II Vaticano prepara in segreto il pellegrinaggio di Paolo VI di Michele Tito

II Vaticano prepara in segreto il pellegrinaggio di Paolo VI I contatti diplomatiti tenuti dal cardinale Tisserant II Vaticano prepara in segreto il pellegrinaggio di Paolo VI La Santa Sede vuol evitare che si possano dare interpretazioni politiche al viaggio • Il Papa e il seguito si serviranno di un solo aereo - Rifiutata la scorta di apparecchi militari offerta dai Paesi che saranno sorvolati - Per lo scalo di sabato 4 gennaio è stato scelto l'aeroporto di Amman in Giordania - Domenica 5 il Pontefice andrà in Israele (Dal nostro corrispondente) Roma, 7 dicembre. Tutto si svolge in segreto: per i preparativi del viaggio del Papa a Gerusalemme come per gli incontri auspicati con i capi delle altre Chiese, monsignor Dell'Acqua, sostituto alla Segreteria di Stato, redìge di sua mano le lettere, elabora da solo gli appunti, fa tutto da sé. Non si vogliono alimentare speranze, che potrebbero rivelarsi infondate, sulle prospettive aperte dall'eventuale « vertice della cristianità », ci si preoccupa di evitare contatti che possano comunque urtare la vigile suscettibilità di una delle due parti che si contendono il territorio palestinese, si bada, con cura minuziosa, a che ogni notizia, ogni indiscrezione, una sia pur vaga impressione venuta dal Vaticano, non appaiano alle gerarchie ortodosse come una forzatura; e, in 1 tutti 1 casi, si vuole evitare che le altre Chiese cristiane abbiano il sospetto, sia pure lontano, che la Chiesa di Roma voglia vantare una iniziativa. E' un momento estremamente delicato. Le stesse fonti più confidenziali si ritraggono nel riserbo. Ormai, solo al vertice della Chiesa si sa ciò che sta accadendo e a che punto stiano le cose, perfino le cose dell'organizzazione materiale del viaggio: ad uomini diversi è affidata una particolare mansione, ciascuno di questi uomini si muove in una direzione ignorando ciò che fanno gli altri. Solo il cardinale Tisserant, che, come decano del Sacro Collegio, è il secondo personaggio della gerarchia ecclesiastica, può avere una visione panoramica della situazione: egli mantiene 1 contatti con la diplomazia israeliana per l'organizzazione del viaggio (ed è intuitivo che ha avuto incontri con l'ambasciatore israeliano presso la Repubblica italiana Fisher, di cui riferirà forse lunedì al Papa); a lui spetta, valendosi dei rapporti personali che da decenni intrattiene con alcuni patriarchi ortodossi, vincerne in alcuni casi le perplessità. Fu Tisserant che, l'anno scorso, portò a termine, attra,-. verso un incontro in Francia col metropolita Nicodemo, la missione di convincere il patriarcato di Mosca ad inviare due osservatori al Concilio, L'obiettlvo cui ai mira è|quello di una riunione, a Ge- rusalemme, il giorno deH'Epi-lfania, dei capi di tutte le IChiese cristiane con le orto-!dosse di Costantinopoli, di Russia, di Antiochia, di Gerusalemme, di Bulgaria, di Serbia, di Romania e la protestante anglicana. Delle Chiese protestanti si è pensato a quella anglicana perché con essa esistono, già dal dicembre del '60 (quando l'allora arcivescovo di Canterbury, Fisher, rese visita a Giovanni XXIII), rapporti almeno generici, perché già più volte l'attuale primate anglicano, Ramsey, ha espresso il desiderio di avere incontri con il Papa e perché, infine, quella anglicana è considerata, anche dagli ortodossi, una «Chiesa ponte» verso le altre Chiese protestanti. Si crede di poter essere sicuri del viaggio dell'arcivescovo Ramsey a Gerusalemme. Anche se per decidere ha bisogno di consultarsi con gli altri vescovi anglicani, si sa che egli è personalmente favorevole al viaggio. Non sembra vi siano difficoltà insormontabili frapposte dalle gerarchie delle varie Chiese ortodosse, anche se il patriarca di Mosca esita a pronunciarsi e quello di Gerusalemme, favorevole a ciò che Roma e Atenagora propongono, ritiene che le cose non possano es- sere cosi rapide come si vor-1 rsbbe. Ma la Chiesa di Roma tiene soprattutto all'incontro con il patriarca di Costantinopoli, Atenagora, che è il «primus! inter pares» tra gli ortodossi. La sua autorità spirituale è molto grande e il suo esempio può essere decisivo. Nella giornata odierna si è avuta, pare, la certezza che Atenagora è pronto a «mettersi in cammino», come egli già disse una volta, incontro al Papa. Il solo timore è che sorgano difficoltà materiali all'ultimo momento di carattere, si dice, «protocollare»: già nel maggio del '61 il governo turco non concesse il visto di uscita ad Atenagora che stava per recarsi in Germania, per una visita all'abbazia benedettina di Maria Laach, una abbazia che, come quella belga di Chevetogne, anche tenuta dai benedettini, ha una funzione importante nel mondo religioso perché è uno dei centri attivi dell'attività ecumenica. Sono cose, queste, che vengono ricordate per prudenza estrema, in realtà rimane il fatto che, ancora l'anno scor-J so, Atenagora scriveva a Giovanni XXIII di essere pronto ad incontrarlo purché 11 luogo dell'incontro non fosse Roma, vietata da « ragioni protocollari ». Sul programma del viaggio al au che 1 particolari verran- no resi noti domani o dopodomani. Rimane comunque confermato che la partenza è prevista per 'le 8 di mattina di sabato 4 gennaio. Si era detto che l'aereo sarebbe sceso allo scalo di Lydda in Israele. Invece questa sera si apprende che atterrerà ad Amman in Giordania. Si è voluto in tal modo , rispettare il sabato ebraico che è giorno di festa e di riposo. Nel pomeriggio il Papa visiterà i Luoghi Santi nel territorio giordano (11 Santo Sepolcro, il Cenacolo, la Via Crucis, l'Orto degli ulivi, il Golgota). La domenica del 5 verrà dedicata alla visita di Luoghi Santi in territorio israeliano (Nazareth, Cana, il Iago di Tiberiade). Lunedi 6 dovrebbe esserci, in Gerusalemme, l'incontro tra i massimi esponenti delle Chiese cristiane con la conclusione di una Messa solenne celebrata da Paolo VI sul Santo Sepolcro. L'aereo del Papa non sarà scortato né da velivoli dell'Onu né da velivoli del Paesi sorvolati; il Vaticano rifiuta per evidenti ragioni di opportunità, e soprattutto per conservare al viaggio il carattere di un « pio pellegrinaggio >, le offerte che gli vengono fatte, anche col richiamo a ragioni di sicurezza, dai Paesi interessati. Il seguito, altamente qualificato per i problemi dell'ecumenismo, sarà composto, si prevede, dal cardinale Tisserant, da monsignor Testa, capo del segretariato per le Chiese orientali, da monsignor Giovanni Wiilebrands e da padre Pietro Duprey, entrambi « specialisti > delle questioni delle Chiese orientali, dal cardinale Bea (se le condizioni di salute glielo consentiranno), che è, si può dire, il teorico dell'ecumenismo, da monsignor Dell'Acqua, sostituto alla Segreteria di Stato, dal « sacri sta» del Papa, Pietro Cani sio Vallierd, dal prefetto del cerimoniale monsignor Enrico Dante, da due cerimonieri, da don Pasquale Macchia, segretario particolare del Papa, dal principe Mario Del Drago, € esente » guardia nobile, dal direttore dell'Osservatore Romano Raimondo Manzini, dal prof. Fontana o'dàl dott'.' Piazza e dal fotografo pontificio Felici Il seguito viaggerà nello stesso aereo del Papa. E' sta|ta declinata anche la propo sta fatta da alcune delle dielci compagnie aeree che si era Ino offerte di trasportare il !PaPa- di distribuire le perso nalità del seguito in due o tre aerei. Rimangono, molto grosse, le difficoltà per il trasporto e l'organizzazione- dei mezzi di lavoro dei giornalisti. Centinaia di giornalisti, da tutto il mondo, si recheranno a Gerusalemme e avranno bisogno di disporre di una libertà di movimenti che il severo controllo della frontiera tra Giordania ed Israele rende praticamente impossibile. I giornalisti stranieri a Roma hanno chiesto che gl'inviati dei giornali al seguito del Papà siano posti sotto la protezione del Vaticano e che, nei tre giorni del soggiorno del Papa in Palestina, siano considerati privi di nazionalità. Michele Tito