Bloccati due dei detenuti evasi da Alessandria stremati dal freddo alla periferia della città

Bloccati due dei detenuti evasi da Alessandria stremati dal freddo alla periferia della città Sono fuggiti dal tetto della prigione LA LORO FUGA E' DURATA SOLO QUINDICI ORE Bloccati due dei detenuti evasi da Alessandria stremati dal freddo alla periferia della città Non hanno opposto resistenza - Dopo la fuga, hanno raggiunto Valenza attraverso i campi; poi sono tornati indietro sperando di trovare un rifugio - Solo uno dei cinque fuggitivi è ancora latitante - Aperte indagini per accertare eventuali responsabilità colpose degli agenti (Dal nostro corrispondente) Alessandria, 28 dicembre. Due dei detenuti evasi nella serata di ieri dal carcere giudiziario di via Parma ad Alessandria sono stati bloccati dopo appena quindici ore. Germano Biancalani di 20 anni ed Enrico Tomasina di 18, entrambi residenti nella nostra città, sono stati arrestati verso le 13 di oggi alla periferia di Alessandria da una delle pattuglie della Mobile, in perlustrazione dal momento dell'evasione. Gli agenti Puppo e Stanisci stavano percorrendo su un'auto della Mobile il Lungotanaro Magenta, quando notavano i due evasi che procedevano a piedi. Balzati a terra, li hanno bloccati e accompagnati in questura. Assieme al terzo evaso — Angelo Sposito, un. casertano di diciotto anni abitante a Torino, via Conte Verde — i due, dopo la fuga avevano raggiunto a piedi, attraverso i campi, Valenza. Giunti nella cittadina, sfiniti per la marcia e semiassiderati per il freddo e la fame, i tre si erano divisi: mentre lo Sposito proseguiva da solo la fuga (i suoi compagni dicono di ignorare qvali fossero le sue intenzioni) il Tomasina e il Biancalani girovagavano per tutta la notte nell'inutile ricerca di un rifugio. Stamani decidevano di rientrare ad Alessandria, nella speranza di trovare un luogo dove nascondersi e rifocillarsi. Alla periferia della nostra città, sono però incappati nella pattuglia della Mobile e, estenuati per aver coperto durante le poche ore di evasione una quarantina di chilometri con una temperatura che ha toccato i —10", non hanno avuto la forza di tentare la fuga o di opporre una qualsia si resistenza. Entrambi hanno negato di aver partecipato alla prepara zione dell'evasione (il Tomasina afferma però che fuggi rà ancora), asserendo di essere fuggiti quando si avvidero che nel soffitto della cella era stato praticato un foro attraverso cui si poteva raggiungere il tetto del carcere. Come abbiamo riferito nella nostra edizione di ieri, oltre al Tomasina, al Biancalani e allo Sposito, erano fuggiti due altri detenuti, Livio Valentini di S-i. anni da O viglio (Alessandria), e Delio Rossi di 31 anni da Varzi. Questi due erano precipitati mentre si cala- vano con una corda dal muro di cinta, e soi>o ora ricoverati, piantonati, presso l'ospedale civile. Al brigadiere dei carabinieri Baselica che li aveva trovati feriti in via Machiavelli, e al medico di guardia dott. Viggiani, avevano cercato di far credere di essere rimasti vittime di un incidente stradale. Dei cinque evasi, pertanto, soltanto lo Sposito è ancora in libertà. Si sono frattanto appresi altri particolari sulla rocambolesca fuga. Il piano sarebbe stato predisposto dal Rossi, e da alcuni giorni i detenuti stavano praticando un buco nel soffitto servendosi di pezzi di legno e delle posate. Quando interrompevano il lavoro coprivano il foro con un foglio di carta che facevano aderire al soffitto con una colla preparata con mollica di pane ed acqua calda. Nella cella assieme ai cinque evasi erano altri sei detenuti. Interrogati dal sostituto procuratore dott. Parola, hanno proclamato di essere stati all'oscuro di tutto e di non aver notato le manovre dei compagni. Soltanto qualche minuto dopo la fuga — avvenuta tra le zo,so e le SI di ieri — uno dei sei aveva dato l'allarme, affermando di essersi svegliato improvvisamente e di avere scoperto che alcuni compagni erano fuggiti. Le affermazioni dei sei detenuti sono in parte smentite dal Biancalani il quale, dopo l'arresto, ha dichiarato che altri compagni di cella avevano cercato di fuggire; dovettero però rinunciare perché, a causa della loro robusta corporatura, non passavano attraverso il foro praticato nel soffitto. Dopo che i due evasi erano precipitati in via Machiavelli, gli altri, attraverso i tetti delle caserme dei carabinieri e delle guardie di P. S., adiacenti al carcere, avevano raggiunto le uscite di un palazzo che sorge in corso Lamarmora Il Rossi doveva scontare una pena per reati contro il patrimonio; il Valentini ed il Biancalani (che già hanno precedenti condanne inflitte rispettivamente dal Tribunale e dalla Corte d'Assise) ed il To masina erano stati arrestati per furti in alloggi e a dan no di automobilisti. Lo Sposito proprio ieri era stato rinviato a giudizio per furto di autovetture. Oggi alla Procura della Repubblica è giunta una sua istanza nella quale afferma la sua decisione di tornare, dopo l'esperienza del carcere, sulla retta via. Lo Sposito, unico dei cinque evasi che è riuscito a far perdere le sue tracce, è attivamente ricercato. Nei confronti dei cinque detenuti è stata aperta un'istruttoria, che viene condotta dal Sostituto procuratore della Repubblica dott. Parola. I detenuti dovranno rispondere di evasione aggravata. Le indagini dovranno pure accertare eventuali responsabilità colpose degli agenti di custodia. i. m. La freccia indica il foro praticato aut> tetto della prigione di via Parma ad Alessandria dai cinque detenuti fuggiti. La linea tratteggiata indica il tratto di muro lungo il quale sono precipitati al suolo due degli evasi durante il tentativo Enrico Tomasina, a sinistra, e Germano Biancaloni, i. due detenuti arrestati 15 ore dopo l'evasione ■iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii'.iiiiiiiiiiiiiiiiii L Valeti i è fi .Livio Valentini si è feri- to mentre tentava la fuga. |iiiimiiiiiniiiiiiiiiiniiiiiiinniiiuiiiiiitniiiniiii Angelo Sposito, il giovane evaso ancora latitante

Luoghi citati: Alessandria, Torino, Valenza, Varzi