Congiuntura economica e suoi aspetti politici di Arturo Barone

Congiuntura economica e suoi aspetti politici t ii dibattito promosso dal «e Uovi mento Gaetano Salvemini)» Congiuntura economica e suoi aspetti politici Hanno partecipato alla discussione: Visentin! (pri), Sylos-Labini (psi), Peggio (pei), Curti (de) e Storoni (pli) - Essi si sono trovati sostanzialmente d'accordo nel caratterizzarne gli elementi negativi, anche se i pareri sono stati diversi nelTindicare i rimedi Nostra servizio particolare Roma, lunedi mattina. Per iniziativa del « Movimento Gaetano Salvemini » ha avuto luogo ieri, in un teatro della capitale, una < tavola rotonda > sul tema «Aspetti politici della congiuntura economica ». Vi hanno partecipato, sia pure a titolo strettamente personale, uomini rappresentativi delle varie correnti politiche: il prof. Bruno Visentini (repubblicano), il prof. Paolo Sylos-Labini (socialista); il dott. Eugenio Peggio (comunista), l'on. Aurelio Curti (democristiano), l'avv. Enzo Storoni (liberale). Primo a parlare è stato 11 prof. Visentini, che ha tratteggiato rapidamente luci e ombre dello sviluppo economico italiano: le luci del < grande balzo » industriale e dell'avvicinamento al traguardo del pieno impiego; le ombre degli squilibri regionali e settoriali, la cui eliminazione postula per l'avvenire una seria e responsabile politica di programmazione. La libertà degli imprenditori è stata e sarà necessaria, ma va inquadrata — secondo 11 vice-presidente dell'Ir! — in uno schema di sviluppo diverso da quello passato. La classe politica, che in passato non è sempre stata pari ai suoi compiti, è chiamata ad un difficile impegno di capacità e volontà operativa; dovrà anzitutto dimostrare di far funzionare io Stato come il settore privato e lo stesso settore pubblico parastatale. Il prof. Sylos-Labini, membro della Commissione nazionale per la programmazione, ha centrato il suo intervento su alcuni punti par¬ ticolari: salari; bilancia dei pagamenti; risparmio. Per i salari ha respinto la tesi che vede nel loro aumento la causa unica dell'aumento dei prezzi: si tratta, ha detto, dì « una verità parziale peggiore delle bugie ». Nell'industria, infatti, i salari nominali sono cresciuti su per giù come la produttività; in termini reali sono cresciuti assai meno, per il fatto che gli aumenti dei fitti e dei prezzi al minuto hanno assorbito una quota eccessiva delle disponibilità monetarie dei lavoratori. A ogni modo, la lievitazione dei salari è — a suo giudizio — la logica conseguenza della rarefazione della manodopera e del processo d'integrazione del Mercato comune con Paesi a livelli retributivi più elevati dei nostri. Quanto alla bilancia del pagamenti, uno del maggio- ri fattori di squilibrio — secondo Sylos-Labini — è l'insufficiente produzione interna di generi alimentari, soprattutto di origine animale, dovuta alla -politica di protezione granarla che ha praticamente reso inoperante la direttiva « più carne e meno grano ». .Infine, per ciò che riguarda l'attuale crisi del mercato finanziario, Sylos-Labini l'ha attribuita più al dilagare degli investimenti in aree fabbricabili che ad una diminuita propensione al risparmio. Il dott. Peggio, concordando in molti punti con i due oratori precedenti, ha insistito sul fatto che la tendenza ad aumenti salariali superiori agli incrementi della produttività è diffusa in tutti i Paesi industriali. Se in Italia le tensioni inflazionistiche sono oggi più vivaci che altrove, è giocoforza chiamare in causa deficienze strutturali peculiari del nostro Paese, come l'arretratezza dell'agricoltura e dell'apparato distributivo, nonché la congestione demografica ed industriale in aree ristrette della Valle Padana. Ha perciò ritenuto di sollecitare le radicali riforme proposte dal pei in tema di agricoltura, di distribuzione e di urbanistica, le sole, a suo avviso, capaci di modificare l'attuale sistema economico. L'on. Curti ha difeso, subito dopo, la politica del primo governo di centro-sinistra, in quanto diretta ad una migliore distribuzione del reddito creato dal « miracolo economico ». I tre pilastri di tale politica (programmazione, nazionalizzazione dell'industria elettrica e cedolare d'acconto) hanno provocato, tuttavia, conseguenze negative del tutto ingiustificate; troppi operatori hanno nutrito timori eccessivi circa gli obiettivi reali dì un futuro governo a partecipazione socialista. Si tratta — ha detto il parlamentare torinese — di uno « choc superabile », di una crisi di crescenza che un governo stabile potrà rapidamente debellare dando c certezza dei loro diritti agli operatori >, senza tut¬ tavia deflettere dal proposito di contenere quei fenomeni di evasione fiscale e di speculazione sulle aree fabbricabili, non conciliabili con 10 sviluppo ordinato di una società moderna. L'aw. Storoni, ultimo oratore del convegno, si è assunto consapevolmente la parte di oppositore «cattivo». Da un rapido raffronto fra il 1961 e il 1963, per quanto riguarda i principali fenomeni economici (moneta, prezzi, bilancia dei pagamenti, risparmio), ne ha dedotto che la politica di centro-sinistra ha certo Influito negativamente sul loro andamento. E, poiché le difficoltà economiche non fanno cadere le dittature, ma sono pericolose per I regimi democratici, egli ha espresso 11 timore che in Italia si manifestino tentazioni di carattere autoritario. In particolare, Storoni. ha rimproverato all'ultimo governo Pantani un'eccessiva dilatazione della spesa pubblica e a certi leaders del centro-sinistra dichiarazioni «punitive» che hanno giustificato le apprensioni degli imprenditori. Quanto alle insufficienze dell'agricoltura, esse sarebbero la puntuale conseguenza della politica diretta a favorire la piccola proprietà contadina, ossia un'agricoltura frazionata, patriarcale, del tutto opposta all'esigenza moderna d'industrializzazione della azienda rurale. Infine, riguardo ad alcuni punti del recente programma quadripartitico, Storoni si è dichiarato nettamente contrario: a suo parere, non vi è via di mezzo fra economia di mercato ed economia collettivista. Arturo Barone

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