Doveva far saltare i tralicci ieri mentre cominciava il processo a Milano

Doveva far saltare i tralicci ieri mentre cominciava il processo a Milano Il giovane tedesco arrestato a Cannobio ha confessato Doveva far saltare i tralicci ieri mentre cominciava il processo a Milano Appartiene ad una organizzazione nazista di Stoccarda - L'esplosivo che aveva con sé sarebbe stato sufficiente per distruggere cinque o sei piloni della luce - In caserma 81 e rifiutato di bere il caffè: «Potrebbe contenere una polverina per farmi parlare» Arrestati f*, Germania altri due terroristi (Dal nostro inviato speciale) Novara, 9 dicembre. < Sono entrato in Italia col proposito di compiere degli attentati? facendo saltare dei tralicci dell* alta tensione. L'esplosivo è i relativi congegni a orologeria servivano appunto a questo scopo. Gli attentati dovevano essere compiuti da me solo, non ho complici. Comunque non rivelerei i loro nomi». Questo ha dichiarato ai funzionari di polizia che lo interrogavano il cittadino tedesco Joachim Lothar Dunkel, di vent'anni, arrestato ieri su un'auto carica di tritolo al plastico,- di congegni esplosivi, di munizioni. Varresio è avvenuto poco, prima delle 13 al valicò italo-svizzero di Piaggio-Valmara, presso Cannobio. Il Dunkel è un piccolo impiegato di Stoccarda, fanatico seguace di un movimento politico nazista germanico, evidentemente collegato con i terroristi altoatesini. Gli attentati dovevano esser preparati durante la notte tra domenica e lunedì, gli orologi dei congegni esplosivi erano regolati sulle ore 9, gli scoppi sarebbero avvenuti nell'ora in cui, nell'aula della Corte d'Assise di Milano aveva inizio questa mattina il processo contro i banditi al plastico. In previsione di atti di terrorismo connessi al processo, le autorità avevano ovviamente preso adeguate misure di sicurezza. Controlli particolarmente severi erano stati predisposti . già da alcuni giorni in tutti i valichi di frontiera con l'Austria e la Svizzera, carabinieri e guardie di finanza avevano ordine di .sorvegliare in modo speciale le auto con targa austriaca e tedesca. Erano stati inoltre messi in stato d'allarme i reparti antisabotaggio istituiti dopo la serie di attentati terroristici degli anni scorsi e dislocati lungo le frontiere. Poco prima delle 13 ieri il traffico al valico di PiaggioValmara era intenso: auto svizzere entravano in Italia, altre italiane si recavano in Svizzera, si presentò una « Volkswagen », e la targa teresca accrebbe subito l'interesse dei militi di servizio. Mentre un carabiniere sfogliava il passaporto del conducente, la guardia di finanza Giampiero Baresi gli rivolgeva la rituale domanda: «Nulla da dichiarare? ». Con un cenno il conducente rispose di no. Fedele agli ordini il finanziere non si accontentò, e gli chiese di visitare il bagagliaio. L'altro obbedì senza discutere. Nel bagagliaio c'era una valigia, che fu fatta aprire. Dentro c'era un completo armamentario terroristico: 6 congegni a orologeria del tipo Kienzle regolati tutti, come si è detto, sulle ore 9; 86 metri di mìccio a combustione lenta; 21 detonatori; 83 cartucce cai. 22 per carabina automatica Winchester. Circondato dai militi, il conducente non oppose alcuna resistenza. Aperto il cofano del motore, furono scoperti 16 pacchi da un chilo ciascuno di tritolo plastico. Il conducente era rimasto impassibile, aveva un aspetto gelido e rassegnato. Diede il proprio nome, che coincideva con quello segnato sul passaporto: Joachim Lothar Dunkel. Addosso aveva anche la tessera di un'organizzazione nazista, la copia di un inno in lingua tedesca in cui è detto che «i giovani sono pronti a morire per l'Alto ■Adi- ge libero », una carta stradale sulla quale era tracciato un quadrilatero comprendente le città di Arèna, Omegna, Domodossola e Verbania, e una carta geografica in cui era tracciato un tortuoso itinerario che dalla frontiera svizzera conduce al valico del Col di Tenda, al confine francese, passando da Novara, Mortara e Voghera. Il Dunkel non poteva certo negare l'esistenza del materiale esplosivo. Ma nel primo in' terrogatorio, presso il commissariato di polizia di Verbania, dov'era stato trasportato, si rifiutò di ripetere il preciso scopo a cui il tritolo doveva servire. Successivamente ha dato tre versioni, come abbiamo appreso dal dott. Salvatore Pavone, questore di Novara, che ci ha illustrato il risultato degl'interrogatori e delle indagini, com- ■ piute oltre che da funzionari della questura di Novara anche da altri arrivati da Roma e da ufficiali del controspionaggio; un funzionario è stato pure mandato da Bolzano, dove esiste un nucleo di polizia specializzata nella lotta antiterroristica. In una prima versione il Dunkel, ribadendo che . egli non aveva alcuna intenzione di compiere attentati, affermò che il materiale da lui trasportato doveva consegnarlo a una persona in Francia, subito dopo il valico di Tenda. In una seconda versione disse che la consegna doveva avvenire a Torino, e indicò un altro nome. Ma sia la prima che la seconda persona si rivelarono inesistenti. Infine si decise ad ammettere la sua intenzione di servirsi di quel materiale per compiere attentati in Italia, negando, come si è detto all'inizio, d'avere dei complici, e comunque di non essere disposto a tradire i suoi compagni di fede. Mostratagli la foto del presunto terrorista rimasto dilaniato da uno scoppio presso Pavia una de-, cina di giorni fa, ha dichiarato di non conoscerlo, e non ha avuto alcuna reazione emotiva alla vista delle membra straziate. '■ «Naturalmente — ha detto il questore Pavone — noi non ci accontentiamo della sua affermazione di non avere complici, e le nostre indagini sono appunto rivolte a controllare questa dichiarazione. L'esplosivo poteva servire a far saltare in aria da 4 a 6 tralicci, e tecnicamente egli poteva compiere da solo l'operazione, anche scegliendo luoghi lontani uno dall'altro, in modo che le esplosioni avvenissero simultaneamente questa mattina alle 9, in coincidenza con l'Inizio del processo di Milano. Sembra probabile però che fosse collegato con altre persone ». II dott. Pavone ha concluso: «Ora l'inchiesta sarà proseguita dalla magistratura. Il nostro compito termina con la denunzia di Joachim Lothar Dunkel all'autorità giudiziaria per il reato di detenzione abusiva di esplosivo; è possibile che sia anche denunziato per attentato alla sicurezza dello Stato ». Il Dunkel è detenuto in un luogo che non ci è stato rivelato, per comprensibili ragioni di prudenza. Ieri sera egli ha cenato con qualche tosto, dichiarandosi soddisfatto del trattamento della polizia italiana. Ma questa mattina ha rifiutato il caffè. «CI avrete messo qualche polverina per farmi parlare» ha detto con un sorriso malizioso. Timore infondato, ma che tuttavia conferma da parte sua che avrebbe ancora molte cose da dire. Giuseppe Faraci li tedesco arrestato, Joachim Dankel (Foto Giovetti)