Hanno ricchezza, orgoglio e fanatismo «La vera America siamo noi del Texas» di Igor Man

Hanno ricchezza, orgoglio e fanatismo «La vera America siamo noi del Texas» IO «STATO DELLA STELLA SOLITARIA DOPO L'UCCISIONE DI KENNEDY Hanno ricchezza, orgoglio e fanatismo «La vera America siamo noi del Texas» Un almanacco popolare dice: « Il nostro Paese occupa tutto il territorio nordamericano, eccettuate le piccole zone appartenenti agli Stati Uniti, al Messico, al Canada » ■ Possiede pozzi di petrolio dal gettito inesauribile, fattorie sconfinate, greggi nei quali i capi si contano a milioni - La gente è dura, come all'epoca dei pionieri, conserva l'alterigia del sangue spagnolo, guarda al resto del mondo come a qualcosa di lontano che non deve disturbare - Temono il comunismo, ma non giudicano necessarie le spese militari, sono gelosi delle proprie libertà, isolazionisti (Dal nostro inviato speciale) 8. Antonio (Texas), 9 dicembre. Da qui Dallas, sofisticata megalopoli, appare lontanissima: San Antonio è sempre e ancora Texas, ma siamo nel West, la dolce cadenza del Sud ingentilisce il rude slang dei texani, su 750 mila abitanti 860 mila parlano spagnolo. Anche San Antonio ostenta grattaceli, anche San Antonio è ricca: l'anno scor¬ so sono stati spesi in acquisti 1.237.616.000 di dollari (qualcosa come HO miliardi di lire), i depositi bancari ammontano a 8es.786.ooo dollari: agricoltura, bestiame e petrolio, sono le fonti del benessere, ma gli abitanti menano soprattutto vanto della '-adizione militare della loro città, che ospita il Forte Houston, famoso centro di addestramento, e quattro importanti basi aeree. Nel cuore di San Antonio sboccia la piazza El Alamo: una vecchia biblioteca e una vecchia cappella spagnola diventata museo, circondate da roseti. Fu nel 1716 che frate Antonio de Ollvares vi fondò una missione che allora comprendeva una cappella, un chiostro e un convento difeso da solide mura; abbandonata dai religiosi nel 1765, venne occupata da forze messicane provenienti da Alamo e Parras (da qui, verosimilmente, il nome El Alamo) e utilizzata come fortezza durante l'annosa lotta contro la Spagna. Quando, nell'aprile 1836, centottantasette texani al comando del colonnello William B. Travis vi si asserragliarono, della fortezza rimanevano solo le mura: 1800 soldati messicani la strinsero d'assedio durante tredici giorni, finché il fi marzo i difensori non vennero massacrati. « Alle Termopoli vi-fu un messaggero del disastro, ad Alamo no », dicono con orgoglio i texani. Due mesi dopo il generale Sam Houston, detto il grande ubriaco, in una battaglia durata esattamente venti minuti, schiacciò Vesercito messicano del generale Santa Afta: e nacque la repubblica del Texas, l'unico Stato che, dopo nove anni e 301 giorni, si sia federato di sua volontà con gli Stati Uniti. Ma il Texas e rimasto nel tempo una stella solitaria e se è vero che i texani hanno sempre valorosamente combattuto per la patria comune, è anche vero come essi si considerino « indipendenti >. E' uno stato d'animo, meglio: una condizione psicologica che spiega tante cose. E qui a San Antonio, dove sotto i ponti passano imbarcazioni simili alle gondole veneziane solcando le acque d'un fiume caro agli innamorati, è possibile, in un clima meno teso che non a Dallas, cercare di fare il punto sul Texas, prima di lasciarlo. Secondo un almanacco popolare « il Texas occupa tutto il territorio del Nord America, eccettuate le piccole zone appartenenti agli Stati Uniti, al Messico e al Canada... e confina a nord con venticinque o trenta Stati e ad est con tutti gli oceani del mondo escluso il Pacifico e ad ovest con l'oceano Pacifico, la Via Lattea e l'Universo». La superficie del Texas è un dodicesimo di quella degli Stati Uniti, non basterebbero due Italie, a coprirla. Il Texas è al primo posto negli Stati Uniti per la produzione petrolifera, per quella del metano, per quella del bestiame, dello zolfo, delle pecore e capre, per la lana mohair e comune, per le pelli. La più grande fattoria del mondo per la produzione di ortaggi si trova nel Texas, la città di Uvalde è la capitale mondiale del miele e quella di Tyler la capitale delle rose, Port Aransas è il più grande porto del mondo per il traffico del petrolio grezzo, e la regione di Beaumont-Port Arthur il più grande centro mondiale per la raffinazione dei prodotti petroliferi. Si potrebbe continuare con i missili e l'elettronica. La vastità territoriale e la stragrande ricchezza danno ai texani la ' convinzione di poter fare da soli, eppertanto, chiusi nella torre del loro orgoglioso benessere, essi rifiutano ogni presa di co- scienza della realtà attuale. In sostanza, poiché l'ideologia del texano è quella dello pseudo-conservatore, essa può essere caratterizzata ma non definita, infatti gli pseudo-conservatori tendono ad essere incoerenti in politica oltre il normale. Sennonché il dramma di questa gente c che soffre sul serio ne'.ia propria qualità di cittadino: la politica della nuova frontiera ha dato al texano la sensazione che le libertà siano state violate, il solo pensiero di John Fitzgerald Kennedy lo riempiva di odio, oggi la sua tragica fine e il modo ed il luogo di essa lo riempiono di rammarico, lo infastidiscono, nello stesso tempo la si indica coinè prova della presunta penetrazione comunista. Il texano odia la Russia sovietica ma non vuole spese militari anche se necessarie per rafforzare gli Stati Uniti, respinge il dialogo possibilista con Mosca perché teme che giovi al comunismo interno, non si cura dell'effettiva minaccia comunista in molte parti del mondo, ria si preoccupa dell'attività del pc americano, una microscopica istituzione perfino grottesca, rimpiange il sangue versato nelle guerre in cui gli Stati Uniti sono stati coinvolti, ma non pare curarsi di evitare la prossima. Non vuol avere nulla che fare con le nazioni libere del mondo ed è contro ogni sorta di aiuti, diffida dell'Orni, maledice il sedicesimo emendamento (l'imposta sul reddito), ma avversa il progetto per la riduzione delle tasse varato da Kennedy ed ora sostenuto da Johnson, perché sospetta che un intervento governativo per sopperire al previsto mancato introito di circa tredici miliardi di dollari preluda allo statalismo. L'America kennediana teme le conseguenze di una crescente potenza sovietica e fa fronte a questo, che è un problema mondiale, cercando alleati nel mondo democratico, con la dinamica della nuova frontiera: al contrario, gli pseudo-conservatori cercano di ridurre il problema a una questione di conformismo nazionale. Ecco spiegata la grande importanza che hanno nel Texas le società patriottiche, le ideologie antisovversive: esse forniscono una possibilità di più di sentirsi continuamente rassicurati, così come le organizzazioni tra ex combattenti offrono la ingenua garanzia di essere veri americani, dal momento che si è fatta la naia sotto la bandiera a stelle e strisce. Come osserva il sociologo americano Ofsstadter, il proclamarsi, come fanno i texani, vigili persecutori dei liberali che peccherebbero di lealismo verso gli S. U. non è soltanto un modo di proclamare il proprio lealismo, ma anche di farne pubblicità, perché « una delle caratteristiche del superpatriottismo texano è il suo incessante, intimo bisogno di farsi della pubblicità. I texani aspirano ad essere più americani di tutti, non solo dei naturalizzati, ma anche di Kennedy e di Johnson. Noi americani non facciamo altro che cercare di elevare " nostro livello di vita e lo stesso principio pare che si possa applicare anche al vostro livello di odio. Così, durante questi ultimi anni, gli americanisti sono passati dalPantinegrismo e dall'antisemitismo all'antistevensonismo, all'anti-non-conformismo, all'antike~nedysmo, eccetera, allo stesso modo che la media degli americani, se potesse, passerebbe da una Ford a una Cadillac ». Il texano orgoglioso e prepotente è convinto che il governo della nuova frontiera 10 tradisca tenendo mano alle mene del vecchio mondo. Venticinque anni fa si accusava Roosevelt di voler fare del corporativismo mussoliniano, oggi si accusa il presidente della nuova frontiera di voler imporre all'America e al mondo l'apertura a sinistra per farne un cavallo di Troia del comunismo. La dinamica anticonformista della nuova frontiera viene considerata una sfida a tutt'un ordine di cose del quale si fa .parte (come accade nel ricco Texas) o si cerca disperatamente di entrare a far parte (come si verifica nel depresso profondo Sud), di modo ohe prendere posizione per il conformismo diventa un modo di reagire alla sfida ostentando 11 proprio « sano americanismo ». E' un atteggiamento irrazionale che spesso sconfina nell'odio. Non a caso, la follia omicida di un frustrato come l'Oswald è esplosa a Dallas, dove circolavano automobili con le iniziali del Ku Klux Klan sulla carrozzeria ad indicare un « Kill Kennedy Klan». Purtroppo, come le reazioni alle enunciazioni programmatiche di Johnson indicano, la « politico » pseudo-conservatrice del Texas, anche se ha già raggiunto il vertice, non appare nome un fenomeno momentaneo, bensì «una delie grandi ondate della storia americana del Npvecento ». Una difficile congiuntura per l'America liberale, leadership dell'Occidente. ' Igor Man COLORADO KANSAS ^ ss'i'ì re ■è. o MESSICO.'.' o no aso joo *oo soci