Veglie e follie di Capodanno nei falsi "rustici,, di Cortina di Gigi Ghirotti

Veglie e follie di Capodanno nei falsi "rustici,, di Cortina Veglie e follie di Capodanno nei falsi "rustici,, di Cortina La canzone più in voga: « La troika nella steppa va gridando "ohi la Peppa" » - Venticinque centimetri di neve, 25 mila turisti - Settantacinque veglioni di San Silvestro in preparazione - Cortesia ed efficienza dei vigili di Bologna, esperti in multe ' (Dal nostro inviato speciale) Cortina d'Ampezzo, 28 dicembre « Caterina alzati - Caterina levati - Caterina oppssassà - Caterina opvllallà ». Quest' anno, la gioventù dorata di Cortina sdegna i locali notturni con orchestre di grido ed eleganza mondana. Sono di moda le « Caterine ». Alle 7-8 di sera, le comitive si radunano fuor dell'albergo, sci in spalle. Si va qui intorno, in uno dei fienili, o malghe, o stalle, o baite, o rifugi, sistemati a locale caratteristico. Lo slittone scarica le compagnie sulla soglia. Quindi, il capo brigata, riuniti i suoi fedeli, attacca una « Caterina » « Chi è nato di gennaio - s'alzi in pie! ». Coro « Caterina alzati - Caterina levati», ecc. E chi è nato di gennaio, poi in febbraio, poi via via in tutti i mesi dell'anno, s'alza in piedi sulla tavola; finita la « Caterina », incomincia la prò va delle voci. Un per uno, e poi in coro, si cantano strofette, in tutta la gamma delle note musicali. Il più divertente sembra essere il « do di pancia » ; che prevede di cantare bocconi, stesi per terra e con le mani alla bocca, accosto al pavimento. Chitarra e fisarmonica fan da accompagnamento; paesani cortinesi autentici, reclutati nei dintorni, abbigliati in costume folkloristico, provvedono al rifornimento dei motivi. Il più fortunato è « Va la troika - nella steppa - va gridando - ohi la Peppit -, .ohi che freddo ! cdn^yfa!». Lo spettacolo finisce con la grande stornellata. H capo comitiva attacca uno stornello e chi è chiamato in causa risponde, improvvisando, con quattro versi; a rime baciate, se no non vale. Poi si ritorna, al chiar di luna, giù con gli sci per le piste ghiacciate. Prima delle quattro, tutti, più o meno, sono già a letto, in ( albergo. Qualcuno, anche al Codivilla, che è l'istituto specializzato per le fratture. Ma, attenti : occhio al neorusticanesimo di quassù: le false baite, le ex-malghe, i sedicenti fienili, le neostalle non sono che un diverso travestimento della vecchia maga, la Cortina di sempre, spendereccia e gaudente. Venticinque centimetri di neve, venticinquemila sciatori. E poi, settantacinque alberghi, belli, caldi e al completo; e settantacinque veglioni di San Silvestro in preparazione, uno per ogni albergo. Poiché a Cortina è difficile circolare e ancora più difficile fermarsi e sistemare la vettura, aggiungiamo al quadro in cifre della situazione anche la solerte pattuglia dei venticinque vigili urbani del corpo di Bologna, cui è commessa, per tradizione, la disciplina del traffico di Cortina d'Ampezzo. In completo assetto di circostanza : scarponi, fischietto, blocchetto per i verbali, appioppano multe con perfetto accento petroniano («Mo' ch'ai scusa, non ha visto, signore, che qui è proibita la sosta?»). Le multe, a dirla in confidenza, sono le uniche cose che fiocchino in abbondanza a Cortina, in questi giorni. Infatti, di quei venticinque centimetri di neve di cui dicevamo, si è fatto un gran parlare negli uffici turistici. Ma sono, più che altro, simbolici, appena un ricordo della notte di Natale. Era la notte del 24 dicembre scorso e la conca di Cortina era tutta un gran brullore di prati e stracci di neve qua e là, nelle pieghe della montagna. Allo scoccare delle campane di mezzanotte, è cominciata la nevicata, e il giorno dopo, Cortina, in piena regola, accoglieva il solito pienone. In maggioranza: milanesi, emiliani e veneti. Ma anche stranieri in buon numero. Hqcnnnfctmpma H fatto è che se Cortina, in quanto a neve, non è ricca, le altre valli alpine sono anche più povere: a Innsbruck piove e da Chamonix arrivano notizie sconfortate. Se fosse per le richieste degli sciatori, Cortina avrebbe in questo momento non venticinquemila ospiti, ma il doppio, il triplo. Invece, non essendo aumentata la capienza degli alberghi, il numero dei turisti è su per giù quello dell'anno scorso di questi giorni: sono, invece, lievemente saliti i prezzi. Ma qui non ci si fa molto caso: Cortina è la passerella invernale del successo in società e negli affari. Salgono quassù i protagonisti del « miracolo italiano », fenomeno che, a giudicare da ciò che appare su que sta vetrina, è tutt'altro che appassito: gli atrii degli alberghi risplendono di visoni e di gioielli come l'atrio della Scala in gran serata. Personalità del cinema e del teatro, per adesso non se ne vedono: sono attese per febbraio. Questo è invece il momento delle grandi famiglie degli habi tués di Cortina: alcune di queste famiglie hanno riservato a sé e agli amici alberghi al completo per il veglione-cenone di Capodanno. Ma dicevamo della neve. Siamo stati stamane al Pocol, per vedere le piste: la conca, senza dubbio, è bianca, il manto di neve è ben disteso, sui pendii, ma qua e là appare liso e strappato, come se in pochi giorni già in troppi abbiamo battuto e spremuto quel poco di neve che la notte di Natale cadde su Cortina. Gli sciatori, naturalmente, brontolano: da Cortina, proprio non se l'aspettavano questo affiorare di chiazze dei prati sotto il sottile velo della neve. Ma sono gente abituata a prendere le cose come vengono : potrebbe essere anche peggio, dopo tutto; e se il « Campetto » è un po' magro, quest'anno, e avaro di soddisfazioni sportive, il tempo in compenso è splendido, il sole gagliardo, e consente cure solari, per chi lo vuole anche a dorso nudo. Lo spiazzo dinanzi ai grandi alberghi di Pocol, è chiamato il « solarium > ; si pranza all'aperto. Poi, la sera, si va in baita a cantare le « Caterine ». Gigi Ghirotti Nessuna paura prender troppo (poche case sopra Cortina, quota. 1541)