dia, specialmente contro la casa N. 11, reputata come un agglomeramento di comunista. Altri spari furono fatti contro le case vicine. La portinaia Luigia Lazzi, d'anni 55, rimase f srita al torace ed al braccio destro. Altri feriti rimasero sul terreno. In questa loro incursione punitiva i fascisti fecero una punta anche al Circolo ferrovieri. Due petardi furono esplosi contro il Circolo rionale socialista a Porta Volta. Trascorsero poi circa due Ore di calma. Le strade si andarono ripopolando, ma quella pà&e non doveva essere che Una breve tregua. Il brigadiere dei carabinieri comandante la stiizione di Porta Sempione così racconta lo scopoio della battaglia. Alle 16,30 dal sotto passaggio Sempione sbucarono improvvisamente 150 fascisti in camicia neri, che fecero una irruzione in via Procnccina. raggiungendo di corsa il piazzale dove si trovavano alcuni capannelli. Al loro passaggio «rida e qualche colpo di rivoltella sparaio in aria bastarono a gettare nella folla un Danico più facile ad immaginare che a descrivere. In breve i fascisti rimasero padroni del campo e si diressero verso lo spaccio dell'Alleanza cooperativa per devastarlo. Alcuni popolani che si trovavano in un caffè contiguo a quella Cooperativa tentarono di impedire il gesto, ma i fascisti, presi i. tavolini in ferro allineati sul marciapiedi, li scaraventarono nell'interno del catte con grande tintinnio di "stoviglie e cristalli fracassati. Comunque le camicie nere panvero rinunciare per il momento almeno all'impresa contro l'Alleanza cooperativa e si diressero verso l'imbocco di via Canossa. Qui avvenne lo scontro fra i 150 fascisti e la folla dei popolani, il cui numero non è precisabile. La lotta furibonda Avvenne uno scontro corpo a corpo e non è possibile dire da quale parte partì il primo colpo. Una cosa è certa, che la forza pubblica fu pressoché assente. La battaglia si ingaggiò furibonda. I fascisti erano in uno stato di inferiorità manifesta e non cessarono di esserlo nemmeno quando una ventina di guardie regie e pochi carabinieri si unirono a loro per affrontare la rivolta, rivolta inattesa, accanita. Le guardie regie avevano i nemici davanti, sulla testa, alle spalle. Dai tetti piovevano su di loro colpi di rivoltella, tegole, sassi ; le donne partecipavano alla battaglia su larga scala. Ad un tratto una detonazione soverchiò ogni altro fragore. Scopò una bomba lanciata contro le guardie le camicie nere che tenevano il loro posto di combattimento balzando da un riparo all'altro, pochi ripari del resto come si usa in guerra. Le cose erano a questo punto e già sul terreno erano parecchi caduti. La rivolta popolare pareva tendere ad estendersi e dalla Questura nessuno si faceva vivo. Il perchè lo si seppe più tardi. Non si era riirsciti ad avere la comunicazione con la Questura. Finalmente rinforzi arrivarono. Vari camions con guardie regie e carabinieri. Poco dopo ai rivo una autoblindata, la quale interpostasi fra le camicie nere ed i comunisti, la matrgior patte dei quali sbandati, spazzava la via con alcune raffiche di mitragliatrice. Anche- le guardie regie fecero sentire la, voce dei loro moschetti, specialmute contro i caseggiati donde piovevano tegole ed altri proiettili e colpi di rivoltella. I fascisti lasciarono la zona della battaglia sul cui terreno erano chiazze di sangue. Feriti e morti erano stati portati via dai militi volonterosi della Croce Verde e della Croce Bianca. Un morto però era rimasto in un portone a pochi passi di dove ora caduto. Si tratta di un povero tapezziere, fulminato da. un colpo di rivoltella mesire chiudeva la sua bottega. L\V« Avanti!,, difeso con getti d'acqua e la corrente elettrica. Ecco i particolari dell'assalto fascista all'Avanti! Questa sera, poco dopo le ore 18, circa 200 fascisti, su una ventina di camion::, pattiti da piazzale Venezia, si recavano a grande velocità, dividendosi iu tre gruppi, e per diverse vie. all'Avanti/ Quivi, mentre un primo gruppo faceva una azione dimostrativa per attirare l'attenzione dei carabinieri e dei bersaglieri, che in previsione delle consuete rappresaglie fasciste erano stati messi di presidio. Un altro gruppo, molto più numeroso, facendo un'abile manovra con camion, contro il muricciolo che cinge da una parte VAvanU!, fecero una breccia nella cinta ed entrarono, sparando all'impazzata centinaia di colpi e buttando delle bombe incendiarie, il terzo gruppo entrava dal cancello. I fascisti, sempre a mezzo di bombe Incendiarie, diedero fuoco alia libreria, che andò, completamente distrutta, ed agli uffici di redazione. .Vegli uffici di redazione non si trovava quasi nessuno. Solamente1 quattro operai erano in tipografia. I carabinieri si deve dirlo, prestarono aiuto e favorirono la fuga degli operai, i quali si difesero anche mettendo in azione alcune pompe d'acqua, che ivi erano. Sui cancelli dell'ovanti.< pare che vi sia stata una. corrente ad alta tensione dei così detti « cavalli di frisia » per cui molti fascisti, entrando, furono ustionati. Ecco i nomi dei morti : Melloni Cesare di Pietro, d'anni 25, fascista, colpito da una bomba al cranio ; ing. Toniolo Emilio di Stefano, figlio del primario dell'Ospedale Maggiore, ustionato in primo tempo dalla corrente elettrica che pare fosse sui cancelli e poi colpito da una rivoltellata al torace, per la quale soccombette. Moribondi sono lo squadrista diciassettenne Rivelli, colpito da rivoltellata alla nuca, probabilmente dagli stessi compagni nella mischia, ed il bersagliere Rariccio, colpito all'anca ed al polmone destro. La forza pubblica, da quanto risulta, durante il conflitto non avrebbe sparato contro i fascisti, ma pare abbia sparato qualche colpo in aria. 1 fascisti, dopo aver incendiato e distrutto, partirono subito velocemente per destinazione ignota. Vi sono altri feriti, circa una ventina, ustionati dai cavalli di frisia. Stasera verso le 22,30 la polizia ha bloccato tutto il quartiere di Porta Ticinese e precisamente dal Carobbio a piazza San Gottardo, per' procedere all'invasione e perquisizione di un circolo socialista. Là P. S. è entrata devastando alcune trincee di sabbia che ivi si trovavano. Le circa 50 persone che vi stavano raccolte, credendo che fossero i fascisti che venissero a compiere qualche rappressnglia, presero la fuga sui tetti. Vennero sequestrate cinque pistole austriache, coltelli, pugnali e qualche moschetto. La P. S. ha fatto 50 arresti. Stasera un'automobile fascista passando per viale Padova a grandissima velocità ed a fanali spenti ha sparato parecchi colpi di rivoltella contro gruppi che stavano in mezzo alla via chiacchierando tranquillamente. Vennero feriti certi Luigi Bosani, fabbro, di anni 40, che fu colpito alla scapola destra e Vittorio Bersa, meccanico, d'anni 41. La stessa automobile si 6 anche recata al Rondò Loreto ed anche aui i fascisti hanno sparuto all'impazzata, ferendo l'operaio Luigi Chiazzo, d'anni 42, ma in modo leggero, al polso. L'occupazione militare della Camera del lavoro In una sala della Camera del Lavoro un gruppo di organizzati si è riunito unitamente a numerosi membri della maggioranza consigliare e della GiJunta comunale, per esaminare la situazione in città. Mentre i convenuti stavano discutendo una loro rappresentanza fu invitata in Prefettura. Essa vi si recò accompagnata dall'ori. Ghezzi. Il Prefetto comunicò loro l'estensione dei poteri accordati al Commissario Prefettizio, r rappresentanti rinnovarono le proteste, dicendo come di fronte allo presenti violenze della occupaziane fafeista e alle violenze perpetrate colla nomina del Commissario, ad essi non restava che prendere atto. Inr»ltre, le organizzazioni hanno rivolto al Prefetto le loro proteste per la «serrata» degli industriali, ed hanno protestato per gli incidenti svoltisi durante la ripresa del lavoro dei tramvieri. Il Prefetto ha dato assicurazioni nel senso che simili incidenti non si sarebbero più verificati, assicurando di avere richiamato dalla licenza il Questore e di avere impartito ordini severissimi per un sollecito e completo ritorno alla calma. Alla Camera del Lavoro, più tardi, ebbe luogo una riunine dei segretari camerali. Mentre questa riunione si svolgeva, si presentava il vice-commissario ("Mtor Russo per chiedere se i segretari camerali avessero avuto difficoltà a lasciar concretare un progetto del Questore, consistente nella occupazione militare della Camera del Lavoro, per evitare che contro di essa avvenissero delle violenze, essendo a conoscenza della Questura il proposito fascista di assaltare la stessa' Camera del Lavoro. I segretari camerali' -risposero che si rimettevano per tutto ciò che l'Autorità riteneva utile. In seguito a ciò, alle 15 la Camera del Lavoro veniva consegnai aal funzionario dottor Russo poco dodo uno squadrone di guardie regie, a cavallo e truppe e guardie regie appiedate occupava la Camera del Lavoro, e il dottor Russo ancora spiegava, ai segretari camerali rimasti la necessità che essi si allontanassero dalla sede, e verso le ore 16, tutti i segretari abbandonavano la Camera del Lavoro. 4 morti e 30 feriti La tragica giornata si chiude dunque con quattro morti e 30 feriti, dei quali sei gravemente. In queste ultime ore è stato un continuo succedersi in prefettura di personalità e autorità dei vari partiti per vedere se vi fosse qualche cambiamento nella situazione. Pertanto ogni previsione per la giornata di domani appare azzardata. Vie due di notte il locale. Comitato della Alleanza del lavoro ha deliberato, malgrado gli avvenimenti odierni, di confermare la ripresa del lavoro, non potenzio comunicare con il Comitato " nazionale e prendew gli eventuali accordi. I tramvieri riprenderanno il lavoro essi pure domattina, ma invocano la protezione della pubblica sicurezza. Due feriti gravi nel Pistoiese Circolo devastato Pistoia, 4, notte Gli industriali di Pistoia hanno proclamato la sei-rata dei loro stabilimenti fino a nuove disposizioni. Stasera a San Rocco, in località Casanova, è stato devastato il circolo comunista. A Rimini i fascisti sono stati fatti segno a colpi di rivoltella e di moschetto da parte dei sovversivi: sembra che vi sia un ferito grave. Stasera in via Montanari sono sparati colpi di rivoltella e •li moschetto, E' rimasto ferito tale Cori, di anni 33, il quale si trova moribondo all'ospedale. Lei li I fascisti rompono le trattative con il Prefetto • Tre morti e numerosi feriti negli scontri. Parimi, 5, mattino. La città è stata jeri notte occupata da diecimila fascisti, del Mantovano, del Cremonese e del Parmense. L'occupazione è avvenuta per il fatto che, malgrado l'ordine (li cessazione dello sciopero, nei quartieri più popolari gli elementi accesi, hanno convinto le masse alla resistenza, eli estremisti di Parma hanno cominciato a innalzate barricate nei rioni più popolari, disselciando le strade e asportando le lastre di pietra dai marciapiedi. Uomini, donne e ragazzi sono stati costantemente occupati a questo lavoro specialmente quando la protezione della oscurià permetteva loro un'opera sicura e più tranquilla. Per via D'Azeglio, strada traversa che dà sulla via Emilia, 1 socialisti hanno tentato con sassi e masserizie di costruire una barricata fra l'ospedale dei bambini e l'ospedale maggiore. Nella mattinata di ieri sono ncominciati i primi incident*. Già l'altro jeri, alle 10, una squadra di camicie nere, visto che i tranvai non avevano ripreso servizio si recavano alla stazione dei traina al viale Mentana, per far uscire le vetture; ma mentre si affaccendavano in questo, dalle finestre di una vicina casa, sulla quale era innalzata una bandiera rossa, venne aperto il fuòco contro di loro. Questo fu ili segnale della prima battaglia. Dal parapetto del viale, uomini e ragazzi, nascosti, iniziarono un nutrito fuoco di fucileria al quale i fascisti rispondevano colle rivoltelle, finché gli altri furono costretti ad abbandonare la posizione. Poco dopo, verso mezzogiorno, alcune squadre di fascisti furono prese di infilata da un nutrito fuoco di fucileria dalle finestre e dalls porte di case, situate in via Venti Settembre. I fasfisti si sono allora lanciati all'assalto del circolo ferroviario che è posto in piazza Bottego. Il locale è stato devastato. Dopo le 17 i fascisti sono tornati al circolo dei ferrovieri che hanno occupato. L'apparire dei fascisti venne accolto nuovamente da un violento fuoco ui fucileria, al quale i fascisti risposero. Mentre avvenivano questi episodi, l'associa, zione mutilati e combattenti tentava di far iniziare colloqui tra i dirigenti del Fascio ed i dirigenti dei socialisti, per venire ad una pacificazione. «Ma il. tentativo non è riaiscito. Una terribile notte intanto si preparava per la città. I comunisti, favoriti dalle tenebre, tentarono di assalire i fascisti nella stessa loro sede, cioè al loro quartiere generale alle scuole di San Marcellino. Ma il tentativo non riuscì. Verso mezzanotte alla stazione ferroviaria si accendeva una battaglia in grande stile fra fascisti e comunisti. Questi, muniti di una mitragliatrice, hanno aggredito i fascisti sul piazzale. E' stata impegnata una violenta battaglia durata per circa un'ora. I comunisti sono stati sgominati e le squadre di azione fasciste hanno preso d'assalto il circolo ferroviario presso il ponte Bottego, che avevano già occupato, e poi lasciato nella giornata, e ove gli avversari si erano rifugiati. Per tutta la notte gli spari sono continuati isolati. Raffiche violente di colpi hanno lacerato il silenzio della notte. La città ha vissuto ore ancosclose di sgomento. Verso le seS di jeri mattina, squadre di fascisti hanno invaso e devastato la tipografia del giornale 11 Piccolo, uscito ieri con articoli violenti contro i fascisti. Nella mattinata il comando militare fascista della piazza ha fatto affiggere due manifesti: con il primo proibiva la vendita di tutti i giornali socialisti e nittia.ni. e coll'àltro imponeva per le ore 1C di oggi la ripresa di ogni attività cittadina e la riapertura di tutti i negozi. Nella notte e nella mattinata l'arrivo dei fascisti era continuato. E le vie del centro si sono animate di cittadini ed i negozi per la maggior parte si sono riaperti. Il tricolore sventolava da molte finestre. I borghesi, che circolavano per le strade si erano fregiati il petto di distintivi nazionali e dimostravano la loro solidarietà coi fascisti. Una parte della cttà era però ancora completamente bloccata: per via Garibaldi, via che conduce alla stazione, non era possibile ancora il transito, perchè i rivoltosi vigilavano dietro le barricate. La situazione, che era tragica, ed aveva completamente paralizzato la vita cittadina, non era originaa dai fatti di questi giorni, ma era fruito della completa assenza da parie delle autorità politiche nell'opera di repressione. Alle 9,45 della mattina una Commissione fascista, composta dal dottor Balbo, da Antonio Arrivabene, dal tenente Beltrani, dal dottor Carretti e da Ivanoe Possani, segretario della Federazione mantovana fascista, ha fatto sapere ài prefetto, che si sarebbe recata da lui per fargli ùrgenti comunicazioni. La Commissione è stata ricevuta. 11 dottor Balbo ha avvertito il prefetto che se entro lo ore 12 la vita cittadina non avesse ripreso il corso normale, e non fossero state demolite le barricate munite di reticolati e tenute dai comunisti armati di moschetti, mitragliatrici, bombe e tubi di gelatina, i fascisti, ottemperando all'ordine della Direzione del partito, si sarebbero sostituiti all'autorità statale, per ristabilire le condizioni normali di vita. Verso il mezzogiorno i colpi di moschetto si fanno più frequenti. Sul campanile della chiesa una vedetta fascista si affaccia e spara sul borgo del Naviglio. Scoppiettano di tanto in tanto nutrite raffiche di fucileria e colpi di rivoltella. Da tutti i lati risuona il caratteristico ta-pum dei moschetti austriaci. Fascisti e comunisti usano le armi che hanno portato come trofei gloriosi della guerra Quasi contemporaneamente, cioè appunto verso il mezzogiorno, il dottor Balbo, dopo avere telefonicamente comunicato coll'on. Mussolini a Roma, acconsentiva ad una dilazione di due ore. richieste dal prefetto. Allo scadere dell'ultimatum, il prefetto convocava nuovamente i rappresentanti fascisti e otteneva una nuova proroga, fino alle 15, ora in cui avrebbe dato disposizioni per l'occupazione del sobborgo isolato. Alle 15 infatti partivano dalla prefettura cannoni, mitragliatrici, autoblindate e truppa, ed il sobborgo veniva occupato senza resistenza. Ma nel tempo stesso t fascisti venivano a sapere che il prefetto aveva parlamentato coi rivoltosi, i quali avevano ceduto soltanto dietro assicurazione, data dal prefetto, dell'immediata paitenza delle squadre di azione fasciste. A conferma di questa notizia, usciva poco dopo un bollettino dell'Alleanza del Lavoro, nel quale si annunciava che le autorità avevano garantito l'esodo delle « camicie nere » e la protezione del sobborgo. In seguito a questi fatti, il dott. Balbo annunziava la rottura delle trattative colle autorità e dichiarava che non abbandonava la città fintantoché questa non fosse passata sotto il comando militare. Poco dono un online fascista annunciava che le ostilità dovevano essere riprese, - fino a] completo annientamento desili avversari •-. Mentre si svolgeva un nuovo colloquio tra i dirigenti fascisti e le autorità, le squadre di azione fasciste continuavano a mantenere la loro aggressività. I fascisti si sono spinti in qualche parte dei quartieri ancora Inespugnata. E qui si sono accese battaglie violentissime. La tipografia del Piccolo è stata nuovamente invasa, ed il poco rimasto è stato distrutto. Una barricata in corso Valorìo è stata pre«a d'assalto. II bilancio dell-i giornata è piuttosto sanguinoso: i fascisti hanno avuto 5 feriti gravi ed i comunisti tre morti e numerosi feriti. Questa notte un comunisla. travestito colla 'camicia nera, giunto presso l'Albergo « Croce Bianca » ha acceso una bomba a mano. Il locale era gremito di fascisti. La bomba fortunatamente non è scoppiata. Il dinamitardo è stato preso a rivoltellate dai fascisti." e pare sia rimasto ferito. La situazione, a notte alta, permane gravissima, u fatto preoccupante è il deciso atteggiamento combattivo di entrambe, le parli. Alcuni comunisti si spingono fino a sparare in piazza Garibaldi, che è al centro. Per stamane si annunciano violente rappresaglie fasciste. In questo momento, mentre vi telefono, alle ore tre del mattino, gli squadristi fascisti riposano negli accantonamenti, vigilati da piccoli posti e sentinelle. Passa una lunga colonna di autocarri: sono i fascisti di Reggio che. arrivano. Sono mille, rompletamente armati e muniti di mitragliatrici. La tregua ad Ancona rotta da un nuovo conflitto Ancona, 5 mattino Un nuovo conflitto è avvenuto sulle alture della città tra fascisti e comunisji. Si deplorano 2 morti e 20 feriti. I fascisti hanno incendiato un Circolo comunista e una Cooperativa socialista in borgo S. Lazzaro. Una battaglia per le vie di Bari Un morto e tre moribondi Bari, 4, notte. Una fosca giornata si è svolta oggi pure a Bari. Si era saputo che alcuni forti gruppi di comunisti si orano trincerati armati in città vecchia e che stavano costruendo delle barricate. Venne spedita una autoblindata con due camions di guardie e carabinieri. Contro la forza, pubblica venne lanciata una bomba che ferì gravemente un carabiniere. Si impegnò subito dalle due parti il conflitto. La autoblindata avanzo per via Venezia e fu aperto il fuoco contro i tetti delle case, contro gli angoli delle, vie e le finestre di dove partiva il fuoco contro la forza pubblica e si lanciavano proiettili ed acqua bollente. Anche in città nuova sono stati sparati colpi di rivoltella e lanciate bombe. Accorsa la forza pubblica fu risposto al fuico del sovversivi. Intanto un gruppo di sovversivi si dirigeva verso la città nuova. Presso la caserma dei carabinieri vennero lanciate altre bombe e sparati altri colpì. Il maggiore cav. Mazzera ha fatto subito replicare al fuoco, fugando 1 rivoltosi che si sono allora dirotti verso la Questura. Il questore, vari funzionari e agenti ed ufficiali della regia guardia si sono portati sulla terrazza della Prefettura rispondendo al fuoco. La battaglia è durata un quarto d'ora, poi i comunisti sono stati ancora messi in, fuga. Alcuni fascisti che erano in un albergo hanno fatto sapere alla forza pubblica che era in piazza della Prefettura che una bandiera rossa era stata innalzata al centro di Bari Vecchia. Allora dalla terrazza della Prefettura è stato iniziato un vivo fuoco di moschelteria contro le persone che erano a guardia della bandiera rossa e che sparavano contro chiunque si affacciava. Infine la bandiera è stata ritirata e nessun altro colpo è stato udito. Dopo un, periodo di olire quattro ore la calma è ritornata. Vi sono un morto, tre moribondi e molti feriti. _____ Azioni fasciste ss 3Iestre Il Consiglio comunale dimissionarioMestre, 4, notte. Ieri, alcuni ferrovieri, che videro Passare per lo Scalo ferroviario di Mestre n_wsc.su Antonio Catapan, ritenendo che fosse quel fascista che aveva spliialteggiato ne.la mattinata un loro compagne* gii spararono addosso ferendo» ad un braccio e ad una gamba. In seguito a ciò, dopo la mezzano!- te squadre di fascisti" assaliiono la coupé-rai iva socialista e la devastarono. Ciò pero non era altro che una fìnta, per attirare colà la forza pubblica, mentre gli altri fascisti avrebbero compiuto un'alti a operazio ne al Circolo dei ferrovieri. Infatti, parecchie squadre si recarono di corsa al Circolo, che venne devastato. Avrebbero anche avuto l'intenzione di date l'assalto alia Carnei'* del Lavoro, ma il tentativo t.on riuscì, per il pronta intervento delie guardie. Nella mat tinata, i fascisti affisserò un manifesto in città, per chiedere le dimissioni dell'Amml lustrazione socialista. Nel pomeriggio, dopo le 14, dopo avere infrànta la resistenza delle guardie di finanza, invasero la Camera del Lavoro, e non avendo trovato eh.? de le carte, poiché tutto il resto era state portato via, li. previsione appunto di questo assalto, fe cero un falò e lo g"tt:iro'io sulla via. Alle 15,30 per etravano riolla casa del sindaco so. oalista Ugo Vallenari, ma ton lo trovarono. Essi si limitarono a rompere qualche vaso di fiori e a gettate a terra boccette di Acquadi Colonia, pìu tardi ricevettero lordine citsmobil cornuti dazione, porche i Prefetto ha fattoicare che, m seguito alle dimissioni didaco. e dopo le altre 6 dimissioni di altri consiglieri, che erano state presentate neigiotni precedenti, egli aveva'sciolto il Corisigilo e aveva nominato Commissario Regioil cav. Luigi Girelli. Il Prefetto ieri ha fatto arrestare 13 ferrovieri. Alcuni sono di Venezia, altri di Mestre; tra questi anche il capoStazione di Mestre, Usigli Reghini, pechè non aveva ripreso il lavoro, pur essendo stato emanato l'ordine di cessazione dello sciopero. Dei fe rovieri arrestati però non ne furono trattenuti che 8. Scioperante uccise da un operaio dissidenteBroscia. 4, notte I fratelli Angelo e Carlo Poli, di Gardone Val Trompia, si erano recati stamane al lavoro, ma furono affrontati da una quindicina di scioperanti. Il Carlo Poli si diede alla fuga, il fratello Angelo venne a colluttazione con uno degli assalitori, certo Rivieri. Spaventatosi, l'Angelo Poli per farsi largo estraeva la rivoltella colpendo al fianco sinistro cer.to Zabardino Angelo, d'anni 33, comunista, Uccidendolo. L'uccisore venne arrestato. Gli scioperanti furono quasi tutti identificati e sono ricercati. Si apprende in questo momento che sono ricominciati incidenti a Porta Trento ed al Carmine, dove si sono svolti gift_ sanguinosi conflitti.