A Londra la più grande mostra di Goya I quadri assicurati per 12 miliardi di lire di Sandro Volta

A Londra la più grande mostra di Goya I quadri assicurati per 12 miliardi di lire Ammirano uno dei maggiori pittori del mondo A Londra la più grande mostra di Goya I quadri assicurati per 12 miliardi di lire Un centinaio di poliziotti spagnoli si aggira nelle sale - Li ha mandati il governo di Madrid per proteggere i capolavori inviati prestito nella capitale inglese - L'autore di «La maja desnuda» può essere considerato l'artista più «ispirato» del suo tempoin (Dal nostro inviato speciale) Londra, 14 dicembre. Nell'immenso pubblico che affolla in questi giorni le sale della Royal Academy di Londra, dove è aperta la mostra < Goya e il suo tempo », circolano dei tipi che non hanno niente che fare con gli amatori d'arte inglesi, tutti più o meno usciti dai ritratti dell'epoca vittoriana. Vestiti di scuro e con le scarpe esageratamente appuntite, gli intrusi sono bassi e tarchiati e le loro guance hanno il colorito bluastro dei toreri. Con una diffidenza che è stata poco apprezzata da Scotland Yard, il governo di Franco ha mandato infatti un centinaio di poliziotti a sorvegliare le opere prestate dai suoi musei, molte delle quali è la prima volta che escono dalla Spagna. Non è d'altronde la sola precauzione adottata in vista dell'immenso valore della mostra: certi quadri più famosi hanno viaggiato infatti nascosti in vagoni carichi di arance e di patate, per fuorviare le eventuali iniziative degli aficionados. Sette milioni e mezzo di sterline (12 miliardi di lire) è la somma per cui sono stati assicurati i 140 dipinti di Goya e degli artisti del suo tempo, i 64 disegni e le centotrentacinque incisioni; è un'assicurazione che comporta un premio enorme, per pagare il'quale, insieme alle altre spese di organizzazione, la Rovai Academy ha venduto per 800 mila sterline un disegno di Leonar-do. Ne valeva la pena, perché, fuori di Spagna, nessuno aveva mai visto un insieme di opere di Goya cosi importante, con dipinti celebri come la «Maja desnuda», la «Maja vestida» e tanti altri che, per chi non è mai stato a Madrid, esistevano soltanto nelle riproduzioni. Due terzi circa delle opere esposte sono di Francisco Goya y Lucientes. mentre le altre, che appartengono à pittori che lo hanno preceduto o seguito, giustificano il tema della mostra, dedicata appunto a Goya e il suo tempo. Si potrebbe però avanzare qualche riserva sui criteri con cui è stata fatta la scelta, che pur comprende alcuni grandi artisti, come Luca Giordano e Giovan Battista Tiepolo. Perché, se è probabile che all'inizio della sua carriera il Goya sia stato impressionato dal barocchismo del Giordano, e, più ancora, dalia facilità coloristica degli affreschi dipinti dal Tiepolo nel Palazzo Reale di Madrid e dalle sue pale d'altare per la chiesa di San Pasquale ad Aranjuez rimane il fatto che l'unico grande precedente di Goya è Velasquez, il solo grande artista al quale si apparenti non per qualche coincidenza formale, ma per la prepotente hispanidad che domina le loro opere. Importa anche meno che. quando era molto giovane, il Goya abbia potuto essere ;n qualche modo attratto dall'esempio neo-classico di Antonio Raffaello Mengs: è certo infatti che quell'influenza non fu mai jabbastanza sostanziale da spin Igere l'artista sulla fatale via dell'accademismo. Pressoché trascurabili sono, poi, le opere dei pittori che hanno subito l'influenza diretta del Goya, quasi tutti imitatori occasionali, cui mancavano le possibilità di dar vita ad una tradizione pittorica duratura e suscettibile di sviluppo. L'influenza del Goya bisogna andarla a cercare molto lontano, per trovarla, attraverso Manet, negli impressionisti. E' soltanto così che si pu^ sistemare storicamente Fn-.icisco Goya, l'ultimo grande artista del passato e il primo dei tempi moderni; il più spagnolo, con Velasquez, degli artisti spagnoli e, nello stesso tempo, l'iniziatore dell'europeismo nella storia dell'arte. La sua opera costituisce infatti il punto di rottura e, insieme, l'anello che mantiene in vita la tradizione. Senza di lui, sarebbe forse più difficile ritrovare negli impressionisti la lezione dei grandi veneziani del XVI secolo, in una continuità ideale che dal Rinascimento arriva fino a Picasso. Questo aspetto del Goya, iniziatore dell'arte contemporanea, sarebbe risultato meglio se nella mostra londinese, oltre alle opere del « pittore di Corte », fossero state esposte anche le « pitture nere », eseguite sui muri della sua abitazione dall'artista settantenne, ormai sordo e qua3i " paralizzato. Staccati dall'intonaco, quei dipinti sono estremamente fragili e gli spagnoli non hanno osato sottoporli ai rischi del viaggio. Sono opere ispirate da un sentimento di vendetta • di é e o , a o ' o a i n , e i e i . , e e a e i o n i rivolta, nelle quali si scopre" l'origine dell'espressionismo belga e tedesco, come pure degli ossessionati sogni surrealisti. Alla mostra della Royal Academy, questo aspetto essenziale della sua arte di anticipazione si ritrova però nella mirabile collezione di disegni e di incisioni, nei Caprichos e nei Disparates, condannati dall'Inquisizione e, soprattutto, nei Desastres de la guerra, grido di odio e di condanna, ehe può essere considerato il primo esempio dell'attuale realismo socialista. Anche nei ritratti della famiglia reale e dei personaggi che ci vivevano attorno, d'altronde, l'arte di Goya non è mai cortigiana: una spietata sincerità mette in evidenza la loro meschineria e le loro bassezze, mentre le splendide uniformi cariche di decorazioni pesano sulle loro spalle come le livree dei servi. C'è tuttavia una felicità di vita in quelle opere che non lascia prevedere il rancore degli ultimi tempi. Ma, quando si arriva alle fucilazioni e ai massacri di Madrid, l'artista acquista piena consapevolezza e si fa interprete del dramma che la Rivoluzione francese ha suscitato in Europa: diventato protagonista della storia, il popolo lo diventa anche dell'arte di Goya. La sua pittura di artigiano popolare arrivato nelle anticamere del Palazzo Reale, con la ritrovata fedeltà alle proprie origini, ritrova la solidarietà con la gente che si oppone ferocemente all'invasione straniera e ne sopporta le sofferenze. Egli approfondi¬ " o l a sce la propria arte nella tragedia della condizione umana, con una furia che rivela tutta la grandezza della sua aspirazione ad un mondo migliore. Nel momento in cui la Francia compiva la rivoluzione in nome del diritti dell'uomo, Goya affermava la rivoluzione nella pittura: potrebbe sembrare una rivoluzione simbolica la sua, ma non è meno reale perché l'arte non è altro che la storia degli uomini espressa in simboli. Sandro Volta (Tlf) Tutti i giorni un gran pubblico gremisce i saloni della Royal Academy di Londra, che ospita la mostra Francisco (Telef.)