L'ombra del complice ucciso accusa due presunti rapinatori

L'ombra del complice ucciso accusa due presunti rapinatori in Assist' pei» la tragica rapina di via 31 a ssa n a L'ombra del complice ucciso accusa due presunti rapinatori Aggredirono un negoziante che si difese con disperata energia - Nella lotta uno dei banditi sparò al droghiere e ferì gravemente il complice - Prima di morire questi rivelò i nomi - Ma gli accusati negano e affermano di essere innocenti E' cominciato ieri in Assise jn processo per la rapina di via 1Massena 19 ai danni del droJghiere Giuseppe Guglielmone. Il fatto accadde il 22 ottobre 1962, alle 7 del mattino. Il droghiere aveva appena alzato la saracinesca, quando gli si presenta¬ rono due giovani, piuttosto ma|le in arnese. «Vogliamo una bottiglia di grappa », disse uno. E indicò una marca che il Guglielmone tiene abitualmente nella retrobottega, 11 droghiere, insospettito, pre¬ run>a bottiglia §, quel \ipo cne stava in vetrina e la porse al cliente. Quest'ultimo ebbe un «..percettibile moto di dispetto, Poi si affrettò a dire : « Me ne dia un'illtra ., 11 Guglielmone si avviò verso il retro, afferrò la bottiglia ila sc;ffaIe e B, riaffacciò in negozio. In quell'attimo, uno dei giovani gli puntò una pistola, Parti un colpo, che trapassò la mano destra del negoziante. Ma 11 Guglielmone reagì coraggiosac [ due banditi rotolarono sul pavimento, in un rovinio di vetri. La pistola sparò una seconda volta e feri mortalmente uno dei due aggressori, Andrea Cusumano, 26 anni, da Mezzoiuso (Palermo). L'altro rapinatore si diede alia fuga, stringendo ancora in pugno l'arma che nel frattempo s'era inceppata: se lll MI1llllllllllilllllMlllII>>llllI>ll<lllMIl>'<l) ne liberò all'angolo con via, Montevecchio. 11 Cusimano, trasportato all'ospedale, rimase in vita fino al 3 febbraio e, prima di morire, fece il nome del complice, il compaesano Umberto Lala, |indicandolo anche come autore della sparatoria. Aggiunse che un terzo complice, « Totò j, ave-va partecipato al colpo, limi- tandosi a fare da «palo». La squadra mobile arrestò il Lala e «Totò», identificato per Sai-vatore Amorelli, 27 anni, da [Bisacquino (Palermo). I due hanno sempre e reci-isamente negato la loro part cipazione alla tentata rapina e al conseguente omicidio. Anche durante 1 confronti con ì! Cusimano sia il Lala, sìa 1 Amorelli si mantennero sulla negativa. Quest'ultimo, piegandosi sul lettino del ferito e baciandogli una guancia, gli disse: « Tu sai che io non c'ero. Perché mi accusi? ». Ma il Cusimano rispose : « Io ho detto la verità ». Salvatore Amorelli aveva lavorato come garzone nel negozio del droghiere per alcuni mesi e conosceva perfettamente le abitudini del Guglielmone che, dalle 7 alle 8 del mattino, rimaneva solo. In Assise (pres. Moscone, p. m. Panzarani, cane. Santostcfano) i due imputati sono difesi dagli avvocati Alfredo De Marsico, Geo Dal Fiume e Franco Trebbi. Entrambi, interrogati dal presidente, dichiarano: v. Cusimano era pazzo. Noi in via Massena non c'eravamo >. Lala precisa : « Quel mattino io sono andato a lavorare come al solito. Mi sono fermato soltanto per acquistare del pane ». E Amorelli: « Mentre avveniva la rapina ero in viaggio per Palermo». La difesa non man ca di sottolineare un severo giudizio medico sul rapinatore ucciso: « Non ha sensibilità etica. Ottusità morale addirittura stupefacente e congenita». Molto chiara, tuttavia, è la a, |testimonianza del droghiere re jEgli rievoca il sanguinoso epthe sodio con serenità, senza ran> e-icore, ma conferma.di aver ricomi- nosciuto il Lala nel confronto La all'americana al quale fu sotto la posto in carcere. La difesa os ai-1serva che, almeno secondo il da [verbale, il Guglielmone non s dimostrò del tutto sicuro del ci-i riconoscimento. Ma il droghiere e he uoaosi ne: ersi la venel ni nne no, p. cdiDe nao: in >. io me ol ». va per an ero ore ità it». la o a ; o . 5 commenta: * Se non sono siouro al cento per cento, lo sono al 99 ». Per la difesa, il testimone più importante è Antonino Bonanno, proprietario d'una trattoria di Palermo. Egli infatti conferma che, il 22 ottobre 1962, giorno del delitto, l'Amorelli si trovava in Sicilia. Presidente — Come fa ad essere eerto della data? Bonanno — Ricordo che si parlò della partita Lanerossi Vicenza-Palermo, giocata il giorno prima. Rimasi colpito dall'Amorelli perché questo giovane è fortemente balbuziente e il fatto suscitò molte risate tra i miei clienti. Sono anche sicuro che fosse proprio il 22, un lunedi, in quanto si trovava nel mio esercizio il barbiere Di Pisa, mio ottimo amico, che quel giorno aveva il negozio chiuso. La difesa esibisce una copia del nostro giornale che riporta la cronaca della partita Lanerossi Vicenza - Palermo e chiede la citazione del barbiere Di Pisa. «Non possiamo rinunciare ad un leste cosi importante — dichiara l'avv. Trebbi —. Per ora, almeno contro l'Amorelli. c'è soltanto l'accusa del Cusimano». L'avv. De Marsico e l'avv. Dal Fiume incalzano: « Se Cusimano ha mentito per l'Amorelli, elli ci dice che nbhih detto il vero per il Lala? Non ha piuttosto indicato questi due per jsatvare allre persone?». I diiTensori insistono, a questo proposito amnrhé sia citato anche lil corrispondente torinese d!un [giornale siciliano che, subito dopo il fallo, pubblicò I nomi Jdi ultre due persone indiziate e rlceicate. « Dà chi ha avuto questi nomi il giornalista? ». si |chiede l'avv. De Marsico. Il j p. m. non si oppone nlle richieIste e il processo viene rinviato jal 23 dicembre per consentire l'audizione del barbiere siciliano ■ e del collega torinese. Il droghiere Giuseppe Guglielmone. I due imputati Salvatore Amorelli e Umberto Lala

Luoghi citati: Bisacquino, Palermo, Sicilia, Vicenza