Il nazista che arrestò Anna Frank «non sapeva» delle camere a gas
Il nazista che arrestò Anna Frank «non sapeva» delle camere a gas Il nazista che arrestò Anna Frank «non sapeva» delle camere a gas Incredibili dichiarazioni dell'ex funzionario della Gestapo ad un giornale olandese « Dopo aver condotto gli ebrei in prigione — ha affermato — mi dimenticai di loro » (Nostro servizio particolare) Amsterdam, 29 novembre, c Avete una bella bambina... Mi adesso sbrighiamoci, non c'è tempo da perdere >: con questa frase, il capitano della Gestapo, Karl Silberbauer spedì verso la prigionia e la morte la famiglia Frank. Solo Otto Frank sopravvisse al terribile incontro: la «bella bambina» era sua figlia Anna, la ragazza che col suo -e diario > di prigionia ha bollato d'infamia i delitti nazisti. E' quasi incredibile che Silberbauer, fino a pochi giorni fa ancora in servizio presso la polizia di Vienna, e ora sospeso in attesa di giudizio, parli con tanta tranquillità della parte avuta in una tragedia che ha commosso e inorridito il mondo. Fa parte del suo sistema di difesa creare l'impressione che egli non si sentiva che un poliziotto, incaricato di far osservare le leggi naziste e che l'e operazione Frank > non era altro che un normale lavoro. Ma l'intervista che egli ha concesso a un inviato del giornale olandese Haagse Post illumina l'ambigua personalità del criminale hitleriano. « Era un bel giorno d'agosto — ha detto Silberbauer al giornalista olandese — con un sole insolitamente caldo. Stavo preparandomi ad andare a pranzo quando mi telefonarono per dirmi che degli ebrei erano nascosti in una casa sulla Prinsengracht. Riunii allora gli otto poliziotti della Gestapo olandese che erano di guardia e andai all'indirizzo segnalato ». « Quando il nascondiglio venne scoperto — narra il poliziotto — vidi delle persone correre qui e là per le stane, cercando di raccogliere e infilare quanto potevano nelle valigie. Poiché lo spazio era piuttosto ristretto io rimasi in piedi sulla porta segreta, quel la che era di giorno nascosta da un armadio. Quando vidi che uno degli uomini non si muoveva gli dissi: " Forza sbrigatevi "». < L'uomo venne verso di me — prosegue Silberbauer — e si presentò come Frank, di cendo che era un ufficiale della riserva dell'esercito tede sco. A me interessava soddisfare una mia curiosità e gli chiesi quanto tempo erano riusciti a rimanere nascosti così. "Venticinque mesi", rispose lui. Poiché mostravo di non credergli, prese per mano una bambina che era accanto a lui, deve senz'altro essere stata Anna, e la fece appoggiare con le spalle a uno stijAte del la porta. Sullo stipite erano del segni da cui si potava chiaramente vedere quanto era cresciuta. La testa era del tilt to al di sopra dell'ultima tacca. Gli devo aver detto che era una bella bambina, ma che bisognava sbrigarsi, perché non c'era tempo da perdere. Quando tutti furono pronti ce ne andammo ». Il nazista viennese sostiene ancor oggi di non rendersi conto come mai Anna Frank potesse scrivere nel suo « diario > che gli ebrei venivano mandati nelle camere a gas <Noi a quell'epoca — ha affermato Silberbauer — non ne sapevamo nulla. Devo aggiun gere che se il signor Frank non si fosse nascosto non gli sarebbe potuto capitare nul «J ^rne che sia, dopo un'ora !l'intera faccenda, per quanto : mi riguardava, era stata Zi \quidata. Gli otto ebrei venne jr0 condotti via e io mi scor- dai completamente di loro: non sono in grado neppure di dire che cosa sia loro capitato ». L'ex funzionario della Ge stapo ha detto di essere stato trasferito da Vienna ad Amsterdam nell'ottobre 1943. Ha avuto il coraggio di asgiun gere che Anna, da viva, era più bella della foto che appariva sulla copertimi del « dia rio >. « Quel libro — ha affermato — l'ho acquistato e l'ho letto con interesse ». u, p Anna Frank, la piccola ebrea morta nel campo di Belsen
Persone citate: Anna Frank, Karl Silberbauer, Silberbauer
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