Bramante e Leonardo

Bramante e Leonardo Bramante e Leonardo Con questo titolo è uscito alla luce il -econdo volume della monumentale opera di Francesco Malaguzzi Valeri sulla Corte di Lodovico il. Moro {editore Ulrico HOepli - Milano). I nostri lettori ricorderanno quel che al tempo della pubblicazione del primo, illustrante più specialmente la. storia del costume milanese nel xv secolo, qui se ne scrisse,in un ampio articolo. Non si potè tln d'allora non elogiare senza riserve un'opera, insigne, nella quale uno studioso tanto autorevole quanto innamorato del suo soggetto, e insieme un editore magnifico, sembro avessero gareggiato di zelo e di ingegno, di cure, e di fatiche non per raggiungere, ma per superare l'eccellenza. La fastosa Oliera tirannica di Lodovico il Moro, il lusso e lo sfarzo della sua Corte. ia ricca vita cittadina; la grandezza, stranezza e meraviglia dei tempi, la. storia di tante arti; tutto ciò non poteva essere rievocato in pagine caduche, consacrato in un monumento senza solidità e splendore. Editore ed autore hanno voluto, per cosi dire, mettersi all'altezza del secolo, far cosa degna pure materialmente di quel passato di bellezza, di forza e di fasto. Abbiamo rosi in piena democrazia una pubblicazione degna delle più nobili ambizioni e tradizioni principesche del Rinascimento. L'Italia, nuova commemora nel mig.ior modo l'antica. La eleganza, del libro moderno, mentre partecipa di tutte le virtù della, ricerca precisa, e minuta, della ricostruzione metodica e sapiente, risuscita, nella, nien.e. tutti i sogni più alti e puri delia bellezza creata, dell'atte. E' questa un'opera per (ili studiosi e. per i profani; illuminante per se stessa, ed eloquente, insegnativa ed educativa, una. di quelle pubblicazioni che sono nelle biblioteche come strumenti solidi di coltura ed entrano nelle famiglie come oggetti non sai se più rari o più cari. Per chi le possiede essw hanno quasi più il valore di un dono che di un acquisto: vi recano la gioia e la meraviglia, vi parlano alla mente, all'animo, alla fantasia, sono cimeli storici insieme e capolavori dell'arte, immortalano il passato e onorano il presente, dimostrano quel che l'Italia fu e quel che sono ì nostri studi: la coltura, l'amore delle cose belle, gli editori, gli stampatori e il pubblico, Non per nulla questo nuovo volume esce alla fine dell'anno: come l'ultima e conclusiva fatica di una Casa editoriale i cui pregi continui di italianità sono noti ad ognuno. Si vuol chiudere l'anno quasi coti la. data, di pubblicazione di un libro che in sé assomma tutte le cure, le esperienze, lo intraprendenze più provate e più ardue, più lunghe e più arduo. Dopo di che la fatica riprende, e mentre nel pubblico si diffonde il libro, l'opera continua, il terzo ed ultimo volume è in preparazione, e già. s'annuncia come il dono di un anno nuovo. Bramante e Leonardo alla Corte di Lodovico il Moro: che argomento meraviglioso! Che pa- gina sfolgorante della storia d'Italia, che momento unico del genio universale ! Qui noi ri- I% oviamo gli esempi e le tradizioni ldella italianità perenne! Poiché l'Italia eterna è questa. E' nelle tirannie dei signori e nella ^^.^ deUo sut, invenzioni e creazioni, è nel lusso e nel coniando dei pochi e nella storia sempre varia della, sua architettura, pittura, scultura e poesia. La storia, del nostro paese non è tutta ne! suo processo di unificazione .politica. E' in somma parte nella diversa poj t4ìnza 0 nj-epotenza ducale, granducale, signori le. papale, che rendono il nostro quattrocento cosi simile alla lontanissima età e civiltà greca •■ Per opera soprattutto di Bramante — prefeziona il Malaguzzi Valeri - il fecondissimo architetto innovatore, e di Leonardo da Vinci, l'artefice più interessante del Rinascimento italiano Milano potc vantarsi di essere la nostra Atene quale la disse il Bellincioni ». Il genio salva'la civiltà italiana dalla rovina. Tutto il resto è un complesso di fenomeni secondari: la moralità comune, la. libertà civile, la unità politica, la coscienza nazionale. La nostra storia acquista, unità soltanto nella produzione spaventosa del genio. In quella libertà che ;ocCa tinti i fastigi è la nostra vita, il nostro slancio enorme e compatto di popolo, di razza. L'Italia allora non è che umanità. A Leonardo a Bramante, e patria il mondo, essi vivono 'pei secoli. La loro arte ha bisogno di aiuto pratico di appoggio: e io trova nel hls50, nella ricchezza, nella volontà dei signori T ^ Urannja un ambiente magnifico: le sue infamie passeranno, i marmi, le tele, le statue le gli affreschi supereranno quella occasione, re5oranno immortali, a gioia e gloria dei tempi venturi. i Cosi riprendendo le parole stesse deU au'tore^ fe d,,c grandi ligure di Bramante e di Leonardo campeggiano sole nel voiume e gli conferiscono un valore umano che va oltre lo storico. « L'editore, con l'alto concetto che agli ha degli studi, volle che esso fosse corredato del più ricco materiale illustrativo, a facilitare i raffronti da parte del lettore, ad accrescere godimento all'occhio ed allo spirito Questo ci ha concesso di estendere le nostre indagini anche sulla scuola florentissima. se pure poco originale, che Bramante lasciò in Lombardia. Lappa rei nte digressione ci è sembrata, utile per chiarire l'opera, del maestro, tanto più che in alcuni prodotti' dei | continuatori é un'eco cosi vivace dell'arie sua.assimilazione del suo spirito genlaltsslmo, qualcosa del genio di lui sopravvivesse in Lombardia anche dopo la sua partenza; così che l'illustrazione dell'opera di Bramante non potè sembrarci completa che con l'esame di |quella dei suoi più diretti seguaci. Diverso carattere ha invece l'altra nostra digressione — limitata questa volta quasi esclusivamente '• alle figure — relativa alle copie dei due capolavori vineìani.: La Vergine delle Ro<c.e e Là ! Cena. Il genio del maestro fiorentino e sopra! tutto la natura di questo ramo dell'arte non i consentono certo di affermare che in queste ! ripetizioni, più o meno libere, continuasse, lanche limitatamente, l'arte del caposcuola. La ; lieve digressione nella continuità delle, ripioI duzioni dirette delle opere e dei disegni suoi : vuole piuttosto soddisfare una legittima cu1 riositi'i altre volte espressa da molti studiosi, : e compensare, in certo modo, la rovina di ; uno di quei capolavori: La Cena. L'esame i delle copie — alcune delle quali dlligentls■ sime — contribuisce a darci un'idea della bellezza, dell'originale quando la rovina era minore o non ancora iniziata; oltre che può . essere interessante constatare, attraverso le i copie degli scolari. la psicologia artistica di 'ciascuno e studiare l'Influenza del due capolavori sull'arte lombarda -. ! Espressione individuale che raggiunge l'utifi versalità : ecco l'arte di Bramante e di l.eoi nardo. Questa è la Rinascenza, questo Furono ila Grecia e Roma ai giorni miglior,. Nessun ! popolo all'infumi del nostro ha ripetuto tre volte un tale miracolo. Gli stessi fedeli di i Bramante e di Leonardo non furono da tanto !« Tpnnardo (scrive il Malaguzzi-Valeri a con-! lusione del ^tm). dtel^ «So ai plt-; tòri che mai nessuno deve imitare la maniera\dell'altro, perche sarà detto nipote, e non fi.I qliuolo della natura, fu scelto a soggetto di limitazione dalle nuove generazioni d'artisti'Le idealità dei secoli precedenti egli aveva 'realizzate, ma quasi tutii i pittori che si avvicinarono timorosi alle opere sue, le studia-j roiio, le riprodussero, ma, non le compreseroignota a loro, j l.a. bellezza inima rimase ignota a loro, perI che non avevano intuito l'essenza di quellagrande arte che aveva saputo dare alle belle I figure i movimenti annunziatorl del muto del-\l'animo ». Abbiamo noi, moderni, compreso ; Leonardo? Se Iti comprensione potesse immaginarsi come un che di ormai imperfettibilee stabile, quasi come una definizione intellel-! tuale, un che di fermo, di fisso, nessuno I oserebbe dir tanto. Ma noi ci sentiamo più |prossimi a Leonardo in quanto partecipiamo verso l'arte di lui, dell'ansia infinita onde fu gonfio il suo cuore. Tutta la nostra critica jvale per l'intimo-sforzo di penetrazione, comj prensione e passione che accosta noi stessi, col nostro animo, tanto disuguale e diverso, all'animo stesso immenso del creatore. La umanità, più debole, vuole pur essere la stessa di lui E' un socrno. un'illusione, un errore?. Lo diranno i Venturi. Noi. dinanzi a queste pagine che rievocano una storia, siamo commossi come per un'apparizione di vita La Corte di Lodovico il Moro. FrancescoMalaguzzi-Valeri - Volume secondo: Bra-mantee Leonardo - Un volume di gran lussosu carta speciale, di pag XIV-646, con 700 in-cisioni (in parte colorate) nel testo. 17 tavolefuori testo, 3 tricromie. — L. Vi.