Abilisimmo truffatore scambiato per una spia e arrestato

Abilisimmo truffatore scambiato per una spia e arrestato Abilisimmo truffatore scambiato per una spia e arrestato j i I i | , E' trascorso un po' di tempo da quando le j cronache giornalistiche si occuparono di questo messere, che. sotto falso nome, era riuscito a compiere un'audacissima truffa, facendo per sopramercato arrestare, in sua vece, un altro; non sarà perciò superfluo accennare alle sue imprese d'un tempo. Nell'aprile del 1911 un tale Stefano Curti, il quale aveva fatto pubblicare sui giornali che egli intendeva vendere una sua casa, ricevette la. visita di un sedicente Derossi, un uomo sulla cinquantina., dall'aspetto molto per bene. Costui dichiarò clic aveva letto l'avviso ed era incaricato da suo fratello di trattare l'acquisto dello stabile. Con tale pretesto egli si fece consegnare dal Curti tutti i documenti comprovanti che sulla casa non gravava alcuna ipoteca, e, munito di tali carte, assunse il nome del Curti.e... la sua proprietà. Il sedicente Derossi seppe manovrare con tanta perizia da trarre in inganno il notaio cav. Vittorio Provera e l'avv. Carlo VellioBallerini, per mezzo dei quali ottenne — sempre sotto il nome di Stefano Curti — un mutuo di 18 mila lire su prima ipoteca. L'operazione fu compiuta in perfetta regola, od il sedicente Derossi, appena intascati i biglietti da mille, spiccò il volo per Ignoti lidi. Dopo qualche tempo l'avv. Vellio-Ballerini compilò-la parcella dei suoi onorari e, in perfetta buona fede, la inviò al signor Stefano Curti, il vero proprietario della casa, il quale cadde dalle nuvole apprendendo ch'egli aveva contratto un mutuo. Corse dall'avvocato per chiedere spiegazioni, e la truffa Tu scoperta. Allora venne sporta regolare denuncia all'Autorità di Polizia. Siccome negli archivi della Questura risultava che l'anno precedente era sfato compiuto un altro tentativo consimile di truffa a danno del signor Ernesto Rinero e che per questo era stato condannato à set mesi di carcere un tal Francesco Lotti, da Firenze, fu esum/ita la «pratica», che coin prendeva anche la fotografia del colpevole. Nel Francesco Lotti fu riconosciuto proprio quel sedicente Derossi che aveva assunto il nome di Stefano Curti. Tutte le Questure del Regno ebbero copia del ritratto e l'ordine di rintracciare il Lotti. Un bel giorno la nostra Autorità di Polizia riceveva un telegramma eia quella di Firenze annuncianle che il Francesco Lotti era stalo colà arrestato. Furono affrettate le. pratiche di traduzione e, appena giunto a Torino, il Lotti fu messo a confronto col notaio Provera, con l'avv. Vellio-Ballerini e con lo Stefano Curti. Oh I meraviglia I Nessuno riconobbe nel Lotti l'individuo del mutuo! Il nuovo trucco ebbe la spiegazione necessaria. 11 Francesco Lotti arrestato era un perfettissimo galantuomo e... l'altro Lotti non gli rassomigliava neppure in fotografia. 11 malcapitato signore fu rilasciato con mille scuse e se ne tornò a Firenze, poco edificato della perspicacia dei funzionari della sua città. Bisognava dunque, 'con la scorta della fotografia, sapere chi fosse l'individuo che si era fatto condannare sotto il nome di Francesco Lotti, por assumere poi quello di Derossi e l'altro di Curti. Le ricerche furono lunghe, ma diedero buon risultalo. L'abilissimo truffatore venne identificato per Giovanni Giuseppe Maschio fu Luigi, da Fossombrone, nato nel 1863, ed appartenente ad un'ottima ed onestissima famiglia. La madre ed una sorella monaca lo riconobbero senza relicenze nella fotografia, ed allora contro il Maschio fu spiccato mandato di cattura. Ma invano. Egli aveva preso il volo per lidi più ospitali. In contumacia fu condannato a 14 anni eiMl mesi di reclusione, a 2200 Jire di multa ed all'interdizione dai pubblici uffici. Il Maschio seppe tuttavia celarsi tanto abilmente, che ogni ricerca fu vana. Bisognava che avvenisse la guerra per far scoprire il truffatore. Una comunicazione dell'Autorità consolare di Marsiglia annuncia infatti alla nostra Questura che il Maschio è stalo arrestato colà, sul Qiirtl du Canal, N. 9, sotto il nuovo nome di Giovanni Ducitene, che eg'i aveva assunto. 11 truffatore contumace conduceva a Marsiglia una vita piuttosto" misteriosa, e la Polizia, dato il difficile momento, preso a sorvegliarlo^ come sospetto di spio naggio. I dubbi si aggravarono sempre più e l'Autorità francese finì per ordinare l'arresto del sedicente Duchéne. Il timore di peggiori conseguenze indussero il Maschio a confessare il vero essere suo, ed allora fu avvertito il console generale. Dato lo stato di guerra, il Maschio fu internato nelle carceri di Marsiglia, dove rimarrà fino al termine della guerra. Dopo di che sarà estradato e tradotto in Italia per scontarvi la condanna. Ad evitare però che il Maschio, a guerra finita, non si sottragga alla Giustizia del suo paese, fu comunicato all'Autorità consolare il mandato di cattura, perchè sia trasmesso alla Polizia francese. Il Maschio, al momento dell'arresto, aveva in tasca 5190 lire; ultimo avanzp, probabilmente, delle 18 mila truffate a '1 orino.

Luoghi citati: Curti, Firenze, Fossombrone, Italia, Marsiglia, Torino