Nuovi particolari della Tragica avventura

Nuovi particolari della Tragica avventura La strage degli Zeppelin Nuovi particolari della Tragica avventura (Servizio speciale della Stampa) Parigi, 22, notte. . \nche stamattina 1 giornali abbondano di _ irtieolari sulla spedizione degli i Zeppelin », ti cui bilancio, orma: accertate, si cbl-.de con la perdila di cinque delle dieci aeronavi ct"' volarono sul territorio francese Mentre la maggioranza continua a credere che si tratti } { Zeppelin » reduci dall'incursione sili l'Sghiltena sperduiisi nella nebbia, non man omo C0|0ro ,.ne ritengono si trattasse invece ài una spedizione ben distinta, avente per ob bietrdvo i centri industriali delia Francia. Uno specialista dell'aviazione, il deputate Raul Anglés, pilota-aviatore e comandante di una squadriglia di difesa contro gli « Zeppelin ». Sostiene quest'ipotesi con dovizia d'argomenti, che assumono particolare valore per la sua e~ sperienza tecnica e perfetta conoscenza delia regione che gli « Zeppelin » sorvolarono. Per lui è fuor: dubbio che errano coloro i quali credono che le aeronavi nemiche si fossero sperdute, perchè gli apparecchi perfezionati di cui esse dispongono permettono loro di orientarsi con precisione matematica, qualunque sia lo stato dell'atmosfera, e di dirigersi perfettamente, anche in mezzo alla nebbia più fitta, come lo prova, d'altronde, il bombardamento della regione parigina del 30 gennaio !9If. avvenute con nebbia densissima. Inoitre, uiche ammettendo che uno o due « Zeppelin » | si fossero sperduti, sarebbe assolutamente ■ inammissibile che gii alai, che li seguivano a. parecchie ore d'intervallo, fossero venuti i "d «sterrare quasi nello stesso luogo, in mez- ■ \ilpi, ove gli atterramenti sono quasi Zepcertezza ^uwìstó^eum'^S^lSS'-m'&auttS sino \a. Lione, rappresenta un interessante obbiet¬ \™> alle Aipl, ove gli atterramenti sono < \*g»*'^S^SSSj^ ■H.M^LJj j *■••»• ^ ^ tivo per l'aeronautica tedesca, alla stessa guisa che Essen e La Ruehr lo costituiscono per le incursioni aeree deglii alleati. La squadra de gli « Zeppelin •>. incontrando una difesa meglio organizzata di quello che credeva, ed essendo perciò obbligata a prendere quota a 5 o 6 mila metri d'altezza, alla quale se la vulnerabilità è minore, i] bombardamento preciso degli obbiettivi prefissi diventa pratica mente impossibile, dovette rinunciare ai suo disegno e pensare unicamente ad ritorno. Ma questo era divenuto impossibile per la via seguita nell'andata, per l'inseguimento delle squadriglie di caccia. Il ritorno attraverso la Svizzera non era privo anch'esso di pericoli. Restava la rotta sud, verso il Mediterraneo, ove i rischi della rotta marittima sono sem I pre minori che" altrove. Gli scopi final! della incursione sfuggono, ma il deputato affaccia l'ipotesi che la squadra mirasse al ritorno at •ivriv('r'0 il territorio austriaco, poiché la di .stanza conta poco per un dirigibile poco pe sanie; che può di conseguenza portare seco grandi quantità dì benzina. Comunque, la'^spe dizione costituente il primo « raid » terrestre a lunga distanza tentato dalla flotta aerea tedesca è naufragata miseramente dinanzi alla organizzazione delle difese aeree, n deputato Angléi conclude che mai aeronave di 200 me tri di lunghezza e 50 di diametro, essenzialmente vulnerabile per le sue dimensioni, e navigante ad un centinaio di chilometri all'ora, potrà resistere ad una buona organizzazione difensiva e lottare contro i velivoli più rapidi ed agili. Altri particolari sulla 'perdita degli Zeppelins sono comunicati al Matin da vari corrispondenti. Quello di Grenoble segnala come venne distrutto l'«L 45»'il quale, dopo aver volato su Gap, con evidente difficoltà, fu visto discendere sino a 000 metri permettendo con l'aiuto del canocchiale di scorgere gli uomini dell'equipaggio che parlavano tra loro. In un campo nelle vicinanze del fiume Ruech'una squadra di prigionieri tedeschi stava intenta ai lavori dell'aratura. Scorgendo il dirigibile non si ingannò sulla sua nazionalità e ne avvertì la fattoressn che li sorvegliava gridando: Zeppelin! Zeppelin! Poi coraggiosamente tutti corsero a nascondersi in un bosco vicino. Intanto lo Zeppelin, comple-amente alla deriva e impotente a proseguire nella sua rotta, gettava tutta la zavorra, che. poteva, c'ò che non ?li impediva di continuare a scendere verso Buech. Presso l'i soletta l'erruipaggio abbandono uno dei motori e una navicella con cinque passeggeri, ma inutilmente e 200 metri .più lungi lo Zeppelin scendeva dolcemente adagiandosi contro il Manco della montagna sul greto del fiume. L'u capitane, un tenente e quindici uomini dell'equipaggio lasciarono frettolosamente il dirigibile; nidi fi capitano col revolver a proiettili incendiari mise il fuoco all'involucro: in un baleno questo fu incenerito e solo la circassa metallica rimase intatta. E' una poderosa armatura di 200 metri di lunghezza, di 10 metri di altezza I prigionieri tedeschi che lav >ra» ano poco prima njl campo, ripreso animo, si avanzarono e invitarono l'equipaggio ad arrendersi senza opporre resistenza. E' impossibile immaginare lo stupore dei naufraghi apprendendo che erano soesi in Francia mentre credevano di trovarsi in Svizzera.. Ma il tenente, che parlava correttamente il francese, ebbe uno scatto di franchezza: a Tanto meglio! La guerra è per noi terminata felicemente!» Intanto giungevano sul luogo i gendarmi che, inforcate le biciclette, avevano seguita !a rotta del dirigibile e i prigionieri li seguirono docilmente sino alla caserma di Laragne uve sembrano soddisfatti della toro sorte. Hanno dichiarato che Urano partiti da Tenderà t.Schléswig Hoistein) e la tempesta Li aveva cacciati dall'Inghilterra in Francia. Prima di scendere avevano avuto i precauzione di bruciare il libro di bordo; però le lastre fotografiche prese durante 11 viaggio rimasero intatte. L'altimetro rinvenuto tra i rottami dello Zeppelin indica oh© il dirigibile si era innalzato sino a 6200 metri. Il trofeo più prezioso della spedizione è la cattura dell'« L. 49 », rimasto intatto nelle mani dei francesi a Bourbonncles-Bains. Lo si deve al coraggio e alla prontezza di spirito di ini cacciatore, il cui ardire impedì al comandante di distruggere^ i'areonave. Cinque areoplani circondavano il mostro aereo, assillandolo continuamente e scaricando Je mitragliatrici quasi a bruciapelo sino al momento in cui lo « Zeppelin », sfiorando la cresta delle colline, si posò sul terreno piuttosto bruscamente. Si udì un fischio e dalla navicella di prua balzò un uomo. Era il comandante Oazer. Contemporaneamente dalla navicella posteriore e dalle due situate in mezzo balzavano altri ufficiali e uomini dell'equipaggio, in numero di 19. Un breve comando e gli. uomini si schierarono a qualche, distanza dal dirigibile. L'>L. 49» era intatto. Soltanto qualche strappo nella parte inferiore dell'involucro e qualche ammaccatura alla navicella di prua. Inutile però pensare a ripartire: i velivoli, a meno di centro metri di altezza, volavano sempre intorno, cercando un punto per scenderò. Il comandante non esitò: puntò la rivoltella dalle palle incendiarie contro lo «Zeppelin» e tirò una odue volte. Ma da un cespuglio poco distante si slanciò un cacciatore ohe, correndo col fucile spianato contro-il capitano, gli ordinò di star fermo.,« Se tiri ti ammazzo!», grido. 11 comandante'obbedì, gettò a terra la -rivoltella e alzò le braccia in segno di resa. L'equipaggio lo imitò. Frattanto un aviatore, riuscito a scendere, venne egli pure a sorvegliare i prigionieri, che furono immediatamente accompagnati al Municipio di Bourbonne, tra gli applausi della popolazione. Un altro a Zeppelin ». l'« L. 50 », che seguiva da vicino quello caduto e lo aveva visto scendere, quantunque esso pure alla deriva, venne a volare su esso con evidente intenzione di incendiarlo. Non si sa per quali ragioni rinunciò al suo progetto. Il fatto è che st allontanò. A pochi chilometri di distanza dovette però abbandonare una navicella con dodici uomini d'equipaggio, che furono poi fatti prigionieri, per potersi innalzare alquanto e riprendere la sua rotta incerta- 11 cacciatore che salvò lo « Zeppelin » dalla distruzione è un vecchio soldato congedato pochi giorni fa II generale Castelnau gli ha promesso di citarlo all'ordine del giorno per il sangue freddo dimostrato. D. R.

Persone citate: D. R., Raul Anglés

Luoghi citati: Francia, Inghilterra, Lione, Parigi, Svizzera