Sul campo di battaglia di Arras

Sul campo di battaglia di Arras Sul campo di battaglia di Arras * ( Da ano dei nostri inviati speciali sui eampi della guerra ) I so[nORCHIES, 4. Giunti al Comando, che è installato in na delle due o tre case di Orchies rispar- iimtate dall'incendio, ci decidiamo in buon pompo ad esibire qualche cosa di più pre- jiso dei nostri passaporti, ed a dimostrare fron i documenti alla mano che siamo gior- cialisti italiani, caduti per un deplorevole pirrore nelle linee tedesche. Se tra questi nf- Tadali vi fosse un giornalista riderebbe sen.- sndo parlar di errore: ma i nostri captori na prendono come la diamo e diventano subi- rc gentilissimi. Ci pregano di scrivere un counto del nostro itinerario, in francese, e ti vihiudono con molta cortesia in una soffitta, esorvegliali da un piantone, che dopo alcuni pminuti è, come sempre, un amico provalo a sicuro. \sipmdIl notaio rubicondo La nostra prigionia fu dolce. Fino a notte arda rimanemmo nella soffitta, nutriti di ane nero, prosciutto e borgogna, dai notri bonarii guardiani. La casa in cui eravamo aveva appartenuto ad uno di quali amaili e i-ispettabili collezionisti che sanno legere attraverso i chiari rubini dei vini vec ledluhi,, e che si compiacciono nel considerarne Letà ed il pregio. Il notaio di Orchies era gn degno notaio. Ove saràin questo momen- co? Certo profugo verso climi inospitali,]Drivo delle sue monete e delle sue bottiglie,^snnocenti e delicate manie di un buo-imustaìo s di uno spirilo classico. Ho ancora in tasca dnamoneta da 10 tornesi del '57, che mostra cul rovescio la maschile figura di Ferdinan o II e che presi a mo' di ricordo. Era no iro ministro e coppiere un sergente furiere i spirito largo e di generosa natura, che aramente lasciava trascorrere mezz'ora sul edioso quadrante della nostra prigionia enza confortarla con una nuova bottiglia, empre più venerabile, sempre più. ricercala. Anche il s'ergente furiere era un degno serente furiere. Lo spirito di Bacco era in lui, d. il liquore onde era pieno al giorno in ui la sorte della guerra lo condusse a biaccare in casa del notaio di Orchies gli. aceva rubicondo il naso e cordiale lo spiilo. Tuttavia mi dispiacque-, perchè fra '<■ ue vanterìe da ubbriaco sentivo il. suono di una sprezzante ferocia che mi induceva al disgusto e una albagia vittoriosa che suol rovarsi trai cucinieri, % bagaglioni e gli inermieri, mentre non la troverete giammai ra gli uomini della trincea. Del resto queto è comune a tutti gli eserciti. 1 combatenti, che sanno quanto costi ogni metro guadagnato, e che apprezzano il nemico sula misura della propria pelle sono molto più modesti nelle parole di coloro che stanno ndietro alle cucine. Cosi questo uomo ridisse, fra l'altro, che era stata presa decisione, non so più se tra i soldati o per ordine Segli ufficiali, di non far più prigionieri ra gli inglesi e tra le truppe nere. Agli inglesi i tedeschi rimproverano l'uso delle pale cium dum, che per certa esperienza personale, presa fra le. truppe inglesi in. una recene gita, è una sciocca favola, della quale uttavia- tutu i tedeschi sono persuasi. Ai secondi i tedeschi, rimproverano atrocità sui cadaveri, c sui feriti, che in fede mia non mi sento di discutere, perchè, data la crudele natura degli arabi e dei berberi, non e mprobabile che in assenza degli ufficiali si sia verificato qualche caso di mulilazione v di ferocia impossibile a prevenire. Tuttavia io spero che quanto mi disse l sergente, che parlava un ottimo franve-te, sia stata una iattanza da ebbro, anche perchè due giorni dono, come vedremo, dovei viaggiare in compagnia per l'appunto con soldati algerini, e notai che erano trattali alla pari come gli altri prigionieri. Feci cosi il dovuto discernimento delle diverse qualità dell'uomo, apprezzando il lacrima cristi trentenne che aveva predato al notaio e rigettando le sue feroci vanterie. La fuga Alle ì di-mattina siamo svegliati e condotti in basso. L'ufficiale che ci ha destati, è già vestito e si prepara a partire, mentre sula, piazza devastata del paese un sottufficiae distribuisce con metodo ed imparzialità ad una compagnia di soldati il frullo del saccheggio di una casa. Sempre cortese, l'ufficiale ci dice che siamo destinati ad andare a Marche.nnes, a pochi chilometri da Orchies, per essere consegnali al maggiore Naundorf, al. quale dobbiamo recare un. foglio scritto a lapis di cui ci è impossibile, sapere il coutenulo e che reca la firma Fuger. Aspettiamo un poco, credendo che saremo accompagnati. Ma nulla di tutto questo. L'ufficiale ci fa consegnare le biciclette e ci spiega, che possiamo andarcene da soli, lo guardo i miei compagni, i miei compagni mi guardano. L'alba sta per sorgere. E' così bella la libertà sulle vie di campagna! Senza parlare ci siamo compresi: salutiamo, montiamo in sella e ci avviamo per la ria di Marchennes. Scomparso dietro di noi l'ultimo fumo del villaggio devastato, ci fermiamo. Con vo ce ferma, e con un solo pensiero tutti e tre esclamiamo : — lo, a Marchenncs non ci vado... —, Nemmeno io. — Nemmeno io. La decisione non trova contrasti. Stabiliamo di continuare su Arras, perchè non sappiamo ancora se le linee tedesche costituiscano una catena ininterrotta, e speriamo clic tra Arras, lìapaume e Peronne. si trovi la soluzione di continuità che ci permeila di tornare nelle lince francesi. Non sapendo tuttavia che cosa contenga il misterioso foglio datoci dall'ufficiale, decidiamo di andare ad Arras, evitando la strada nazionale, sulla quale siamo certi di incontrare pattuglie, e la città di Douai, che sappiamo sta bilmente occupata dai tedeschi. Tuttavia fino ad un chilometro da Douai seguiamo la via nazionale, che è deserta. Il sole è sorlo: un sole pallido che non riesce a riscaldare la campagna addormentata. Un silenzio spaventoso regna su questo angolo di morta pianura tra la Francia ed il Belgio. Ma d'improvviso sulla nostra destra, come un ricordo obliato nella prigionia, sorge al di¬ smcrDsllvcvpzgmmdnnnbsdrqmnqpcgbdasclddrortgursveonpmdsdgvsac sopra della pianura la voce viva del can-\ gnone. \l'giamo a poco più di venti chilòmetri in ciiinea rctta da Lma. £• evidente che il Cor--ecpo d<armata che abbiamo veduto passare a\sc journal si batte ancora colla territoriale\gofrancese e la brigata inglese attorno aliale'morlomcittà. Questa resistenza di poche truppe in pianura contro forze preponderanti che duTa da due giorni ci sorprende e ci esalta, si svolge in questo momento una battaglia net nord, ove i tedeschi tentano di allunga rc la loro ala destra a fine di riprodurre con maggiore metodo e progressività il movimento avvolgente che von Kluck tentò con esit0 infelice sulla linea S. Quentin-Com piegne. E' per questo che tante truppe sono ammassate al nord-ovest, ma l'accanila resis lenza dei francesi mostra che essi sono pronti a rifare da est ad ovest gli sbarramenti che hanno opposto da Noyon a Verdun ai sette eserciti dell'invasore. Sulle ali della battaglia Presto l'infinita, grigia pianura sulla quale scivoliamo è coperta dai rombi regolari dell'artiglieria. Quello che importa è sopralutto di sapere se la battaglia si limiti a footinnscè dom Lilla, oppure se continui verso Arras. Giun giamo così, accompagnati da questa musica continua e regolare, a poca distanza da Douai, che abbiamo deciso di evitare. Ma siamo privi di carte, perchè la nostra ci è stata requisita ad Orchies. Dobbiamo quìn di affidarci alla buona volontà di alcuni contadini. Questa brava gente ci identifica e o e o i a o , a : e a a n i¬ subilo per prigionieri inglesi fuggiti dalle mani dei tedeschi, e ci organizza subito un complicatissimo itinerario, che ci permetterà di giungere ad Arras senza passare a Douai, attraverso le vie di campagna. Passiamo quindi da Raches a Saint Lenoble, lasciando Douai sulla nostra sinistra ed eludendo la vigilanza di alcuni ciclisti che vorrebbero rimetterci sulla strada di Marchen nes, e di cui accettiamo i consigli, salvo a svoltare verso la strada di Arras appena sono passati. Abbiamo la strada nazionale sulla, nostra destra, e la via che seguiamo procede in uno zig-zag irregolare, ma sufficientemente parallelo alla strada: ma quello che ci preoccupa, mentre procediamo verso Arras, è che. il cannone sulla nostra destra non si allontana, per quanto noi facciamo strada al sud-est, di Lilla. Bene al contrario sembra che questo invisibile spettatore segua il nostro cammino e sia presente ovunque. La battaglia si estende dunque da Lilla verso il sud-est, in direzione di Arras. La' nostra direzione è quindi la buona, perchè se tagliasse direttamente verso .l'ovest cadremmo certamente nella linea del. fuoco tedesco. In alcuni punti questa linea di fuoco ci è vicinissima, al. punto che udiamo non solo il rombo della cannonata, ma lo scoppio successivo della granala, che percuote il terreno. Distinguo benissimo lo scatto elastico del 75 francese dal suono più grasso del Krupp. Fin dove arriva la linea del fuoco? Inatteso soccorso Continuiamo così verso il sud, portati sulle ali di questo infinito duello. La via che seguiamo talvolta ci fa perdere di vista la strada nazionale, ed essendo sprovvisto di carta topografica in una regione quasi deserta, spesso rimaniamo incerti sulla direziona Attraversiamo così Courcheletles, ove troviamo le traccie di una recente ferocissima lotta. Il villaggio è interrotto da trincee, le case sono a metà demolite dalle granate e crivellate di. proiettili. Tuttavia una donna continua ad. abitarlo. Essa ci racconta che tre giorni fa avvenne uno scontro tra la territoriale francese e gli avamposti tedeschi, che avanzavano dal nordest. Lo stesso ci era stato detto a Beches, ove la territoriale si era difesa quattro giorni ed aveva lasciato i campi seminati dalle piccole tombe dei suoi soldati. Come abbiamo saputo in seguito, tutta la prima linea della battaglia tra Arras e Lilla è stala sostenuta dagli eroi del prò aris et focis, dalla calunniata territoriale, priva di artiglieria, ma ben servita nei rifornimenti di viveri e di munizioni, e che tuttavia in nessun punto dì Francia si <> ritirata senza aver prima ferocemente difeso il terreno. Tutta questa campagna, dimostra che anche tra il confine belga rd Arras è avvenuto lo stesso. Attaccata da poderosi eserciti di prima litica, la territoriali- francese ha riparato come ha potuto al difetto dell'artiglieria, trinirrandiisi sulle, strade e resistendo fino all'ultimo. ,\ t.'nui-ehi-lnttes, lungo un canale, giungiamo a Brebiercs, ove troviamo le stesse notizie L'interminabile fronte tedesco scende ancora verso sud-est, lungo la via che noi dobbiamo seguire, e cominciamo a pensare che nemmeno ad Arras, ma ancora più a sud-est bisognerà cercare la via della libertà. Da Lilla in qua abbiamo sempre camminato, a traverso le nostre peripezie, parallelamente alla linea del fuoco. Sembra che lo Stato Maggiore tedesco abbia riposto le sue linee appositamente per ,-ontrariare i nostri progetti. Usciti da Brebìerès, sulla via di Cóurbabe, improvvisamente, perdiamo, in un crocevia di campagna, la strada ed il senso della direzione. Quattro vie perfettamente eguali ci conducono ai quattro punti dell'orizzonte. Quale è la nostra? É' impossibile saperlo. Solamente su una casa abbandonata, nella quale riusciamo a trovare dell'acqua, vediamo scritto: Cheinin de Bapauinè. Ci batte il cuore; vnfaectosqpBdmdiguCsquscpessrpdgnarasbvdrodpztduEmdcnLrvadlprltqsddgsassdsiamo dunque vicino, 0 per Io meno sulla'strada del villaggio che costituisce la pun-^la avanzata della battaglili della Somme, I a quella che era fino a tre giorni fa per ili pubblico francese l'estrema ala sinistra deiloro eserciti, e che pure a noi sembra cosilpar- vicina a Parigi, che raggiungerla ci rebbe U più felice dei risultati. U cannone tuona sempre alla nostra destra. Sulla pianura sorgono in fila regolari gli alberi, che ombreggiano la strada nazionale di Arras. Ma non sappiamo che via prendere per costernarla, più sicuramente. Immobili nel vento gelato che passa con, grandi sospiri sulla pianura e porta lontano trl'eco dell'artiglieria, divoriamo,un resto di p cioccolatta, scampata alla nostra fame. Ed il0-ecco una automobile passa Si ferma: ne\ susccndono tre ufficiali tedeschi, che slrin-ìchgono in mano la rivoltella. Più curioso dei-1 gile loro armi, che della nostra sorte, mi fcr-\'nmo a notare che sono delle Parabellum di'stordinanza, capaci di un tiro eguale a quel- sulo della pistola Mauser, e a cui sfuggirem- temo difficilmente in. questa pianura. Ma il\bofoglio misterioso che portiamo da Orchies ottiene un effetto immediato. I tedeschi ci indicano sulla loro carta la via di Marchen nes; ma prima che l'abbiano rimessa in la Ccoesvsca abbiamo avuto il tempo di vedere quale'dè la via di Vitry en Artoìs, che è quella chr\irdobbiamo seguire. Questo piccolo soccorso] doffertoci dal caso ci rinfranca, e ripartiamo verso Vitry. Il cannone è ancora più a o e è e i l. a a o e e i a a o i a e a i o , e a , i a . i a e e a e , e, a o i u ; vicino e sembra seguire la vìa, della strada nazionale, che costeggiamo. Giunti a Vitry facciamo un larghissimo giro nei campi per evitare il paese ed attraversiamo un accampamento tedesco abbandonato, seminato, come tutti gli accampamenti tedeschi sul suolo francese, di bottiglie vuote in una quantità sorprendente. Ritorniamo poi, dopo Vitry, sulla strada e corriamo verso Briaches, dove una sorpresa ci attendeva. L'areoplano caduto Neil'avvicinarci al villaggio, che è pieno di soldati tedeschi, mi vien fatto di fregarmi gli occhi con la mano per essere sicuro di quello che vedo. E' proprio una bandiera francese o sono io che impazzisco ? Eppure non c'è da sbagliare. Sull'accampamento tedesco si solleva una grande ala bianca rossa ed azzurra. Ci precipitiamo verso l'accampamento tedesco, decisi di arrischiare tutto pur di sapere quello che accade. Siamo condotti da un ufficiale, al quale mostriamo i nostri passaporti ed il talismano di Orchies. Qualche cosa di straordinario deve esservi scritto, perche i v,o£ti degli ufficiali si rasserenano e parlandoci cortesemente in francese mostrano di credere che noi siamo dei corrispondenti regolarmente autorizzati a seguire le operazioni. Si presentano: uno e il capitano Loewedson, dei dragoni della guardia, l'altro è il conte Matuska, del 30.O reggimento guardie. Una gioia infantile brilla nei loro occhi. Ci spiegano che siamo giunti a tempo, e ci viene subito spiegato il mistero della bandiera. Attraverso un campo di canne giungiamo ad una radura ove graziosamente mposato sul terreno un grande biplano. Voisin sembra lieto del riposo. La bandiera che avevamo veduto era la coda dell'apparecchio dipinta coi colori francesi. Il grande volatore ha subito una panne durante la sua ricognizione sulle linee tedesche, che sono ormai a forse quattro chilometri sulla nòstra destra, ed è venuto, quindici minuti fa, a posarsi in. mezzo ai nemici. Il Corpo avanzalo dei dragoni lo vide scendere lentamente e corse al galoppo a far sua la. bella preda. Facciamo il giro dell'areoplano, che ijli ufficiali ci mostrano con orgoglio sincero. E' un biplano del nuovo tipo, fornito di una mitragliatrice tra le due ali, ma sprovvisto di bombe esplodenti. Le ali e la tela che ricopre la parte posteriore dell'apparecchio sono sforacchiate da proiettili, ma il capitano Loeivedson ci assicura ch'essi non hanno tiralo a causa una recente disposizione che vieta alle truppe tedesche di tirare sopra areoplani.di qualunque genere. Le ragioni dì questa disposizione sono evidenti. Non so la-mente i due. eserciti ìiemici si servono a preferenza degli areoplani tolti all'avversario per ingannarlo, ma ricorrono anche volentieri allo stratagemma di dispingere suite ali dell'apparecchio i colori nemici. A questo sono dovuti naturalmente infiniti er Ivcablflmi«uttndnBAmmqlsthmqrdesttmtsrmtzspceIrlddldIAdnsèptnctfprrori, che hanno fatto sì che lo Stato Maq ^b\mcssFoonfisrtptiere. Generale, troviamo un. ufficiale franve-\rse, alto ed elegante, che non. è poco sorpreso',ddi trovare pochi minuti dopo la sua cattura\Hdei giornalisti stranieri, pronti a prendere i cil suo nome e a dare sue notizie al mondai ed ai suoi. La sua carta da visita reca il no-\rne di Comte Benaud de la Fregoliere, di Fi-\glippeville (Algeria), aviatore volontario, e ccon lui l'aiutante Lacoste, che è felicissimo-igiove tedesco ha ordinalo di cessare per sempre le salve di fucileria che scoppiavano ad ogni passaggio dì areoplano, e che consumavano molte cartucce, mettendo in rischio la vita dei loro propri aviatori. Un'appuntamento a Roma... Chiediamo di vedere, gli aviatori' prigionieri, ed il permesso ci viene accordato senza difficoltà: accanto ad un apparecchio radiotelegrafico, che c il mezzo qpn cui ques'.o corpo di avanscoperta comunica col Quar- dì darci il suo nome e ci incarica di far sapere per mezzo dei nostri giornali che e- ctgli è vivo e non ha sofferto nulla, se non *la prigionia. bTorniamo con gli ufficiali all'accampa-] mento, mentre l'apparecchio radiotelegrafi-1 bco comincia a fremere, raccontando al ài-ÌNsopra della pianura al Quartiere Generale\sdi Cambrai la felice cattura dei. draqoiiiì pdella Guurdia. Strana ironia! Questo reggi-'nmento e proprietà dell'Imperatrice di nnì.'.sia. Porta il casco come gli ulani, e non se pne distingue se non perchè non è armalo sdi lancic, a quanto vedo. Ci tratteniamo a'parlare con gli ufficiali, che sono felici di vedere dei giornalisti testimoni della loro1 buona fortuna. Urto di essi ricorda con en-\ tusiasmo i bei tempi passati a Bonia, e mi\ a'dà appuntamento in piazza della Posta n'iaj -^fi»1' della guerra. Gli auguro ili buon cuore'e, I di vederne la fine. jli Ci allontaniamo, compiangeiido la »0'-:.e idei bello Sportman francese, che l'anno «cor- silo a Davos Platz divideva il suo bobsleigh col Kronprinz di Germania e che quest'anno'è prigioniero dei suoi soldati. Continuiamo da Briaches verso Mouchy; il cannone ha r- eri aa e. n, assunto una intensità violentissima. Nel cuore della battaglia . Siamo nel cuore della battaglia. Sulla no.-stra lesta tre. areoplani francesi compiom tranquillamente una ricognizione in linee parallele, diretti verso il nord-ovest. Il roma¬ ntail0 dei loro motori empie la pianura che ri- msuona rome una conca armoniosa. Da Moti- pchy non. si contano che pochi chilometri per -giungere, ad Arras. Ora è evidente che la d'nn,,n di /uoco tedesca taqua anche questa astrada. La via nazionale,'che è vicinissima Psulla nostra destra è evidenO-mente il fron- n te di una violentissima battaglia, perchè è l"bombardata con intensità sempre crescente. sContinuiamo tuttavia ad andare verso il fui,- bco, sperando trovare una via che giri a sud- Pest di Arras e di oltrepassare questa infcr- xvale linea tedesca che ci ha accompagnali 1,da Lilla fin qui. Ma a poche centinaia dime- ciri da Mouchy una automobile che contiene r dngU ufficiali, di slato maggiore ci ferma, cIl talismano di Orchies desta in. loro una lviva sorpresa: uno di essi esclama ili fra,,.. cese: a le devrais le savoir». In inglese un galtro ufficiale ci dice, di tornare verso Cam- mbrai. Passala l'automobile, continuiamo nel- cla nostra avanzata. Ma. due motociclisti ci dfermano ancora, e quando abbiamo spiegalo loro che intendiamo di andare ad Arras, ci.mmostrano l'angolo ove la nostra strada sijsincrocia con. la via nazionale, e dicono : b« Va è impossibile, i nostri cannoni sono ad dun chilometro e mezzo da voin. \dA questo ci ha portalo la nostra lunga gi¬ ta. Vediamo ora come si è svolta la battaglia. L'avanzala su Lilla che vedemmo nella notte del 3 non era che l'ala estrema del grande movimento tedesco. Contemporaneamente altre masse partite da Mons e da Bruxelles avanzavano nelle Ire direzioni di Arras, Douai e Cambrai. Si tratta dì un moviinento a ventaglio eseguito con granili masse e che tuttavia ha trovalo in questi quattro giorni una resistenza continua nella territoriale francese e ha dovuto conquistarsi passo a passo il terreno dalle frontiere belghe alla linea-attuale. I bavaresi hanno dovuto sostenere una lolla ferocissima per prendere Lens, che non è stata conquistala che ieri sera. Dovunque la territoriale, appena aiutata da qualche reggimento di linea, si è difesa con accanimento feroce, e si deve ad essa ed alla sua abnegazione se il movimento del, nemico è stato ritardato di cinque, giorni. E' molto in onore della territoriale francese dire che questi solidi e massicci soldati germanici reputano, a quanto sentiamo dalle loro parole, come grandi successi questi scontri con un Corpo militare formato di uomini superiori ai trent'anni, mal vestiti e peggio armati. Tale è dunque il movimento nel quale ci troviamo. Procedere oltre è impossibile, anzitutto perchè ci sentiamo sorvegliati, ed in secondo luogo perchè. 1500 metri di più ci portano nella linea del fuoco, deve saremmo caturali, e poi abbiamo bisogno di cibo e di riposo. Pedaliamo dalle ì, e sono le lì. Il sole pallido copre la pianura, ove il rumore del cannone è. divenuto assordante. E' l'ultimo sforzo dei tedeschi decisi a prendere Arras prima-di sera, e che non hanno davanti a loro, come sapemmo dopo, che litichi reggimenti di linea, giunti troppo lardi per la difesa della città. Torniamo indie' Irò e ci fermiamo in. un estaminel. a. Vitru en Artoìs, ove nascondiamo te biciclette. I soldati tedeschi che stazionano nel. villaggio non, ci guardano neppure. La. padrona dell'osteria, ci offre, di dividere il suo pasto, che è composto di una zuppa di fagiuoli, di un pezzo di lardo e di una focaccia di granturco, {ti luogo di pane. Da quattro giorni non si trova più pane su tutto il fronte, i contadini vivono di patate e di barbabietole. // parroco fucilato Quando ripartiamo la giornata si è fatta freddissima.ed il sole e completamente coperto; pioviggina. Ci avviamo verso Cherisg, per allontanarci, per quanto è possi ^bi,f< ?l sud ,d* Arras; Si comprende dal di- \minuire dell'intensità del fuoco, che i. francesi si ritirano lentamente, benché coprano sempre Arras. Probabilmente per questa sera l'avranno evacuata. Da Chèrisg, per Fontaine, giungiamo presso Hendecourl, ove un ufficiale, montalo in -un biroccino, ordina ad un ciclista <'• accompagnarci non sappiamo dove. Camminiamo*con lui, finché giungiamo in un accampamento di soldati del, genio, che ci tengono prigionie ri fino all'arrivo del capitano. Questi ci trulla gentilmente; prende i nostri, passaporti e si alloniana in automobile per auda\re „ chiedere disposizioni al nostro riguar',do a, uenerale di divisione, che alloggia, ad \Hellderourl Rnnaniamo per qualche ora i coricati sulla paglia, assieme ai soldati i La sera cade lentamente sulla grande \iamtra gUcrregqiala. Anche nelle balla\gue u veSpro è annunziatore di pace. Cori cati svHa pagii0> guardiamo fumare, sulla -immensa pianura i villaggi incendiati con un leggero sforzo di fantasìa possiamo trasportarci a due mesi or sono, quando il *umo c^e sorgeva sulla campagna era sim bolo di vita, c non di morte. ] Di fronte a noi sorge la cuspide di un 1 bizzarro campanile nello strano stile del ÌNord. L'ambiente sembra ritornato alla sua \screna calma abituale. Ma il sacerdote, che ì pregava per i suoi fedeli in quella chiesetta, 'non vi pregherà mai più. E' il curalo di '.Croizilles, che, ci raccontano i soldati, so preso mentre faceva segnale dall'alto del suo campanile alle truppe francesi, è stalo 'arrestato, e verrà fucilato domani. Un bri vido di freddo idi passa per le ossa. La 1 scena si oscura. \ /n bicidetta fra £ cadaveri i\ j Ma il capitano ritorna. Non ha trovato il e'generale e non sa che fare, di noi. Chiedi* jmo tranquillamente il permesso di andare a e dormire a Croizilles, che è poco più a sud, - Cd egli ce lo accorda senza difficoltà. E inh leso che domani ci presenteremo al geneo'ralc di divisione. Ma giunti a Croizilles troo viamo un villaggio a metà distrutto dal a bombardamento Siamo ormai a sud di Ar- ras, sulla linea dell'est, e questo è slato il campo di battaglia d'oggi. Il paese è invaso dalle tenebri, in cui si muovono ombre gri- .-gie, che riconosciamo soldati della Croce m Mosto, i più infittii inquisitori tM UÙtO- no, forse perchè non hanno\mai nulla 'da\ tare. Infatti un ufficiale nella barba di ra-'' me, dopo aver masticato fra i denti delle parole che non possono essere che insolen- -e, ci affida ad un ciclista grasso e armato di moschetto, con ordini che non riusciamo\ a capire. Il povero ciclista, che deve essere \Ptó slanco di ™l> si avvia nella tenebra, e noi lo seguiamo. L'oscurità si è fatta fitta e C"am,}, velati. Una. nebbia giallastra sale dai,solchi umidi dei campi, che l'aratro ha ab- bandonato, dalla strada attraversata da Pattuglie di ulani vagabondi. A testa bas- xa> sfiniti, seguiamo la nostra guida, che 1,on ha P'u la f°r3a di pedalare, ma che'continua con. la tenacia del tedesco che ha ricevuto un ordine. Ad un certo punto un{compagno, che ho davanti, volta vivamente] la testar, mi chiede: « Che cos'è quella co JZtsfrlw, il cuore che mi sale alla gola Wspnhdo nervosamente-. « Guarda il manubrio. E' un cadavere ». Sono parec chi minuli che camminiamo in mezzo ai ca daveri. II mio compagno non se ne è accorto, ma, un grande brivido lo prende quando la sua ruota sfiora il corpo di un francese ab-, bandonato in mezzo alla via. Tutta la, stra-\ da è costeggiata di forme umane in pose rigi-\de e stecchite, alcune disposte parallela-' mente alla via, con ì mantelli piamente ri- iegati sul corpo, che la mano di un com-,militone ha composto in una posa decente -rima di abbandonare il compagno morto, himè! I soli che hanno ricevuto questo iamo onore sono i tedeschi. I cadaveri dei rancesi morti per la difesa, della loro cara'erra, che li ha nutriti, giacciono scampo-', tamenle su di essa e l'abbracciano un'ulti-] ma volta, nella, posa in cui li ha colti ta[morte repentina. Chi li seppellirà? Forse on. molti di essi troveranno la latta di pe-^rolio che è il rogo inonorato dell'eroico fan- accino di questi tempi, che si chiamano on eroici. Una luna grassa e torbida si sol- eva dalla infella nebbia che copre la pia-mira mortuaria, e corre tra le nuvole spinte dal vento su per i campi segnati da 20 mi-a cadaveri. Ancora una volta il sudore reddo, che non cessa di riportarmi allamìa natura umana, malgrado l'abitudine, ogni volta che trovo le traccie di questi co- ossali eccidii, mi copre la fronte e la vista mi si ottenebra. Mi sembra che la pianura ondeggi continuamente, che gli alberi chefiancheggiano la strada sì mormorino glieventi della fatale giornata, che questi si-nistri cavalieri della notte, che passano avvolti wi loro grandi mantelli, abbiano le mani rosse di sangue, che la rossa luna sia insozzata anche essa di sannue; vedo nella tenebra passare accanto alle mie ruo-e forme che non sono di soldati: la ma-nina di un bambino, la sottana xerdastra diuna donna... Come sono stati uccisi? Chi li ha portali nella battaglia? Tutta la riva della strada in alcuni punti ridotta ad una trincea, ove le salme dei rancesi e dei tedeschi dormono abbraccia-e. Vedo luccicare la canna di un fucile ah- andonalo. Quanto tempo abbiamo camini- ato così in mezzo alla, morte? Non so. E' erto che ho perduto un. po' la coscienza delle cose. Ad un certo punto la gmdasvol- a e « conduce in uva strada ove non m ono più cadaveri, e chiede informazioni ad un ulano che passa, lugubre uccello not- urno, sul campo di oattaglia Ha perduto a strada e non sa dove debba dirigersi per condurci alla Divisione. Svolta per unastradetta, un vìvo fuoco ci arrossa le guan- eie. E' un villaggio che brucia, nel quale roviamo alcuni soldati, che ci dicono che l* ruppe che difendevano^Arras, attaccate dironte e su due lati da masse preponderali-i, si ritirano; ma per questa sera la bat-taglia è finita e per questa sera i tedeschinon entreranno in città. Al Quartier generale La nostra guida è definitivamente smar- rita. Del resto questa è la. specialità del sol-dato tedesco, che non si permette mai .ti chiedere schiarimenti all'ufficiale sulla via da seguire, perchè segue il sistema primor- diale di camminare fino a quando è arriva- to. Passiamo attraverso un altro villaggio incendiato e per altre tre 0 quattro strade scminate di cadaveri. Calcolo che fino ad ora non ne abbiamo visto meno di due 0 tremi- a, e noi non vediamo che quelli che sono sulla strada, ma tutta la campagna è sol- cala di trincee e ne sono piene. Riconoscia- mo le trincee tedesche, anche nell'oscuriià, alla loro profondità e nello scalino che ser-ive per entrarvi e tirare. Finalmente dopo una lunghissima peregrinazione sul campo di battaglia, bagnato dalla luna, fiungia- mo, verso le 8, al Quartiere Generale dellaDivisio**. Attendiamo due ore in, un cortile che giunga il generale. Ci riscaldiamo con una boU tiglia di lacrima chri3tf, ricordo del sergente furiere, che abbiamo portato con noi. Final- . mente il generale ar-Hva, e con molta, cor testa, esaminale le nostre carte, ci dichiara che non può giudicare sul nostro caso, per- che dobbiamo andarle a farci processare a, Cambrai, Dopo un breme pasto Vultimo buona che faremo per parecchi giorni, siamo caricali su di un automobile assiem,e alle no* sire biciclette, e ci mettiamo in via per il Quartiere Generale del Corpo d'armala. Ma sembra che questa sera tutti sbagliano la La verità è che questa mattina la strada linea tedesca era a quindici chilometri da. Arras, mentre questa sera e a pochi chilo- metri, e gli ufficiali non conoscono autor* Pianu™ simile ad un marB, ove nulla aiuta ad orizzontarsi. Non appena usciffi dal <?uai> ti ere Generale, vale a direi non appena sb/a* lè strade del terreno conquistato. Ricostituiamo in seguito che il Quartiere Generale di Divisione, ove siamo stati fatti prigionìeri per la seconda volta, deve essere a. Sai/niMartin. Dal Quartiere Generale del Corpo d'armata ci dividono dodiici chilomet/ri, a quanto ci si dice, ina i dodici chilometri sono presto fatti, e gli ufficiali che ci /scortano sono completamente fuorviati sfa questa gliata la -prima strada, scoppia un fuoco d fucileria xulla nostra destra. Lo chauffeur esegue ima rapida manovra, e ci allonta niamo rapidamente per una stradicciuola di sinistra., Io ed i miei compagni ci guar diamo. E' elidente che stavamo per andare a finire neUe. linee francesi. Siamo dunque forse a due o tre chilometri da Arras. L'au tomobile riparte in velocità. I cadaveri sù'+a strada non si coniano più. La luna che si è fatta chiara, illumina con una luce bianca c crudele : non sono più isolati e disposti in ordine come, quelli nelle trincee, sono gruppi umani d! sei, sette, dieci, venti avvi lappati, e contorti come rami portati via dalla bufera. II. nostro chauffeur, che è vU sibilmente inquieto, non si preoccupa di evitarli. Sento scricchiolare un torace sotto le ruote dell'automobile, ed un nodo mi sale alla gola. Ma no:: è l'ultimo infelice resto ette schiacciamo. L'automobile compie giri bir zarri, entra in strade chiuse da trincee ab bandonate, torna indietro, si ferma sempre nei campi. Di tanto in tanto a destra o a si'nistra la fucileria incomincia a crepitare, ', e i nostri conduttori si inquietano sempre di più: hanno smarrito la concezione dei punto ove siamo e non sanno se ci troviamo più vicini al campo tedesco che al campo {francese, p* * \ rtetosa tregua notturna \ Finalmente decidono di tornare. Dopo una 'breve salita, siamo di nuova sulla pianura che. improvvisamente si colora di lampi da ! tutti i nunti dell'orizzonte. Sono ì cannon di Arra4.t che dAnno VuUim0 salulo ai ted, selli prima di ritirarsi. Sembra che noi str.; .,,,0* il centro di un cerchio di fuoco, perchè ja pianura, perfettamente liscia, dà iHUusio „e di un mare circondato da un orizzonte circolare. Dobbiamo essere a pochi chilo metri, forse due, da questa linea di fuoco Vediamo distintamente non solo la fiamma che esce dalla bocca del cm „# della ranala che colisce „ smlo E UMo un immens0 lavoro di formìche comincia suWaUipiano, Una vita Uzzarra .. • . . . <«■* ™'««rna n.asce sulle strade coperte di cada ve?.- che si confondono con veb del}a »<»"«.« trascinano sulle strad portando oggetti pesanti; piccole carrett c0»erte di tela cominciano a circolare. D lan'° m ta,lt° Pass'am° acc™"> «* "» vo >»° che ne vorta un aUro attaccato alle su spalle. Sono i portaferiti della. Croce Rossa ttedesca'che cercano la loro merce sulle stra\de illuminate dalla luna. Altri sono curvi ad [isolare i cadaveri tedeschi da quelli fravcesi. Tutta In notte così dura, mentre tiposano i soldati, questo pietoso lavoro, ch'gesserà domani con falba, quando la batta glia ricomincierà. 1,1 lungo dei 12 chilometri promessici ne abbiamo falli 50. Siamo passati per Va/i court, che bruciava come una toteia nella notte, per lleninel che rispondeva al suo fuoco dall'altro lato della pianura, per Gue mappes, per Beaura'ms, ove aia la fiamma era hassa neUe macerie dei villaggi comple tamente distrutti, fino a quando giungiamo a xc.uville, ove è il Quartier Generale de Corpn di ornata. E' luna dop» mezzanotte TulH dormono. Due scritturali maleducati cì fan710 condurre niraeeamnatnenlo di una colonna di munixioni ove passiamo una tri sfc vMe in mezz0 ai soldart che ^ per spie - ' r,. „r ... c?nAT»m/w-ii j LArvLU CtAKrUbl o VBURHE o* punkerque CALM5 1 MBHItt °BffacEs USTBNPA s.ncoifì, Si BOULOCNE ARne^ri[RB5^ hiàh'. \ JOURNAL 0BffllXEU£5 s cT/eiiriorir ,, iteci i j> °\ tpnwig*^ \S lASSICHr^^ RlBtCOURT COf1PIEDltE% Valenciennes \ Albert ie°c/>^t//"^^VwfMy>e/roNf^£Mifrj lACapello ?5.0uENTm o^-\-s nacRo. VERVIH3 ^-^2r_s , AÌEZIEga LMno5issoimt Seda, ^Alli/lUC^flNA * spa ; * \»t!JAWEnr * l'HoBEPT * rmeviRf /Mnur SflR-u 2ì lA/Ur Salmi?