Come si sono precisate le tre tendenze

Come si sono precisate le tre tendenze Come si sono precisate le tre tendenze al Consiglio Nazionale della Confederazione del Lavoro Là tesi dei collaborazionisti: "salvare quanto è ancora salvabile e iniziare la ricostruzione,, - I comunisti per lo sciopero generale - Serrati fermo nella sua intransigenza (Dal. nostro inviato speciale) GENOVA, 4, notte. La presidenza è assunta da Ghezzi, ma il campanello che dovrebbe squillare alle 9 non si fa sentire che alle 10 e non tutti i delegati sono presenti. Il primo oratore della giornata 6 l'on. Repossi, che riporta la discussione all'incidento di ieri, i Quando la casa è in dissesto, — egli dice — è allora che i componenti della famiglia litigano. E' la passione che accende gli animi e tradisce il nostro tormento par la,tragedia che vediamo svolgersi intorno a noi che intimamente ci tocca ». Si richiama alla sc.ssiiOine di Livorno e afferma: « Riconosciamo 1 nostri torti, non per aver provocato la scissione delle masse proletarie, ma per aver tardalo tanto a farlo. Meglio sarebbe stato l'avessimo fatta prima; avremmo evitato alle masse dei lavoratori molti danni. E lo constatiamo oggi in cui dobbiamo precisare le responsabilità ». Accenna all'alleanza del lavoro; difende l'azione dei comunisti per la costituzione del frante unico; oppone al concetto dello sciopero ad ondate, l'espressione della volontà confederale, il concotto dello sciopero generale voluto dai comunisti. Criticai l'azione della Commissione d'inchiesta sulle condizioni dell'industria perchè non riuscì a fermare la discesa dei salari. Dice che se lo sciopero metallurgico odierno non .si compone darà un altro insegnamento. Dopo una breve punta sui rapporti internazionali che la porta a ripetere argomentazioni che già udimmo a Livorno ed a Verona, sulla opportu-J nità per la Confederazione di aderire all'Internazionale di Mosca, anziché rimanere legata all'Internazionale di Amsterdam, torna a parlare dell'alleanza del lavoro e del fronte unico. Il fronte unico • I comunisti — dice — sono degli assertori tenaci della necessità del fronte unico; sosteniamo l'alleanza, del lavoro, e ripetiamo quàn-, to già abbiamo avuto occasione di dichiarare a Livorno ed a Verona, che anche se ci ' si volesse scacciare dalla Confederazlne. rimarremo aggrappati alla aua porta. L'alleanza del lavoro deve essere sostenuta ma non .'per*| determinare l'azione dei deputati in. Parlamento,, ma per coordinare l'azione delle masse, la sola che può dare insultati positivi. Non collaborazione in Parlamento, ma sciopero generale1 in piazza- ». Su quello che prssano essere i risultati, dello sciopero generale l'on. Repossi si dilunga a parlare. Lo sciopero generale deve avere un carattere politica, ed oggi lo avrebbe per il fatto che non vi' è una sola categoria che sia minacciata; ma tutte le categorie. E continua: c si dice che non può riuscire. Non è vero. Provate. Lo Stato si può ancora paralizzare. Il proletariato rappresenta il cuore della nazione; si può non lasciarlo pulsare. Le officine posscino essere chiuse, i campi disertati; l'industria rovina e i prodotti vengono a mancare. So-la borghesia non trova mezzo di sopprimere il movimento con la forza deve per forza cedere. Perche la borghesia debba 'cedere, è necessano che tutte le categorie di lavoratori restino inattivi ». E viene alla collaborazione. Dice ai confederazionisti : «La collaborazione non è possibile senza l'appoggio delle masse' questo appoggio noi tutti lo toglieremo. Vogliamo però credere che la maggioranza dei confederati non consentirà la collaborazione». Si sofferma ad esaminare le cause che consentircno lo sviluppo del movimento fascista e qualche rir. proverò, rivolge ai suoi amici ed a sè stesso e molti ai confederazionisti Non è. egli dice, la propaganda dei comunisti <ihe ha fatto sorgere il fascismo, ma l'azione social-comunista mirante ad intaccare il capitalo. E lo prova ili fatto che il fascismo- è sorto in quelle zone dove il capitale ora già stato intaccato. E ne deduce: ..Perchè la .situazione muti è necessaria un'azione diretta del proletariato, ma non delle battaglie parlamentari ». L'oratore della Direz. del Partito L'on. Giuliano Corsi pai-la per la direzione del partito socialista e come esponente della finzione massimalista; il concetto già esposto da Repassi del frammischiamento fra lotta economica e lotta politica, Corsi lo ripete, lo amplia, ne spiega le cause: « Il frammischiamento avviene per causa della crisi che travaglia le organizzazioni, il palleggiamento delle responsabilità, fra Confederazione e Partito nelle deliberazioni da prendere, ne-è la naturale conceguenza. Prima di vedere gli effetti bi-.jgna esaminare le cause». Definisce poi il fascismo: « E' la espressione della lotta di classe; se non ci fosse la crisi etonomica, se non infierisse la disoccupazione, se ci si trovasse in una situazione nur'inale, il fascismo non ci sarebbe. Al faoslsmo bisogna quindi guardare freddamente, prescindendo dai fatti sentimentali: perchè questi fatti verrebbero ad obbligare il Dartito a deviare dalla linea rigida fissata». E contir mia: .< 11 fascismo è lotta di classe: lo avevamo previsto, non dobbiamo stupircene; è un fenomeno nazionale, ma è anche un fenomeno internazionale: è reazione, e varia secondo le nazioni in cui si sviluppa ». Si addentra nell'argomento della collaborazione e si chiede: « I Sindacati si manifestano impotenti a difendersi contro la lotta di class* scatenata dall'- insurrezioni, fasciste. Quello che essi non possono fare, la Confederazione pretende possa farlo il Partito con l'azione parlamentare. Vediamo lo diverse tesi: I comunisti pretendono trovare una soluzione nello sciopero generale insurrezionale. E' possibile? Quanto si è udito ieri circa la preparaziono, fa pensare che possibile non sia. I confederazionisti chiedono al Partito di -.-o' gere un'azione parlamentare di vaìtfrizzazlone. Con quale diritto la richiesta? La Confederazione ha, con il Partito socialista un. patto di alleanza, ed ò in nome di questo patto che la Confederazione chiede al Partito di mutare la sua essenza. E' ujio sconfinamento. Collaborare come? Gli» esperimentiv che si sono fatti non incoraggiano molto a prendere, decisioni in questo senso. Collaborare, perchè? Per la libertà. La libertà, rosi come viene intesa, è la soppressione della volontà degli altri ». Voci: — Ed allora viva.il fascismo! {rumori, battibecchi vivacissimi, contrasti con l'oratore). Corsi: — Libertà, giustizia, eguaglianza, ecc., teoricamente sono parole vuote di contenuto. Non possiamo richiedere la libertà proprio a quelli che ci opprimono. -Mazzoni: — E allora definisci cos'è la forza. Corsi : — Definiscila tu. Con una lunga dissertazione. Corsi continua fra le interruzioni a dimostrare che l'azione parlamentare non potrà dare alcun utile risultato, essendo il movimento fascista diretto a sconvolgere le posizioni riformiste del partito. Salvi: — Ci dica, che cosa dobbiamo fare per salvare le organizzazioni? Corsi : — Si pretende con l'azione parlamentare di ridare alle organizzazioni le loro libertà. Quali libertà? La libertà di andare contro la borghesia, di sconvolgere lo Stato, forse? Voci: — Vogliamo la libertà di sciopero!... (ru7)iori). Corsi: — A dimostrare che la collaborazione non può dare quei frutti che si sperano sono concordi con noi i massimalisti non- che gli stessi collaborazionisti. Risogna tener conto della depressione delle masse e di quello che è lo spirito del proletariato. Abbiamo sempre svalorizzato l'azione parlamentare e il gruppo parlamentare, ed oggi vogliamo far credere che questo è l'unico sbocco per l'azione proletaria Continua poi : — Esaminato quello che vogliono gli altri, veniamo a dire quello che vogliamo noi. Abbiamo detto: resistere. Completiamo l'asserzione. Resistere sulle posizioni, ma non rinunziare a nessuna delle azioni che la classe lavoratrice può compiere, quando le può compiere. Non passività, ma animo pron o all'azione del momento e preparazione a quello che dovrà essere l'azione di domani. Ai massimalisti si Ghiede un programma; la Direzione del partito lo preparò un programma, e lo sottopose al gruppo parlamentare. Non si volle applicarlo per la preoccupazione della sola libertà. In quel programma si comprendono tutti- i problemi. Mazzoni {fra l'ilarità di tutta l'assemblea) ■. — Perfino la "riforma delle università, e ciò mentre si stava, prendendo le legnate ! Corsi : — Il programma della Direzione del partito di oggi è quello di allora; azione intensa, preparazione del domani mantenendosi sul terreno di sinistra. Chi intende collaborare si stacchi da noi, vada al Governo ma non chieda a noi un consenso che non daremo mail L'on. Reina Segue l'on. Reina, del Consiglio direttivo della Confederazione. Risponde per i confederazionisti agli oratori delle altre tendenze. Dice anzi tutto ai comunisti : — Avete affermato che i vostri quadri si sono migliorati. Può darsi. Quando i quadri delle organizzazioni sindacali si vanno svuotando la tendenza di sinistra ha sempre il sopravvento. Ma non è solo alle masse aderenti ai partiti che bisogna guardare. Bisogna ricordare che nei momenti di crisi e sofferenze la massa va sempre, verso chi fa più alta la voce. La storia si ripete. Fenomeni come, l'attuale se ne sono avuti parecchi nel movimento del proletariato italiano. Di fronte alla reazione di Stato di piazza, di fascisti e di carabinieri, la massa proletaria per disperazione e sempre andata verso la predicazione estrema. Si afferma che la Confederazione non ha un programma. Lasciatemi dire che nel dopo guerra nou vi fu in Italia che una sola voce saggia, e fu quella della Confederazione, Le Uniche conqmste positive furono sue. Se il partito avesse seguito la Confederazione non ci troveremmo forse nell'odierna situazione. Là Confederazione aveva un programma e 10 sosteneva Peppìno Rianchi, il programma della Costituente. Se lo si fosse eseguito, forse si sarebbe raggiunto quello che si raggiunse in Russia e proprio attraverso a quel primo esperimento. , , , •Vfferma che la fede nel socialismo è viva ancora nelle masse ed esclama: — Vediamo di non sciuparla un'altra volta. Tre soluzioni si presentano. La soluzione proposta dai comunisti, che ripete ancora una volta che coatro la borghesia coalizzata non vi è altro rimedio che la coalizione della massa proletaria e lo sciopero generale. Lo spe: ciuco non è, nuovo e non è specialità dei comunisti; De Ambris parlava anni fa come un comunista. Lo sciopero è come una rivoltella a sei colpi : bisogna spararli subito. Npi riformisti per principio non siamo contro lo sciopero generale. Fu un riformista, Pietro Chiesa che iniziò gli scioperi generali. E un'arma buona, ma il passato dimostra che bisogna usarla con prudenza, perchè se qual. che volta ha dato ottimi risultati talvolta si rivolge in un disastro. Credere pero che essa possa servire nel momento presente ed in una situazione angosciosa come quella di oggi a salvare le organizzazioni sarebbe un errore. Può essere adatta a risolvere una posizione minacciata, non a fare quell'opera di ricostruzione che è necessaria. La politi"dei pugni allo stomaco non è quella chei invogliamo seguire e non crediamo sia profìcua nel momento. Noi intendiamo collocarci con i più vicini rer salvare quanto è ancora salvabile e iniziare l'opera di ricostruzione. Accenna poi. dopo aver trattato di tendenza massimalista, al minacciato collegamento fra comunisti e massimalisti e lo depreca, in nome degli interessi della massn proletaria. Ai massimalisti dice: — Diffidate di queste lusinghe. Il partito comunista mira a staccarsi da noi, per portare la Confederazione nell'orbita del suo partito.. Il patto di alleana. col partito socialista, che noi sosteniamo e che vogliamo mantenere, verrebbe* da essi rotto per la formazione di un nuovo patto di alleanza fra Confederazione e il loro partito. Precisa quindi quali sono gli intenti dei confederazionisti e che cosa vo. gliono dare con la collaborazione, e giustifica l'atteggiamento della. Confederazione di fronte al partito. La Confederazione, afferma Reina, non ha voluto fare imposizioni ma ha presentato domande. E questo sta .nello spi-, rito del patto di alleanza. L'ordine del giorno Zirardini è chiaro e non consente equivoci. Lo ripetiamo qui: noi chiediamo alla direzione del partito di voler valorizzare l'opera del gruppo parlamentare. La Confederazione, e per essa i riformisti, non sono mai venuti meno al patto di alleanza col partito socialista e intendono rispettarlo, ma chiedono al partito i mezzi per difendere dalla reazione la massa proletaria. Con una .calorosa perorazione che fa prorompere l'assemblea in una ovazione calorosissima, l'on. Reina chiude il suo discorso. Sull'ordine dei lavori La seduta pomeridiana si inizia con qualohe ritardo. Sono annunziate riunioni di gruppo. Sembra che si stiano tentando delle intese Al voto non siamo ancora vicini, ma 11 momento degli approcci è venuto. Leggendo quanto scrive il direttore dell'ovanti i a commento della prima giornata del convegno, si sarebbe portati a 'ritenere che la tendenza confederazionalista, cioè dell'attuale comitato direttivo, resterà in minoranza e resterà sopraffatta dalle altre tendenze non collaborazioniste, facciano o non facciano il blocco. Queste previsioni di Serrati sono fatte con tale tono di sicurezza che si dovrebbe avere l'impressione che i suoi calcoli non sono sbagliati. « E' la Confederazione — scrive Serrati — che deve mutare il suo indirizzo. Il' partito rimane fedele a quelle che sono le sue direttive ». Ma u"uale sicurezza-della vittoria manifestano i confederazionalisti, i quali si ritengono ceni di avere la maggioranza assoluta. Presiede Azzario, il quale comunica che non vi è nessun iscritto a parlare. Dovrebbe parlare Raldesi, ma egli ha rinunziato. La discussione, dice il presidente, non mi sembra chiusa. Se qualcuno vuole parlare, si faccia avanti. Voci : — Ai voti ! Ai voti ! Chiusura Amedeo proponi che si facciano parlare due. oratori per ogni tendenza. {Rumori, ■inotcste). Azzario prega di specificare quante e quali sono le tendenze. Gli unitari sono invitati a riunirsi nella vicina saìetta. — Unitari siamo tutti ! Mesto chiede che sia inandato un voto di solidarietà ad Andria, assediata dai fascisti. Gatti non vuole più di.'-corsi. Afferma che di Mscorsi se ne sono gii tatti abbastanza. Non si sente di ascoltarne altri. Parli un solo oratore per tendenza e poi si passerà ai voti. Quello che questi rappresentanti delle diverse tendenze possono dire già lo si sa. La discussione prò e contro questa mozione SHJl'ordine del lavori si prolunga per un buon quarto d'ora, ma finisce con il ritiro deila proposta da parte di Amedeo e cosà si riprende la discussione. Collaborare senza le responsabilità del potere Ha la parola Marzotti, il quale parla a nome del gruppo centrista che vuote la collaborazione ma non l'andata al potere. Noi — dice Maizotti — non costituiamo- una tendenza, cosi non vogliamo fare discorsi- Intendiamo soltanto precisare le nostre id«?e. La mozione della Confederazione non ci persuade. Vi è la minaccia di faro pesare sul Partito la responsabilità della rottura del patto di Alleanza! e questo non lo vogliamo. Noi vogliamo la collaborazione ma non l'andata al potere. Uguale opposizione noi facciamo alla mozione massimalista: l'intransigenza noi non ci sentiamo di sottoscriverla. Condannare centoventi deputati a non faro nulla per mantenere semplicemente fede a dei dogfi ci sembra una cosa assurdo. Essa significa condannare l'intero gruppo parlamentare all'inazione assoluta ed allora tanto vale invitarlo a ritirarsi e ritirarsi non solo dal Parlamento ma anelile da tutti gli altri organismi politici e comunali. Dà poi lettura della mozione e riesce a mettere in allegala il congresso rilevando come la mozione dei centristi si avvicini tanto a quella dei confederazionalisti quanto a quella dei massimalisti. Queste constatazioni non salvano l'oratore da continue interruzioni. Segue l'on. Zirardini, accolto da grandi applausi e da grida di Viva Ferrara ! Vivali fratello di Andrea Costa I Zirardini si dichiara persuaso che la discussione naviga negli equivoci. Dice poi : '« L'ordine del giorno che ho presentato risponde od una necessità del momento. Esso tende a consentire ai deputati socialisti di appoggiare quel Ministero che dimostrerà sul serio di voler arginare la marea fascista c ridare la libertà. Questo appoggio, che si vuole consacrato, sarebbe già stato dato so si fosseo fatto un Ministero che avesse avuto un tale programma ». Ripete quanto costituisce la sostanza del suo ordine del giorno. Si dichiara per la collaborazione, ma contro la partecipazione al governo a ciò per diverse ragioni che espone. Per la politica estera anzitutto e per le illusioni che farebbe nascere nel proletariato, illusioni che non potrebbero realizzarsi. Sarebbe antipatico, — esclama — fare credere alle masse che si potranno realizzare tutte le conquiste per il solo fatto che i socialisti andassero al potere. I^e masse, anche se voi non glie lo diceste, lo crederebbero. Un'altra ragione contraria alla partecipazione diretta al potere consiste nel fatto che anche un governo del quale facessero parte i socialisti, potrebbe trovarsi, per un seguito di circostanze indipendenti dalla volontà degli uomini, a dover lottare contro il proletariato. Se verrà fuori un governo che darà la certezza di restaurare la.libertà per tutti, dichiara l'on. Zirardini, io l'appoggerò, pur affermando dt voler rimanere fedele alle tavole fondamentali... ' • Sei-rati: — Siamo ancora vivi malgrado vostro I Zirardini: — Volevo dire, malgrado le tavole della legge del Partito socialista. Il fascismo avanza e può realizzare dove vuolu se non si mette una potente diga e la diga non può essere rappresentata che dalla collaborazione... Afferma che i comunisti, nella loro mozione, sono conseguenti alle loro idee, mentre altrettanto non si può dire ùei massimalisti. Afferma che tutti i socialisti devono appogr 'are la Confederazione. Solo cesi si manterrà l'unità tra Partito e Confederazione. Serrati: — il primo'a non votare per la collaborazione dovresti essere tu. se si bada a quello che dici! Zirardini conclude dicendo che tutti i socialisti, in attesa delle deliberazioni del Congresso nazionale, devono badare a non lasciare isolata la- Confederazione. L'oratore dagli internazionalisti Guarnieri Ugo prende la parola per gli Internazionalisti. Comincia dicendo che i terzi internazionalisti sono pochi; cono una piccola fiamma. Renerò : — Parva favilla! {Ilarità). Guarnieri: — Siamo in pochi, ma malgrado ciò vogliamo dire Ghiaia il nostro pensiero. Per mio conto lo dico.- Preferisco andare coi comunisti, anziché colia Destra Questa dichiarazione solleva grandi clamori. Qualcuno grida: « Hanno già fatto il concordato! ». Serrati: — Dal suo punto di vista ha ragione! Guarnieri: — Piuttosto che andare al Governo coi borghesi, è meglio andare coi comunisti. Una voce rivolta a Serrati: — E voi che cosa farete? Serrati: — Ouando avremo la Confederazione tra le mani, vedremo noi che cosa bisognerà fare! Guarnieri: — La mia dichiarazione non consen<e equivoci. Abbiano gli altri uguale franchezza. Siamo da parecchi mesi sotto una cappa di piombo, che ci toglie ogni libertà di movimento. Non andiamo nè a destra nè a sinistra. Ciò disorienta il p'oleta-> riato e lo induce a pensare, che si bada più a discutere che ad organizzare una seria difesa. Vi sono due tendenze inconciliabili. Meglio vale la scissione. Ciascuno faccia la sua strada. Collaborare vuol dire dichiarare che il proletariafo non può liberarsi da se stesso e vuole cercare la difesa nella borghesia. Rertero: — Non fia mai! (Ilarità vivissima). Guarnieri: — Si parla, dapprima di sola collaborazione senza partecipazione al potere cioè appoggio e voto per il Governo migliare, poi si è accennato ad una collaborazione completa, cioè all'andata al potere. Io alla collaborazione sarei favorevole solo dopo che fossero tentate tutte le altre vie-, invece non se ne è tentata neppure una. Il proletariato ba ancora tanta forza combattiva {interruzioni e proteste). Sin dall'inizio della.reazione fascista si è cercata la difesa lesale. Argentina AltobelU : — Avete predicata la rivoluzione e non l'avete saputa fare. Guarnieri: — E' vero. Abbiamo tentato la rivoluzione, ma rimanendo inquadrati ne!l-direttive della lotta di classe, e. non abbiamo fatta la collaborazione (Rumori *c proteste). Rertero: — Non facendo la rivoluzione! {Risa). Guarnieri : — Abbiamo predicata la rivoluzione e la predichiamo ancora perchè il proletariato si prppari. l'ori: — Parli Maffl! Guarnieri: — Offnimo segue il naestro che meglio gli conviene! Viene poi a esaminare 1 grupni politici col quali i socialisti dovrebbero collaborare Collaborare con chi* Con Giolitti. che ha scafenato il fasclsmoi? [Interruzioni, rumori e proteste). rcdSntlacflUitndAClztldzetbs > l e Serrati, in unione ad altri: — Se si interrompe ce ne andremo I {Nuove interruzioni e clamori). Guarnieri) alpete dicepdo eh? tutti.' devono dire francamente il proprio pensiero.: Si deve mirare ad entrare nella terza Inter-, nazionale. Un massimalista Pace Furio parla per i massimalisti : — Da tutti i discorsi pronunziati dai confederazionalisti e dai centristi aion. è emerso quello' ohe noi attendevamo. Dopo l/cttt i dlscoisi, sociaiUVticamente non è venuto fuori nulla che giuslir flcasse l'atteggiamento della Confederazione. Un solo argomento è stato messo avanti : che i massimalisti sono nullisti; nulla fanno per trarre il proletariato dall'angosciosa sitiiazio-. ne in. cui si trova e ciò per il solo principio dell'intransigenza. Azzinienti ha detto che la Alleanza del Lavoro ha legato le mani alla Coittederazione. E' strano che questo legame lo senta soltanto per quanto riguarda l'Alleanza e non per quanto si riferisce al Partito contro cui insorge e fa insorgere il gruppo pftrlamenttare. L'Alleanza del Lavoro è svalutata dalla Confederazione del lavoro. Noi, massimalisti, non siamo i miracolisti della rivoluzione, ma neppure 1 miracoliistl della collaborazione. La Confederazione si è sposata a Livorno col Partito, ma mentre si legava, già pensava, restando coi riformisti, di fargli lo corna. iNon siamo dei nullisti. ma alla vostra fede nel riformismo noi opponiamo la fède, nelle idealità socialiste. Il mom£nlo odierno e doloroso, ina la storia non si fa. con soli episodi. I^a lotta di classe è guerra e non tutte le battaglie si vincono. Vi sono delle scoa> fitte inevitabili'. In questo momento, se siamo* soccombenti, non per questo dobbiamo rinùJV. , ziare a quelle che sono le nostre armi. Collaborando, voi, confederazionalisti, riuscirete for-,1l*se a segnare la fine del fascismo, ma inquadrerete nella borghesia le forze proletarie. Salvate le persone, ma compromettete il principio, quel principio per cui tutto il monda proletario ha inalberato la sua bandiera. Ilo fatta un'ipotesi, cioè che voi riuscirete à debellare il fascismo, ma siete poi ciu-ti di realizzare questo progetto? Nella collaboratone non vedete che rose. Badate, che vL sonò anT che sipine. L'on. Zirardini ha detto che égli è diventato favorevole alla collaborazione 'pejla fiducia di restaurare la.libertà. Zirardipi'è in buona fede.: Ma non cosi-.la pensano i destri. I destri accettano le idee di Zirardinii cnnie.il meno peggio.->.D'Aragona ..può dirc£" quali*.'-» cosa in proposito. Io nojo che si facevano già dei nomi di candidatl/jal Governo...>NeB?i .eventuali Governi dit coalizione i confederazionalisti' non- si acconterebbero di': semplici promesse!Sì sa già che l'on. Nitti, il quale è preannunziato come capo del futuro Governo, vorrebbe inquadrare il movimento proletarir» nell'economia borghese. Isoclalistl diventerebbero cosi i questurini del movimento proletario Manzoni: — E adesso facciamo l beccamorti! {Risate, commenti ed appSausi). Ti con-, sigilo di tornare a Ferrara e vedrai che nespole ! Serrati: — Si può fare i beccamorti involontariamente ma non 1 questurini volontariamente. Pace: — I metallurgici lottano e sono vivi. {Applausi). — Continua poi dicendo che con la collaborazione verrebbe ad essere infranto 11 movimento proletario. Zirardini : — Io ho sostenuto che non. si deve andare al Governo. Non facciamo gli oratori da strapazzo! S"-rati: — Avete già il ministero fattoi Pace : — D'Aragona non la pensa, cosi ! Mazzoni, rivolgendosi a Pace: — Discuti degli ordini del giorno e non delle opinioni delle persone. Io domando a te quante opinioni hai avuto. "Non me lo 6al dire. Poi, rivolto a Serrati: — Non fare l'avvocato delle cause sballate (Interruzioni viva* cissime). Devi capire. Pace, che si deve badare alle deliberazioni confederali é" non al parere dei singoli delegati! Gli uomini non sono marionette, che si possono muovere ai seconda del modo come si tirano i fili. . Serrati: — Non volete dire la verità! Qui si giuoca all'equivoco! "Mazzoni : — Non far parlare i tuoi portavoce. Parla tu (Nuove interruzioni e rumori). Pace prosegue, distinguendo le idee di Zirardini da quelle degli altri. Dice che tanto i popolari quanto i democratici di Giolitti e di Nitti chiederanno, per fare un Ministero di coalizione, che il partito socialista neghi la lotta di classe. Noi non siamo nullisti, invece voi, confederazionalisti. lo siete. Noi diciamo alla folla: questo periodo doloroso passerà: bisogna sopportarlo. Diciamo oggi quello che abbiamo detto durante là guerra, nella certezza che il domani ci avrebbe dato ragione. Resistete, attendete il momento in ^ cui sarà possibile rialzare il capo. Il, movi- ' mento fascista è artificioso, è già incrinato e passerà. Anche nelle zone martoriata dal fascismo qualche bagliore di rinascita delle organizzazioni già c'è. Perchè dobbiamo, per il presente, compromettere l'avvenire? Noi vogliamo restare socialisti. Piuttosto che andare a destra e consacrare la fine del movimento proletario, siamo disposti ad andare a sinistra e fare come fanno i comunisti (Questa dichiarazione suscita commenti vivacissimi). Il presidente comunica le deliberazioni della Commissione per la verifica dei poteri. Sino a domattina essa non potrà terminare i suoi lavori, perchè vi sono state varie contestazioni. Ogni vertenza però è stata appianata. Per oggi dunque non si potrà votare. L'oratore dei comunisti Parla quindi Vota per' i comunisti. SI compiace della chiarificazione che è venuta fuori dalla discussione. A Verona si sono taciute molte cose, troppe cose. A Genova si sono dette delle' verità. Il partito socialista ha fatto sentire la sua voce. Come cronacB, noi notiamo che i socialisti riformisti hanno delle idee precise. Essi sono venuti a Genova con un programma. I massimalisti no. I I massimalisti non rispondono a quella che è : l'attesa delle masse. Evitano la risposta con nuovi temporeggiamenti, tanto è vero che l'azione diretta non, la vogliono. Si dilunga' a spiegare che solo dall'Alleanza del Lavoro, che f confederazionalisti ritengono abbia gli assolto il suo compito a favore del proletariato, si può sperare un'azione in difesa delle masse lavoratrici. Non crede che la soluzione possa venire nè dalla tendenza di destra, nè da quella media, ma soltanto coll'azione generale di tutte le classi lavoratrici, collo sciopero generale, non da .farsi oggi o domani, ma quando si presenterà la occasione favorevole, quando le masse saranno pronte. Ma nel frattempo e! deve preparare la massa con una continua propaganda. Presenta la nins-one del comunista e ne dà lettura. I comunisti chiedono là convocazione di un congresso confederale per deliberare il distacco da Amsterdam e l'adesione all'Internazionale 4i Mosca: la denunzia del patto di Alleanza col Partito ! socialista che vincola la libertà della massima organizzazione proletaria. Affermano poi che non è possibile sperare da una partecipazione a governi borghesi di riavere quelle libertà che sono necessarie alle organizzazioni per mantenersi e svilupparsi e presentono un insieme di proposte da attuarsi come base per lo sciopero generale e chiedono siano rappre¬