Due giorni coi volontari italiani

Due giorni coi volontari italiani Due giorni coi volontari italiani |Da uno del nostri inviati speciali sul campi della guerral. PARIGI 4 dibf l dl l btti dl fh è i t iti h fi ltt li PARIGI, 4 dicembre. Da quindici giorni l'azione di guerra si trascina in Francia in una monotonia che non è interrotta nemmeno, come qualche tempo fa, da piccoli episodi, da attacchi localizzali qua e là, da sorprese di genere più fccpvMo 'meno cattivo. La più monotona e la più csnervante delle guerre d'assedio ha. sostimi- ato le operazioni e le manovre Sì comprende »dn qui vagamente che l'attenzione tedesca, *c gran, parte delle forze tedesche sono state dattirate nel campo orientale dalla grande èbattaglia di Slesia; e si accoglie con soddi- nsfazione il riposo che ne viene alle truppe, tfranco-inglesi. 1 comunicati si sono ridotti 1quindi ad una constatazione di giornalieri vduelli di artiglieria Diminuendo la portata sdell'azione, sono anzi divenuti più precisi pe meno riassuntivi, come se sentissero il hi, lsógno di svariare un poco il. pubblico dal 'cpeso moria di questa calma che non dà !gioia ina si aggrava sull'anima come le cai- tne subitanee correnti fra un colpo di vento s<• l'altro Cosi, abbiamo visto j comunicali.dni ungere a segnalare gli attacchi compiuti j pda un battaglione isolalo, essi che un tempo'*riassumevano in ventiquattro o venticinque uparole azioni che impegnavano centinaio. \adi mial.ia.ia. di uomini. E' che la calma ed ! is inamente nervosa l'opinione pubblica francese, la quale mentre è rimasta completamente tranquilla e fiduciosa nel risultalo ai giorni cattivi, si inquieta e si abbandona a tutte le fantasticherie ai giorni buoni. Spionaggio ingenuo Quando, per trovare anche io un diversivo in mezzo alla inattività generate, sono partito per andare a salutare al campo di Mailly i volontari italiani, le più strane voci correvano a Parigi. S.i diceva che i Tedeschi avessero ripreso Soissons c lìeims, che (ossero sulla via di Parigi, che Menar, era stata evacuala... e che so io, quante altre bizzarre, improvvisazioni. Chi sparge per la grande città queste, improvvise, suggestioni di sfiducia e di panico? Mistero. Onde.; non è dubbio che vi è del. metodo in queste pazzie, e che una forte organizzazione di spio crhefdtèttlszdcsuaggio esiste ancora a Parigi, c di quando'eli!, quando dà prova della sua esistenza nlanciando, con gli slessi sistemi coi quali si ntando un colpo di Borsa, delle notizie enor-Umi, grossolane, inverosimili, ma date in-\Mtanto con una tale precisione di dettagli.'cche si finisce per rimanere incerti, conside-^lrondo che la notizia è troppo vasta, perchè csi possa averla inventata di sana pianta, eleche forse può esservi sotto qualche cosa di'cvero Ma come si mantenga ancora viva,\Cdopo quattro interi mesi nei quali la Polizia Iila avuto ancora il tempo di rifare il ceti- nsimento della Francia, una simile relè di ìspionaggio ingenuo, ma vivace cd efficace, Eè ancora uno strano mistero. Questa volta, \Iper esempio, le false voci, che hanno in.\lvaso Parigi dieci giorni or sono, venivano .dda una. ventina di individui, i quali hanno] affermalo un po' dovunque, alla Borsa, eidnei caffè, che provenivano da Meaur, dalla] quale avevano dovuto partire, perchè lai calma cittadina fluviale era stata evacuata] ■per ordine dell'Autorità militare. \Questo canard gigantesco {si pensi che] Meaux è a. quarantacinque chilometri da. Pa- rigi) ha corso così vastamente la. città che l'autorità ha dovuto pubblicare una smeli- tiià ufficiale j»er tagliargli le ali. Ma nessu- no di coloro che l'hanno diffuso è stalo pre-\ so, nè sembra che. si siano (alte speciali ri- cerche di questa specie di interessati fabbri- calori di panico. ! Mentre cosi Parigi ormai guani compieta-mente ripopolata, riacquista l'eccitabilità di v.n tempo e riimpara a caricarsi di elettri- cita negativa, nell'inattività della campagna invernale lo Stato Maggiore prepara proba- bilmeule i mezzi e gli uomini per un'azione più serrala, contentandosi, intanto di far ri- posare i suoi uomini e di allenarli ancora meglio a quella scuola della trincea che è ia sola, che mancasse al soldato francese, Ma. per ora, non se ne vede nulla, e non si alleudr nulla di veramente decisiva prima di molto tempo. Cn po' per questo, un po' pel desiderio di far conoscenza a nome dei lettori della Stampa coi volontari italiani, ho spinto {parliamo in termini guerreschi poiché ne è l'epoca) una ricognizione a Mailly-le-Camp, o, se volete meglio, al canino di Mailly, dove il. primo reggimento italiano, nominalo uf- fieìalmente Premier Etranger, si trova, ac , ascrittalo da qualche tempo, aspettando di essere finalmente mandalo al fuoco. La strada., che è la linea mediana della grande battaglia della Marna, esce da Pa- rigi dalla porta di Panfili, e se ne va parai- tela alla Marna, passando al di sotto dei nomi nuovi, celebri per le stragi che ricor- dono di La Fertc sous .louarre, della Fere Champenoise, di. Sézanne, di Mon.tmha.il, di Champanhert, di Vitrg-le-Frangois. L'ho ri- fatta con. un sentimento di rispetto per le numerose tombe che la fiancheggiano e che segnano un ricordo di dolore c di eroismo..[li Premier Etrangers Mailly è un piccolissimo paese, ma un vastissimo campo militare. La cittadina prò- priamenle detta, che è piuttosto un villag- aio, fi raddoppia quindi, di una piccola 'città di baracche, fatte, ad uso dei solitali che vengono qui per i tiri. 0 per le manovre. Le caserme, possono accogliere venti mila soldati, ed il campo di manovre, che si stende per migliaia di ettari attraverso col-'line boscose, è veramente magnifico. Da qualche gionu, Maillij ha cessalo di essere un semplice campo di manovre, poiché mia nuova definizione ufficiale della delle armale et ha compreso anche tutta la regione a sud di Chdluns, e quindi Haillg. Il reggimento italiano che si trovaa. Mailly è quindi da qualche giorno al co- mando diretto del generalissimo Joffre. ed è considerato come una riserva delle truppe che occupano il fronte di Chdlans. Ma, a dir ■vero, questo teorico miglioramento ufficiate delia loro situazione non ha offerto alcuna gioia alla legione italiana, che ho trovata in preda alla più santa esasperazione per il ritardo che lo Stata Maggiore francese ì frappone al mandarla, al battesimo del fuoco. Quando da Montelimar il reggimento, che si può chiamare italiano, poiché è coniponto quasi esclusiva in ente da italiani,'rice¬ vette finalmente l'ordine di partenza per',0 dMailly, una vivace gioia passò per tutta, la divchecomeiaevitcaserma. MaUlg significava la zona delle adearmate, e quindi pareva significare anche 11» >aoc0- 11 reggimento è venuto quindi a. rico*laM'J aMa allegria colla quale an- equdrenb" adesso in trincea. Ma da quando si. tonè msl° che » Maillg non si sente di. guerra e nnuli'altro che il cannone delle Argonne di pretanto in tanto, la disillusione, ha accrescili- sic10 ln malinconia dei volontari, i quali tra- reavan0 ch,: tre mesi d'istruzione son più che volsufficienti non solo per addestrare, ma anche conper stancare la loro buona volontà. Ma della, stat loro situazione, che per questa e per altre guacircostanze, alcune delle quali non. si pos- j azz !in"° nemmeno esporre, comincia a dive,,-.cui tare pesante, parleremo più tardi-. Molto m spesso alle grandi, cose, ideate con. ampiezza .Godi ideali, ln strettezze, delle circostanze un, dal pongonc restrizioni tali, che il contenuto sto*1™™ dell'ini presa,-quello che e la sua aiih Imi uia, ossia Videa, minaccia di perdersi, b alaauast nuell° chl- c avvenuto colla legione rag italiana, la quale, mentre doveva essere una-cenconto a, dimostrare quella, speciale solidarietà che lega innegabilmente le. due razze, ha finito mano mano per divenire un puro e semplice reggimento straniero, in cui il fatto che. il. novanta per cento dei soldati e dotà, è oga^opdue terzi degli ufficiali sono italiani non di toglie che il dieci per cento che resta, e che rimè composto di francesi e. di stranieri, sua- ribturi l'idea che. ha riunito assieme questi jn tremila uomini. Ma, come ho detto, ne par- furlercmo più innanzi. 'reniSohiilti francesi fles, , mi draChe parlano Come FerraVllIa \Sa Le ruote della motocicletta cominciano a ripslittare malignamente in un. fango alto mez- Digzo metro, quando oltrepassate le poche case sotdel. villaggio, infilo la strada che mena al esscampo di Mailly. L'argilla, di cui è compo- qusto questo vasto paese di torbiere, vi abbrac- supeia e vi stringe in una elastica stretta, che la non vi lascia più. Se i Francesi attribuisco- ita no a questa umida malleabilità del suolo chUina parte del merito della vittoria della noMarne, non hanno completamente torto; poi- di che come potevano i Tedeschi trasportare la e loro artiglieria pesante per queste strade, in po cui non si riesce a trasportare le scarpe? Ed sigecco spuntare dalla svolta delta strada una cocarretta carica di soldati francesi. Francesi? vaCerto. Hanno i cappotti azzurri, e i pania- ne Ioni rossi. Ma il loro linguaggio mi sembra tra nolo. Si avvicinano-, inutile dubitarne. Par- to ìau.o il dialetto milanese. I primi legionari, i t E' una sorpresa curiosa, sebbene aspettata, poIto già sentito a Termonde l'italiano sul-, la bocca di un soldato belga; ma era co\bili re ìglI eddell'italiano di Tunisi, - Ehi, -puirioita! di dove si va al dcgli italiani? — Che è italiano lei? - Pare. \ed - Mlnra V'cnda a destra, e non può sba- digliare. qu E la carretta si allontana, sfangando. 1 m legionari se ne ranno, evidentemente, a qu prendere il treno. Ma ecco un ufficiale appa. de riniti sulla strada. Di sotto il kepi francese, m esce un accento, che mi ricorda Aragno. j as\ — Oh! Lei! Come va? \ pr E' il tenente M..., di Roma. Il viaggio è m finito. , po! Sono arrivato in Italia. Pochi minuti dopo, tanavigando con fatica attraverso il fango, p arriviamo al piccolo restaurant, dove è sta- m bilita la mensa del battaglione Longo. Irn Malgrado tutto quello che in Italia si è av creduto onesto e lecito rimproverare alla se Legione, dimenticando troppo che, come che st sia, si tratta infine di uomini che hanno na fatto sacrificio della loro giovane, vita e no molti dei quali moriranno senza dubbio in /j questa guerra, il poco tempo che ho passalo vm a Mailly mi ha convinto della utilità, quasi io drtla necessità di questa spontanea manife- va stazione di sentimenti e di idee. un H° visto, certo, che la Legione italiana sof- lia {re di qualche difetto d'origine, di un ma- ni Untesu grave fra gli ideali che la. animano j p Vapplicazione che ne hanno fatta i frali- l'i cesi; ma malgrado lutto questo, il. reggi-;.— mento di. Garibaldi conserva ancora tanta* beUa italianità nell'aspetto e nell'anima, ed' è urlio stesso tempo la manifestazione, fatta] da genie oscura di. sentimenti così alti, che, <M 'a'f- «"ale è, fa nel suo complesso ouo-\ re all'anima, italiana. Da una parte mostra, naalt possa essere nell'euugrato italiano la\ riconoscenza pel paese che gli ha dato l'ospi-ì talità, poiché una gran parte dei volontari sono llalla,n 1tatl iìl Francia 0 stabiliti lini-' gamete qui. Ed è già questo un sentimento] *eren0 " noh,le> ch" fa a noi stessi dl!l be"". '"-orale ritrovare in poveri operai, italiani. ; D""'"""1 mostra come esista ancora in Ila lia u"a ghiera di uomini, anche, ai rUtnit-\ .1" istruzione, che. Itene cosiffattamente a [degli ideali politici da venirli a. sostenere colle armi alla mano; e dico questo per niol- tissimi volontari che. sono venuti a combat lere per la repubblica francese, spintivi dal- la loro fede repubblicana. Per quanto si pos. sa essere lontani col pensiero da queste i- dee, si constala con soddisfazione, quando "ort nbbia venduto via tutto il proprio idealismo, come l'idealismo non sia morto ''l llaUa- Una nazione giovane come la no'stra ha bisogno di passioni e di fede, per '"»' >norire lm'"a ddla s,la maturila. Che -"'ano combattenti per qualchecosa che. ad diri paia una utopia, non toglie che siano dei combattenti. Ed il contatto con delle ani sulla "Legione Italiana „ me combattenti è un riconforto ed una pro messa. \ i || malinteso che incombe V; j è e ,\ questo proposito ho intenzione di dire r francamente, poiché cosi mi pare voglia la te missione del. giornalista, i caratteri del ma linteso nel quale si trova la legione italiana in Francia, per quanto male me ne possa iu cogliere. E'per noi una questione d'una certa e serietà, poiché, si traila di un rcggimtnto ì -, della, sua. situazione il giorno in cui essa venisse insopportabile; cosa, die però e è quasi puramente italiano, e che forma-i me una nostra rappresentanza in Frali- a. Disinteressarcene adesso non vuol dire itare di donerai interessare delta sua sorte j esso fortunatamente ancora, ben lontana, 11 Governo francese, pure accettano» con conoscenza.(che si manifesta, nell'eccellente uipaggiamento) l'offerta, di sangue dei va- nta» italiani, ha usalo nrWirrrggi,nciilarli nclV organizzarli delle restrizioni e dell- ecauzioni che se in fondo appaiono gin- c, e dettate da ragioni di opportunità, in altà hanno lolla alla manifestazione dei olontari italiani Una gran parte del suo ntenuto ideale. La prima precauzione è ata quella dell'uniforme, che. è in lutto e-uai e all'uniforme francese, salvo la cinturazurra, da zuavo. Mei. sopprimere, quella perui una gran parte dei volontari erano ve- mtt a battersi, ossia la Camicia Bòsso, iloverno francese ha dello di essere, spintaal timore, che i venne, non abusino di. que-o distinti,,, speciale per considerare ; ro-mitavi come d.ei (ranchi-tiratori, e per fu- larli ni. luogo di tenerli prigionieri, li la agione appare in rondo giusta e soddisfa-nt e; ma. questo non dissipa per nulla ddei volontari, che cre-ono fermamente, e non hanno forse lor-, di essere, legali ad una tradizione che si ormai stabilita, e. che ha troppo vasti te-ami colla storia italiana per potere essereppressa cosi, come un, dettaglio qualunque. uniforme. In fondo quello eTie si è spessomproverato ai membri della, famiglia Ga-baldi, cioè di portare la Camicia Tìossan condizioni non troppo si in ili a. quelle eheurono le sue origini, e sotto capi e su tereni malsicuri, non è possibile ripeterlo a- esso; poiché non. vi è dubbio che inqua- rala nell'esercito francese, la Camicia Ras- a ripelerebbe più che una sua tradizione; peterebbe anzi un esempio, l'esempio di igionc; e si ballerebbe su terreno degno e otto capi del più alto valore. Anche senzassere partigiani del garibaldhùsmo, si deve uindi deplorare che precisamente in. questa uprema occasione la Camicia Rossa sia sta-a abolita. Se un reggimento di volontarialiani deve combattere assieme ai francesi,he esso abbia, almeno il suo significato pie-o e completo; e significhi la rinnovazionei quel grande esempio di solidarietà latina di cavalleresco amore pei minacciati cheortò lo slesso uomo da Mentana a Bigione; gnifichi che quel sentimento non è finito, ome veramente non è finito, come lo proano questi tremila volontari, ai quali se e aggiungeranno frafireve altri tre o qualramila. O se no, che significalo avrà il fato puro e semplice che un. reggimento Ira. tanti reggimenti francesi sarà stato comosto di italiani? Che patto racchiuderà? Perche il. reggimento non. è nemmeno omposto esclusivamente di. italiani. Proba- ilm.enie. per esagerato rispetto alla nostra e studiato tutte le forme necessarie per lolierc al reggimento il carattere di chiara d evidente d evidente, italianità. E dico che si trattai rispetto esageralo in. giusto senso, che, uando anche si fosse lasciala al reggi- mento la fisionomia di assolata italianità, uesto non avrebbe certo implicato da parie ell'Italia ufficiale il minimo consenso, la minima compromissione. Mi sembra quindi, ssolutamente inutile avere battezzalo il primo reggimento italiano col nome di Pre¬ miei- Etrangér, e di avervi mescolalo al preponderante elemento italiano qualche volonario di (lUrc nazionalità, siaci o rumeni. poiché vi era modo di [ormare un. reggimento completamente italiano (« probabUrniente anche una brigala), la. Francia non avrebbe fatto che raccogliere il fiore di un entimento onorevole, per le due parli, cotituendo una Unità esclusivamente italiana. e dandole un nome che ricordasse la nostra vecchia l'atrio. Non ha voluto farlo, j risultalo è che. i nostri volontari si.trovmo ad aver mancalo completamente „i oro sentimenti ed alle tradizioni che volevano continuar''. Arruolatisi per formare una legione garibaldina. una legióne ila- iana, formano adesso un reggimento straniero, senz'altro denominazione. Si eomprende come vivano un poco sotto 'incubo di un. malinteso; e. che „n velo di .— glsa ma-i malcontento, semplice, ma giusto, copra li- spesso la gioia della vita avventurosa e re della buona. gesta che sentono di compire, te „ ,. .„ II campo di Mailly j ììnpn la conversazione, trilingue della la- a, cola (xl pària fruitele, italiano e veneziano, on >; ,:„„s.„ m ,„„,,„,,, z c/w n0n parla nè te francese, uè italiano, ma solo il veneziano) a- andiamo a edere gli nomini al campo. Le rli mmrme sono belle e spaziose, il campo di l- i[aUlll ,-, vrcciMo yer ventimila uomini; pòn- jcte (juilldi immaginare che ai nostri uo in ,„.,„,; „0„ Wanea il posta. Il sistema dei dei picwli padiglioni, più. salubri delle grandi uo casemC) /„ somigliare il campo di Mailly è „d un a miniere ài villini I padiglioni sono e-lriScdidaU eoUe slHfe> cd , volontari hanno rai, coperte in abbondanza. Anche il vitto è $oder disfacente ; la razione di carne e di 251) graiave- n,i, ed il rancio è. composto di brodo, di. il\carne e di legumi Salvo le uniformi, cd i nta, Leoel mà corti D pià lozzi dcl nostro fuciie> ue-[direste di trovarvi, in una caserma italiaro-\ „„. La stessa lumia intelligenza fra ufficiali u- „ .soldati; la slessa mancanza di ogni dn la ,-,.--„ (ormate e disciplinare. 1 volontari, fa-\ dall'aspetto florido e sereno, se ne ranno dalla spicciolala a mettersi in fila, perchè re-\vanm al Uro. Sono per la massima parte or-\divenuti eccellenti tiratori, con una rapidi sii n miscuglio dei dialetti aumenta ancora te-di savore comico per lo strano impiego del reIfrancese. I comandi sono dati in francese; ue. Kd e anche di uso di parlare il più possibile so, n francese, per impararlo alla meglio. 1 a-\ volontàri mescolano quindi il francese al saìdialetto veneto o al pugliese o al Piemontehe\ se, e formano delle (rasi stranissime, che er a- ua- as- ne; di e za)ghiera, formicola di conigli, a cui guest'anve n0 nessuno ha potuto dare la caccia, pel sta '.divieto assoluto che è slato pronunziato. La ta-ì grande cura dei volontari e quindi la caccia compongono ormai un vero e proprio gergo. Si sentono delle frasi come queste-. — Chiel avanzi al ralliainculo ! oggi sono di fazione alla gara. Ieri, alla manovra, il cane ha attrappato un lupino. Il lapillo, vulgo, coniglio, è la parola che più si sente; perchè il paese, che è di bru- ari] a queste timide bestie, che vengono opporsi,] lHnamentc ad arricchire il rancio. E' cosi ie-ìvhe il coniglio ha acquistato una grande poneì polarità, olire che ha cambiato nome, dina] ventando tapino da lapin. Non passerà mol he\to tempo, e il ne; to, ro se alatra. mno ba- il campo di Mailly produrrà un vero linguaggio franco-italiano da fare invidia al tesorctto di Brunello Latini, Il "colonnello,, Garibaldi ra I 11. colonnello Garibaldi (che è stato generale in. Grecia ma che seguiteremo a chiamare colonnello per rispetto alla gerarchia i francese.) abita una camera tutta nuda in inno dei padiglioni, che è destinato al co' mando. Di >teura alla ma robusta, Peppino {Garibaldi ha sul volto tulli i lineamenti del- lora cissima nel modi e nella parola. La sena severità colla quale ha allenato c istruito tta' . reaaimento la cura evidente con cui he, 1 gi- tà, rie la ndi, il re¬ reonni. gibUon un coia la lo, ro „i oleare la- ratto di sono formali i quadri fanno U più grande onore alle sue qualità militari. In fondo, Tessersi senza discussione, piegalo alla trasformazione, della, sua id.ea, che era. quella di creare, una Legione, puramente garibaldina, il'avere avuto la virtù, del silenzio in circostanze in cui molti altri avrebbero ceduto | all'ini pulso della discussione, o magari alla voluttà della reclame, mostra già abbastanza, il fervore sincero e lied do da cui è animato; e che. del resto è evidente per chiunque abbia occasione di conoscerlo e di discutere con lui. Come si può dire con sicurezza che. il reggimento è bene allenato, e forte nel morale, e che non tralignerà sul terreno alle tradizioni italiane, con. altrettanta sicurezza si può dire che è bene, e seriamente comandato. Il capo vii sembra perfettamente degno dvlla missione e degli, uomini; e viceversa. . La cordiale discussione che ci tiene, insieme per qualche ora è troncata dalla partenza di Garibaldi che deve recarsi a Bordeaux. L'Italia ne ha fatto naturalmente le spese. Ah! di quante cose non fa adesso le spese l'Italia? PAOLO SCARFOGLIO fdiStocs«sndmcncfKnDgecppz«sttiadlcsvcWacpmlrtnRndrntvd

Persone citate: Aragno, Longo, Mei, Panfili, Paolo Scarfoglio