Come fu espugnato il Monte Santo Perfetta collaborazione fra l'artiglieri e la fanteria

Come fu espugnato il Monte Santo Perfetta collaborazione fra l'artiglieri e la fanteria Come fu espugnato il Monte Santo Perfetta collaborazione fra l'artiglieri e la fanteria Roma, 25, notte. L'impeto magnifico delle truppe che nel 'maggio scorso strapparono al nemico le alture di quota 363 e 383, il Monte Cucco ed il Vodtce, non aveva potuto avere ragione fretta resistenza del Monte Santo. Quest'altura, che xvn intenso concentramento di ■fuochi di artiglieria contendeva agli sforzi <più volte eroicamente rinnovati dalle nostre superbe truppe, era rimasta austriaca aveva conservalo le sue funzioni di caposaldo alle difese nemiche dinanzi a Gorizia le di osservatorio meraviglioso per le batterie annidate al riparo delle sue pendici '■orientali della conca di Gargaro. Un groviglio di trincee, di gallerie, di caverne la 'difendeva, la rendeva quasi inespugnabile 'grazie anche alla potenza del tiro di sbarramento che il nemico vi poteva eseguire incrociandovi i fuochi, flagellandone tutte le pendici con una grandine ininterrotta di colpi. Per questa sua importanza, per que*sta sua fama di inespugnabilità, per la consacrazione fattane col sangue di tanti eroi, un'aureola quasi leggendaria si era venuta creando intorno al Monte Santo tanto da noi quanto presso gli austriaci. Cosi che l'espugnazione del monte, oltre che avere una grande importanza militare, ha anche bina notevole importanza morale. Tale conquista va naturalmente connessa con le operazioni che si svolgono più al nord e che hanno già avuto la conseguenza, come annuncia il bollettino odierno, di rompere in più punti le linee nemiche. Gli austriaci piegano e cedono terreno e 'Abbandonano sempre nuovi prigionieri e Cannoni sotto la spinta incalzante dei notri. Sul Carso ieri giornata di assestamelid e di afforzamenlo. lutato, le notizie sulle 'gravi perdite del nemico si confermano e 'si precisano. La dodicesima Divisione, che 'il Comando austriaco annoverava come una 'delle sue più gloriose unità, come una Divisione di ferro, è in gran parte distrutta, e 'catturata. Le stragi compiute dai nostri concentramenti di fuoco, la mancanza di •cibo e di acqua e la sensazione di una vera inferiorità dì fronte a noi hanno contribuito a demoralizzare assai queste truppe. Json vi è prigioniero che non esprima la più viva ammirazione per gli attacchi delle nostre fanterie. Gli ufficiali di fanteria e gli osservatori di artiglieria nemica si mostrano molto ammirali dell'esatto collegamento e della perfetta cooperazione fra la nostra, artiglieria e la nostra fanteria. Nel •giudizio dei prigionieri di fanteria l'artiglieria austriaca, alla quale si sarebbero aggiunte parecchie batterie germaniche, sopratutto di grosso calibro, per quanto poderosa, si è rivelala inferiore alla nostra. (Stefani). la attesa sii agire neSizis e di altri successi Roma, 25, notte. Telegrammi giunti ad alcuni uomini ili Governo dai loro colleglli, clic seguono ria vicino lo svolgersi delia nòstra azione, inneggiano alla vittoria deH'ltaiia. e ai valore delle truppe ponendo in rilievo la costante (progressiva estensione della .coihiiìi.-..,-.. La presa di Monte Santo ha dato luogo ad uno scambio di felegraunui Ira il He e l'on. Boschi. L'oii. Bissoiati ha telegrafato dal Quar»er Generale alla propria famiglia inneggiando alla vittoria- Il telegramma dell'oli, ihssolati si riferisce non solo a Moni: Santo, ma sovratuUo ad altra importantissima posizione, la cui caduta oi avrebbe procurato unnumero rilevantissimo di prigionieri, a assicura che alltre notizie non meno importanti della presa di Monte -Santo saranno rese note appena sarà possibile. Soltanto il Giornale d'Italia, commentando nella ima ultima edizione la presa ùs- Monte Santo, scrive: « La spia dell'Isonzo e di Gorizia è in nostre mani! Il momc era la vedetta incomnarahile donde il nemico seguiva ogni nostro moto. Vennero i giorni del Pocigoiu e del iSaiboffi.no, venne iì giorno di Gorizia, vennero infine J giorni del Cucco e del Vodicc, ma la spia rimaneva inunobiUe, perpetua mijnaccia di Gorizia. Oggi siamo, .noi che dominiamo la vallata dcl'.lsonzo e il piano di Gorizia, si fimo noi die spingiamo la minaccia dall'altipiano di Bainsizza ». » Oliando la virile e saggia prudenza del capo, che nei suoi laconici bollettini vuole.la piti scrupolosa riserva, crederà giunto il momento opportuno, i! popolo italiano apprenderà con stupore c ammirazione di liliali sapienti disegni di duci, di quali virtù di combattenti sia frutto la occupazione del .Munte Santo, il monte era tosto da una pia tradizione sotto la tutela del!?. Madonna é gli austriaci dicevano che sarebbero invincibili finché fossero protetti dalla venerata immagine. Il cielo arride oggi al valore e al diritto degli italiani »■ In un altro articolo intitolato: « Il baluardo nord-infranto ». ii Giornale d'Italia, occupandosi della nostra offensiva, scrive: « L'offsn.siva italiana sulla fronte Giulia è stata iniziata il 18 coir., col solito periodo prepara,', torio di fuoco di artiglieria, che è durato esattamente S4 ore. E' notevole il fatto che la nostra preparazione di artiglieria è stata assai piti breve di quelle che l'hanno preceduta nelle offensive dei nostri alleati. Ciò significa che si È guadagnato di intensità miei che si è perduto in durata, vale a dire che il numero de! cannoni e del proiettili usati è stato assai superiore, relativamente s'intende, a quello di cui disponevano i franco-inglesi nei loro formidabili attacchi, ottimo sintomo questo, che dimostra come la produzione delle armi e rìdile munizioni sia in, Italia in continuo sviluppo. Ed e proprio riolia superiorità di questi due inezzl di offesa che sta il segreto della vittoria ». La seconda fase della vittoria, quella cioè In cui le fanterie abbandonarono le trincee per slanciarsi all'attacco, incominciò da mattina del 19 e si estese da Piava al Mare. Fu un attacco frontale eseguito in grande stile m ricchezza di mezzi e slancio sorprendente. Il nemico dovette abbandonare le sue prime linee non senza averle difese con una certa istlnazione. I! nostro assalto gettò il disordine •ièlle file del nemico. Mentre epiesta grandioa azione dimostrativa si svolgeva isu tutto i fronte, alcuni nostri ardimentosi reparti di >perazionc iniziavano l'attacco all'altipiano di Bolnsizza, che. è il più grada ostacolo pe nostro possesso delle alture a nord di Gorizia i della nostra avanzata sulle colline ad es li detta città. La artiglierie austriache posta e sulle alture di Bainsizza prendono di infilata le nostre truppe operanti nella conca o ■ni declivi delle alture e impediscono di porite a fondo qualsiasi attacco e dì comandare le posizióni conquidiate con tanto sacrifizio di -tingile. L'altipiano di Bainsizza, di cui il MonSanto è una propaggine, 6 il baluardo set tentrionale della seconda linea di difesa di Miste. ! nostri attacchi sono stati direni ontbmporaneamente a tutte le pendici dell iltipiano coi quale siamo già a contatto: era • né un attacco frontale da ovest e un attacco I i nord. L'attacco che è ancora in corso ha !ato finora ad ogni modo, buqni rjguVaU tadreedSprctanliedvnraqnllnLsliSesadpvltinvctpgcimdvntgfdggvvvssgzgpncsbm«ppldflrUncmgupaP tanto che ormai i nostri occupano una parte dell'altipiano e minacciano da presso le alture che più ci hanno dato noia finora. Non è esagerata la speranza che in seguito alla caduta di Monte Santo, anche San Gabriele e San Daniele debbano venire presto in nostro possesso. Sul Carso continua la nostra vittoriosa avanzata e non è da escludersi che il comunicato di domani debba darci novelle liete al pari se non più di quelle di oggi».

Persone citate: Gargaro, San Gabriele