E'morta Titina De Filippo insigne attrice napoletana

E'morta Titina De Filippo insigne attrice napoletana E'morta Titina De Filippo insigne attrice napoletana Aveva sessantacinque anni e soffriva di cuore - I fratelli Eduardo e Peppino accorsi al suo capezzale Roma, 26 dicembre. L'attrice Tifino De Filippo è morta questa sera nella sua abitazione romana, ai Parlali. Aveva 65 anni. Le erano accanto il marito, l'attore Pietro Cartoni, il figlio Augusto, giornalista, ed i fratelli Eduardo e Peppino. L'attrice era ammalata da alcuni anni per un disturbo cardiaco, e nelle ultime settimane le sue condizioni si erano andate aggravando. Il fratello Peppino ha appreso la notizia che Titina era in fin di vita mentre si trovava negli studi televisivi di via Teula'da, ed ha interrotto il lavoro per accorrere presso la sorella. La salma della attrice è stata vestita con gli abiti delle Terziarie Domenicane, alle quali apparteneva e benedetta dal parroco del Sacro Cuore di Maria. I funerali avranno luogo sabato mattina, nella chiesa di piazza Euclide. Dal suo volto, nobilmente popolaresco, si effondeva sempre, anche nei momenti più comici o grotteschi o aggressivi, un accenno di severa malinconia. Era un che di intenso e sofferto, come una consapevolezza acre, dominata, dissimulata, dell'indigenza e del dolore. Volto largo, alta fronte, mascelle forti, grandi tratti, occhi spalancati, ed un sorriso errante e che tosto svaniva: figura di donna ardita e pietosa. Con questa struttura drammatica, con questo piglio doloroso Titina De Filippo affrontò, con 1 fratelli Eduardo e Peppino, un repertorio a carattere farsesco. Apparentemente, si intende; farsesco nella mossa, nelle trovate clamorose, nell'esteriorità colorita fantasiosa cicalante dei personaggi, farsesco nelle pittoresche parate dì tipi e di casi propri del festoso teatro napoletano, ma, come quasi tutte le eccellenti commedie di quell'illustre famiglia scenica, corroso, dentro, da uno struggimento di sofferenze, di nostalgie, di mortificazione che esalava le sue note più languide e mormorate e sospirate nella voce di Eduardo. Tra la precisione comica e scattante di Peppino e il crepuscolarismo ironico di Eduardo, la sorella era come una sintesi di magnifico equilibrio, palpitante, commovente, generosa e crudele, buffa e straziata, e che in quelle trame variate di risa e di lacrime, trascorreva con perfetta umanità dalla caricatura all'incisione acuta, dalla burla al pianto. Era nata a Napoli nel 1898, era cresciuta in un'atmosfera intelligentissima e straordinariamente istintiva di gente fatta per vivere sul palcoscenico. Il suo talento, la sua appassionatezza lucida, avida di tutti gli aspetti delle cose e del mondo, la avviarono poi anche per altre vie, di pittrice e scrittrice e comniediografa Ma il suo regno era là, alla ribalta. Non ch'ella, a fianco dei fratelli, in quel complesso di lucentezze .espres¬ sive, splendesse d'un fuoco esaltante. No, ella semplicemente conquistava 11 pubblico per la solidità, la misura netta, signorile, accorta della recitazione, per la concretezza, come altri disse, dell'arte sua. Concreta, attenta alle sfumature, approfondita nei personaggi e in se stessa, rare volte le avvenne di strafare, o di forzare un contorno, o di cercare nel disegno barocco del personaggio o nella fittizia trepidazione, tendenziosi effetti di suggestione. Era calma, ben piantata sulle tavole del teatro, e la sua solida dimensione di attrice subito suscitava simpatia non ~"Mo teatrale ma umana. Le sue donne erano vere donne, le sue interpretazioni erano schiette anche se il personaggio era rettorico e un po' enfatico. Come le avvenne con l'interpretazione di Filumena Marturano. Dobbiamo ricordare le molte commedie nelle quali apparve tanto scabra quanto calda di vita? Chi' non ricorda Titina in certe commedie di Eduardo, « Napoli milionaria », « Questi fantasmi », « Paura numero uno »? Pronta a cogliere il tremito di un cuore e ad esprimersi con fraseggio netto e senza esitazioni, appena appena comica sul filo di un dramma segreto, drammatica con sprezzatura tra le cattiverie della sorte e del destino, la sua più ammirevole dote d'artista era quella di darvi in un tempo solo, in un controcanto fermo e pure flessibile, tutto il nodo d'una vita. A volte erano cosette da nulla, o che parevano da nulla. Commediografa, scrisse vari atti unici dai quali traspariva questa sua anima delicata, e l'acutezza dell'osservare e la tenerezza di una sofferente simpatìa. Una di queste creature fu appunto Una creatura indifesa, che Titina aveva tratto da Cechov. Povere scene, poveri casi, e accenti fuggevoli ma penetranti, e fini e tenaci nell'addentare e mordere, nell'ironia e nella pietà. Una vecchia pensionata rimasta sola, senza più il nipote che l'aveva assistita! per molti anni va a ritirare la pensione; e si sbaglia, e anziché a una tesoreria dello Stato, sì reca in una banca privata. Gli impiegati, un po' in fretta, cercano di farle comprendere l'errore, ma lei, diffidente, sì ostina. Crede che vogliano approfittare della sua condizione di «creatura senza difesi.» e reclama i denari e strilla. Come può accadere, gli altri, anziché spiegare ed appianare H caso, lo rendono involontariamente sempre più ingarbugliato: e la donna! offesa ma aggressiva, triste ma ardita, minaccia uno scandalo. Per sbarazzarsene, povero relitto umano, fanno una colletta e le danno i soldi di quel suo misero mese di pensione. E allora la povera vecchia vuole firmare la ricevuta, secondo le regole, perché non immagina neppure che le abbiano fatta una caritàTutto qui, ma in quelle scene, che ella rappresentava con verità e commozione sorprendenti, c'era lei intera; c'era, soprattutto, i, momento centrale, essenziale, della sua umanità scenica: un punto, nel quale si rifrangeva e balenava cor, bruno fulgore, la sua più intima realtà di attrice. Aria di famiglia, arte che anche spiritualmente la collocava al centro del repertorio e del teatro del Buoi fratelli, dove ella fu come un accordo lungo e profondo: misura e sincerità. Cosi Titina rimane nel nostro ricordo: originale artista vera, e gemma dì quel teatro dei De Filippo che nella storia delle nostre scene segna un tempo dì sottilissima armonia e coralità, di simpatia incomparabile. \ f. b. L'attrice Titina De Filippo morta ieri. Aveva 65 anni

Persone citate: Cechov, Cosi Titina, De Filippo, Marturano, Pietro Cartoni, Titina De Filippo

Luoghi citati: Napoli, Roma