Due fidanzati muoiono intossicati nell'auto ferma di notte col motore acceso in garage di Remo Lugli

Due fidanzati muoiono intossicati nell'auto ferma di notte col motore acceso in garage La tragedia è avvenuta ad Alagna, in Valsesia, la sera di Natale Due fidanzati muoiono intossicati nell'auto ferma di notte col motore acceso in garage Lui, ventiduenne, era figlio del sindaco del paese - Lei, di 24 anni, lavorava in municipio - Tornati a casa dopo il ballo, si erano fermati a parlare sulla vettura - Dopo un'ora sono stati colti dalle esalazioni dei gas di scarico Il giovane si è trascinato fino alla porta del «box» tentando di aprire: ma le forze lo hanno abbandonato (Dal nostro inviato speciale) Varallo Sesia, 26 dicembre. Un gesto d'imprudenza è costato la vita a due giovani fidanzati: sono morti per ossido di carbonio nel garage in cui si erano rifugiati per riparardal freddo, con il motore dell'auto acceso. Il fatto è accaduta la notte scorsa ad Alagna, l'ultimo paese dell'alta Valsesia, ed ha suscitato profonda impressione in tutta la vallata. Lìti, Giuseppe Chiara di SZ anni, era figlio del sindaco del paese, Giovanni Chiara, e lavorava nella sua imprésa edile; lei, Adriana Ronco di Zi anni, figlia del tabaccaio, era impiegata presso l'anagrafe del municipio. Erano fidanzati da circa due anni, ogni momento che avevano di libertà lo passavano insiem"; anche le famiglie erano unite da particolari vincoli di amicizia. Da sei mesi Giovanni Chiara aveva regalato al figlio l'automobile, una * 1100-103 » quasi nuova. Il giovane l'adoperava per lavoro e, la domenica, per andare a fare qualche gita con Adriana. Ieri pomeriggio, giorno di Natale, non hanno lasciato il paese, c'era molto freddo, la strada innevata e ghiacciata. Ma in serata hanno deciso di andare a ballare a Eiva Valdobbia, cinque chilometri più a valle, lui, sua sorella Gabriella di 11 anni e la fidanzata. Sono tornati all'una e un quarto. Arrivati in paese, Giuseppe ha fermato l'auto davanti al sentiero che porta a casa sua per far scendere, la sorella. « Io ti raggiungo fra un po' — le ha detto: — accompagno Adriana e porto la "1100" in garage». Gabriella si è incamminata sul sentiero lungo appena cento metri, l'auto ha proseguito per la strada. Si sarebbe dovuta fermare cinquanta metri più in là, presso la casa di Adriana, ma ha proseguito per raggiungere il garage. Evidentemente i due giovani avevano desiderio di intrattenersi un po' a chiacchierare in intimità: fino a poco prima erano rimasti nel ballo pubblico e in compagnia della sorella di lui non avevano potuto parlare liberamente, scambiarsi tenerezze. Si sono fermati davanti al box, ma de vano ben presto essere stati colti dal freddo, malgrado l'impianto di risrnlrlamento: a quell'ora c'erano ad Alagna. 17 gradi sottozero. Giuseppe Chiara ha pensato di entrare con l'auto nel box fi di mantenere acceso il motore perché continuasse a prò durre caldo all'interno della vettura. Forse non gli é balenato in mente il terribile pericolo dell'ossido di carbonio: oppure ha ritenuto che. essendo il box collegato con un analogo locale attiguo mediante un'apertura, In quantità d'aria p-rehbe stntQ sufficiente ">er n">" ris-ntlre »'r" in-iiiva n*nio. La tragedia deve essersi o e l e compiuta nel giro di mezz'ora n quaranta minuti. A un certo punto il giovane deve avere avvertito un senso di malessere e ha deciso di andare ad aprire il portone, senza tuttavia spegnere il motore. E' sceso, si è portato, forse con grande fatica, barcollando, dietro la macchina, ha tentato di raggiungere il paletto della serratura, ma li è crollato a terra ed è finito con il capo a meno di mezzo metro dal tubo di scarico che continuava ad emettere il potente veleno. La inulte lo deve avere colto rapidaminte; la fidanzata, seduta in macchina, e rimasta in vita forse mezz'ora di più. Alle i,30 il padre di Giuseppe si è svegliato ed ha notato che la luce sulla scala esterna era ancora accesa; di solito la spegneva l'ultimo che rincasava. E' andato nella cornerà del figlio, era vuota. Preso da un sinistro presentimento si è vestito affrettatamente, è corso fuori, ha raggiunto il garage per vedere se c'era la macchina. Ancor prima di arrivare ha udito il rombo del motore, all'interno. Allora ha capito che doveva essere sue cesso qualcosa di grave. La porta era chiusa; ha bussato gridato,, inutilmente. Con la forza della disperazione si è gettato con una spalla contro le assi, ripetu'amente, fin che non d riuscito a sfondarle. La porta, aprendosi, è an data a urtare contro le gam bc di Giuseppe. Lo sventura io padre ha trascinato il fi glio all'aperto, è andato per spegnere il motore e si è ac corto che nell'auto c'era an che la giovane. Ha portato fuori anche lei, poi è corso a casa, ha telefonato al brigadiere Coalova che comanda la stazione dei carabinieri e al medico condotto dott. Beer invitandoli ad accorrere su! posto. Nel giro 'di pochi minuti i due giovani sono stati portati nell'ambulatorio del paese sottoposti a respirazione artificiale. Ma presto s'è capito che nessun tentativo poteva più essere valido, la morte li a->eva già colti da qualche tempo. La visita necroscopica ha appunto permesso di stabilire che il decesso doveva risalire circa alle due per il Chiara e alle due e mezzo per la Ronco. Stamane alle 7 t,' padre di Adriana è uscito di casa per andare ad aprire la tabaccheria; non sapeva niente, credeva che la figlia stesse dormendo in camera sua Ha visto alcune persone e due carabinieri davanti all'ambulatorio, si è avvicinato incuriosito, hulbuAdzAhlzgdSffM ha chiesto cos'era successo, un suo coetaneo gli ha stretto le spalle in un affettuoso abbraccio: «Fatti coraggio, c'è una brutta notizia ». In mattinata è salito ad Alagna anche il tenente Giordano, comandante della tenenza dei carabinieri di Varallo. Al termine delle indagini egli ha autorizzato il trasporto delle salme alle rispettive abitazioni da dove sabato si svolgeranno i funerali. Alle due del pomeriggio è giunto dal Sestriere, dove svolge la prò fessione di maestro di sci, il fratello di Adriana Ronco, Marco. Questa non è la prima sciaguara che si abbatte sulla famiglia Chiara. Il padre del sindaco, Giuseppe, guida alpina, mori nel 19Sli precipitando dal Liscau orientale, una punta del Monte Rosa, insieme con due clienti milanesi Un fratello del sindaco, Già corno, noto alpinista e capo partigiano, morì il 25 marzo 1945 attraversando il ghiac ciaio di Grrnz, x-erso Zermatt, mentre compiva ima missione partigiana. Il suo cadavere fu restituito dal ghiacciaio, 1S an. ni dopo, il 23 agosto scorso. Remo Lugli e e e n a o e n . o i a La tragica automobile fidanzati qsvcsuc"sltScsgdsfc Adriana Ronco, 24 anni, moria Ciuseppe Chiara, 22 anni, asfissiato con la fidanzata

Persone citate: Adriana Ronco, Beer, Coalova, Giovanni Chiara, Giuseppe Chiara

Luoghi citati: Alagna, Sestriere, Varallo