Il pubblico che affolla il «Salone» visto dai tecnici e dagli espositori di Remo Lugli

Il pubblico che affolla il «Salone» visto dai tecnici e dagli espositori Xk'slmmìomabile s interesse e passione st tutto le etàt Il pubblico che affolla il «Salone» visto dai tecnici e dagli espositori La gente della campagna non soltanto vuole la « macchina » ma qualche volta intende anche usarla nei lavori dei campi Il lancio di un nuovo modello di autocarro può essere altrettanto importante quanto quello di una vettura di successo Come conciliare le esigenze meccaniche con quelle della estetica richiesta dalle donne che occorre accontentare Afferma il direttore commerciale di una fabbrica di automobili sportive: « Ogni anno vado a tutti 1 saloni europei e ogni anno devo constatare che l'entusiasmo, la curiosità, diciamo pure anche l'invadenza del pubblico del Salone torinese sono unici. A Bruxelles, a Londra, a Ginevra, c'è un interesse freddo, distante. La gente guarda, fa qualche rara domanda, gli amici si sussurrano qualche considerazione, passano, a un altro stand. Qui a Torino siamo costretti a recingere la nostra, area, a sbarrare con le corde l'ingresso, altrimenti ci prendono d'assalto. E' un pubblico — continua lo stesso direttore commerciale — che nelle giornate di ressa dà delle preoccupazioni, ma, in genere, anche delle soddisfazioni: le domande più intelligenti, più tecniche e più strane ci vengono rivolte a Torino». Tutto sommato è un giudizio positivo. Gli italiani gravitano Intorno all'automobile come forse nessun altro popolo. Non sono come gli americani che accettano l'auto come una necessità della quale non possono fare a meno. Gli italiani- che non posseggono ancora la macchina aspirano ad averla con tutte le loro forze; quelli che l'hanno la personalizzano con un fregio, uh co¬ primozzo, una marmitta diversi da quelli di serie; anche quando guidano per lavoro si sentono potenziali corridori, danno alla guida sfumature sportive, il tocco della loro personalità. Al volante cambiano persino carattere: diventano focosi anche 1 mansueti, nevrastenici i calmi, pericolosi 1 prepotenti. Con.gente di questa fatta il salone deve avere per forza l'animazione che ha. Un industriale dice: «Le autorità governative dovrebbero trascorrere parecchie ore qui, ai nostri stands, per capire quale sarà la futura espansione automobilistica in Italia e,, quindi, predisporre in tempo 1 piani per una migliore rete stradale e per una adeguata capacità ricettiva dei parcheggi nelle città ». v Il pubblico va mutando, perché il desiderio dell'automobile preme dappertutto. Fino agli ultimi anni i visitatori appartenevano soprattutto al ceto medio, adesso viene anche la gente della campagna che Ano a ieri aspirava, al massimo, alla motoretta. Il contadino e il manovale arrivano al Salone con la borsa' o addirittura la sporta della colazione, saltano di pari passo gli stands delle macchine grosse o di lusso, fanno la spola fra quelli delle utilitarie tra le quali prima o poi cadrà la loro scelta. Fanno cento domande; taluni vorrebbero poter unire il dilettevole all'utile, chiedono se possono sfruttare la vetturetta su cui hanno puntato gli occhi per qualche lavoro in campagna. Gli standisti restano perplessi: «Non crediamo» rispondono, oppure, «no, questo-non è previsto»; ma 1 contadini resistono abbrancati alle loro speranze. Il personale che raccoglie le prenotazioni per le prove su strada, ha sempre la fila davanti al tavolo. Se si dovesse far fare il giretto a tutti quelli che lo chiedono, i collaudatori delle varie Case avrebbero da lavorare per un anno intero. La logica vorrebbe che si desse la precedenza a coloro che sembrano meglio intenzionati all'acquisto. Ma come si fa a giudicare con sicurezza? Certe persone chiedono di provare auto sportive da 280 all'ora e non hanno in tasca nemmeno la patente. D'altra parte per loro è un'occasione buonissima; diversamente quando mai riuscirebbero a salire su una macchina del genere? Il fiuto dei collaudatori al manifesta dopo, quando il supposto cliente è salito à bordo; a chi guida basta una parola o una mossa per capire se il passeggero è un automobilista o uno che ha soltanto voluto scroccare la passeggiata a 150 all'ora. Quando gli standisti scoprono un cliente buono, di quelli che stanno davvero per cambiar macchina o per comperare la prima, lo circondano di tutte le attenzioni, mettono l'accento sul pregi della macchina e sanno abilmente scantonare alle domande insidiose, quelle basate su eventuali aspetti negativi della vettura. In genere, questi clienti sono sempre accompagnati dalla moglie o dalla fidanzata, perché l'automobile è ormai un elemento familiare e giocoforza su di esso deve pronunciarsi anche la donna. I venditori in questo caso conoscono bene l'importanza del giudizio femminile, tanto che trascurano quasi il colloquio con il probabile acquirente, per puntare sul convincimento della sua 1 accompagnatrice. Una grande Casa ha Intitolato un depliant « è la donna che decide», per ricordare all'uomo che la purezza della linea e le rifiniture interne hanno la loro grande importanza. I giovani non vedono che gli spider. Trovassero chi gli regala una mastodontica auto da rappresentanza del valore di cinque milioni, accetterebbero il regalo soltanto a condizione di poterlo vendere. A quante categorie Interessa il Salone dell'automobile? A molte, è difficile dire a quante. Insieme con le vetture sono esposti gli accessori e poi le roulottes, gli autoveicoli industriali, le apparecchiature per 1 meccanici, i gommisti; c'è il commercio dei carburanti e dei labi-incanti. Su cento visitatori che vanno al Salone per vedere i nuovi tipi di automobìli, ce ne possono essere venti che vanno richiamate da interessi legati al mondo di contorno. Per 1 camionisti, ad esempio, 11 lancio di un determinato autocarro può valere quello roboante di una nuova vettura destinata al grande successo. Nel 5° padiglione, ad esempio, è esposto >1 Fiat 643 N. Gli automobilisti non vanno nemmeno da quelle parti e se ci arrivano guardano senza vedere .e - senza capire. Ma il 643 N ha sempre la ressa intorno: camionisti, naturalmente, che ammirano, parlano, discutono. «Càspita — dicono — dieci marce e tutte sincronizzate. Deve proprio essere una cannonata: con questo ti arrampiciti anche su per le vette». Le.roulottes hanno i loro visitatóri: famiglie intere, padre, madre, due o tre bambini. I genitori si informano del peso, del prezzo, vanno ad esaminare l'angolo della cucina, il gabinetto, e i bambini, intanto, pro¬ vano a sdraiarsi sulle cuccette. Alle undici di sera la sirena chiude la giornata del Salone, manda tutti a letto. Il pubblico impiega almeno mezz'ora a sfollare: ci sono ancora tante cose da vedere in questo mondo affascinante e inesauribile. Chi può, non si accontenta di una visita, ritorna l'Indomani. Alla fine forse avrà deciso la propria scelta; o, più semplicemente, avrà raccolto tanta altra materia per le proprie aspirazioni. Remo Lugli

Luoghi citati: Bruxelles, Ginevra, Italia, Londra, Torino