Nella piccola Italia agli ordini di Joffre

Nella piccola Italia agli ordini di Joffre Nella piccola Italia agli ordini di Joffre (Da uno dei nostri inviati speciali sui campi della guerra)' MAILLY, Dicembre. I aOggi vi è manovra di reggimento. E' lamseconda che il reggimento compie; ed è un vavvenimento importante. Malgrado H divie- rto del Prevosto, che non vuole giornalisti -sul campo di manovre, la complicità degli. amici italiani ci fornisce perfino i cavalli lper andare al lontano terreno delle mano- ovre. Sulle strade complicate che tagliano il agrande campo, i volontari partono ad una compagnia alla volta, riscaldandosi allegra- mmente ad un sole invernale La. manovra|cli mette di buon umore: per lo meno è una>lgiornata, all'aria libera, nella quale si simua alla meglio la guerra. E' Varia triste della caserma die li tiene in uno stato di de-' upressione e di eccitabilità, che gli ufficiali. edeplorano, pure condividendolo per lor rconto. v \ La manovra | sRipreso dopo un po' di studi l'equilibrio qequestre dimenticato ahimè! da Tripoli in lqua, usciamo dal campo per una via albe- mrata, ed una mezz'ora di trotto ci porta ad euna barriera di colline clic rappresenta il ccampo di manovre. Giù si distende una vai- dle di brughiera, interrotta e tagliata da bo- mschetti e cespugli. E' in fondo alla vallata, zsulle colline che la chiudono, che si nascon- dde il nemico, rappresentalo da una delle do- diri compagnie. Il tema, è la conquista delle posizioni che il nemico ha occupato e forti- llato la notte piazzandovi l'artiglieria. L'ar- liglieria manca, ma è sostituita da salve di fucileria. Il mio compagno mi spiega che ormi salva rappresenta una scarica di bai- Urta. La manovra del resto è ben conce- iti ttt ; il nemico non può tirare che quando vede le avanscoperte o il grosso del reggi- lmento che attacca. Dal. numero e dalla du- rata delle salve si potrà quindi giudicare se l'attacco e stalo condotto bene, e se i reparti Hanno saputo coprirsi nei boschi e negli osto-coli naturali.: il che è la principale regola, della, guerra moderna. Alle nostre spalle avanza già una sezione di mitragliatrici che viene a prendere posizione accanto a noi. Il movimento è. fatto bene, poiché il nemico non l'ha vista, e non tira. Le due falciatrici sono messe in posizione, e girano giù sul treppiede, delicate come orologi. Sul nostro fianco una compagnia avanza en tirailleurs, o come noi diciamo in ordine sparso; ed è per un momento visibile sul sommo stesso della collina. Mal fatto: il nemico la punisce con tre scariche sorde. Fra qualche giorno queste inoffensive scariche saranno cataraltc improvvisamente aperte di shrapnells e di obici: ecco perchè tutte le precauzioni della manovra sono dirette ad evitare che il nemico veda, e Uri. Fortunatamente una trincea tedesca (poiché il campo di manovre di MaiUy è quello che ha visto la disfatta della Guardia Imperiale nella battaglia della. Marna) offre un riparo alla compagnia che vi si getta giù di colpo e sparisce ; il fuoco cessa. Riecco il silenzio nella vallata brumosa ; e poi ecco laggiù un'altra com pagnia che avanza, in. fila indiana questa volta. E' una formazione tutta propria della tattica francese, che ha il vantaggio, quando è perfettamente eseguita, di presentare al nemico un bersaglio minimo ; ma che probabilmente deve essere molto pericolosa quando il nemico riesce a prendere posi zione sul fianco. I francesi dicono del resto che il suo vero vantaggio consiste in que sto, qu'il n'y faut qu'un seul courage, quello di colui che avanza jìcv U primo ; e forse non hanno completamente torlo. "Savoia! Savoia!,, La fucileria riprende più rabbiosa: deb bona essere altre compagnie che si scoprono sui fianchi. In verità é che mentre stiamo eseguendo una dimostrazione sul, fianco destro, per far credere ad un aggiramento da quel lato, le compagnie si spostano lenta mente a semicerchio sul fianco sinistro per compiere il vero aggiramento da là. La fucileria diventa ben presto generale, perchè la dimostrazione ha avuto il suo effetto Tutta la tattica è del resto di dimostrazioni: mentre una compagnia avanza, la com pagnia che è al suo fianco deve raddoppiare il fuoco per distrarre l'attenzione del nemico. I reparti giungono attraverso i boschi spinosi gli uni al fianco degli altri con una giusta regolarità: i collegamenti avvengo no spontanei, senza bisogno di troppi ordini ; si vede facilmente che il reagimento è nl.len.ato e pronto, e che solo il battesimo del fuoco può ormai perfezionarlo. La manovra si svolge cosi per due ore attraverso i boschi, nei quali ogni tanto la fuga di un coniglio atterrito, immediata mente inseguito in pazze corse dai numerosi cani che seguono dovunque il reggimento, viene a distrarre l'attenzione dei soldati Quando tutta la linea è giunta attorno alla collina dove il nemico già si vede, appare la sorpresa: alle spalle del nemico scoppia la fucileria dei reparti che hanno aggirato la posizione senza farsi scorgere. E' il ma ■mento tanto atteso, dell'assalto. Le baione! te sono innaslalc, il gridìo comincia, e do tutti i boschetti appaiono le fila d'uomini armati che si slanciano di corsa per l'erba agitando i fuc'li, tirando in aria, gridando in tutti i modi, ma non dimenticando il vecchio grido : « Savoia ! Savoia ! ». E dopo qualche minuto di corsa siamo fra ióriLam&Ue. riuniti al /i/.mtao, che attacca anche esso alla baionetta dei nemici immaminari; e poi il reggimento si ferma sulla valla della collina e svara lungamente in a rl(l< verso 11 clel° oià roseo del crepuscolo, -* ullimi colpì rimasti nel caricatore, oh! sc si >oss* anco™ la,'i colle illcc e colle abitudini mentali da ouesU uomini che «>»0 9»< « lavorare, e ad °^rire la Vropria vMa. non si Potrebbe tuttavia non essere con loro, e non coni- muoversi, al pensiero della loro gioventù consacrala, e del disinteresse generoso cheli Porla sul c">»Pi rfe"<* rnorte Serata d'addio Cosi la serata di addio si trasforma in una bicchierata goliardica, piena di ricordi e di eccitazioni. Il leggiero champagne del rannata snoda le lingue e gli entusiasmi, In fondo un vago sentiménto di esilio mette sempre un velo di tristezza nella gioia di questi bmvi ragazzi. L'uniforme francese, la U"aua incese, tutte cose mollo latine, ma non coSi completamente italiane come essi correbbero, e come potrebbe essere. An che loro W 1ucl sentimento che è dato dal,a coscienza del fatto che essi in questo momento spendono delle forze italiane, for ze che potrebbero essere spese in vantaggio deUa Patria- E' '» situazione che vuole que st0 •' "la 1,0,1 crediate che essi non soffrano di 1u"sto travestimento dei loro sentimenti, r"c in f07,dn cercano qui piuttosto uno sfo ao ed vn diversivo, e lo trovano pi una for ma indiretta, che non è assolutamente quel la che fa bene all'anima. Ma taciamo di qw sto- beiamo solo, poiché questa è cronaca ddcl,n scoppio entusiastico di appian si e di hurrah che accoglie la bandiera ita liana> trionfalmente sfoderata nel simposio dal tenen,e B. che ritorna da Troges, dove 6 andato a farla fabbricare, poiché non sene èjrovata di bcll'e falla. Un applauso en lusiastico, ma nostalgico insieme. Ed è su questa impressione di nostalgia, tenera e silenziosa che ho stretto la mano ai volontari, salutandoli a nome dell'Italia lontana ma presente, ed ho promesso loro di descrivere fedelmente le due giornate che ho passate fra loro i loro sentimenti, e le loro tristezze. Dopo aver passato due giorni nella cupa e triste Chdlons, nella quale si accumulano le truppe ed i convogli, ho rifatta la strada verso Parigi, seguendo la linea del fronte, per Epernag e Chàleau-Thierrg, lungo la Marna. Il piccolo tranquillo fiume, niv tri-calore di robusti ceppi di vigne famose nel mondo, scorre sempre tranquillo fra i meandri delle sue colline, indifferente alla gloria che al suo nome ,'. slata aggiunta dalla, grande battaglia. Sono questi i camp' catalaunki, che hanno visto ben altre bai taglie-, hanno visto là fuga di Attila, sconfitto da Ezio. Possono dunque seguitare a prosperare nel silenzio e nell'indifferenza Una battaglia di più non cam.bierà certo la loro eterna fisonomia. A Damery, venti chilometri mi separano da Rcims. La tentazio ne di tornare nella città bombardata mi. fa voltare U manubrio verso la vallata dell'Ai sue: ma le sentinelle non si lasciano ingannare alla vista del mio lasciapassare e mi rimandano sulla via di Parigi. Del resto, il fronte è tranquillissimo. Sono settimane che si dorme, in trincea, e per molto tempo sarà ancora cosi. E forse è il rumore del motore che mi assorda, ma è certo che nenhmeno il solito vibrare lontano delle canno nate giunge al mio orecchio. Una pace domenicale regna sulla Champagne, e mi av volge sino a Parigi. Certo la guerra di assedio ha del monotono. Ma ha almeno del buono, in quanto dà del riposo ai corrispondenti ; e mi ha dato il tempo di andare a vedere la piccola Italia che è sotto ali ordini del generalissimo Joffre. PAOLO SCARFOGLIO

Persone citate: Paolo Scarfoglio