Il sale sui solchi

Il sale sui solchi Il sale sui solchi (Nostra - corrispondenza* particolare) OPPELN (Alta Slosia\ luglio. Lo cerimonie dei popoli improvvisamente redenti a liberili — gli attori si chiamano Armodio 6 'Aristoo;iroiro, DpStiiòitliii&, magna ctrnrta, ctìriferitm'zh dogli IthiBasé'iÀtori — si rnr.Eomigliaiio atfravéYso i secoli per i loro atteggiaiiienli barbari. Roghi dello impurità, rovine, allegre demolizioni attorno a cui .s'intrecciano, i tresconi scarmigliati, allegra caccia,- alle canee spaurite die "non seppero prevedere in tcin- po il nuovo regime, spclrlisfaziotic impilili- ta alle più personali ragioni di rancore. Lo pavido vigliaccherie escorio fuòri, 'hi qutéì crèf'lisL-òli 'sfìn'gtiigui, e sfogano co'n I improvvisa temerarietà dei vili ire che erano troppo costose prima, sdegni che crano troppo da tenersi celati sótto il vecchio padrone. Non può quindi, maraviglia re l'apprendere che nel territorio sleti.ano del plebiscito la rTtTcqiiiStaià libertà dal controllo e dalla occupazione degli organi e delle truppe dell'Intesti è si il tu saTùuit'a da un nuovo ribollimento di passioni b:llicose, ripullulare di bande armate, saccheggi e omic:dii, immaginosi oltràggi allo donno sotto gli bechi dei loro uomini legati ad fin albero e «opi'atiUtr> improvvise audacie, pullulanti allo calcagna dell'esercito :nte:alleato che si ritirava, e schioppettate sui treni dei soldati partenti qitan<tenui 'francesi. I soldati francesi rispóndevano con l'esuberanza comprcns bile in chi .si sente soldato accampato per diritto «li vittoria fra gente ostile: e si ebbero vere battaglie fra popolazione tedesca e francesi, che risn-sc.tnvaiìi) odii od iusoìlei'énze e risvciitolav.iiio - nei cuòri brividi d'iiiacgiio. I colori furono, mttiimlmente, i ve echi : il nero il rosso e il bianco. 'Poiché i fittovi colori repubblicani saranno buoni per le feb'le pacifiche del lavoro e della rassegnazione, o troppo spebsò appaiono mi surrogate tlfel rosso rivoluzionario ; ma quando si vHele esprimere il confuso tumulto cibila passione nazionalo eccitata o ckptcssa pare che solo si presti a manifestarlo la vecchia bandiera che sventolò sulle glorie antiche. Cosicché si. sono avuti sindaci, quello di A.reuz"burg, quello di Còsél, che si rifiutarono di es]>oiTe ufficiaimeute la bandiera repubblicana, ed adottarono una via di mezzo, e misero fuori i colori prussiani, il bianco e nero: ma la cerimonia prevista dal regolamento dello sgombero, cioè gli onori militari alle bandiere dell'Intesa ammainate ed a quella germanicn issata, non potè aver© luogo. I colori repubblicani servirono a qualche giovinetto orrendamente chiomato (la pettinatura alla testa di paggio e la preferita dai giovanissimi rivoluzionari repubblicani) più preoccupato di politica interna cho ebbro di liberazione; ma i cosidetti colori della reazione penzolarono da tutte le finèstre e illuminarono gli occhielli delle giubbe. II baccanale della riconquistata libertà non risparmiò, dicevamo, le donne ; ricorso storico anche qui, altissimo premio alle belliche fortune e capre espiatorie nella sorto maligna. Per due o tre sere, ad Oppein, a Oleiwitz, a Beuthen, turbo di giovinastri (ma non mancavano bravi borghesi ben vestiti fra essi, nò oneste matrone dal marciapiede approvanti) diedero una selvaggia caccia a povere ragazzette, baici racchette da pochi baiocchi, ree di avere dato qualche surrogato d'amore ai soldati delle truppe d'occupazione. Le misere figliolo furono inseguite; bastonate, ammaccate, denudate. Ad Oppeln una schiera capitanata da un ex capitano della polizia plebiscitaria, congedato il giorno prima, cacciò nuda per le scale del sottopassaggio della stazione una di queste ragazzi, a calci ed a bastonate. La ragazza, salvata, a. stento da un poliziotto dei nuovi, messa in vettura ; si fu un benpensante borghese che le appioppò un colpo di grazia sulla testa e deve averla finita. Qua e là alle donnette furono tagliati i capelli, metodo primitivo d'infamia che vidi già usato dai giovani boemi ed austriaci dopo che dai loro paesi erano partiti i prigionieri italiani ; ma qui in Islesia esse furono in certi casi addirittura scalpate. Pezzi di cuoio capelluto con le chiome attaccate furono portati agli uffici della Coitiniissr'oiie interalleata. Naturalmente, solo gli stracci vanno all'aria; lo ragazzetto della borghesia e le maritate per bene non sono stalo perseguitate; ma per due anni l'amore fu poliglotta nella terra occupala, ed ora hià 'i t l l chissà come sannoiano a morte sole, lungo le rive del fiume o sotto i tigli della stazione Gerda e Mizzi e Margot, buone figliole semplici che tradivano il colonnello con il sottotenente, l'ufficiale con gli attendenti, e l'inglese con l'i! aliano, e l'inclita con i borghesi ! Oppeln — e certamente anche GHeiwitz e Kattowitz — ha riperduto subito quella vernice curiosa di capitalo che la presenza. di tanti alti personaggi aveva disteso sili suo colore provincialissimo. Ho ricordato in una lettera precedente la ineffabile Dielo dell'Hotel Form ad Oppeln, che radunava nello sue salette afose, diplomatici e militari, pezzi grossi, grossissimi, e da strapazzo; l'attualo principe di Monaco allora colonnellone rosso e gioviale o il principe Czartoryski che ha aspirazioni regali (la sua famiglia se non proprio lui) e l'ultima pettegolina della via raccattata da un sottotenente mezz'ora prima ed iniziata ai misteri del bar e dolla danza; giornalisti di tutti i magni organi del mondo, spie, ufficiali mal travestiti della * Orgesch ?, ballerine da lanciare poi, con un suggello di celebrità, sulle sccue di Berlino. Mg. negli ultimi tempi era" già tornata una atmosfera di guerra, irrequietezza o tormento erano negli animi degli occupanti e "degli occupati. Le notti di Gleiwitz, di Beutben, di Kattowitz furono di nuovo quelle dello scorso anno : scoppi continui idi fucilate, latrati di bombe a mano, odor di polvere por le strade nere, coprifuoco alle nove, pattuglie al canto delle vie, d'un tratto l'urlo dell'assassinato che lacera i brevi silenzi angosciosi. Per chi ama i simboli, eccone uno nella partenza da Oppeln della Commissione interalleata di Governo. Le truppe rimaste, S'j uffici, gli scriba j tre canuiiissari, l'inm ese, l'onesto rappresentante italiano ge¬ nerale De Mariuis, il machiavellico Lerond partirono.Tu. un pomeriggio domcincalv, attraverso la citili, deserta n muta per virtù cieli'ìiTtlTnà. ordinanza della CtJnimissfòtfe. Divi'c't'o alla iVòpbiazi'oito 'dì. sjcen'deVè utile Vie, divieto di àflacci'a'rsi alle fitiestve, ordìùe d'i tenere ìo pòrto chiuse e le fiiiéstr» 'spalancate.', chi si Fosse, n'ffàccialò snVebbe .sfato s^uVaTtvp ,-préèo eli mira :,. ecl ,uy\<)mitragliatrici sorveg)iayanp agli angoli dello vie. Così il generale Lerond, che dal maggio dello scorso anno non usciva, a pas s?ggio che nel giardino del suo palazzo, ha j potuto rientrare illeso in patria, dovè, cli cesi, riceverà il qrvoslx» di clipo-missione o I di ministro plenipotenziario a Vhrsa-via in premio della sua politica e ideile uvmi fòt^ii iv MtlòhTh.iio ai 'póìh'whi >ri voi tetti, tflt?1itre uTfiéialnVeiit'o cTispòiìévà f#f ì'a T8pr*!ì- s:o:ie della rivolta (orinai quésta è storia dce 11 meditata). li' 'pròprio liii 'simTyol'o quella partenza tti traverso la città morta, ihònctatà eia ti na grande, acquata livida, partono soldati e scribi, dopo che il loro capo li a gettato il, sale sulla terra. Ponti troncati, case distrutte, besehi arsi, fabbriche minute, .questo.è ancora il bilancio .più ottimista in confronto al tristo lievito d'oditi suscitato nei cuori, alle armi riprese, alla for; mazioni di armati elle non vogliono d'ora in pt>: faro altro mestiere cbv il brigante di -ferisco e di strada Sótto quella comoda etichetta patriottica. Gli «h'ssi giornalisti tedeschi clic viaggiano la regione parlano di Wild West, di atmosfèra da niedioevb: e lo stesso, so non peggio, c'è da dire della parte passata alla Polònia. Il primo atto d'impero del governo tedesco e stato quello di ordinare la consegna per il 15 luglio di tutte le armi iti mano alla popolazione; pochissimi hanno eseguito l'ordine ; e le formazioni di volontarii (Scìbsfécniii:) lungo gli argini dell'Oder non vogliono saperne di sciogliersi e di tornare tranquilli alle case loro. Essi ficcano -gli etichi hi ili là del fiume e si sentono esaltati dalla hrissicne di proteggere la gente del loro sangue dà un nemico d'altra rttóza, odiato don uiìa passione che ijón conósce infingiménti òd oblii. Non esisteva, prima, questa esacerbata coscienza di razza, se uon in pochissimi, che passavano per illusi od esaltati ; non. esisteva negli umili devpti allo grandi miniere ed alle insonni officine) tenuti congiunti con legami più forti di quelli del sangue dalla triste comunità elei loro duro mestiere. E3Sa nacque con le discussioni della guerra dell'armistizio: sorse rapidamente aizzata dalle decisioni del trattato di pace; divampò con la propaganda senza scrupoli per il plebiscito, nel lungo periodo di attesa della soluzione. Poiché una soluzione, qualunque foàfeé, di qualunque portata, ma presa subito, al momento del trattato di pace, avrebbe ùvitato al paese le stragi, i delitti, la scissione nazionale che esacerba, gli Uni contro gli altri, comprovinciali, compaesani, persino i famigliari d'una stessa famiglia. Il vincitore aveva sì il diritto di imporre qualsiasi arbitrio, violare gli interessi industriali tedeschi, offendere gli interessi polacchi: ina si doveva, allora, fare ciò molto più a buon mercato, tro anni fa. Si è voluto invece darò il prestigio della legalità a questo arbitrio di vincitori j piantare sul paeso l'esosa baracca d'un governo interalleato, organizzare la commedia di un plebiscito con il quale si fece credere al singolo, e lo si ingannò, che si sarebbe rispettata la sua autodeterminazione. È quando il plebiscito disse quello che si sapeva benissimo prima, che il paese era iiitricabilmcnte misto di gente delle due raz zo e ohe mai il torto e la ragione avrebbero potuti essere separati con un'a linea netta, si rimandò ancora la soluzione, si lasciò che. incancrenissero le ferite e s'inacerbissero le passioni d'un rinato nazioiialismp. Non ci fu ambasciatore riunito a consesso o ministro degli Esteri che s'accorgesse di quell'assurdo, di avere capo e governatore d'Un Governo che doveva essere neutrale un generalo francese, che si proclamava nello stesso tempo alleato, dei polacchi e ti gloriava di avere sbaragliato i bacìiis. Iti realtà quel g^herale francese ha vinto una battaglia di più per il suo paese, e da buon servitore della Sua patria può rallegrarsene ilei cuore, sorridendo solo-delia ingenua fede di chi accanto a lui si credette chiamato a fare opera di giustizia e d'imparzialitù. Che còsa importa sé ci sia un focolare di più d;odio per i francesi in Europa, e se nemmeno dall'altra parte, naturalmente resa più ingorda dal successo, si mostri uno sviscerato amore per gii Alleati (leggere la stampa di .G/racovia di questi giorni) % Ma la Gerrriàh,ia è. amputata d'un pezzo ricco.e denso d'uomini e di miniere, ha una nuova sene di grattacapi politici con i riottosi voìontarii slesiani, ha un vicino più turbolento che mai ai suoi confini. È' in programma. Lerond ha ben meritato il suo posticino di Varsavia. La delegazione italiana e i bravi fanti e granatieri d'Italia banpo ben meritato, anch'essi, il semplice saluto rivolto loro dal ministro della guerra. Essi rientrano senza jattanza e senza gloria, ma scn*a macchia. Essi credettero" albi giustizia ed alla consegna ; studiarono le carte della regione e lo tavole del plebiscito con l'onestà intenzione di salvaguardare gli interèssi e gli affetti degli umili, molte ingiustizie corressero, molto addolcirono. Per la fede alla consegna molti bravi ragazzi ventenni caddero, furono feriti, scavarono trincee ed appostamenti, subirono fuoco di fucileria senza reagire! La difésa italiana di Ccsel, protetta nello stesso tempo dal furore delle bande polacche e d^Ile inteniperanzo della Selbstschiita tedesca, resterà una delle più, bello pagine di valore, di dignità, dicaccorte2Éa- italiana. Nella terra straniera, ricca "31 tentazioni, con una valuta deprezzata che ingigantiva il . modesto soldo, il fante italìàtìo'si conservò sobrio, corretto, frugale: non ingombrò le osterie, non molestò lo donne, non baionetto i mariti "gelosi (il che si legge nelle cronache delle altre truppe alleate). Meritò t'he le donne p'ol.a'-cbv flj R^PjV cpriiés.sew sulla yià a' gettargli fóri e$ flMgiin, òhe la popolazione tedesca di Gleiwit* lo acclatfiàasS èon àKffiS: Òo fjiiì sottocchio un articolo delia « Volkstimme » di Gleiwitz, organo popolare.: dice in due colonne quello che io ho detto in due righe, eifoltand* ih cavalleria è la probità dei tiostrt ■uomirri; " — i . Non furono essi, quelli cho hanho gattaio sui solclii efi quésta ferra sciagurata il sale cho isterilisce. PAULO MONELLI.

Persone citate: Czartoryski, Mizzi, Paulo Monelli, Wild West

Luoghi citati: Berlino, Europa, Italia, Monaco, Oppein, Oppeln, Varsavia