La Keeler, capelli tagliati e divisa grigia lavorerà in carcere per 2000 lire al mese

La Keeler, capelli tagliati e divisa grigia lavorerà in carcere per 2000 lire al mese L'eoe modella, rinchiusa nulle prigioni femminili di Londra La Keeler, capelli tagliati e divisa grigia lavorerà in carcere per 2000 lire al mese Il lavoro è obbligatorio - Potrà confezionare vestiti, fare marmellate, lavare o rammendare - La ragazza è in una cella singola: può indossare la propria biancherìa e usare il rossetto - Il padre è andato a farle visita - Ha detto: «Tremava e piangeva; aveva paura che le altre detenute la picchiassero» (Dal nostro corrispondente) Londra, 7 dicembre. Christine Keeler ha trascorso oggi la sua prima giornata di carcere. E' rinchiusa nella prigione ' femminile di Holloway, un fosco edificio nella iiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiilMiiiiil parte settentrionale di Londra. La giovane non ha potuto ricevere visite, ma una guardiana del carcere l'ha descritta ai cronisti « accasciata, nervosa, quasi faticasse a trattenere le lacrime». L'ul- liiitiliiiiiiiii(iiiiiiiiiiiiiilliiiiiltl(litiiiitiiiiiiiin timo a incontrarsi con Christine è stato suo padre, ieri sera, dopo la condanna della Keeler a nove mesi. L'uomo ha raccontato: « La calma di mia figlia era svanita. Tremava e piangeva: soprattutto aveva paura che le altre detenute, conoscendo le sue avventure, la perseguitassero e la picchiassero ». La sentenza, in realtà, è stata mitissima. Un'assoluzione era quasi impossibile; si prevedevano aspre condanne: cinque, sette, forse dieci anni di penitenziario. Le accuse erano gravi: spergiuro nel « caso Gordon » e « cospirazione al fine di intralciare il corso della giustizia». Ieri, alla seconda udienza del processo, la Keeler, la sua amica Paula Hamilton-Marshall e la cameriera di Paula, Olive Nadia Brooker, hanno ammesso le loro responsabilità e l'avvocato ha potuto avanzare un'istanza di « exceptional mitigation ». E' vero — ha sottolineato il legale — che Christine incolpò il giamaicano Gordon di un'aggressione in realtà non avvenuta, ma Gordon (uno dei molti amanti della ragazza) l'aveva aggredita e percossa almeno otto volte, tra la fine del '6S e l'inizio del '63. « La Keeler viveva nel terrore di quest'uomo »: ecco perché tentò, mentendo, di liberarsene. Paula Hamilton-Marshall — finita anch'essa nel carcere di Holloway — è stata condannata a sei mesi. La cinquantaseienne signora Brooker ha ottenuto invece la libertà con una pena condizionale di un anno, scontabile quindi soltan¬ to se recidiva, per il medesimo un altro reato, entro tale periodo. Queste blande condanne inflitte alla ventunenne Christine Keeler e alla ventitreenne Paula Hamilton potranno anche essere abbreviate e, a parere dei più, lo saranno. Paula è malata, usciva dall'ospedale soltanto per recarsi in tribunale, ha un bimbo di un anno, senza padre. La Keeler — ha rivelato ieri il suo avvocato — ebbe un figlio illegittimo a sedici anni, ma perdette la creatura pochi giorni dopo il parto: la ragazza dovrà comportarsi bene, obbedire ai regolamenti, dare prova di contrizione e, fra sei mesi, le autorità potrebbero decidere di condonarle l'ultimo trimestre di carcere. Christine e Paula, ieri, venivano condotte dal tribunale a Holloxoay, distante cinque chilometri, su un furgone della polizia. In carcere il primo incontro era con un medico Terminata la visita e tagliati corti i loro capelli, le due giovani donne venivano portate prima da uno psichiatra, poi dàlia direttrice del penitenziario, signora Kelly, e infine dal cappellano che le ha avvisate, ammonite e confortate. Christine e Paula dovevano lasciare i loro eleganti abiti, sottoporsi ad un bagno e in dossare l'uniforme: una gonna e una blusa. Avevano la scelta di tre o quattro pacati colori, ma esse preferivano il grigio, Niente scarpe con tacco a spillo, niente monili. Alle detenu te veniva concesso soltanto di tenere le proprie calze, la propria biancheria di nylon, e il rossetto per le labbra. Quest'ultimo — dicono gli esperti — serre « a sorreggere il morale ». Poi il momento della sepa razione: Christine in una cella, Paula in un'altra. Holloway non è affollato, vi sono celle singole. Nessuno sa, per ora, se e quanto la Keeler resterà in questa prigione londinese: dipende dalla sua condotta. Se si comporterà bene, sarà forse trasferita ad un istituto me no severo; in caso contrario, resterà a Holloway. Ovunque vada, dovrà però lavorare. All'inizio, farà lavori domestici non retribuiti. Fra qualche giorno potrà scegliere fra confezionare vestiti, fare marmellate, lavare o rammendare. Riceverà sui cinque scellini (circa 450 lire) per una settimana di trenta ore. Oggi, per la Keeler, è stata certamente la giornata più dura. Colei che un commentatore definisce «una delle più celebri cortigiane nella storia inglese », l'amica di Profumo, la protetta di Ward, la star della « dolce vita » britannica, la amante di pregiudicati ma anche di importanti « gentleman », è adesso una comune carcerata, senza privilegi. Si alzava a mezzogiorno; stamane ha dovuto lasciare il letto alle 6,30, pulirsi la cella ed essere pronta per l'ispezione delle 7,30. Mangiava pàté, salmone e beveva champagne; i suoi pasti sono adesso frugali e silenziosi. Non si muoveva che in Rolls Royce; da domani, invece, due ore al giorno di esercizi in palestra. In questo triste panorama, non mancano però le luci. Christine ha ventun anni: se lo vorrà, avrà tempo di rifarsi una vita. E' proprietaria di una casa a Londra, del valore di oltre cinquanta milioni di lire. Tanto le resero le sue «memorie», vendute alla stampa. m. ci. La Keeler è finita in carcere: le hanno tagliato i bei capelli e dovrà lavorare

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