Un pimo dibattito sulla collaborazione al Consiglio nazionale della Confederazione del Lavoro

Un pimo dibattito sulla collaborazione al Consiglio nazionale della Confederazione del Lavoro Un pimo dibattito sulla collaborazione al Consiglio nazionale della Confederazione del Lavoro La proposta dei òomunisti di invitare altri partiti è respinta - Il bilancio della Confederazione tocca il milione - D'Aragona espone la 'tesi confederale - Riformisti, massimalisti e comunisti saggiano il terreno della lotta - La rappresentante dei contadini si dichiara per la collaborazione - Battibecchi e qualche vivo incidente nell'assemblea. (Dal nostro inviato speciale) GENOVA, 3, notte. (G. M.) Il Convegno nazionale della Confederazione generale del lavoro che doveva aprirsi alle 10, si apre un'ora più tardi. 11 Teatro del Popolo si affolla lentamente e quando la Segreteria sale sul palcoscenico e dichiara aperto il Consiglio, del teatro è occupata solo la platea ; l'unica galleria rimane vuota, li teatro è decorato graziosamente con palme. Sul rjalcoseenico con la presidenza si trovano gli stenografi e la segreteria. Ai giornalisti è riservato il posto dell'orchestra, Della segreteria confederale sono presenti, con '""Aragona, Azimonti, Magliona, Bonelli, Prejalmini. Dei deputati gli onorevoli D'Aragona, Macchi, Dugoni, Sardelli, Ramella, Floor, Binotti, Campanini, Viotti, Baglioni, Repossi, Corsi, Mazzoni, Quaglino. La Direzione del partito socialista è- rappresentata da- Fioreliat Corso e Serrati-^Sano rappresentate lo Federazioni tipografi, edili, cariai, lavoratori dello Stato, zuccherieri, lavoratori della terra, infermieri, ferrovieri .secondari e litograti. Fra gli organizzatori notiamo Belelli, Reina, Bensì. Caporali, Tasca, Ferrari, Ogliaro, Bruno, ecc. Una proposta dei comunisti Il saluto ai convenuti al Consiglio nazionale a nome del proletariato genovese viene portato da Clodoaldo Binotti, segretario della Camera deli lavoro locale. Ricorda Del Buono e commemora Peppino Bianchi. Afferma che il proletariato genovese vuole l'azione. Chiede che si combatta con tutte le masse, nessuna eccettuata, contro la reazione. Il proletariato genovese vuol fare qualcosa per uscire della morta gora con una azione unitaria e multiforme. Di questa sua volontà ne ha dato prova, colmando i solchi che dividevano le fila socialiste. Azione unitaria, ma fuori di ogni tentennamento, anche a costo di spezzare qualche legame. Repossi parla a nome dei comunisti : presenta un ordine del giorno col quale si chiede che prima di iniziare la discussione vengano convocati telegraficamente il Comitato nazionale dell'alleanza' del lavoro, una delegazione di tutti gli organismi nazionali ad essa aderenti ed una delegazione dei seguenti partiti politici : anarchico, socialista, repubblicano e comunista, e ciò perchè il Convegno venga a rappresentare l'espressione del fronte unico proletario e tutti portino il contributo alla lotta comune per la difesa della classe lavoratrice. Fiorito, segretario del partito socialista, porta.il saluto del partito. Si nomina in seguito la presidenza che risulta cosi composta: Presidenti: Clodoaldo Binotti, Ernesto Ghezzi, Paolo Campi e Azzario ; Segretari : Simonini, Beratto, Lo Presti e Michelangeli. Per la verifica dei poteri vengono chiamati : Brigati, Rinaldi, Franciosi, Ogliaro, Pescarolo, Angelo Bugatto, .Ugo Guamieri, Roveda e Cavarotti. Sull'ordine del giorno, presentato da Repossi, parla D'Aragona, rilevando che quanto viene richiesto con esso rientra nei termiai dalla questione generale e deve seguire alla discussione sulla relazione morale. Prega, quindi, di rimandare la presentazione a suo tempo. Repossi,insiste. Monicelli nota che prima di diramare gli inviti ai rappresentanti dei partiti il Consiglio deve precisare quali sono lé sue decisioni. D'Aragona replica: Si tratta del Consiglio nazionale, il quale ha un suo ordine di lavori da svolgere ed alla discussione non possono prendere parte che i membri del Consiglio. Ultimata la discussione il Consiglio vedrà quello che conviene fare: o estendere o non estendere gli inviti. Repossi dice che la richiesta tende a far guadagnare tempo. E' inteso che nella discussione sulla relazione morale non possono parlare che i membri del Consiglio. Oliando si discuterà sulla difesa proletaria sarà troppo tardi per estendere gli inviti. Sulla ' proposta parlano .ancora Zirardini conno, e Azzariò prò. D'Aragona ripete che non si tratta di pronunziarsi prò o contro, ma di dire ben chiaro che alla discussione non possono partecipare che i membri del Consiglio. Quindi il Consiglio dovrà porsi la sua deliberazione precisa, quello che intende fare; trattare, discutere, indicare. Per quanto riguarda gli invili ai partiti politici Una cosa bisogna che sia riaffermata: che la Confederazione ha un patto di alleanza col panilo socialista e questo solo rappresenta per essa la classe, operaia {Applausi), Repossi: — In altre riunioni si sono fatti degli inviti. Il presidente pone ai voti 1 ordine del giorno Repossi, che è respinto. Rimane in-, teso che di inviti, se del cauo, si parlerà dopo che il Consiglio avrà preso le sue deliberazioni. La relazione finanziaria Tomassini fa in seguito la relazione finanziaria. Il contributo che le organizzazioni danno alla Confederazione è di circa settecentomila lire fra tessere e marchette; il bilancio si aggira sul milione. All'esposizione finanziaria seguono dichiarazioni di rappresentanti di Camere del lavoro che protestano perchè sono stati loro tolti dei voti per ritardi di pagamenti. E nasce un incidente fra il rappresentante della Camera del lavoro di Bologna e alcuni comunisti per le accuse di distrazione di fondi. L'incidente si appiana dopo diverse dichiarazioni di Gamelero. èd altri, ed un vivace scambio di invettive da parte di diversi membri deL. Consiglio. L'incidente si trasforma in una discussione personale, a proposito dell'opera di Bucco e Nicola Cilla, ex-segretario della Camera del lavoro di Imola. Si torna, alla relazione finanziaria e fanno dichiarazioni il relatore e il segretario D'Aragona. Repossi informa che i comunisti si astengono dalla votazione. La relazione finanziaria è approvata e la discussione rinviata al pomeriggio. La relazione morale La seduta pomeridiana si apre alle 15. Presiede Campi che dà subito la parola al segretario generale per la relazione morale. D'Aragona inizii dicendo che siccome la relazione è stata distribuita stampata, non -ne «darà lettura.-. Limiterà, la sua esposizione alla parte ultima Iella relazione, che riguarda l'azione di difesa delle organizzazioni. Ricojrda i deliberati di Verona e quanto inutilmente venne fatto per la difesa delle organizzazioni in armonia a tali deliberata. Accenna alle invocazioni delle organizzazioni maggiormente colpite dal fascismo per un efficace intervento. Viene a parlare, dei mezzi di difesa. Esaminai rsultati che potrebbe avere un'azione diretta sulla massa o con uno sciopero generale o con moti insurrezionali, e nota che lo sciopero generale non darebbe alcun risultato e l'insurrezione metterebbe contro il proletariato non il solo fascismo, ma l'intera forza dello Stato. Scartate queste due possibilità — dice D'Aragona — non rimane che la valorizzazione della forza parlamentare. In tale sep-.,o il Comitato direttivo della Confederazione ha agito chiedendo alla Direzione del partito di voler acconsentire a che il gruppo parlamentare socialista svolga in seno al Parlamento un'azione che miri a ridare alle organizzazioni la libertà necessaria per vivere e svilupparsi. Fa poi la cronistoria di quelli che sono i rapporti tra Confederazione e partito, mettendo in rilievo che la Confederazione è rimasta nell'orbita del patto di alleanza, e che non usurpa i poteri del partito, ma si limita a chiedere alla direzione del partito di voler provvedere alla difesa delle organizzazioni o con la valorizzazione della forza parlamentare o con quella qualunque attira azione ritenuta migliore, ma tale da raggiungere i medesimi intenti. E' noto che la Direzione si limitò a ritenere sconsigliabile la collaborazione, ma non trovò altra soluzione. La Direzione si limitò ad affermare essere necessario resistere sulle posizioni. Ma le posizioni ad una ad una vengono scrollate; perchè resistano bisogna puntellarle, sostenerle. Mancata l'adesione della. Direzione del partito, il Comitato direttivo della Confederazione senti la necessità di convocare il Consiglio nazionale per udirne il parere e averne le direttive. Dirà il Consiglio se il Comitato direttivo è su falsa strada e se ve ne esiste una migliore. Polemizza poi con l'opposizione anticipandone le critiche. Se lo sciopero generale fosse un'arma buona, nonesiterebbe _ad adoperarla. Non bada ai mezzi, ma al fine. La collaborazione, si dice, è pericolosa: può darsi. Al Comitato direttivo della Confederazione è parsa l'unica arma possibile, in un .momento eccezionale come questo, per difendere la libertà di organizzazione. Se vi sono armi migliori, si metteranno fuori. Qui non deve farsi questione di tendenze; di tendenze si parlerà al congresso socialista; oui si tratta di precisare quali sono i mezzi più opportuni per la difesa dei sindacati, quale è l'azione che si deve consigliare al partito socialista per ottenere la libertà di cui i sindacati hanno bisogno. Conclude augurando che il dibattito sia sereno ed inspirato al bene del proletariato {Applausi.). Bruno propone che i due comma dell'ordine del giorno, relazione morale e difesa dei sindacati, siano uniti in uno solOi La proposta non trova opposizione, ma per addentellati apre una discussione sui limiti della collaborazione. Voci: — E allora parli il rappresentante del partito. Fuori gli accusati. Guarnieri Ugo: — I pareri possono avvicinarsi, ma D'Aragona deve dichiarare che cosa intende per collaborazione: i modi, la forma e il tempo. Fiorino chiede si apra la discussione e non si contenta di parlare domani. Dopo brevi dichiarazioni del presidente, prende la parola Bruno della Federazione del Libro. Personalmente concorda eoll'ordine del giorno zirardini, cioè valorizzazione delle forze parlamentari, ma come rappresentante della massa organizzata, dichiara che la difesa deve essere latta con tutti i mezzi, anche colla collaborazione, ma non unicamente con essa. La collaborazione, dice presenta dei pericoli e la Confederazione, mettendosi su questa via, deve agire con prudenza. I popolari, flagellati anch'essi dal fascismo, possono oggi collaborare con noi, ma quando le nostre organizzazioni rifiorissero, ritornerebbero ad essere i peggiori nemici, peggiori degli stessi fascisti. Monicelli insiste perchè la discussione venga aperta dal rappresentante della direzione del partito. 11 congresso è chiamato a giudicare del conflitto tra il partitoVe 1* Confederazione. Udita la voce della Confederazione, si deve ora sentire la voce del partito. Se non può parlare Fiorino perchè malato, parli qualche altro. 11 presidente prega Fiorino di prendere la parola. L'oratore della Direzione del Partito La cronaca fatta da D'Aragona — dice questi — è esatta, ma la sua coloritura è disfattista. Dalla sua narrazione viene fuori un partito socialista che non vede che rinunzie ad ogni azione e che non cerca che di esimersi da ogni intervento. Non è cosi. Ogni partito ha un patrimonio ideale che non si può toccare. Concedere quanto richiedeva la Confederazione significava, per la direzione del partito, uscire dai limiti postidalie sue idealità e dall'ultimo congresso. E' verissimo che dalle regioni martoriate dal fascismo non vengono che inviti alla collaborazione, ma è anche vero che, dopo avere richiesta la valorizzazione dell'azione parlamentai*, la Confederazione è giunta a chiedere l'entrata del gruppo parlamentare socialista nel giuoco delle competizioni parlamentari, cioè mandare i socialisti al potere. La direzionerei partto socialista si è trovata nel bivio: per la difesa degli uomini sacrificare il partito. Ammettere la collaborazione significava rinunziare al patrimonio ideologico, annullare e cancellare tutto il passato e ciò per superare un primo esperimento, sia pure doloroso, di offensiva borghese. Si è predicato alle masse che la borghesia doveva essere "abbattuta colla forza ed alla prima, insurrezione di questa sorge il consiglio di ripiegare. Gli uomini possono cedere, i partiti no. Entrare nel giuoco delle competizioni parlamentari significa distruggere l'essenza del partito. . ' ; Voci : — Si è collaborato altre volte 1 Fioritto: — Si sono votate leggi, ma non appoggiato ministeri! Fiorillo: — Non rinvanglnamo la stona. Riconosciamo lo nostre ferite. Illustra quanto ha fatto la direzione del partito. Rileva che il dissidio sul metodo non è di oggi e lo dimostrano le dichiarazioni di D'Aragona sulla rivoluzione, alla quale egli ha detto di non credere. E' una vecchia persuasione questa sua. ., . Tasca: — Avete finito coll'accorgervene! Fioritto: — Non è qui che dobbiamo giustificare la nostra azione e specialmente di fronte ai comunisti! . ■ Tasca: — Lo avete sostenuto sino a ieri! Fioritto: — Avevamo un mandato e lo abbiamo assolto. Accenna quindi all'alleanza del lavoro. Rappresenta un'arma, egli dice, e non deve essere abbandonata. Sino a quando l'alleanza dovrà durare questo deve essere il suo compito. Non è in un Consiglio nazionale che si può discutere di questo argomento. E' questione di uomini, e non di programma. La Confederazione è legata al patto di alleanza col partito socialista. Essa può proporre delle direttive. Sta al partito vedere se rientrano in quelle che sono le sue finalità e ciò nei limiti fìssati dalle assise nazionali. Conclude dichiarando che il partito socialista non vuole prestarsi al gioco borghese, che si risolverebbe in una delusione ed in un danno per il proletariato. L'alleanza del lavoro Azzimonti parla per precisare come sorse l'alleanza del lavoro e come essa venne costituita. L'alleanza fu all'inizio, egli dice, solo un'intesa tra i lavoratori dipendenti dallo Stato. Si allargò in seguito per la constatazione che la reazione fascista investiva tutte le organizzazioni. I partiti politici vennero interpellati. Essi approvarono la costituzione dell'alleanzn ma consigliarono di limitarne l'appartenenza alle organizzazioni sindacali. Dall'alleanza del lavoro si sperù venisse fuori, l'unità delle masse proletarie. Ma questo intento non riuscì. 1 ferrovieri, per il loro criterio di autonomia, dichiararono la loro solidarietà per determinati movimenti di difesa, ma affermarono di essere contrari alla costituzione dell'unità proletaria. Fallito questo grande proposito, *si cercò di formare un programma unico di difesa delle pubbliche libertà., delle otto ore e delle posizioni conquistate. Quali i mezzi di realizzazione? Si concordò di procedere colla massima cautela per non creare nuove illusioni e la rinascita del miracolismo. Si affidò alle organizzazioni locali l'appianamento dei dissidi tra le varie forze lavoratrici. E il Comitato centrale si assunse il compito di pensare all'organizzazione di una manifestazione nazionale intesa a ridare la libertà alle organizzazioni. Si esaminò la proposta dei comunisti di offcituare lo sciopero generale e la si scartò, perchè si ritenne che essa avrebbe servito a scatenare più viva la reazione. Scartata questa proposta, si penso ad un altro piano sul quale venne richiesto il parere delle Direzioni dei partiti politici. Le risposte pervenute furono tali che il Comitato centrale dovette finire col convincersi che quel piano non era consigliabile perchè la massa non era sufficientemente preparata. Rinviata a tempo migliore la realizzazione di questa proposta, • si pensò ad un'altra manifestazione, ma l'intervento del parlilo comunista mandò a vuoto anche questa proposta. Repossi: — Credi prudente la presenza dei giornalisti a questa discussione? AzzimontJ : — Dirò quello che si può dire. Precisa poi la portata dell'intervento i munista, che colla creazione dell'organisi dell'alleanza mirava a creare l'unità pi letaria all'infuori «lei sindacati. E ne ' duce: quanto chiedevano i comunisti uri contro quella che era la volontà dei 1 dacati e servi a disorientare le masse, oggi credono e s'illudono che l'alleanza lavoro possa intervenire nelle competizi. economiche, mentre essa non può: Intel jarsi di questioni economiche se non que è richiesta dagli organismi centrali ad aderenti. Mette quindi in evidenza la situazione cui si trova la Confederazione in seno [alleanza. Vincolata al partito socialista Confederazione non può seguire i'elleam nelle sue deliberazioni di carattere politi! senza prima avere consultato il partito e r resta ignorata. Conclude poi dichiarando c> per il moménto nessun partito ha presentato, un piano concreto di azióne. Si sono fatte! affermazioni, ma di positivo nulla. L'AHean-J contonsuòata 31 partiti ^ulla potrà fare Dibattito di tendenze Voci : — Si giuoca a scarica barili 1 Azzimonti: - Questo Consiglio non è ili Consiglio della Confederazione, ma il oon-ì grosso di due partiti e di varie tendenze. Sei tutti invece quanti sono qui badassero'sole agli interessi sindacali si dovrebbe essere conseguenti alle deliberazioni di Verona « approvare l'opera della Confederazione noi yuol dire formulare un programma. Fiorito ha dichiarato che non fa distinzione tra -M varie forme di collaborazione. Si collabori ugualmente astenendosi dal voto come vd tando. Argentina Altobelli: — La medaglietta già mia collaborazione. Repossi: — Noi Azzimonti: — La collaborazione accettai tutto o nega tutto. Castità assoluta o... . $ L Zagnim : — La valorizzazione chiediamù'* non la collaborazione! . , Azzimonti : — L'ostruzionismo è anche una forma di collaborazione. Non so se cosi l'in-1 tendete voi, ma se così è, dovete dirlo La / collaborazione è già nel paese un fatto compiuto. Le masse socialiste collaborano coi popolari é col repubblicani. . Voci: — Ma colle rappresentanze bcrgh<§>i no. Azzimonti: — Anche se il fatto non è vero è un sintomo della necessità del momento,. Le masse intendono che devono ' realizzarea Il Consiglio deve dire qual'è l'opera fauivaa che la Confederazione del Lavoro deve con? piere. Basta colle teorie! * ''■- ' Oratori comunisti Repossi illustra l'opera del comunisti in seno all'Alleanza del Lavoro e ripresenta la mozione presentata in mattinata perchè si invitino al congresso la rappresentanza dell'Alleanza del Lavoro e quelle dei partiti politici ad essa aderenti.. Anche in questa ripresentazione la mozione è respinta. Ravazzoli, comunista, ripete quanto già ' disse Repossi e cioè che al Consiglio dov*» . vano essere rappresentate tutte le masse ót* ganizzate. Si tratta di prendere una deliberazione che interessa lutto il proletariato tutto 11 proletariato doveva essere rapprese, tato. Ad ogni modo, è necessario che- del gali delle varie tendenze si esprimano chi ramente. Due sono le tendenze che hanno programma preciso: la riformista e la munista. La terza, quella che è rapprew tata dagli aderenti del gruppo detto dell Terza Internazionale, è oscillante e non si jL bene cosa voglia. Ricorda le deliberazioni B» Verona e le conseguenze che se ne ebbero di continua depressione delle classi lavoratrici. E passa a precisare, in contrasto alle direttive della Confederazione, quelle che sono le direttive comuniste. Riformisti e massimalisti, dice, vogliono valorizzare lo Stato, riconoscendo che lo Stato borghese può fidare la libertà al proletariato. Collo sciopero \ generale noi vogliamo superare In teoria del \. caso per caso per venire alle massime realizzazioni proletarie. Qui si ha uri breve intermezzo occupato dà battibecchi vivacissimi tra socialisti e comunisti. Si scambiano ingiure ed il nresiym dente riesce a fatica a ristabilire la calma. Quando l'Oratore può riprendere, afferma''" che il fascismo è un'arma della borghesia, N ma la borghesia di bep altre armi dispone. Bisogna toglierle una dopo l'altra, ma strappargliele tutte. Non è collaborando con essa che si giungerà alla rivoluzione. Lo si vede £ in Germania e nel Belgio. Alla rlvoluzroHe si giunge solo seguendo la Russia. Si diffonde a parlare dell'Alleanza del lavoroni conclude invitando i massimalisti ad ea£er, franchi. « Noi sappiamo cosa vogliono/i riformisti e li comprendiamo. Cniedianip ai massimalisti uguale franchezza. I massimalisti devono dire qual'è il loro mezzo *i azione » {Applausi dei comunisti). F L'oratrice dei lavoratori della tetra Argentina Altobelli parla ^er la-Ferjernzioue dei lavoratori della tèrra, l'organismo che fece maggiori pressioni sulla Confederazione in senso collaborazionista; Dice ch.i prima della guerra la Federazione aveva da 200 a 250 mila soci. Dopo la guerra, és.«n ebbe un milione di soci; oggi, dopo laguen— della reazione, siamo tornati a poco più a

Luoghi citati: Belgio, Bologna, Genova, Germania, Imola, Russia, Verona