La discussione sulla politica del Governo

La discussione sulla politica del Governo La discussione sulla politica del Governo In difesa della libertà parlamentare - Il discorso deìl'on. Pirolini Una dichiarazione dell'onorevole Giolitti Roma, 20, notte. L'aula è affollatissima fin dall'inizio della seduta. I deputati presenti sono circa quattrocento. Von. Giolitti è anche Oggi al suo poeto. Prima che incominci la sedute l'on. Modigliani entra nell'aula molto salutato e festeg- £!aito dal suoi colleghi del gruppo socialista, a signora Modigliani assiste dalla tribuna delle famiglie del deputati. r~ limcitVofoldi Gio bacusi decogiotenpetutci a Per la libertà della tribuna parlamentare. Appena finita la lettura del processo verbale, chieda la parola l'on .CELESIA. Egli intende rispondere alla dichiarazione fatta .tori 6ul processo verbale dall'on. Bovettl intorno all'incidente redativo alile acque del Tanaro nella seduta del 17 dicembre; ma l'on. Ole si a parla anzitutto del fatto Modigliani. Egli dice: 7^^éirf^!x\^,mi°l fatto personale adconsenta Et Cannerà che esprima tutta la mia simpatia all'on. Modigliani e tutta da nostra deplorazione per l'aggressione che egli ieri . laera ha subito. Giunga all'on.. Modigliani la fosincera deplorazione dell'accaduto anche da coparte di noi che apparteniamo al fascio di trodifesa nazionale e che siamo uniti per una ricf.rlm6*erKlc^^?1fot£JP JrruerrÌV <Hfoci, a*l> Gu&gcSnrnoir^KH 52Sa™s? mXùM Ifigenia)6 Tanto*W noi *Mbb& ^protestare in quanto che simili ^rappresentano una menomazione della nostra 25libertà legislativa ed una falsificazione del ^nostro pensiero politico. Noi potremo promm- I*dare in quest'aula parole vivaci, è véro ma £aabbiamo il diritto di veder riconosciuto che. °qualunque sia il nostro linguaggio esso è animato dal desiderio di servire la patria 5 (Approvazioni). Di tali aggressioni tutti! pos- d,esiamo essere vittima ed anche io, che vi parlo, £1ho sperimentato, sia pure in altra forma, le Carmi che furono usate contro l'on. Modigliani, fifaKer^ impaziente, .non lo segue e rumoreggia. « Ri ferendomi poi — aggiunge J'on (Slesia — ad • alcuno dichiarazioni fatte ieri à mio riguardo rrodall'on. Bovetti, affermo che nel mio discorso Gdi martedì non intesi affatto di alludere a 9 questioni regionali o personali e trattai una oequestione di carattere assolutamente camerale mQuanto alla derivazione di acque pubbliche caHa quale accennò l'on. Bovetti affermo di y°essermene fatto patrocinatore nell'interesse L della mia regione, li che è perfettamente le- gittlmo, cosi come 'legìttima è l'opposizione 'omossami dal collega nell'interesse della re- 110gione che rappresenifa. Protesto infine viva- oamente contro l'accusa sparsasi fuori dell'aula 1?parlamentare di essere congiunto delle persone CInteressate alla concessione di quella forza Ridrica e affermo cine «ale aocusa è completa- Bmente falsa» (Approvazioni al centro e a CCdestra). vBOVETTI, per fatto personale, riconferma c^l'esattezza di quanto ebbe a dichiarare nella nseduta di ieri e ripete che la derivazione di &tìJ^^$^?^ Smenti). Il processo verbale è approvato. teìfluJ , LSnn„^SCnT ?,nla=3uale n0n vra per" cosonale, ha alluso ad un fatto grave: l'aggres- asione di cui ieri sera fu vittima lon. Modi- dghani mentre era in compagnia della sua tdistinta signora. Il sentimento unanime di toquesta assemblea non può non stigmatizzare ccerti fatti di brutale violenza che, per il loro 7stesso ripetersi, sembrano l'indice di un cri- nminoso quanto insensato proposito di atten- etare alla libertà della tribuna parlamentare m(Applausi). Son certo che non vi sarà alcuno Mqua dentro, e fra le persone sensate neppure m•nel paese, che non deplori simili eccessi, turpi ine sediziosi (approvazioni), che offuschereb- i bero se non fossero isolati, la fama di edu- vcazione civile di cui il nostro popolo ò giù- sstamente geloso (Vive approvazioni). La pre- P«Hrion7-i in ntpno accordo con l'assemblea, HHonlnrn'p rnnrtanna Tonerà dei facinoTosie re i. Tutta la Camera applaude a queste parole difese 'nffiate1 p^KpSe X9-k^,0J&£ Jffi33!t? - Sai^SietePP^cei'i'- rAi Srfia^i v? hi fatto ^ii e1 aggressione di^todigliani vi ha fatto p a- fere. - Ur a a^ destra doje si gnda ai sccia- }}&l\L~ BU&dI^LmboseIu^^anchf in oue ^^L^nfi m?Ti»A ^PtnriaVuti «rifa ^t^[C°l honii-( - à stete degU imbolati dS^^-^WtaJSita^AnrA ^virilMé^ ^^^Ì^^^Sì^ Sdella Camera, anzi, appena avuta conoscenza senza del ripetersi di incidenti, i quali pos- sono essere interpretati oome offesa alla li- bera espressione del pensiero degli onorevoli dermtati nell'esercizio del loro mandato, credo min ■ dovere richiamare l'attenzione dell'E. V. siina gravità che, in tale Ipotesi, gli incidenti etèsii vengono ad assumere affinchè l'E. V. voglia Prendere que i provvedimenti che siano Xàci a tmelare la prerogaUva parlamentare. icaci a luieiare ub_ (vlvlssimi ap. — Il presidente: Marcora » plausi). • . rampra. annlaude e- I socialismi, mentre la Camer^ctffi" Mar- ficlamano ironicamente: - U-^^«e ffi cora ha capito miele*era il suo g^'gfcS* ZIADEI rivolto f Piente •tette®P^ tei ha ES*V&éSS!^*l$WM ieri. GRAa ZIADEI- — Credevo che recasse la data del maggio "1915 delle giornate •. di maggio.^rità vivissima). Turatile Beltrami. - uravo Graziadei ì'ha 4ette_glUfl«* <^ir"°k/Nati DENTE: - ^ Mwcom aveva anche aiior Dichiarazione di Orlando. II PRESIDENTE DEL CONSIGLIO domanda di parlare e dice: « Devo esprimere la mia più profonda riprovazione e indignazione Più viva per l'incidente accaduto all'on- Modi- Kliatit riprovazione e indignazione tanto più sentitè per le circostanze nelle quali è av- venuto il fatto. Ho ricevuto la lettera dei Presidente della Camera ed è superfluo after- mare che credo mio dovere procedere energi- camente contro 1 colpevoli. Ho già dato di- 6posizloni per tutelare il mandato parlamen- tare ma non è colpa mia 6e la malvagità di propositi prevale sulle garanzie che io posso dare (T'oef a Sinistra: La stampa! La stam- pa1) ORLANDO: Questi fatti fanno pensare al grave pericolo di cui si rendono responsabili coloro che li scatenano. (Applausi vivissimi), Prego la Camera ed i Partiti di considerare che c'è una questione ancora più alta, che in q esto momento e un assoluto dovere, ed è la c ciplina del paese, senza la quale non sl r .ò combattere e vincere la guerra (Applausi ci torosi ed Insistenti da tutti i settori. Ap-r vude anche l'on. Giolitti). i'on. TURATI chiede la parola e dice chean l'avrebbe presa 6e al fatto non fossetòta data questa pubblicità. • Il fatto non èni enorme: il collega Modigliani è qui belloi vegeto. Il fatto non ebbe altro seguito nèaravi conseguenze; tuttavia coi 6odeSlatt al limitiamo a constatare ohe le violenze si eser-1 precitano soltanto contro di noi. Ciò e naturale. Voi da due anni e mezzo avete scatenato le folle contro di noi, senza dauci la possibilità di difenderci. E' di ieri l'epicodio del Piccolo Giornale d'Italia che vi addita, parlo di voi. o signori — esclama IPon. Turati rivolto ai banchi del giolvttiant — come gli uomini a cui ti nemico guarda e confida ». I glolittiani' si agitano. Dai banchi di Destra i deputati del fascio di difesa nazionale gridano in coto: E' vero! E' verol TURATI: m questi giorni si va parlando di congiure, di accordi tenebrosi, di macchinazioni offenbachiane e. persino, di liste di proscrizione. Non só se tutto ciò sia vero, non lo oredo. Ma se ciò fosse, ci difenderemo da noi e ci penseranno altri a difenderci. A noi basta di avere seminato; ad"a^To7óherà "d'i raccogliere, » . . .... - . saluto alla legione ozeoo-slovaooa. . lARCA' segnala con vivo compiacilmenito la formazione di una legione Czeco-slovacca Per combattere insieme con le truppe allea/te con tro gai Imperi Centrali. E ricordando che oggi ricorre l'anniversario dell'eroico sacrificio di Guglielmo Oberdan (applausi) dichiara che m^b'WSSjss t&SrJSSÀ ^c,hè 1a ^a, che gli Alleati combattono, ^nla im^Im1^MC0i-ric^nosClm^0 pie?° 258?» 1!b^rtà e dell'indipendenza dele nazio- ^ilta' '?EZuflLÌ,ono ■f^Ì0o^t.?JL^d,e8:li rP I*ri centrali (Applausi). PRESIDENTE: - La £amcT.a si associa ai sentimenti espressi dat °»n- p,er la formazione del nuovo eser- Czeco"<slovacco e se ne compiace come 5 ,-.un e varra a cooperare al trionfo d,eUa causa della giustizia delQa guerra che £1J Alleati combattono contro gli Imperi Centrali. (Approvazioni), fin politica del Governo r, , • opo alcu:ne oomimemoirazioni alle ore 15 si rrorende la discussione sulle comunicazioni del Govei,no «d ha la parola l'on. PIROL1NI, il 9 1 parla dall'estrema destra in mezzo al oePu<ati del fascio di difesa nazionale. Co mincia 001 rilevare che, se nel nostro paese cè airl|Cora una mano nera, che agisce a fa y°!le ùeel1 lmPeri contraili, ciò dipende dal L 0 cne P*3" «w'aaril la Germania dominò vera Paa*an* «> Italia Di cionseguenza, fu 'or"0 del Gw*m°. °he dichiarò la guerra il 11011 av€ra ristretto subito il cordone ombeii oaÈe' 0116 ^ Berlino, attraverso le industrie e 1? banche di Miiamo, giungeva a Roma, nella Camera, negli uffici ed in Vaticano. Ricorda Rne 11 Consiglio di amministrazione della Banca Commerciale fu sino a poco tempo fa CCflnPosto di tedeschi e di austriaci. Il Go verno doveva immediataimente tagliare tutti c^eipimti di contatto, che ci univano all'eco noi5la 66 SS ^«strte. tedesca. L'oratore non •<388?l!§8&2! foretto di libertà con STenera iggSS. »kQ K tedéSSé. dlóooMes.^^Mr^^^^ " commercio vivesse nella nazione alleata e fosse - alle dirette dipendenze dello Stato Maggiore e - del Kaiser. Ricorda come sin dal 1870 Bismarck a tenesse .grandemente a quest'esercito prepara i tore della guerra. Passando all'Italia, dice e che allo scoppio della guerra vi erano tra noi o 72 mila tedeschi. Egli ha fatto un'indagine e - ne dà conto. A Roma c'erano la scuola tedesca - ed il Circolo artistico tedesco. Sono stati chiusi e ma non requisiti. In un palazzo di via Due o Macelli l'appartamento del signor Muller rie mane chiuso, ma è inatto. Nelle scuole ancora i insegnano professori tedeschi. Qui si rifugiano - i tedeschi e le tedesche che erano sulla ri- vitm. Ne sono stati denunciati trecento, ma - senza .alcun risultato lì dlreUore ed il pre- Pretorio del .Park Hotel» e del «Metropole , Hotel » e del « Vittoria» sono stati in grande e intimità all'Ambasciata d'Austria. Internali e arande amica di Cavallini <>hV~ vfvan'rt e Xrf TrouT V Camera séguf Venume i'- razioin<! cne riguarda i proprietari, i direttori i e* « personale dei grandi alberghi di Roma a- indi ,, sl deUe ln. a- fluenze fesche nei giornali e si intrattiene e subito sul " Po^° Romano», di cui rifa la a storia del redattore austriaco Ciftair e ti del!a &ua siPnom e deg» aIt'ri corrispondenti di ^ornali esteri. L'on. Pirolinl dice che un ^ SSJf cf^e e^HVia ed^com6 a {^fogro dtìte còrora?^d™Snt ^Manl ^ s- Mons. Gerlaoh e la valigia diplomatica, i- Pirolinl continuando s'occupa del Vaticano li ed accenna al capo della guardia svizzera, o che acousa di fare opera di vero spionaggio V. e legge un brano di lettera rinvenuto nel ce- ti stino, nel quale vi .sono frasi ambigue che V. $ prestano a fare nascere molti sospetti. Cosi no df.nilgzla l«P**J\ alcuni sacerdoti addetti e. ^^?g«ànda Fide. Ricorda l'opera di pon- p. signor Gerlach che, pur avendo ottenuto il conOnatdi docallgliproPto revBula Sfocolchsi riggiamamaPapqupustaLUstaPBuruchegcoanCaPrDamnoMtremanobemtiblofasapodechniIttitano(MavlinaareecaLcchmrasmslascsddnnsgrsitdcqcliddtMLCVpermesso allo scoppio della guerra di rimanere e- in"e>rnato in Vaticano, usef liberamente esì r- Kcò P^^rio a visitare madame Calllaux duffi rante 11 suo soggiorno romano e poi la rivide * nel villino del comm. Pacelli fuori Porta San ha Pan.<>razio. Al ricevimento vi erano mons. PaAa °«ai e mons. Tedescumi el Caillaux in Italia L'on. Pirolini, continuando, dice che non vo g, spiega perchè gj ^ accompagnare ti al!a frontiera il famoso monsignor Gerlach. r LMmmunita diplomatica non poteva coprire u. tervenuti ai pranzi della marchesa Ricci, il da lustrando la flsonomia di ognuno di essi. Spieia Bi quale fosse il piano di Caillaux, inteso a iù separare la Francia e l'Italia dall'Inghilterra e di- dice che chi ha documenti contro questo sipiù gnore li deve portare all'Ufficio di investigaav- ztone della polizia. Dal duello Clemenceaudei caillaux dipende forse la sorte della guerra er- europea. E' necessario quindi che anche da gi- parte nostra si cooperi perchè Clemenceau di- riesca ad abbattere il suo avversario. Accenna en- all'affondamento della Leonardo da Vinci e di dice di sentirsi lieto di avere rilevato in sesso duta segreta il nome di quell'ufficiale che gli m- aveva detto di avere visto l'ing. Lorenzo al d'Adda da quelle parti nei giorni della sven bili tura. Quell'ufficiale è stato punito e ne < mi), dolente., perchè non era stato l'ufficiale ad are informarlo, ma 6 stato l'on. Pirolini che ha in insistito per avere_ delle informazioni. Osser la va che Cavallini si era servite dvlla viva ami sl cizia col comm. Vlgliani. ex-direttore gene usi rale della P S. per avere i passaporti per VeAp- stero. Afferma che l'ex-deputato on. Mare sca aveva saputo nei giorni in cu! Caillaux che era a Roma dall'ex on. Bninicardi che Cai! sse laux stesso era venuto in Italia per svolgere n è il .plano che aveva ideato. Lamenta che l'arello resto di Cavallini sia avvenuto solo quando nè la Francia lo ha richiesto. (ORLANDO: Non al è verol Non • verol), li Paese ha avuto l'im- pressione che Cavallini sia stato arrestato per n n K ^ e e k e i e a i e a o a ee e li rt e ri a n. e a e ti n m6 ^ conto della Francia. ORLANDO: Cavallini era sorvegliato e pedinato ancora prima che in Francia si parlasse di scandali. Io, man mano che raccoglievo documenti a carico di Cavallini, li comunicavo all'autorità giudiziaria militare perchè scegliesse U momento giusto per giudicarlo. (Approvazioni). » , L'ex-deputato Buonanno. PIROLINI: Prendo volentieri atto di quanto mi dice 11 Presidente del Consiglio. L'onorevole Pirolinl parla quindi deU'ex-deputato Buonanno e della società da lui costituita per la pubblicazione del Bollettino Internazionale. Sfogliando questo Bollettino si trova un articolo dell'on. Luigi Luzzatti. (L'on. Luzzatti. che è presso il settore di Destra a pochi passi dell'oratore, dice; — Non ho mai scritto una riga per quel giornale, sono stato saccheggiato.! Sono stato derubato 1 (Ilarità). Non ho mai parlato col signor Buonanno, e non ho mai avuto rapporti con lui). PIROLINI : Non dico che lei lo abbia fatto apposta.... LUZATTI: Ma io non ho mai letto quél giornale! PIROLINI dice che un giornale pubblicava che il bollettino dell'on. Buonanno stampava articoli dell'on. ' Luigi Luzzatti. LUZZATTI: Le dirò, on. Pirolini, da dove è stato rubato quell'articolo. » PIROLINI, proseguendo, dice die il signor Buonanno non è soltanto un mascalzone che ruba articoli dell'on. Luzzatti. (Ohi Oh!). Dice che, esaminando il Bolletitno, si vede come egli facesse della reclame a delle specialità, come ad esempio, si rileva un articolo per un anestetico per i feriti di guerra del quale Cavallini aveva preso il brevetto in Francia. Proseguendo, si domanda come mai il generale Dallolio non abbia rimosso da segretario della mobilitazione industriale il maggiore Toniolo, notissimo rappresentante di ditte tedesche a Milano. (Voci dall'Estrema Sinistra: E Pontremoli?) Pirolini continua dicendo che il maggiore Toniolo ha scritto in riviste germanoflle. Il generale Daillollo queste cose dovrebbe conoscerle. Il Toniolo si occupa di argomenti gravi, svolgendo opinioni pure discutibili, ma che acquistano un particolare valore in certi momenti. L'oratore accenna infatti ad articoli del Toniolo. in cui è detto che sarebbe assurdo chiudere,commercialmente le porte di casa agli Imperi Centrali e si parla dei dazi doganali, mentre è nota la campagna che fa la Germania in questo senso. Il Toniolo aveva per segretario un tale nato in Italia ma da genitori tedeschi. L'oratore continua dicendo che certo Moriondi, rappresentante di case tedesche a Parigi, è diventato nostro rappresentante commerciale a Berna (MONTI-GUARNIERI : Però l'unico figlio, che aveva, è mutilato 1 Voci: Non importa!) Pm: lini insiste nel mettere in luce gli inconve nienti della presenza del maggiore Toniolo alla mobilitazione industriale e del Moriondi a Berna. Continua a parlare della mancata requisizione del cotone, deplorando che, non essendo stata fatta .tale requisizione, molto cotone è stato imboscato in Italia e quindi, attraverso la Svizzera, è passato in Germania. L'on. Pirolini continua citando numerosi casi consimili ed una ridda di nomi e di vicende che stanca l'oratore e anche un poco la Camera. L'on. Pirolini, che parla da oltre un'ora, chiede Ai riposarsi ed il Presidente sospende la seduta. L'aula rimane affollatasi ma e le conversazioni sono assordanti. Il Presidente rientra nell'aula ed alle 17,40 riapre la seduta. Quattrocento deputati sono presenti. L'on. Giolitti è sempre al suo posto accanto agli onorevoli Facta e Cimati. Il Banoo « Nast Kolb ». Riprende la parola l'on. PIROLINI, il quale si occupa del Banco Nast Kolb in Roma e dice: — Un'Inchiesta ordinata dall'on. Salan. dra non approdò a nulla. Le indagini awe nute in seguilo da parte del susseguente Mi ntetero rilevarono come quel Banoo avesse speso nelle poche settimane precedenti alla guerra ben qua'ttro milioni e durante il periodo della neutralità ben undici milioni della sua attività finanziaria. Il Governo spinga le indagini per sapere come furono spesi 1 quattrini dail Banco Nast Kolb. Sl parla cosi spesso dei milioni di Bollo pascià che non è difficile che si possano trovare informazioni utili in quel Banco intorno allo scandolo che preoccupa oggi l'opinione pubblica. Si lamenta che la P. S. non abbia agito con sufficiente energia in alcuni cast di disfattismo. Vi sono del disfattisti in tuSte le rilassi sociali. Gita il caso del conte Barghetiti di Bergamo che fa continuamente della propaganda disfattista. C\MERONI: — E' un sindaco del mio Collegio. L'ho stigmatizzato e lo stigmatizzo innanzi alla Camera (applausi a Desira). PIROLINI : — A Vicenza un giornale cattolico... SCHIAVON: — Quale? Quale? Dica il nome. PIROLINI: — NpddsmclinapsqdpdagmcomVRehrdctsiNLriMhaLpptnttp e e e . e a a e o e n e a el o n\o. a A — — Non lo so, ma glie i taJ9 sapere... fa propaganda natoriame.!^^ la La propaganda .„ nemlc, NAVA CESARE : — Parli ^«j- e non della eccezione I cattolicM^H^taSS di essere buoni patrioti. &CHrJrrt^r _ N si diffami un partito. PI«OIJNIVSTv-™SP mostrare ohe il nemico ha agiw tutti 1 campi; non ha comperato nè il pai, lista nè quello cattolico. (Voci alI'Estr^-g^ nisira: Meno male!). PIROLINI: — , b agito ln modo da premere su alcuni IndV. j per raggiungere i suol scopi nefandi. Del*, sto, senza prevenzioni, noi tutti sappiane quanto hanno fatto per la guerre i cattolici di fede sincera L'oratore .parla poi della prò. paganda contro l'Inghilterra, della situazione delle borse dopo Caporetto. Invita il Governo j a sorvegliare oerte valigie diplomatiche e legge una ordinanza tedesca contro gli italiani rimasti di là del Piave e costretti a lavorare a colpi di bastone. Uomini, donne e bambini sono obbligati al più duri lavori sorvegliati continuamente fustigati da agenti tedeschi (.commenti). Voci: — Gli amici di Grosso-Campana! PIROLINI : —- L'on. GrossouCampana non deve essere solo accusare della versione falsa che ha dato del caso occorso al nostro collega Glrardini. L'ufficiale, che scrisse su un giornale di Pinerolo contro Grosso-Campana, è s"iato condannato al carcere {impressione, commenti). PIETRAVALLE: — La mia interrogazione sul!'on. Grosso-Campana merita una risposta immediata {approvazioni, commentii. PIROLINI si occupa dei profughi e lamenta "che Luigi Luzzatti abbia detto che Milano farebbe la rivoluzione se gfli mandassero altri profughi. iI.UZZATTI protesta: — Mi fu riferito che a Milano i profughi erano troppi ed io allora ho provveduto che tutta l'Italia nord e sud apra le braccia a quei nostri fratelli. PIROLINI: >— Milano ha un cuore troppo generoso per ricusare i nostri fratelli profughi. Il deputato repubblicano si occupa dell'Istituto internazionale d'agricoltura, che ritardava la pubblicazione del dati sulla produzione granaria (l'on. Capello, presidente dell'Istituto internazionale dì agricoltura, domanda la parola); delle spie del litorale genovese, lamentando che impacci burocratici agevolino l'opera del nemico. Cita ad esempio il fatto di una nave^cisterna che portava benzina, la quale è stata silurata all'altezza di Varazze. Il comandante della nave per salvare il carico chiese aiuto alla vicina Capitaneria, ma il comandante del porto ha sentito la necessità di chiedere istruzioni a Roma (rumori e commenti) agevolando così la perdita del carico e della nave. 'Altre due navi cariche di petrolio, per difficoltà di scarico, sono state inandate da Genova a Spezia, esponendole a nuove insidie (Impressioni; commenti prolungati). L'oratore si occupa quindi diffusamente del « Corriere del Friuli », il giornale di don Pagani, che prima venne sequestrato dal Comando Supremo e poi soppresso dal Papa. Giornali, giornalisti, salvacondotti. PIROLINI, proseguendo, parla delle adunanze avvenute ad Udine sotto gli occhi del Comando Supremo. Dice che don Pagani all'indomani di Tina di queste adunanze, nella qua le erano state esaminate le direttive del giornaie, fu ricevuto dal generale Porro, il Corriere, com'è noto, venne sospeso e poi sop. presso dal Papa. Questa soppressione deve essere stata una manovra abile. Il collega Ci. riani, allora sotto le armi, ha rifiutato di difendere il Corriere del Friuli. CIRI ANI: Domando la parola! (Rumori!, CAMERONI: Ho rifiutato anch'Io che non sono ufficiale. (Applausi). PIROLINI denunzia quindi un fatto che dice essere molto grave: duecentocinquanta cittadini andavano e venivano da Udine e ricevevano salvacondotti dal Comando Supremo. Scorrazzavano nelle retrovie e nella, zona delle operazioni. Qualcuno si recò a de nunziare 11 fatto al comandante della piazza di Udine, esponendogli 1 sospetti che esso suscitava, ma il colonnello D'Alessandro, ogni volte che gli parlavano di queste persone, diceva che non poteva occuparsi di esse perchè ciò non lo riguardava. Voci: Questa è una requisitoria contro il Comando, Supremo! PRAMPOLINI: Questa è l'opera del vostro Cadorna! PIROLINI: Noi difendiamo la Patria contro tutti. Generale ALFIERI, ministro della Guerra: — Mi riservo di esaminare quanto afferma l'on. Pirolini, PIROLINI: Sull'attività di queste duecentocinquanta persone è bene che il Governo sappia qualche cosa. Se ci sono responsabilità, non abbia riguardi per alcuno. (Approvazioni vivissime) L'oratore, continuando, denunzia il caso del direttore del giornale 71 pomeriggio, di Venezia. Questo signore, il professore Trapanese, tentò una volta di varcare la frontiera con un passaporto falso, ma fu fermato alla fron tltrncotavi(Cspdequchsitagaoe'mflltotcc j a a a d o a i a . o l à me o, e ori, unona rrp. e i. ioo po nUo la, e di ie va iò iMa! ro a: ma opà, ni el ee, on n tlera stessa. Egli però faceva spesso viaggiare tra l'Italia e la Svizzera la sua amante, cosa nota negli ambienti parlamentari. (Ilarità, commenti). Voci: Chi è?) PIROLINI : Quel tale era in rapporti col nostro collega on. Tovini, deputato cattolico, che non vedo qui. (Commenti vivissimi). L'on. Tovtni si è recato spesso In Isvizzera ed in Francia. L'autorità deve sapere qualche cosa intorno all'attività di questo direttore di giornale e della sua amante, che è già stata arrestata. L'amante di quel signore è molto nota nell'ambiente parlamentare. Queste parole suscitano un'ilarità prolungata nell'assemblea. Tutti si guardano Intorno oer chiedersi: chi l'ha conosciuta? Molti do'mandano: Chi è? Chi è? P-v Ancora I fatti di Torino. l'asetA grusigconona è etortorlolneLeomorevI qcorrislittvusendevioco quacca dapreDCai gsuronPdi littcondelintneliae o a, n. e. di ul rto ro o; d ni tà natdi di n a tò f>tangtf4NI: Il nome non importa. Poi, corilogico0' afferma cne. secando lui, il nesso tare e il?16 tra la Presente situazione mitili fatti di *toostrà2Iané di donne a Milano ed to testualm'no. PIROLINI dice a questo puntone esige*?: A mio avviso, una. connespronunziato d.Tonno, il discorso Falcioni aa CotS\oWIji a Cuneo, il discorso la venuta in Itali*0 Provinciale di Novara e so [rumori aWEsM membri del Soviet rusche Torino è città ti?)- Bisogna riconoscere ra. EDOARDO DANiEfja,contraria alla guersogna confondere una Non è vero! Non bicon la grande .maggiorariicmazajdelia <m PIROLINI: Prendo atto disila cittì stessa! ne, ma ho i miei dubbi su^ta dichiarazio. Daneo. CiterO un fatto : il cor^nto dice 1 on. proponeva di espletare una propa?arbavaTa » tipa tra gli operai nelle grandi ?da, patriaFiat ed espresse tale desiderio arme ueua gnelli. Ma quando tornò dall'Agnelli 71™- A' una risposta, questi gli disse che gli ^re non volevano che lui andasse nella falera' a fare propaganda per la guerra perchè nóca ritenevano opportuna. Del resto si sa a ™ rino ohe il prefetto Verdinois aveva awertak l'on. Orlando che la situazione di Torino era^grave. L'on. Orlando fa cenni di stupore. L'o-[ norevole Compans mi ha raccontato che l'on. Orlando gli aveva detto di avere ricevuto dal prefetto gravi rapporti. Io mi sono recato a Torino per fare un'inchiesta sulla condotta dei socialisti ed ho parlato oan molte persone. SCIORATI: Lei ha parlato soltanto col segretario Bonfanti del questore e quindi è ripartito. PIROLINI: Parlad col segretario del questore, che mi disse che rapporti importanti erano stati spediti a Roma e parlai anche con altre persone. SCIORATI : La polizia di Torino era timorosa. Aspettava l'aiuto dei saldati..PIROLINI continua citando casi di propaganda contro la guerra che si esercitava a Torino. Parla del sabotaggio compiuto dai molinl nel mese dei disordini. (I socialisti urlano). Se foste onesti del tutto dovreste riconoscere l'esattezza di questi fatti. Queste parole scalenano una tempeste sui banchi dei socialisti. MOniGLLVNI : Lei si ricordi della settimana rossa! MAZZOLAMI : hr settimana rossa fu una follia comune a tu, i i/artiti. Avvisaglie di Incidenti. PIROLINI: — So che del resto voi socialisti siete spesso vittime di movimenti che non sono da voi provocati. PRAMPOLINI e BEL. TRAMI urlando: — Ma ohe cosa dice? Evviva Zimmerwald! PIROLINI: — La prova di ciò che dico sta nel fatto che voi siete accusati dai dirigenti del vostro partito di non essere abbastanza disfattisti. PRAMPOLINI: — Ma che disfattisti! Non dite sciocchezze! E' tempo di finirla, con queste bestialità! Nasce un vivace incidente tra gli onorevoli Dugoni e Maz. zolani che oggi siede a destra L'on. PIROLINI continua affermando che inopportunamente l'on. Bentini nel suo discorso ha accusato un collega di avere avuto denaro da Bolo pascià. Sta invece che alcuni socialisti fanno opera di assistenza maggiore di alcuni cattivi interventisti. Cosi pure — continua l'on. Pirolini — non si dica a Carlo Bazzi che egli ha ricevuto denaro dal nemico. MODIGLIANI: — Però ditegli di non eccitare la guerra civile! Dite a Bazzi di non mandare circolari che eccitano alla guerra civile! L'oratore continua accennando alla coincidenza del discorso Niiti col ritorno a Roma dell'on. Giolitti. Ricorda un'adunanza tenuta da alcuni elementi, die dice neutralisti, nella casa dell'on. Giordano. GIORDANO: — Domando la parola! PIROLINI: — E' opportuno anche ricordare che il discorso di Enrico Ferri alla Camera fu pub blicato nel « Popolo Romano ». So che molte cose di quel discorso furono mandate ai giornali nemici. FERRI ENRICO: — Vi sono gli atti parlamentari che non sono segreti. BENTINI : — Manderanno anche il tuo ai nemici e chissà oome essi rideranno! PIROLINI: — Non si capisce poi come i glolittiani, ■ che pure hanno votato la guerra, facciano propaganda contro di essa Soltanto l'on. Giolitti non ha voluto la guerra ed è venuto qui dopo la disfatta (Commenti e rumori). MODIGLIANI : — Lo avete minacciato di morte! ALESSIO: — Ma chi è contrario alla guerra? Una frase temeraria. L'on. PIROLINI riprende il suo discorso e comincia con queste parole: — Caillaux, il Giolitti della Francia... A queste parole la sinistra ed alcuni deputati che* sono dietro il banco del Governo insorgono contro l'on. Pirolini al quale gridano: — Ma che cosa dice? Lei non sa quello che sl dica! Alcuni gli gridano: — Mascalzone! Lei è in mala fede! Alla sinistra l'agitazione si fa sempre più vivace e minacciosa, tanto che l'on. Pirolini deve sospendere il suo discorso. Tra coloro che protestano contro la frase dell'on. Pirolini vi e pure l'on. Fradeletto, che siede nel banco ac canto all'on. Giolitti, nella parte opposta della scaletta. Ad un certo punto l'on. Faelli to,piedi, mentre l'on. Pirolini cerca di riprendere il discorso, urla: — Non parli più! Non parli più se prima non ha ritirato la sua frase. Il grido viene ripetuto da tutta la sinistra, che investe il deputato repubblicano con grida di mascalzone, mascalzone ed altre ingiurie de' genere. L'on. Eugenio Rossi fa per avvicinarsi al banco di destra da cui parla l'on. Pirolini, ma viene ricondotto a sinistra dal questore on. Di Bugnano, il quale si dà un gran da fare per sedare il tumulto. Un tumulto — La seduta è sospesa. La Destra sostiene l'on. Pirolini con grande vivacità, onde si teme che da un momento all'altro si venga alle mani tra i due settori della Camera. Raramente la passione politica ha agitato più profondamente un'aula parlamentare. Ad un certo punto, l'on. CAME RONI. in piedi, urla alle due parti: » Pen sate che l'Italia è di tutti e sopra tutti ». Il grido dell'on. Cameroni viene accolto ed applaudito, ma è una breve parentesi della tranquillità. Dalla Sinistra si torna a gridare contro l'on. Piroliai numerose ingiurie Qualcuno urla: « Agente provocatore! ». L'on. Giolitti, che è stato presente a tutta la seduta, assiste impassibile al tumulto che gli si a^i ta intorno. L'on. Giolitti. ad un certo punto, fa un cenno al questore, cn. Di Bugnano quale gli si avvicina e gli dice brevi parole Subito dopo fa l'atto di domandare la parola e si alza in piedi, applaudito vivamente da tutta !a Sinistra. Ma la Destra i^rotesui vivamente e vivacemente, urlar.do: «No deve finire prima Pirolini. Non si deve ir.te.rrom pere il discorso di un deputate ». Si riaccende vivacissimo il tumulto fra le due pani con tendenti. II. presidente, non riuscendo, malgrado i suoi sforzi, a sedarlo, abbandona ia poltrona preaideazlale ed esce dall'aula, .Neifnsc"Pmvlpmvn l'aula i deputati vociferano convulsamente. I settori di Sinistra sono aTfollati e vivacissimi. A Destra, Intorno all'on. Ptrolini. si è raggruppato tutto il fascio. Il presidente del Coni, siglio, presso la porticina di Destra, discuto con alcuni deputati, mentre, più lontano, gli onorevoli Martini, Basimi e DI Cesarò stanno a conversare coll'on. Sonnino. La confusione è enorme. I deputati socialisti sono tutti intorno all'on. Prampollnl. raggruppati nel settore di Estrema. L'on. Nitta. il generale Dallolio ed altri cercano di ricondurre la calma nel settore di Destra, mentre gli onorevoli Leonardo Bianchi, Pasqualino Vassallo. Sclmonefllli, Giordano ed altri parlano coll'onorevole Giolitti, che è in piedi al suo posto. I questori, onorevoli Di Bugnano e Guglielmi. . corrono da una parte all'ai tra. dell aula per ristabilire una certa trapjuillità. L'on Giolitti fa cenni di calma. Si capisce che egli vuole far parlare l'on. Pirolini. In questo senso difattt lo vcdla.no adoperarsi presso i deputati che gli star-no attorno e nei settori/ vioinì. .Ad un certo punto, l'on. Pirolini stanco ed affaticato, esce dall'aula. Poco dopo t questori, onorevoli Di Bugnano e Guglielmi, accorrono presso l'on. Giolitti, e gli dicono, a quanto si può capire, la decisione presa dall'on. Pirolinl. che è stato a parlare col presidente del Conteiglio. fuori dell'aula. Pirolinl rettifica. Dopo circa ve-itl minuti, durante i quali la Camera sl è abbandonata a vivaci Incidenti, i gruppetti rientrano e l'on. Marcora sale al suo posto e dice: — Ha 'la parola l'on Pironini. PTROLINT dichiara che non era suo pensiero di lanciare accuse personali contro l'on. Giolitti. Riferendosi ad atteggiamenti politici e constatando che la guerra ha diviso gli animi delle assemblee politiche d'i quasi tutti i paesi, intendeva soltanto trame la conclusione della necessità di dire apertamente al popolo italiano, che tanti sacrifici ha compiuto, che la k a^rra^jerna, vera sfida di (tutto il mondo o-[ n. al a ei e. ereti n no Ida o. el Se eeti. na fu sti on L. va iò ati re Ma po viaz. NI te un à. di n— ce— le! he ua iti da die no. O il ub lte orgli N e on ure da ha la NI : — e il si il Pice? grilla e e soro e ac ella pieere arli Il che di de' rsi ni, ore da anensetpoula ME en Il apella are ualGiouta, a^i nto, ole pante esui eve om cencon mal ia .Nei- file contro 11 germanismo, non può finire nc-manovre parlamentari. Ormai la 6ituaziose 1 mondo è scissa ln due campi e quindi che o divisione vi è. essa non può essere (Vivi a la Germania o contro la Germania. alVEstreausi a Destra; rumori a Sinistra e Sinistra). "X^one di Giolitti Prendo aito con i, di viva attenzione) r —> ioni dell'on. Pirotìfsfaztone delle dichiaramia persona. DicMarV' quanto riguarda la vista politico, non accVfà che, dal, punto di lui fatta per una raaionelo- similitudine da perchè io non ho mai sostèfamentale e cioè mai una pace separata nè 4 e non sosterrò non &ia di lealtà assoluta versìiasi atto che vissirae approvazioni). Mì sl pei alleali non altro a titolo di anzianità, tfl voi. se alla Camera che Quando il nemico e'wrdare il Parlamento deve dare spettacolo dVaese, e non di discordia. (Vivissimi applausi).'one PRESIDENTE : — La Camera sarà con riconoscente all'on. Giolitti per questo suo v bile appello. {Vivissime approvazioni). Daneo sui fatti di Torino DANEO : —- Ho chiesto ila parola per un fatto personale sorto quando l'on. Plroiini, ritornando sui fatti di Torino e sulle responsabilità, che ormai mi parevano oltrepassate per cose ben più gravi e fatti più recenti, che avrebbero dovuto condurre tutti ad un sentimento di concorlia e dd unità nazionale, ha creduto di accusare Torino di mancatio patriottismo e di essere stata l'unica città italiana nella quale rimase l'opposizione aliai guerra. (Voci dei socialisti: — Cali 11 fitto ai suoi inquilini!). DANEO: — Ora, mi permetta, on. Piroiini, di dirle che ciò non è solo una cosa oltrepassata, ma anche Inesatta. Non bisogna confondere Torino con le poche migliaia di scioperanti di agosto, come non bisgna confondere Milano cogli scioperanti del mese di maggio. Assolutamente si fa torto accusando una città, il cui patriottismo tradizionale non è venuto meno In questa circostanza e che in tutte le occasioni, dalla sottoscrizione per le famiglie dei comoatteritè sino alle accoglienze meravigliosamente fraterne fatte alle truppe alleate ohe attraversavano Torino, provò ohe il suo sentimento non è mutato e che risponde egualmente nell'ora in cui la Patria ha bisogno della concordia di tutti l cittadini. L'on. Piirollni ha cercato se nei fatti di Torino vi fossero delle responsabilità nella politica del Ministero degli interni di allora. A me pare ohe la cosa sia armai più che oltrepassata, ma gli errori di incertezza' della politica interna di allora si spiegano col fatto che si aveva la fede di poter calcolare sulla forza conciliatrice degli elementi parlamentari del partito socialista. Ora, queste forze concillatirlci, se anche — oome non dubito — erano nella volontà del ramponanti della de putazione socialista della città di Torino e della regione, non era più nella possibilità del loro esercizio. Quale fosse la propaganda, che si faceva allora, lo ha detto un discorso fatto al Consiglio provinciale il 18 agósto alla pre. senza e sotto la presidenza dell'on. BoselU; lo ha detto un consigliere provinciale cne si levò allora dioendo che al soldati al fronte non rimaneva più che fuggire o- disertare. Questa era la propaganda... (Vivissime proteste ed interruzioni. Rumori dell'estrema sinistra. Commenti prolungati). SCIORATI: — Si procura un alibi lei che è deputato! DANEO : — Erano presenti parecchi coueghi (Interruzioni all'estrema Sinistra; rumori vivissimi; oommenti). 10 accetto il rimprovero, perchè per me è un vanto e dichiaro che dopo, anche tra le masse operaie (rumori vivissimi all'estrema sinistra), ormai si è fatta strada la convinzione della necessità della difesa nazionale (Rumori ed interruzioni all'estrema sinistra). Tutte le classi di Torino sono unite in un solo sentimento e non si confondono con quella parte di Torino che è... (Interruzioni e rumori vivissimi all'estrema. I rumori sono tali che impediscono di udire le ultime parole della dichiarazione dell'on. Daneo. I socialisti urlano in coro. Voci dei socialisti: — Lei non rappresenta Torino!)., Altre rettifiche al discorso Pirolinl. CAPPELLI, rilevando anch'agli una frase del discorso Pirolini, afjarina che il personale dell'Istituto internazionale d'agricoltura è tutto quanto degno della massima fiducia, e che se tra gli impiegati provvisori assunti grazie alle loro conoscenze delle lingue straniere, qualcuno dette luogo a sospetto, la1» Presidenza dell'Istituto non mancò di fare il suo dovere. Quanto alle comunicazioni delle statistiche della nostra produzione, osserva che l'Istituto si limita a pubblicare quelle che gii vengono fornite dal Governo, il quale è il solo a giudicare se convenga o no di renderle di pubblica ragione (Approvazioni a Sinistra), GRAZIADEI. par tatto personale, protesta che l'on. Pirolinl abbia ne' suo discorso fatto 11 nome di una contessa Graziadei. Se l'onorevole Pirolini ha inteso alludere a sua madre, osserva, a parte la poca convenienza di portare nomi di signore alla tribuna, che la madre sua. mona or è un anno, ebbe abbreviati ! suoi giorni dalle fatiche sostenute nel1 assistere negli ospedali dd Roma i feriti di --erra (Applausi a Sinistra). £XROUàU (itab&an ab* eaii ai 4 Untata A