Impiegati infedeli

Impiegati infedeli Impiegati infedeli a r pgati infedUnatruffa di parecchie migliaia di lire in seguito a formale denunzia, pervenuta al Procuratore del Re, l'Autorità di'Pubblica Sicurezza ha proceduto all'arresto di due giovani impiegati della Ditta Barberi (burro e formaggi), certi Mario Mosetto. di Francesco, c Oreste Cappellano, di -Roberto, perché responsabili di una truffa, con falso ed appropriazione indebita, di ingente quantità di merce e danaro, per molte migliaia di lire, a danno della Ditta slessa. Da informazioni assunte risulta cho la truffa in danno della Ditta Barberi era organizzata dai due impiegati, in modo cosi ingegnoso, che la scoperta fu difficile, per quanto la brutta faccenda durasse da un certo tempo. Nati i primi sospetti, la Ditta cercò di esercitare una più attiva sorveglianza, e non fu che quando riuscì a trovare le fila dell'azione delittuosa, che si decise ad agire. I due impiegati godevano tutta la fiducia dei loro principali e fu con vero dispiacere clic essi risolsero di sporgere denunzia. Tra i diversi fhezzl escogitali dai due arrestati per fare danaro, con maggiore frequenza essi ricorsero alla spedizione di merce ad Ignoti c alla vendita simulata. Burro e formaggi venivano inviati a stazioni non molto lontane da Torino, a persone non conosciute. La merce, che rimaneva in giacenza, veniva poi da essi stessi ritirata e venduta a prèzzo d'occasione. E questo era il caso più comune. Altra volta, la merce usciva dal magazzino come diretta a olienti veri dell'Azienda e poi finiva nelle mani dei due, che la esitavano come potevano, incassando per loro conto il danaro. 1 danni subiti dalla Ditta Barbori sono abbastanza ingenti. L'arresto fu compiuto dagli agenti del Commissariato Compartimentale di Pubblica Sicurezza alle Ferrovie, dopo speciali indagini, tendenti a raccogliere le prove dell'illecito commercio, che i due impiegati facevano. Dopo un primo sommario interrogatorio, compiuto dal commissario cav. Righetti, i due arrestati furono tradotti, in vettura, alle Carceri giudiziarie. Tre colpi di rivoltella Con tre colpi di rivoltella si dava Ha morte ieri sulla sponda sinistra della Dota nei pressi della Piazza d'Armi di A'anchiglia. un uomo sulla trentina. Al rumore delle detonazioni accorsero, dal posto vicino, un brigadiere e un agente delle guardie municipali, il disgraziato, che era stramazzato al suolo, rantolava; nelle mani stringeva ancora l'arma, una rivoltella da poco prezzo, che si era puntata contro le tempia. Premurosamente raccolto e trasportato all'Ospedale di San Giovanni su di una automobile barella, il suicida spirava lungo 11 tragitto senza aver articolato parolaSi ignorano le generalità del suicida e il movente dell'atto. Nelle tasche non gli si rinvenne altro che un indirizzo dell'armaiuolo che sii vendette l'arma. e i n , a i i a a , o o i e i a n ; a e e i i o i i , i i e n d i i l i a e l r i à , i a re Il bagno Involontaria e l'anello salvatore Il manovale Pietro Latore, d'anni 59, abitante in via Borgo Dora, 33. imo narrare di averla scampata bella. Verso le ore 17 di ieri, egli se ne stava seduto sopra un murazzo del Po presso il Ponte Vittorio Emanuele 1, meditando forse sulla guerra, quando per un troppo brusco movimento perdette l'equilibrio n precipitò in acqua. La corrente ingrossata dalle pioggia di questi giorni è piuttosto rapida ed il pover'uomo scomparve sott'acqua, provocando lo spavento di quanti dai murazzi e dal Ponte avevano assistito all'inattesa scena. Per fortnnr. il Latore se aveva perduto l'equilibrio non perdette vIa testa in quel frangente, e risalito a galla s'aggrappò saldamente ad un<i r'ì quei grossi anelli di ferro infissi nello grosse pietre dell'argine e destinati a legare le barche. Egli invocò soccorso e tosto i barcaiuoli Ernesto e Luigi Torchio e Alessandro Carasso s'affrettarono verso dt lui con lo loro imbarcazioni. Il manovale, inzuppato fino al midollo, fu tratto in salvo a riva e affidato alle guardio municipali sopraggiunte, per le altre cure necessarie. La scomparsa d'un vecchio Da lunedi sera è scomparso dalla sua casa un vecchio settantenne di Noie Canavese. tal Giovanni Giorsa, il quale va soggetto ad improvvisi malori ed è alquanto debole di mente. Il vecchio veste di lana a strisele verdastre; è alto ni. 1,70. ha baffi grigi, una cicatrice e abrasioni alla fronte e allo zigomo sinistro. Farebbe opera pietosa chi avendone notizie le comunicasse alla famiglia Giorsa a Nolo Canavese. Il sublimato La gelosia ha spinto, ieri, la signorina Lucia Converso, del fu Giovanni, abitante in corso San Maurizio, 10, ad Ingoiare due pastiglie di sublimato. La disgraziata giovane, m preda a dolori atroci, venne trasportata all'Ospedale di San Giovanni dai militi della « Croce Verde ». La Converso è stata ricoverata con prognosi riservata. Le visite dei ladri Con uoa chiave falsa ignoti malandrini si sono introdotti nell'alloggio dell'avvocato P.etru Piccini, in via Riberi, 2. il quale si trova in campagna con ia sua signora. 1 ladri, padroni del campo, poterono compiere indisturbati il loro bottino, ma non si sa ancora quale danno abbiano prodotto. E' aitteso l'avv. Piccini )>er stabilire l'entità del furto. — In corso Regina Margherita, 163, fu tentato un furto a danno di Luigi Ricchinrdone. i ladri ruppero un vetro per penetrare nell'alloggio, ma sul più bello furono sorpresi e dovettero darsi alla fuga. — Meno fortunato fu l'esercente Francesco Fenocclno, in corso San Martino, 10. I ladri penetraiumo nel suo « bar » e vi rubarono Una motocicletta, un registratore di cassa, una macchina da cucire ed un impermeabile, poi se ne andarono tranquillamente. — Per aver rubato sei chili di pesche fu tratto m arresto un tal Francesco Albertengo abitante in virj. 'San Tommaso, N. 25. Porcosso da sconosciuti Accompagnato da due agenti del Commissariato Dora, il contadino Alessandro Rosso, di Andrea, d'anni 47, da Buronzo, abitante in via I,cmbardore, 18, si recò al San Giovanni a farsi medicare una ferita alla testa prodotta da percosse che disse ricevute da due sconosciuti in via Pietro Micca. Il dottor Ferrerò lo giudicò guaribile in dieci giorni. Investimento All'angolo di corso Emilia e via Mondovl una giovane donna — Felicita Canale-Danna, di armi 31 — fu investita da un ciclista e cadde riportando leggere contusioni con coi-segmeiiite commozione cerebrale. La poveretta fu prontamente soccorsa e accompagnata poi da una guardia municipale all'ospedale di San Giovanni. Fu giudicata guaribile in dieci giorni,salvo complicazioni. Litigio coniugale La lavandaia Margherita Peracchio, d'anni 37, da Settimo, abitante in via Valle S. Martino, 18, dovette ricorrere all'opera del dottor Ferrerò, del San Giovanni, in seguito a percosse datele dal marito Antonio Crotta, a conclusione di un diverbio. Il sanitario le riscontrò una ferita lacero-contusa alla palpebra sinistra guaribile in otto giorni. Incidenti a veicoli ed a quadrupedi Un cavallo attaccato ad una vettura da rimessa, mentre era fermo davanti la casa numero 658 di corso Moncalieri. custodito dal cocchiere Ghiardl Francesco, d'anni 28, si adombrò pel rumore prodotto dall'awicinarsi di >un treno elettrico diretto in città e retrocedette col veicolo sul binario. 11 manovratore del treno, Massa Pietro, fu pronto a fai- agire il freno elettrico, arrestando quasi di botto il convoglio, ma non. potè evitare l'urto. Il cavallo fu gettato al suòlo, senza riportare alcun male; soltanto la vettura ebbe le sbarre spezzate ed un vetro infranto. Le guardie municipali della vicina .Sezione accorsero a prestare la loro opera, aiutando il cocchiere a riparare provvisoriamente i guasti. — Un cavallo, di proprietà del signor Canuto Marcello, condotto dal carrettiere Trebbia Carlo .transitando, attaccato ad un carro a quattro ruote, in un terreno privato, in via Talucchi, tra le vie Giacinto Collegllo e Goffredo Casalis, affondò colla parte posteriore del corpo in una fossa piena di materie in decomposizione, coperta provvisoriamente con uno strato di terra. Per liberare il quadrupede fu necessario l'intervento di una squorlia di pompieri, al comando di un ufficiale, i quali riuscirono nell'Impressi In mezz'ora circa, mediante adatta manovra colla scala Porta. L'animale rimase Illeso. — Un mulo fuggì inosservato dal deposito quadrupedi istituito dal Governo presso la Cascina Sant'Antonio. all'ex-Barriera di Francia, e percorse lo. strada di Circonvallazione, svoltando poscia in via San Donato. Presso la .casa X. 54 venne affrontato e fermato dal cocchiere pubblico Musso Giacinto, il quale lo afferrò per la catena, che gli pendeva dal collo, e lo condusse alla Sezione delle guardie municipali di Lucento. Poco dopo I! quadrupede venne qonsegnato a due soldati addetti alla custodia del Deposito.

Luoghi citati: Francia, Massa Pietro, Torino