Le decisioni dei repubblicani di Arturo Barone

Le decisioni dei repubblicani Conclusi i lavori del Consiglio del partito Le decisioni dei repubblicani L'o.d.g. che autorizza la direzione a partecipare alle trattative per il nuovo governo approvato all'unanimità; gli amici di Pacciardi, che era assente, si sono astenuti - Discorso di La Malfa in difesa del primo esperimento di centro-sinistra Roma, lunedi mattina. Il Consiglio nazionale del pri ha approvato Ieri sera, dopo un'altra intensa giornata di lavori, un ordine del giorno nel quale sì riconosce < l'esistenza delle condizioni per la pronta ripresa di un leale e costruttivo colloquio con i partiti democristiano, socialdemocratico e socialista, ai Ani della costituzione di una coalizione di centro-sinistra che comporti dirette responsabilità di governo fra 1 quattro partiti ». Il documento autorizza la direzione ad avviare le trattative per la formazione del nuovo governo, sulla base del programma preparato dal partito, e ad < adoperarsi per una rapida e non equìvoca conclusione, che dia al Paese una maggioranza stabile e impegnata a realizzare una politica di rinnovamento democratico, dì restaurazione del costume pubblico, di pace garantita, di progresso sociale nella libertà e nella sicurezza democratica ». La mozione conclusiva è stata approvata all'unanimità. L'on. Pacciardi, tender della corrente minoritaria di «difesa repubblicana», era assente; i suoi seguaci hanno preferito non contarsi astenendosi, né sembrano d'altra parte disposti ad infrangere la disciplina di partito, qualora i socialisti vadano al governo In mattinata l'on. La Malfa aveva tenuto il preannunciato discorso sugli aspetti economico-sociali del programma del partito per il nuovo governo Per la verità, più che dell'avvenire, l'ex-ministro del Bilancio ha parlato della sua per sonale esperienza del governo Fanfaii!, e ciò allo scopo di rispondere alle critiche rivolte alla politica economica del pri mo centro-sinistra. Egli ha di feso ancora una volta 1 dui1 provvedimenti più discussi — | nazionalizzazione dell'industria elettrica e cedolare d'acconto — pur ammettendo che il primo di essi incideva sul sistema della libera iniziativa; se tuttavia lo si è adottato, ciò è accaduto sia per dare «una nuova e grande prospettiva alla politica dell'energia nel nostro Paese », sia per incoraggiare il psi ad assumere la sua parte di consolidamento delle istituzioni democratiche. Tuttavia, ha aggiunto, la nazionalizzazione di un servizio pubblico fondamentale che non consente 11 gioco della concorrenza, come la fornitura di energia elettrica, non è in sé provvedimento classista: rientra nella prassi normale di Stati ad economia liberale, ed è previsto esplicitamente dalla nostra Costituzione. I danni saranno, comunque, presto sanati: «Fra dieci anni — ha detto La Malfa — la nazionalizzazione sarà titolo di gloria per chi l'ha realizzata». Quanto alla cedolare d'ac conto ha affermato che essa avrebbe dovuto costituire, nel quadro della nominatività azio naria vigente, un provvedi mento « liberatore » e non un nuovo vincolo; le radicali modifiche apportate all'art. 17 della legge Tremelloni riscossero, Infatti, a suo tempo, la approvazione degli esperti fiscali, degli agenti di cambio, dell'associazione delle società per azioni, degli stessi organi direttivi della Confindustria attraverso una decisione resa pubblica del 12 ottobre 1962. Evidentemente — ha osservato La Malfa — «alla perequazione fiscale molti industriali hanno preferito la fuga dei capitali ». Egli ha poi osservato che colpire questo fenomeno significa colpire le regole del Mercato comune: la esportazione del capitali è infatti libera; però una volta assolti gli obblighi fiscali, e non prima; «in caso contrario, il reato è sempre perseguibile e nessuna regola del Mercato comune può servire da copertura ». Mentre si è assunta la piena responsabilità della nazionalizzazione dell'energia elettrica e della cedolare d'acconto, l'ex ministro del Bilancio ha respìnto ogni addebito al centro-Binistra per quanto ri guarda l'espansione del salari, frutto, a suo parere, dello stesso disordinato miracolo economico e della stessa situazione più favorevole all'azione rivendicativa del sindacati. Ha definito assurda «la pretesa che il governo debba fermare solo i salari» e ha affermato che i lavoratori, anche quelli inquadrati nella Cgil, potranno essere indotti ad accettare una politica globale L'attualo delicata congiuntura è anche il risultato di altri fattori negativi, come gli errori di previsione di grandi aziende pubbliche e private, le strozzature delia produzione agricola e della distribuzione commerciale, e quello — non meno grave — dell'apparato statale. La Malfa ha infine rivendicato al governo Fanfanl il merito di avere, « con la sua leal tà verso gli impegni programmatici iniziali », creato le pre messe per le proesime tratta tlve col psi, che dovrebbero ap prodare ad un governo di le gislatura; per meglio garantire la sua stabilità, egli ha auspicato l'ingresso nel ministero Moro non solo del segretari del quattro partiti, ma anche quello di Riccardo Lombardi. Arturo Barone p

Persone citate: La Malfa, Pacciardi, Riccardo Lombardi

Luoghi citati: Roma