Le quattordici «belle torri» di San Gimignano si stanno sbrecciando, minacciano di crollare di Gigi Ghirotti

Le quattordici «belle torri» di San Gimignano si stanno sbrecciando, minacciano di crollare DECADE UIM IMMENSO PATRIMONIO D'ARTE E DI PRESTIGIO Le quattordici «belle torri» di San Gimignano si stanno sbrecciando, minacciano di crollare Già un campanile è caduto ; ora sono in pericolo porte e torrioni nella favolosa cerchia di mura • Ma edifici, statue, affreschi presentano segni di rovina in tutta la Toscana : la pietra è « stanca », i soccorsi tardano - La burocrazia aggiunge ostacoli alla povertà di mezzi - Piove sulle pitture della Badia dell'Isola; i fondi per le riparazioni ci sono, manca il «nulla osta» (Dal nostro inviato speciale) Siena, novembre. E' colpa soltanto dei prezzi che aumentano, se i turisti non vengono più così numerosi come in passato in Italiat Spingiamo l'esame di coscienza un po' in profondità, scopriremo che almeno due sono le « curve > determinanti del fenomeno: i prezzi crescenti e il patrimonio calante. Cala il valore di ricchezze immense, che ci furono tramandate dai padri; e lasciamo stare, per il momento, il patrimonio di foreste e pinete squartate, i litorali « lottizzati > con furia forsennata, paesi e città in preda alla febbre industriale (solo da pochi giorni la baia di Talamone è stata salvata dal minacciato insediamento di un'immensa traffineria di petrolio, nel più bel mezzo del suo paesaggio). Occupiamoci soltanto del patrimonio artistico. San Gimignano, sulla via che da Firenze reca a Siena, è certo una perla fra le più rare al mondo; la fioritura delle sue quattordici torri, emergente dalla cerchia severa delle mura merlate, s'incide nel panorama toscano come una visione favolosa. Ora le torri cigolano, le mura, si sbrecciano: i terrapieni, costruiti nei secoli a tenere insieme questo fortilizio medievale, cedono da tutte le parti. Un campaniletto è crollato, senza far danno e quasi senza rumore, qualche tempo fa; e ora la minaccia investe il Torrione Machia- velli, il Torrione Sant'Agostino, la Porta delle Fonti, la Porta di San Giovanni. < Non posso fare a meno di porre in evidenza una situazione che è già grave e che minaccia di divenire disastrosa >, ha scritto poche settimane fa il sindaco Ivo Fanciullini alla Se¬ comvasedvatastvrmtendenza alle Belle Arti, _ ,,„„„ ... j. „. ,. Sdelle province di Siena e di, ,^Grosseto. La Sovrintendenza ha messo mano alla borsa, cinque milioni, e anche un istituto bancario s'è sentito in dovere di fare altrettanto: cinque milioni anche dalla banca. Ma possono bastare, dieci milioni, a salvare San Gimignano e le sue « belle torri », una reliquia dugentesca che è, tutta intera, in blocco, sottoposta ai vin- laaslegt SRpvtonco coli monumentali (non è permesso costruire, né sopraelevare, né muovere un sasso, senza il preventivo assenso delle pubbliche autorità) e che vacilla ormai dalle fondamenta, perché la collina sembra stanca di sostenerne il pesof Si va a Siena a sentire. A , _ Siena, appena messo piede nel , ,^ ",„,,„ <, .J[ , r la sede della Sovrintendenza, ascoltiamo un colloquio al telefono. E' il comando dei vigili del fuoco che avverte: t Attenzione, la Barriera di San Lorenzo sta crollando! ». Risponde il funzionario: € Preparate le scale, intanto arriviamo noi con la macchina fotografica! »• Infatti, queste sono le misure poste in atto per contenere la rovina delle mura di Siena (e di ogni altra città murata): si prende la fotografia della parte pericolante, poi si ordina ai vigili del fuoco di arrampicarsi lassù e di abbattere ciò che rischia di precipitare in testa ai cittadini. Tre mesi fa, l'operazione è stata compiuta su Porta Camollia: caddero in frantumi il timpano e la trabeazione del portale. Incapaci di conservare i monumenti, ne conserviamo le fotografie; quando va bene. «Almeno — ci spiegano i funzionari della Sovrintendenza — un giorno, quando ci saranno i danari e sì potranno fare i lavori, si potrà avere l'immagine delle parti crollate ». Si dirà: la colpa non è delle pubbliche autorità, ma delle pietre, che sono stanche Tutte le costruzioni romaniche e gotiche, in tutta Italia, versano in stato di crisi. Sulla facciata del Duomo di Modena sono ormai irriconosci bili le statue di Wiligelmo, che fino a dieci anni fa si potevano studiare a occhio nudo dal vero. < Ora, le studiamo sui calchi, quando ci sono », confida il prof. Carlo Ludovico Ragghiami Ma non solo le pietre, anche gli affreschi rischiano uguale rovina Ln Badia dell'Isola, ricino n Siena, una delle più belle chiese rom./fii che della Toscana, sta diven tando un rudere: per due volte è orollato il tetto, ora il cielo è aperto e piove sugli affreschi cinquecenteschi del Tamagni. Che s'aspetta a provvedere? Il sovrintendente, prof. Enzo Carli, il più autorevole studioso dell'arte senese che abbiamo oggi in Italia e forse nel mondo, risponde che € la chiesa è in restauro », e infatti anche il danaro occorrente c'è, già versato in banca, e tutto è pronto per l'inizio dei lavori. Sennonché, la burocrazia inceppa anche quei pochi movimenti che ad una Sovrintendenza sono consentiti: manca il nulla osta ministeriale alla perizia, e senza quest'atto amministrativo non s'incomincia nulla; e intanto gli affreschi possono continuare a tonarsi. Fino a qualche anno fa, si poteva ammirare nella chiesa di Santa Maria Maggiore di Spello, in Umbria, uno splendente ciclo d'affreschi del Pìnturicchio: ora l'umidità ha steso un'opaca ombra sui dipinti, e la muffa s'attacca alle vesti suntuose delle Sibille, dei dottori nel Tempio, dei santi e dei guerrieri che animano la scena della « cappella Bagliori ». Per tornare in provincia di Siena, e per non parlar più di pittura: corrono pericolo la abbazia di Sant'Antimo, il più insigne monumento romanico senese (il Vescovo la vorrebbe cedere, ma lo Stato nicchia: monumenti ne ha anche troppi), l'abbazia di San Galgano, la famosa rocca di Montemassi, il bastione del Sangallo a Montepulciano, la Porta Solis a Colle Val d'Elsa le mura di Monticchiello di Plenza, e centinaia di rocche, torri, fortezze, castelli di cui soltanto adesso, pochi giorni or sono, s'è incominciato a fare un sistematico censimento. Censimento, peraltro, che si attua non per cura e con i fondi dello Stato, ma per l'iniziatica di privati volonterosi, prima tra tutti la contessa Elisabetta Savelli, presidente della delegazione toscana dell'IBI i International Burgen In stituU, un sodalizio che in tut- i'" Europa si prodiga a salvar" lolla rovina gli antichi nieri. Gigi Ghirotti

Persone citate: Carlo Ludovico Ragghiami, Elisabetta Savelli, Enzo Carli, Galgano, Ivo Fanciullini, Solis, Tamagni, Wiligelmo