Un'ora gravissima per la vita dell'Austria-Ungheria

Un'ora gravissima per la vita dell'Austria-Ungheria Un'ora gravissima per la vita dell'Austria-Ungheria Gli eserciti della Serbia e della Russia avanzano irresistibilmente sul territorio dell' Impero (SERVIZIO SPECIALE DELLA " STAMPA „) La situazione politica le incognite Iftaliii (Per telearato alla Stampa). Roma, 11, notte. Notine da più fonti confermano le prime Informazioni che ho potuto dare aullo stato dell'Austria. Le difficoltà si accumulano. La prima avanzata militare austriaca, che era (stata salutata* a Vienna come una coraggiosa offensiva, deve ripiegare ora ad est, r sud, di fronte alla marcia vittoriosa dei russi e dei serbi. Il primo risultato immediato della disfatta austriaca di Leopoli è btato il completo fallimento di tutto il piano offensivo austriaco. Vi ho già spiegato belle sue linee generali il quadro austriaco. Tre eserciti avanzavano in Russia. L'ala siIniatra, agli ordini del generale Dankl, che puntava verso Lublino, e il centro, agli oridini del generale Auffenberg, che avanzava Verso la linea Chelm-Kowely, avevano iniziato un vigoroso movimento a ventaglio in iRvanti, appoggiandosi, come su un perno, sull'ala destra, guidata dall'arciduca Federico, schiera^ sull'angolo nord-est del confine galiziano dinan»i a Leopoli. Dopo la itragica disfatta di Leopoli quest'ala destra isembra non esistere più. Fu messa completamente in rotta. E' potuto avvenire che Boldati di quei Corpi battuti, sbandati, fuggiti sui primi treni che partivano, siano giunti a Vienna, poi Ano in Istria e a Trieste, senza sapere più nulla del loro reggimento. Interi battaglioni sono stati decimati o fatti prigionieri. L'attaché militare •russo, colonnello Enkel, tiene a farmi salperà che le autorità russe trattano con ogni riguardo i numerosi prigionieri italiani, considerandoli come amici, condotti a morire da una volontà superiore. Furono veramente cacciati al sacrifìcio con un sistefma che non si può comprendere bene. Sono giunte a Roma delle informazioni impressionanti, raccolte tra i racconti dai fuggitivi italiani. Uno ha detto : « Ci hanno fatto avanzare tutta la notte per un bosco. All'aliba ci hanno spinto avanti di corsa, fuori e tuptegfisoiemelalaintumpl'tepdvadoptzpmhm•ssdcspcnsmdMicmppIdel bosco su una radura aperta. Fummo ' ^'«Molti con una terribile scarica di. mitra- ! ?gliatrici. Eravamo a soli cinquecento metri dal nemico, che non era stato avvistato. Avvennero scene tragiche di panico. Segui .una fuga disordinata. Eravamo quasi tutti italiani. I nostri ufficiali erano scomparsi ». (Non si può certo pensare che questo massacrò nazionale sia stato premeditato. Sarebbe un assassinio di popolo, che nessun paese può immaginare. E' stata la divisione itclfpqtflnazionale che ha mandato contro le truppe i rslave degli eserciti nemici i soldati non sla-|lvi, che potevano sembrare più fidati. Caduta Leopoli gli austriaci si sono ritirati ad ovest, dietro la formidabile linea fortificala del Dnjester, tra Iaroslau e Przemysl. Semibrano esausti: dimezzati nelle loro forze, si apprende da Vienna che ogni giorno, st»lo nella capitale, a più di.350 chilometri dalla linea di combattimento, giungono in media più di duemila feriti al giorno. Una la¬ conica notizia del giorno 6 mi dà queste cifre: arrivo di 2510 feriti dalla frontiera o- ! Vrientale e di 1315 feriti con la Sudbahn, dalla frontiera meridionale. C'è una folla di ammalati di dissenteria; si teme il colera. Va. comunicato russo parlava giorni sono di un lazzaretto austriaco abbandonato con 'cinquecento ammalati. Si tentò di smentirlo. Mi si annuncia che pochi giorni sono è morto nel suo castello di Inkovar il principe Carlo di Scharzenberg, per dissenteria. Veniva oon molti oompagni dalla frontiera orientale. Ma questo può non essere ancor nulla. ;L'orrore quotidiano della guerra, in tutti i campi. Ma la disfatta di Leopoli non è solo un episodio tattico, appare sempre più un decisivo fatto strategico. Con essa il perno, il punto d'appoggio delle due arma'te austriache, operanti nella Polonia russa, che sostenevano l'offensiva, s'è distrutto. Le due armate rimangono in aria. Quella centrale del.generale Auflanberg minacciata seriamente, oltre che sul fronte da uria nuova offensiva russa che si va delineando in Polonia, anche alle spalle dall'esercito russo conquistatore di Leopoli, che avanza per tentar di forzare la linea del Dnjester. Perciò essa ha iniziato un deciso movimento di ritirata. I combattimenti di Rawa-Ruska e Sokal, al confine settentrionale della Galizia, devono essere provocati dall'urto di Auffenberg, che ripiega, contro la destra russa. L'ala sinistra di Dankl, se non. avrà presto rinforzi, dovrà anch'essa ritirarsi. Una battaglia di sette giorni, attorno Leopoli, la prima vera battaglia che si sia combattuta fra Austria e Russia, ha mutato di colpo la situazione, ha invertito le parti dei due belligeranti, ha spostato terribilmente le .'loro posizioni. Fortuna di guerra, può sembrare. Potrà ancora mutare. Non bisogna certo precipitare i giudizi, parlare di rovina dell'Impero. Ma c'è qualche cosa, che risulta dalla stessa composizione dell'Austria, che ingigantisce per essa il valore di certi episodi e le fa risentire con una ripercussione, più violenta, invece che più lieve, tutti gli urti esterni. Questo è il problema stesso dell'impero. Con il suo esercito formidabile, perfettamen. te equipaggiato, disciplinato in una lunga esercitazione, esso non è un vero paese militare, e sembra che non possa resistere ad una prima seria disfatta. L'esercito c iP popolo austriaco non possono che vincere: se perdono decisamente una sola voHa cadono travzvddzgnvdripdsctnvLusSimdmposttitlnSsdsssratitpciGprdmnca pe non si rialzano più. Nella vittoria, con tutti i suoi momentanei effetti psicologici, possono scomparire, o meglio fermarsi, tutte le latenti azioni, dissolventi di questo grande vecchio organismo, già tante volte fiaccato dalla Storia: ad un solo urto, una sola sciagura, immediatamente compaiono ie crepe, si mettono in azione tutti gli elementi disgregatori dell'Impero. L'Austria e come uno di quegli organismi vecchi, malati, che non sentono le loro molte infermità latenti solo quando riposano o si muovono in una certa temperatura: se la temperatura s'abbassa immediatamente i germi del male si fan vivi, si propagano. Questo, si può dire, è già un momento storico per l'Austria. La si deve osservare con ogni attenzione, ascoltando, insieme alle voci che parlano di fatti d'armi, le altre voci più diffuse che sono il paese, che scoprono il vero substrato di questa tremenda guerra austriaca. Il primo effetto della disfatta austriaca di Leonolj è l'invasione russa della. Galizia orientale. Qui la popolazione è rutena, cioè, piccola russa. Le truppe russe si trovano tra fratelli. La guerra prende un aspetto razionale, che avvantaggia possentemente la posizione dei russi. I contadini aiutano le manovre delle truppe. Il comando austriaco ha potuto più volte constatare che i movimenti delle sue truppe erano attentamente •seguiti e segnalati al nemico da giovani nascosti tra il fogliame degli alberi. All'inizio di molti attacchi russi si è osservato che i contadini spingevano i loro armenti a pascolare proprio lungo le trincee delle truppe austriache. Erano lenti candidi bersagli che segnavano esattamente le posizioni del nemico all'artiglieria russa, che poteva così subito aggiustare con precisione i suoi Uri micidiali. Ci sono state fucilazioni in massa, dicono le notizie che vengono dal campo. Ma queste insidie — le stesse che a sud, sul icampo serbo hanno tante volte tradito le masse austriache — provano lo stato del paese. C'è della gente che rischia una fucilata per aiutare il nemico che chiama fratello. Il tradimento diviene un eroico sacrificio sakfaagsgcspmnu ^ZÌOnale;. Questo « dice tutto il valore dei ?™n*™ab. nazionali dell'Austria, in questo istante decisivo. E prova anche il fallimen to'di tetta la" politica' austriaca che aveva cercato, qui, come verso la frontiera ita' liana, di crearsi una base di difesa e di offesa con degli artifici nazionali. Proprio la primavera scossa ho tentato di prospettare questo ancora sconosciuto problema dei ruteni, che ha tanta parte nell'attuale conflitto austro-russo. Ci sono 23 milioni di rut°nirin Rusfia; 1 m!lioni in Austria "ira la Gabz,a c la Bu0OVln" e 1 **< ! Vando lunS° la frontlei'a ™s^. tentrionali ungheresi. I ruteni sono piccoli russi. Parlano un dialetto russo : hanno anima russa. La politica austriaca ne ha voluto fare qualche cosa di diverso, una razza a sè. Li ha battezzati con un nome nuovo, « ucraini », si è illusa, con ogni specie di favori e di piccoli giuochi, di staccarli dai russi, anzi di farli un centro di attrazione per i ruteni della Russia. Vi parlai già molti mesi fa di un'illusione. Viag- da Prze- roi crrTtmddpdtpdmngzd«tppzvandclznsnlysl fin verso Czernwitz, i villaggi ruteni vi appaiono vere oasi russe. Oggi essi sono divenuti centri di operazione delle truppe russe. E' prodigioso questo istinto forte e indomabile, che muove il popolo. Nessuno poteva sospettare che la propaganda irredentista russa avesse tanta radice. I capi spirituali del movimento Markow, Czerlinnciokiewicz, Dudikiewicz, vecchi amici battaglieri, son rinchiusi, secondo quanto si sa, nel castello di Przemysl. I coni uditi i si muovono istintivamente, 3enza esser chiamati. L'avanzata russa, qui, prende l'aspetto di una liberazione. La cavalleria cosacca, che secondo i comunicati russi, si trova già a Stryi mira evidentemente, se può, a varcare i Carpazi per piombare sul comitato di Marmaros-Sziget, il cuore dei ruteni russofili dell'Ungheria. E questa avanzata incoraggia pure i rumeni. Si pensi un istante solo alla carta del paese. La marcia russa ha rovesciato ad ovest l'esercito austriaco. La Bucovina, forse anche già una parte della Transilvania, tutte terre rumene, sono sgombrate dallo truppe austriache. CI sarà un movimento in avanti dell'esercito rumeno? Tutto lo stato politico del paese sembrerebbe prepararlo. Si hanno poche notizie sulla Transilvania, ma esse parlano di fermento popolare. Sopratutto sulla linea Hermannstadt-Kronstadt vi è un'inquietante resistenza passiva della popolazione. Già due anni fa in questa regione, durante la mobilitazione austriaca, si era registrato il tentativo di diserzione di un mezzo squadrone di dragoni rumeni. azione nel popolo. Si sono fatti arresti: si tengono in ogni villaggic ostaggi, scelti fra i notabili, facendoli responsabili di ogni attentato che si compiesse dentro il raggio del paese. C'è qualche cosa di inquietante che crolla. Tutto il fronte orientale dell'Impero è csi in crisi. C'erano i polacchi, elemento fido del Governo. Con essi a Vienna, si sperava di poter sollevare la rivoluzione nella Polonia russa. Ancor prima della guerra il comando militare aveva fatto stampare il gran tpedsccntpriesoffttriC&fvngsnmtssmdlqdorsfslcSi si nra ehe il rlprn ha ima fni-rol0Sd uld cne 11 clei° na und f0116'ilompeivsvvtmanifesto della liberazione. I polacchi russi! non si sono mossi. Il 16 agosto — lo stesso.' giorno che a Cracovia tutti i partiti po- ...... . . . . ..... 1 .1 lacchi d Austria, compresi t socialisti c i dclericali, si fondevano in un solo partito di'sconcentrazione, giurando guerra alla Rus- ^aite, fedaj*^ all'Austria — i polacchi di Var- s savia telegrafavano al granduca Nikola Nlkolajevitch giurando devozione allo Czar. Tutti i calcoli politici dell'Austria sono falliti. La guerra che stringe l'Impero a èst, a sud ha qualche cosa di solenne e di tragico, forse più ancora che l'altra gigantesca guerra che si combatte sulla linea del generale Joffre. Si ha la sensazione che una crisi nuova si prepara, un momento decisivo si avvicina. Ogni giorno che passa, api partiene alla storia indimenticabile del. mondo: ma questi giorni dell'Austria hanno l'ansietà tragica delle tiltime mosse di una estrema partita risolutiva. VIRGINIO GAYDA.

Persone citate: Carlo, Ruska, Sokal