Luci spente a Londra mentre si svolgono i funerali

Luci spente a Londra mentre si svolgono i funerali Luci spente a Londra mentre si svolgono i funerali Kennedy commemorato in Parlamento - Macmillan dichiara: «Era uno degli statisti meglio informato che conoscessi» (Dal nostro corrispondente) Londra, 26 novembre. Un'Inghilterra ancora in lutto nel volto e nell'animo ha oggi manifestato nuovamente il suo dolore per l'assassinio del presidente Kennedy. Milioni di cittadini hanno seguito commossi la cronaca televisiva dei funerali a Washington, in trasmissione diretta via Telstar. Como estremo gesto di rispetto verso il defunto, le famose ciuci di Piccadllly », abbaglianti multicolori réclames, non eono state accese che alle 20, quattro ore circa dopo 11 calar del sole: era la prima volta, dalla fine della guerra. Parecchi cinema a Londra ed altrove eono rimasti chiusi, le bandiere hanno continuato a sventolare a mezz'asta, servizi religiosi sono stati officiati nei templi di tutte le fedi, altre persone — centinaia — si sono presentate all'ambasciata americana con messaggi di cordoglio. Anche le due Camere de! I Parlamento — Lorda e Comuni hanno espresso il loro cordoglio e l'hanno fatto approvando, unanimi, una mozione di condoglianze, aggiornando a domani 1 lavori ed ascoltando In triste silenzio i discorsi del rappresentanti del tre partiti. I leader» — il premier Sir Alee Douglas Home, il laburista Harold Wilson e 11 liberale Jo Grlmond — orano a Washington per le esequie con il principe Filippo. Al loro posto, al Comuni hanno parlato R. A. Butler, Patrick Gordon Walter, Donald Wade e, con un angosciato intervento personale, l'ex premier Harold Macmillan, alla sua prima riapparitone parlamentare dopo 11 ritiro e la malattia La mozione è diretta ella regina e le chiede «di manifestare al presidente degli Usa la costernazione e l'intenso dolore con''cui i Comuni ed. i Lorde appresero la notizia della ' morte del presidente Kennedy». Il breve testo «pregai inoltre la sovrana di far giungere alla signora Kennedy, alla famiglia dello scomparso, al governo e al popolo americano' le «profonde , condoglianze» della Gran Bretagna tutta e delle due Camere. Il documento veniva presentato ai Comuni dal nuovo ministro degli Esteri R. A. Butler, ai Pari da Lord Carrington, miniatro per le Relazioni con 1 Lorde. Dopo un accenno alla tragedia di Dallas e al «coraggio » della vedova, Butler esortava i deputati a ricordare l'opera politica dell'ucciso e diceva: «Il mondo ha sofferto una tremenda perdita. John Kennedy fu un grand'uomo, uno statista le cui idee e le cui azioni furono sentite ovunque. Ciò vale, da qualche tempo, per ogni presidente americano ma, sotto la guida di Kennedy, gli Stati Uniti hanno conseguito una posizione mai eguagliata di benefica autorità ed influenza. Egli diede alla sua patria non soltanto immensa potenza, ma un altruistico impulso ». 11 giovane presidente — proseguiva Butler — «lottò sempre per un mondo senza discordie, sereno, pacifico » e, anche se stroncato all'inizio della sua fatica, l'insegnamento non sarà dmenticato. « Con Kennedy — concludeva l'oratore — parve che si fosse aperto per l'umanità un nuovo capitolo di speranza, Egli era consapevole della necessità per 1 due blocchi di vivere assieme: sapeva che una situazione come l'attuale dominata dalla potenza nucleare, esige pazienza, ampia visione, accorta diplomazia». Simile il linguaggio di Fa trick Gordon Walker, ministro degli esteri nel.« gabinetto ombra» laburista. «Il dolore per la sua scomparsa ci ha-lasciati attoniti. Non i so li americani, non i soli occi dentali hanno perduto un leader: il mondo intero è oggi orfano. Nel brevissimo .tempo di due anni e dieci mesi, Kennedy era riuscito ad imporre la sua personalità e là sua politica all'intera comunità internazionale». Indi, lodata la sua « intelligenza elettrica ed aperta», il deputato socialista concludeva: « La morte di Kennedy ha causato ansietà in Occidente e genuina costernazione in Russia. Vi è '.in motivo. Kennedy era divenuto l'uomo nelle cui mani tutti, compresi i sovietici, si fidavano di lasciare la folgore della potenza nucleare ». Ultimo, parlava Macmillan, ancora fragile e pallido: la voce cedeva sovente all'intensa angoscia. «Con il permesso di questa Camera, desidero aggiungere alcune parole a quelle già dette, dagli altri oratori. Per tre anni il presidente Kennedy ed io lavorammo in strettissima collaborazione. Ci Incontrammo più volte, avemmo frequenti colloqui telefonici. Orbene, vi posso dire che, dietro quella facciata di delizioso charme, vi era un'immensa, avida cultura su tutti gli argomenti, politici, economici, militari. Era uno degli statisti meglio informati da me conosciuti ». A questi pregi, si aggiungevano « integrità morale e mentale, coraggio fisico ed una curiosità infinita delle opinioni altrui ». « Quando la situazione era difficile, quasi disperata, era risoluto ed intraprendente; quando la tensione era minore, mostrava un'irresistibile letizia giovanile ». L'ex premier terminava: «Kennedy pensava fosse dovere di uno statista non cedere alla pubblica opinione, ma tentare di guidarla. Le parole "pace e progresso" non erano per lui immagini rettoriche, ma vera fede. Ecco perché venerdì ognuno di noi al senti colpito personalmente e l'umanità ebbe l'impressione che una mano ciudele avesse spento una delle poche luci in questo abisso di oscurità». . m. ci.