Le nostre truppe continuano ad afforzarsi sulle posizioni di resistenza

Le nostre truppe continuano ad afforzarsi sulle posizioni di resistenza Le nostre truppe continuano ad afforzarsi sulle posizioni di resistenza COMANDO SUPREMO, 9. Le truppe continuano ad affluire e ad afforzarsi sulle posizioni prescelte per la resistenza. Le retroguardie ed i riparti di copertura proseguono, valorosi ed instancabili, a trattenere VavVersarlo* DIAZ. 11 raccorciamento del fronte i ii Avevamo già avuto occasione di notare i— scrivo il critico militalo d"! Corriere Vicentino — che la brusca svoliti del Tnjgltameiito da Tolmezzo allo sue sorgenti ■scopriva il nosl.ro fianco sinistrò, per cui l'evacuazione della Carnia si rendeva inevitabile. Dovendo abbandonare la linea del (Tàglia mento, abbisognava innanzitutto Sprovvedere alla rettifica delia fronte più '(difficile, quella cioò che s'impiglia tra" le (alte montfigue della Cernia e del Cadore, 'perché ivi il movimento di grandi masse '« reso più ardito che nella pianura. Difatti e noto che solamente due grandi vie conteiungono la Gamia al Cadore, quella ilei Mauria (ni. i1298) c quella di Sappada (tri. Q292)'': sono due valichi alpini più alti del .Pian delle Fugazzc. La strada nazionale .'della Mauria fra la Stazione per la Carnia. <e Pieve di Cadore ha uno sviluppo di, 88 'chilometri, dei quali 60 in territorio carnico, in costante salita, io il resto in discesa sul versante della Piave. La strada provinciale di Sappada, delta anche di Corto, 'o di Monte Croce di Gomelieo, si stacca .'da quella nazionale del Mauria presso il .ponto sul Degano, è lunga 36' chilometri lino a Granvilia di Sappada, dot quali 31 jiri- Gamia. Questa prima della guerra, nel 'suo tratto più alto, eia di difficile transito, ima con la guerra era stata migliorata, e queste due grandi arterie «ratio anche stante sussidiate da altri tronchi camionabili: tuttavia trattandosi di regione alpina e di grandi masse da spostare, l'esserci ormai moì disimpegnati lassù dal nemico, ronde più regolare, e più ordinato ii nostro ripie gamento dalle prealpi oamiche sopra Por dc-none e Sacile fino alle bareno della lagu «a di Caorle. ; « Su questo tratto della nostra fronte -nobile il Bollettino di ieri (? coir.) accennava a S. Vito al 'ragliamento: eri oggi alla Livenza. A S. Vito gli intrepidi granatieri del Cengia e del S. Michele hanno reso più arduo il passaggio del fiume, ina l'azione non aveva altra mira bile quella di proteggere il ripiegamento del grosso del nostro esercito, il quale si capisce avvenga sulle due principali vie ili Pordenone-Sacile a nord e di Portogruaro-Mot» ta a sud. Dal 'ragliamento alla Livenza intercorrono dai 25 ai 30 chilometri 'e il terreno è tagliato dai torrenti Medium, Collina, Sile, dallo scolo Limidot e dal canaio Postulimi — che ricorda l'antica via Romana — e infine da una intricatissima rete di canali di irrigazione fino alle vaste paludi delle Sette sorelle che scolano le acque nella laguna. Il territorio è adunque' facilmente inondabile, cosicché anche, questo ò uno dei tanti impedhncnid. che il nemico deve superare nella sua marcia. «La Livenza rappresenta l'altra tappa Segnata dalla natura e dalla storia ad un esercito che abbandona il 'ragliamento. .Dalla natura, perchè il fiume da Saciie a Caorle ha un andamento quasi nonnaie perpendicolare, in modo che divide esatta tìtente in due la pianura tra il Piave e jì "ragliamento, come amministrativamente divide le due provinole di Udine e di Treviso. Dalla storia, perchè coma nel 171»7 tjfapoleone passò il ragliamento a s. Daniele, nel 1809 il suo vice-re Eugenio do veva fronteggiaic l'arciduca Giovanni clic con l'esèrcito austriaco aveva mosso il 10 e 11 aprile da Cividale verso il Tagliameli to.. Il Vice-Re, con quello che allora cosi impropriamente si chiamava » l'esercito d'Italia », visto impossibile una valida re eistenza sul 'ragliamento, alle*} il nemico sulla Livenza. Ma dopo lo scacco di Fontanafredda-, il paesotto che si trova sul Pordenone, 11 Vjoe-lìo napoleonico doveva ridursi, ajla Piave. E in un altro aprile Storico, quello del 1818, il generalo La Marmora raccolse tra hi Livenza e il Tagliameato i Corpi franchi veneti per Opporsi ella calata dell'esercito■ austriaco di Nu geni-, il 24 aprile fece saltare i ponti .sol ragliamento e si porto sulla Livenza o poi culla Piavo, dove il 27 foce, stillare il Ponto, della Piiula c dove i primi giorni di maggio reiterò i combattimenti per salvane Treviso. «Del nuovo schieramento non i; ancorili Venuto il momento di parlare. Solamente, in via sommaria, si può diro che osso sopprime il grande arco che prima faceva lungo le alpi Oadorine, L'arniche e Giulie, per seguire la corda dell'arco medesimo e permettere cosi che l'esercito faccia massa su una fronte normale da nord a sud, dai monti alla laguna. Se prima dal Trentino a Monfalcone la fronte poteva avere uno sviluppo di circa quattrocento chilometri, ora potrà averne poco più di conto e al massimo 150. La sottile cortina di truppe che si distendeva sui picchi del vecchio confine e sullo conquistate vette della fronte Giulia diviene perciò una spessa, compatta, massiccia muraglia umana, the sostituirà la cintura alpina lì.

Persone citate: Cividale, Collina, Corto, Degano, Diaz, La Marmora, Medium