Parti lese e testimoni d'accusa

Parti lese e testimoni d'accusa Parti lese e testimoni d'accusa al processo pei fatti di Casale AsSi. 28, notte. L'udienza è ripresa stamane alle 10 con l'interrogatorio dell'ultimo imputato Ferrari Camillo che col Cavalli ò uno dei maggiori indiziati in questo processo. L'ultimo imputato Egli narra: — Il 6 marzo del 1021. ero stato congedato dal reggimento di artiglieria pesante campale che ha sede a Casale Monferrato. N'on essendo alcun treno in partenza, decisi di rimanere in città fino ascia. Mi recai dal barbiere e tfuando uscii sentii sparare e vidi una folla tumultuante in fuga. Mi gridarono: « Fuggi, fuggi; ci sono i fascisti che uccidono». Non è affatto vero ciò che ha sostenuto ir caporale Zanetti il quale, cernie è noto, afferma di essersi intrattenuto con me e di aver inteso dalle mie labbra queste parole: « Ilo sparato anch'io e sono ferito ». Era impossibile che noi potessimo vederci perchè il Zanetti sii trovava dalla parto opposta. In seguito riparai nella Trattoria Veneziana. P. M. : — Non eravate ferito ad un piede? — No. Anzi in seguito alla dichiarazione del caporale Zanetti richiesi più volte che questa presunta circostanza fosse accertata dal giudice istruttore dii Casale, mediante una regolare perizia, ma non potei mai ottenerla. Presidente: — Avevate armi? — No, mài. Avv. Dagasso, P. 'C. : — La testimonianza del caporale Zanetti non è forse comprovata dal maresciallo de* carabinieri Dini. che è fra f testi citati, il quale dichiarò di aver visto il Ferrari discorrere con 11 Zanetti? Avv. Roberto; —"Vedremo, vedremo. P. M. : — Io non sono solito fare delle affermazioni recise se non quando ne ho la piena sicurezza: ad ogni modo mi pare che intorno a questa circostanza alcune persone della Trattoria Veneziana siano state sentite dal giudice Istruttore. L'avv. Vigna prega il presidente di interrogare il Ferrari, chiedendo se non sia vero che eglil ebbe a presentarsi spontaneamente al Comando dei carabinieri del suo paese poco tempo dopo il fatto. Si passa all'escussione delle parti lese e dei testimoni, che. dato il numero rilevante, circa 150. sono stati' citati a spizzico. Comunque, l'on. Do Vecchi verrà domani. Il fratello dol tamburino morto Delle parti lese è sentito per primo lo Strucchi Giuseppe di anni 68. residente a Torino, fattorino di negozio, fratello dell'ucciso ed anche egli vecchio tamburino. Racconta come, dopo la festa per l'inaugurazione del gasliardet.to della sezione fascista svoltasi in perfetta calma, egli, col fratello Luigi e con gii altri compagni.' abbia preso posto su una delle due automobili che dovevano riportare la comitiva torinese nella vostra città. Nota "come egli si trovasse nella seconda vettura chiusa, che seguiva la prima alla distanza di parecchi metri. Giunti davanti alla Camera del lar vnro fucino fatti segno ad una violenta scarica di: arma da fuoco. Immediatamente vide il fratello Luigi rovesciarsi all'indietro invocando aiuto. Subito dopo l'altro garibaldino, il BriiORlio, si abbatteva mortalmente ferito alla fronte, sul capitano De Vecchi, che aveva avuto una vena della mano destra recisa e che grondava sangue. Cercarono riparo in una caserma, dove vennero adagiati 1 due tamburini, moribondi. Presidente: — E il giovanetto Saraglionon era con voi? — Nossignore. Stava nella prima vettura e venne fulminato a distanza. Avv. Serra: — Saprebbe indicare con precisione lo Strucchi da qual parte .partirono gli spari ? — I colpii partirono non solo dalla Camera del lavoro, ma si tirava anche da un'alberata che conduce sul ponte. Vidi fra. le piante molte iversone appiattate. Mi ricordo pure di aver inteso un fischio, -seguito da uno sparo, e credo dovessero essere i segnali prestabiliti per l'eccidio. Nasce a. questo punto un vivace battibecco tra il Collegio di difesa e gli avvocati della P. C, presto sedato dal Presidente. Avv. Serra: — Ma come ha potuto vedere se si trovava ih una automobile chiusa? —• Dai finestrini ebbi modo di osservare quello che succedeva di fuori. Avv. Dagasso, di p. C, domanda insistenI temente se lo Stracchi non abbia riportata la i impressione che la cosa fosse stata premeditata e preordinata come per uh agguato. Avv. Caron : — Sapeva dove era situata la Camera del lavoro in Casale? — Si. perchè me l'avevano indicata il mattino, insieme ad altri luoghi più notevoli della città. Presidente: — Voi siete rimasto ferito nel conflitto? — Pórtunatamento no. La bandoliera di cuoio che portavo a tracolla mi parò il colpo. La vecchia divisa di garibaldino che in quel giorno indossavo 6 stata perforata da alcuni proiettili. Viene quindi mostrata ai giurati la giubba dello Strucchi che reca infatti le traccie di vari colpi. Il cav. Scaraglio .Si interroga il cav. Lodovico Scaraglio di Torino, paure del giovane legionario fiumano che rimase ucciso. Il teste con voce commossa e rotta dal pianto racconta di avere accompagnato alla stazione di Torino il figlio Luigi la mattina del sei marzo. Seppe la tragica fin? di e=so dai giornali e dalla narrazióne di alcuni amici. Dice di avere saputo dal capo, stazione di Casale, signor Re, che da parte dei fascisti non vi era. stata alcuna provocazione o reazione. Lo Strucchi riferisco .ancora, sulla via percorsa dallo automobili e su altre circostanze. La vedova del secondo tamburino La signora RHoglio Teresa di Torino vedova del secondo tamburino ucciso non può dire nulla. L'ingegnere Hondelli Aldo di Casale abitante in vicinanza dei ponte sul Po narra di avere visto un individuo di media età' avvolto in un mantello nero colla rivoltella in pugno. Due giovani gli si avvicinarono e confabularono qualche istante con lui, Lo sconosciuto sparò quindi cenuro la truppa che si avanzava. 11 teste Costamagna e il leste Segre videro dei giovani appostati ad uu angolo della via Lanza che si ritrassero dopo avere sparato. L'ex ufficiale Fracchia Nell'udienza pomeridiana continua l'escussione dei testimoni. Vien per primo introdotto l'ex ufficiale Fracchia Clemente. Stava studiando nella propria abitazione quando odi degli spari nella via. Apri la finestra per vedere "quello che succedeva e dovette subito ritirarsi perché i pioiettili passavano vicinissimi alla casa fischiando. Scese nella strada e si trovò coinvolto nel trambusto. Scorse il commissario iti pubblica sicurezza C'imperi. Si mise ai suoi ordini ed assunse il comando di un manipolo di truppe consigliando di spostacela mitragliatrice perché nel luogo dove era Situata iio:t avrebbe potuto agevolmente funzionare, in seguilo apparve a una finestra della Camera del Lavoro un drappo bianco. Egli andò a intimare la resa. Presidente: — Non ha sentito dire che sinno Stati uccisi anche degli operai? Teste: — Si. Anzi vidi un individuo giacente sotto il porticato dello stallaggio di fronte all'albergo Mogol. Miglictta Anselmo Si sente quindi il teste Miglietta Anselmo. Il giórno ti marzo 1921, verso le cinque del pomeriggio, mi trovavo in casa della min li danzata, con il signor Sarzana ed una signorina, é si parili va del risultato della festa patriottica avvenuta in quel giorno, onando intesi un formidàbile scoppio; come su cento rivoltelle fossero scattate in un sol momento. Credo che in quel giorno tutti j fascisti fossero disarmati. Volli slanciarmi giù per le scale, tua venni trattenuto dagli amici, che si trovavano con me Nel frattempo vi''i '."issare un gruppo di sette o otto persone stravolte, che correvano. Riconobbi esaltamenti' il riavalli, pallido, eccitato, colla rivoltella in pugno Gli domandai che cosa succedeva,' e il Cavallo, nascondendo l'arma nella tasca dei pantaloni, rispose iu fretta: «Sparano! Sparano! », e riprese la sua corsa verso piazza Popolo. Potè riconoscere anche il Costanzo Dante, l'unico che era disarmato del gruppo. Denunciai immediatamente il Cavallo ai. carabinieri. Alcuni giorni dopo incontrai a Casale il Costanzo e lo invitai a rilasciarmi una dichiarazione per iscritto, desiderio al quale egli subito accondiscese. In questa dichiarazione si dice che il Cavallo aveva invitato altri a sparare sulle vetture dei fascisti torinesi. Continua, asserendo che è sempre stato in ottime relazioni con il Cavalli. Aggiunge ancora che mentre costui rispondeva alle sue interrogazioni, tenendo la rivoltella in tasca, la bocca dell'arma appariva voltata contro la stoffa dell'abito, tanfo che il Miglietta si rivolse alle signorine, dicendo : Avete visto? », e quelle risposero: « Si, abbiamo visto ». Avv. Roberto: — Perchè il Miglictta non ha fatto rilevare la posizione della rivoltella vista in tasca al Cavalli e il colloquio colle signorine, nepnure durante 11 confronto col Cavalli ? Teste-. — Non l'ho fatto, ma lo affermo adesso. Avv. Roberto: — Colla fidanzata non ha mai parlato di ciò? Teste: — No. L'avv. Roberto interviene nella discussione, chiedendo dove il Costanzo, dopo avere rilasciato In sua dichiarazione, sia andato. Teste : — Venne tradotto in caserma Avv. Dagasso. di Parte Civile: — Il teste conferma, sotto il .vincolo del giuramento, ciò che egli ha detto in istruttoria ed ha ripetuto cui, all'udienza? Teste : — Io dico la verità e sono pronto a giurare. Confermo di avere visto il Cavalli colla rivoltella in pugno e di aver sentito dire: « Sparano! ». Il feste narra quindi che prima che sparasse il Cavalli, passò l'automobile, che portava lo Scnraglio. — Vidi passare l'automobile, sul quale era un individuo coricalo. Ebbi l'impressione che fosse successo cuiàlo.he cosa di grave. L'imputato Cavalli si alza di scatto ed esclama: — Il teste è menzognero. Tutto quello che ha detto è completamente (falsoMi riservo di parlare in seguito. La signorina Maria Cerosa Avvocati di parte civile: — Parli subitol La signorina Ceresa Maria, fidanzata del Miglietta, si trovava con questi quando incontrò il Cavalli congestionato in viso. Gli chiesero che cosa succedeva ed egli rispose: — Sparano! — e si allontanò tenendo la mano destra presso la tasca dei pantaloni ed impugnando qualche cosa di nero che non sa accertare se fosse una rivoltella. Si legge la deposizione fatta dalla signorina in istruttoria, ma l'avvocato Roberto fa notare che essa discorda in qualche particolare. La teste aggiungo che non conosceva il Cavalli e si trovava col suo fidanzato sull'uscio della propria abitazione quando passò il gruppo di individui nel quale, si trovava il Cavalli. . La figlia del tamburino E' giunta la signorina (Brioglio Elvira, figliola del tamburino Brioglio Costante, da Torino, che nel processo è una delle parti lese. Ella non sa nulla di quanto successe a Casale. Alla stazione di Torino si incontrò con un conoscente che le narrò in parte i fatti nei quali aveva trovato la morte il proprio padre. Si recò tosto alla sede dei fasci per essere informata, ma le fu taciuto il fatto. Il violinista Bracca Giovanni, insieme a; certo Pir.olini di Piacenza, si incontrò nel pomeriggio del sei marzo con sei individui armati di rivoltella che si dichiararono anarchici di Popolo e che li obbligarono ad alzare le mani. Nel frattempo si senti un colpo di rivoltella alla Camera del Lavoro.-Il- gruppo si sbandò. Egli fuggi presso il Po. Durante la fuga gli spararono contro vari colpi di rivoltella. Pino-lini Fortunato, che si trovava col Brioglio, ripete la narrazione fatta da questi. Seguono altri tosti La signorina Botto Angelina vide gente accumularsi in guisa da formare una testa eh ponte. Si sparava da ogni parte. Si gridava: Attenti ad uccidere lo chauffeur! Vide passare l'automobile chiusa dei fascisti dietro alla quale venne ancora sparato. Piccafluga Giovanni transitando per via Lanza potè scorgere due automobili precedute da un ciclista. Vide un individuo che sparava contro la prima macchina cinque colpi di rivoltella. 11 commissario di pubblica sicurezza Luciano Camper!, che all'epoca in cui avvennero i fatti era a capo dei servizi di pubblica sicurezza, narra dettagliatamente le vicende della triste giornata e dice che la-resa dei rivoltosi, fu preceduta da un fuoco di fucileria durato per circa un'ora e mezza. Avv. Vigna: — Cosa può dire del Coppa? Teste: — Non ho mai voluto- intervenire nei comizi pubblici che egli teneva. Non posso tuttavia affermare clic la sua condotta fosse sempre conciliativa, Il teste esclude che gli imputati siano stati legati nei cinque giorni di prigionia nella caserma di Casale. Ma l'imputato Palena conferma Ja circostanza che è stata contestata ed afferma che la resa dei rivoltosi avvenne solo in seguito all'intervento del tenente Bragadiui. Jl tenente dei carabinieri Giuseppe Bosia che era di fazione al municipio ed attendeva l'ordine di rientrare rilenendo ultimato il suo servizio fu avvicinato da due giovani che gli annunciarono che alla Camera del lavoro era avvenuto un eccidio. Corse ùlln Camera del lavoro, dalle, cui finestre ha visto sparare colpi di rivoltella. Ripete quanto ha detto in istruttoria circa la resa dei rivoltosi e la successiva perquisizione fatta dai carabinieri nei locali della organizzazione operaia. Dai banchi della difesa vengono mosse al teste alcune domande che non mettono però in luce nuove circostanze. E cosi ha termine l'udienza pomeridiana. 11 proseguimento viene rimandato a domattina. , • .Un incidente in via Cavour Un incidente si è avuto stamane in via Cavour. Secondo fa versione data lall'auiorita una colluttazione è avvenuta tra il fascista MigliettaAli Casale, che e un leste di accusa nell'odierno processo, ed un comunista certo Valle. Il Miglietta ricevette un morso allo zigomo destro ed il Valle una basionata Intervenne, il. commissario di pubolica sicurezza cav. Trotti che tradusse negli urtici di pubblica sicurezza il Valle, il quale però venne subito rilasciato. L'incidente non pare debba avere conseguenze. La sentenza nei processo dei fascisti e comunisti di Sestri Ponente Genova, '28, notte. Da alcuni giorni al nostro Tribunale si discute la causa contro alcuni fascisti e comunisti, imputati di reciproche, violenze, avvenute il l? settembre delle- scoiso anno a Sostri Ponente, aggravate da lesioni e fer.le che costrinsero alcuni degli attori di ambedue 1° I)ar,i a rimanere all'ospedale diversi giorni. Dei fascisti rimasero feriti certo Vaga e Gàggeró e dei comunisti tali Bottale e Donati. Principali responsabili i fascisti fliiappori e Polctti ed i comunisti Costa e Riamino, i quali sellavano al banco deg i imputati jcsp'i'isabili di correità con tre fascisti e sei comunisti. Oggi dòpo la requisitoria del P. M. clic chiedeva per i maggio: i responsabili pene varianti dai sei ai dìciòtto mesi di reclusione e l'ass/liizoie per insufficienza di prove per tutti sii altri, il Tribunale con.lannava il fascista Chiappoli Gerolamo che recentemente fu gravemente ferito alla Camera de! lavoro di Sestri Ponente e l'oletti Lorenzo ad un mese e 10 giorni ciascun < di reclusione ed i comunisti Costa Francesco e Bìamino Giuseppe il primo n tre mesi ed il secondo ad un mese di reclusione assolvendo tutti gli altri per insufficienza di prove.