Quattordici anni ciascuno ai due macchinisti ritenuti responsabili del disastro di Voghera

Quattordici anni ciascuno ai due macchinisti ritenuti responsabili del disastro di Voghera La sentenza al processo per una delle più gravi sciagure ferroviarie Quattordici anni ciascuno ai due macchinisti ritenuti responsabili del disastro di Voghera Un anno condonato - Dovranno inoltre liquidare una provvisionale di 10 milioni per la parte civile - Il P.M. aveva chiesto 15 anni - «La gravità della condanna è consigliata dalla necessità di rivolgere un monito a quanti hanno responsabilità dalle quali dipende l'incolumità di vite umane» -1 difensori ricorrono in appello (Dal nostro inviato speciale) Voghera, 9 dicembre. Il processo per 11 disastro ferroviario di Voghera ^si è concluso stasera. Il Tribunale, dopo due ore di permanenza in camera di consiglio, è ricomparso in aula alle 21,30. Il presidente ha letto la sentenza che dichiara Lanfranco Pigiali! . e Soriano Fabbri, colpevoli di omicidio colposo plurimo e di disastro ferroviario e, accordando le attenuanti generiche, li condanna ciascuno a 14 anni di reclusione, di cui un anno condonato. Li condanna inoltre al risarcimento del danni verso le parti civili, liquidando una provvisionale di sei milioni al familiari di Sebastiano Canu e di quattro milioni ai familiari di Anna Magni, periti nella sciagura. Subito dopo la lettura della sentenza, i difensori hanno Interposto appello. All'Inizio dell'udienza del mattino, con un'Istanza respinta poi dal Tribunale, i difensori avevano propugnato la necessità di una nuova perizia per accertare le caratteristiche di funzionamento del semaforo fatale: esiste la possibilità che esso, In quella tragica notte, indicasse «via liberai, contrariamente a quanto registrarono gli orologi automatici elettrici? Ha poi presentato le conclusioni l'avv. Varlotta, della parte civile, che, dopo aver invitato il Tribunale a condannare i due accusati, ha formulato le seguenti richieste: per la morte della signora Anna Magni (che lasciò il marito, Silvano Passoni, e il fl glio, Luigi) 16 milioni di risaicimento; nel caso, liquidazione di una provvisionale di 5 mi llonl e mezzo, salvo gli accertamenti definitivi dei danni in sede civile. Per la ' morte di Sebastiano Canu (che lasciò la vedova, Antonia Masale, e due orfani, Gualtiero e Gino, quest'ultimo nato due mesi dopo la sciagura), il patrono di parte civile ha chiesto una provvisionale di sei milioni, salvo l'accertamento definitivo del danni da parte del Tribunale civile. Il p. m., dott. Oronzo, nel chiedere al Tribunale di condannare gli imputati a quindici anni di reclusione, di cui uno condonato, ha esordito con una drammatica descrizione della tragica scena offerta dalla stazione di Voghera nelle prime ore del mattino del 31 maggio 1962 — scena che egli vide essendosi recato sul posto per i primi accertamenti giudiziari —. La carrozza di coda dell'accelerato era letteralmente sventrata: il locomotore del merci vi era penetrato come un pugnale. Da quella bara di lamiere contorte furono estratti i sessantaquattro morti. Tutti e due gli accusati, in egual misura, ha sostenuto il rappresentante della legge debbono essere ritenuti responsabili di omicidio plurimo aggravato e di disastro ferrovia rio, perché la sciagura fu determinata da due violazioni da essi compiute: non tennero conto del segnale rosso per effetto del quale avrebbero do vuto fermare 11 treno al semaforo; entrarono in stazione prò cedendo ad una velocità non solo eccessiva ma addirittura pazzesca: 67 chilometri all'ora anziché 1 30 regolamentari « Entrambe le violazioni — ha sostenuto il P. M. — sono documentate dai risultati del la perizia tecnica. Oli accusati hanno tentato di chiamare in causa il capo stazione di Voghera, ma questa mossa — ha esclamato il rappresen• tante delle legge — è un'implicita confessione di colpevolezza. Tale infatti è sempre il significato delle chiamate di correo*. Nel concludere, 11 P. M. ha affermato che la severità della condanna è imposta dalla gravità della sciagura ed è consigliata dalla necessità di rivolgere un monito a quanti hanno responsabilità dalle quali dipende l'incolumità di tante vite umane. L'avv. Rovatti, della difesa ha trattato la causa con una ampia e approfondita analisi di carattere tecnico. Egli ha osservato come le numerose disgrazie ferroviarie verifica tesi In questi ultimi tempi denuncino una grave crisi del l'Intera organizzazione: di qui l'impossibilità di attribuire sol tanto agli uomini le responsa billtà degli Incidenti. Egli ha chiesto al Tribunale di assolvere il Plgiani per non aver commesso il fatto o, quanto meno, per lnsufticienza di prò ve. In linea subordinata, ha invitato 11 Tribunale ad accordare le attenuanti generiche e la diminuente del risarcirne!! to del danni, tenendo conto del fatto che le Ferrovie hanno indennizzato quasi tutte le vittime. L'avv. Venturi ha attaccato la perizia, il cui difetto sta nel riporre assoluta fiducia nel calcoli degli ingegneri, la cui fallacia è invece dimostrata dal fatto che, contrariamente ad ogni previsione, vi sono di ghe che crollano, aerei che precipitano, montagne che s; sfaldano, mietendo vittime umane. La prova regina del l'innocenza degli immutati, ha snL soggiunto il difensore, è data dal fatto che le Ferrovie dello Stato, durante l'istruttoria, li riammisero In servizio (com'è noto venne in seguito il mandato di cattura e l'arresto). La riammissione significa che l'amministrazione aveva condotto un'indagine per proprio conto, i .cui risultati, sebbene tenuti segreti, portarono evidentemente a risultati favorevoli al Pigianl e al Fabbri. Ha infine parlato Paw. Guizzi. Egli ha dedicato larga parte della sua arringa a sostenere la necessità di nuovi accertamenti peritali. E* enorme, inammissibile, egli ha esclamato, il fatto che i periti non si siano neppure curati di esaminare il semaforo, dalle cui segnalazioni è dipeso per intero il verificarsi del disastro. Essi avrebbero dovuto Indagare In concreto su quei congegni, controllarne le condizioni e 11 funzionamento. E' una lacuna di estrema gravità che deve essere colmata ora. Il difensore, nella Bua qualità di patrono dell'aiutante macchinista, Sorlano Fabbri ne ha chiesto l'assolutoria, sog-giungendo che, In ogni caso, a posizione di questo lmpu tato nel processo si differen zia radicalmente da quella del Pigiani, dato che le mansioni affidate agli aiuto macchinisti sono del tutto subordinate e accessorie. Furio Fasolo

Luoghi citati: Voghera