Né l'acqua, né l'acciaio arrestano la trasmissione a distanza del pensiero

Né l'acqua, né l'acciaio arrestano la trasmissione a distanza del pensiero La telepatia è studiata anche a scopi militari Né l'acqua, né l'acciaio arrestano la trasmissione a distanza del pensiero Forse il sensazionale esperimento tra una base americana ed il «Nautilus» in immersione, non è mai avvenuto - Ma ricerche condotte negli Stati Uniti ed in Russia dimostrano che il contatto telepatico supera i chilometri e le più rigide corazzature (Nostro servizio particolare) Roma, novembre. E' vera o non è vera, insomma, la storia degli esperimenti di telepatia effettuati in gran segreto dalla marina degli Stati Uniti, fra un soggetto «trasmittente» situato a terra. g un « ricevente > che stava a centinaia di metri sott'acqua, chiuso a bordo del sommergibile atomico Nautilus? La domanda ha acquistato nuova importanza per molte ragioni: fra cui, la recente pubblicazione in Italia del volume II mattino dei maghi, di L. Pauwels e J. Bergìer (Mondadori), nel quale la predetta storia si può leggere in tutti i suol particolari (veri o presunti); l'inchiesta condotta in America dalla rivista a grande diffusione This Week, secondo cui non si tratta che di una ingegnosa panzana; infine, il vivo interesse di sovietici e americani per un tipo di esperimenti, che vengono ormai considerati perfettamen te possibili e plausibili. La prima versione della vicenda del Nautilus è stata data nel numero 140 (1959) della rivista Constéllation, edizione francese, da Jacques Bergier, in un articolo intitolato «La trasmissione del pensiero, arma di guerra». Nel volume II mattino dei maghi (parte terza, capitolo II), essa è presentata con una serie di particolari precisi e impresalo nanti. Il 25 luglio 1959, un «pas seggero misterioso» si sareb be imbarcato sul Nautilus, e il sommergibile avrebbe quindi effettuato una crociera sub-atlantica dì 16 giorni Chiuso quasi sempre nella sua cabina, il suddetto passeggero — si narra — aveva contatti solamente con il comandante Anderson, al quale sottoponeva per verifica e controfirma, due volte al giorno, vari moduli di carta su cui si trovavano, ripetuti in gran numero di volte, cinque segni simbòlici rappresentanti rispettivamente una croce, una stella, un cerchio, un quadrato, e tre linee ondulate. Il 10 agosto 1959, il sommergibile atomico giungeva a destinazione. Il passeggero prendeva posto su un aereo militare, e veniva trasportato s Friendship, nel Maryland. Qui era ricevuto dal colonnello Bowers, direttpre delle scienze biologiche presso l'ufficio ricerche delle forze aeree degli Stati Uniti. Lo stesso colonnello faceva il confronto tra i fogli consegnati dal visitatore e diverse pagine analoghe, che aveva custodito in cassaforte. Questa seconda serie conteneva, nel loro ordine, tutti i «segni» sul quali si era via via concentrato due volte al giorno, mentre il Nautilus navigava nelle profondità oceaniche, uno sperimentatore della Università americana di Duke, nella Carolina del Nord (3ede del famoso laboratorio di parapsicologia diretto dal prof. J. B. Rhine). Il confronto paziente e minuzioso delle rispettive annotazioni dimostrava che sette volte su dieci, il simbolo sul quale si era fissato lo sperimentatore di Duke, era stato in qualche modo captato dal « sensitivo » a bordo del Nautilus. Si dimostrava con ciò la possibilità, per i messaggi telepatici, non solo di varcare gran li distanze, ma di superare schermi apparentemente invalicabili quali lo spessore di centinaia di metri d'acqua, più la corazzatura di un sommergibile atomico. La straordinaria importanza e le eventuali applicazioni d'ordine militare e strategico di simili constatazioni, erano facilmente intuibili. Sin qui, in riassunto, l'esposizione del dott. Bergier e del Mattino dei maghi. Abbiamo sott'occhio un documento riservato, firmato dallo stesso Bergier e datato 7 novembre 1961, che dichiara «perfettamente esatte* le notizie anzidette. Notizie le quali, appena pubblicate, incoraggiarono il prof. Leonid Vasiliev, cattedratico di fisiologia all'Uni versità di Leningrado, a rendere finalmente pubbliche le sue esperienze e le sue scoperte sulla telepatìa, che erano state tenute in gran segreto durante l'epoca staliniana. Lo scienziato di Leningrado confermò: «E' perfettamente possibile che il pensiero umano valichi notevoli distanze e superi ermetici schermi e corazzature, perché io stesso, nel mio laboratorio, con miei collaboratori, ho povuto influenzare telepaticamente a distanza soggetti ipnotizzati, e i risultati sono stati positivi anche quando i soggetti stessi furono schermati mediante cabine di piombo Immerse nel mercurio. L'opera di Vasiliev, sino a poco tempo fa accessibile soltanto a chi conosceva il russo, è da poche settimane a disposizione degli studiosi occidentali. E' uscito infatti in questi tempi, a cura dell'Insti tute for the study of mental images (Church Crookham, Inghilterra), il libro Experiments in mental suggestione nel quale l'illustre scienziato sovietico espone e documenta le su* esperienze. A pagina 6, e«rvcsselcs( egli non esita a dichiarare che « l'inattesa conferma straniera» dei suoi esperimenti di ventìcinque anni lo aveva deciso a renderli noti «a un vasto cerchio di lavoratori della scienza ». Tutto questo esiste, procede, e rimarrebbe valido anche se la storia del Nautilus fosse campata in aria — come sostiene la redazione del perio¬ dico statunitense This Week. In un articolo recente, la rivista precisa, fra l'altro, che gli stessi autori del Mattino dei maghi hanno ammesso in un'intervista di non aver potuto verificare i fatti, e di avere adoperato il nome del Nautilus senza sapere se fosse proprio quello il « sommergibile atomico » sul quale, a sentir loro, sarebbero avvenuti gli esperimenti; che il capitano Anderson (il quale non comandava il Nautilus nel luglio 1959) ha dichiarato «completamente falso » il resoconto di Bergier; che il colonnello Bowers, nell'epoca indicata, si trovava non già nel Maryland, ma all'*Università dell'Aria», alla base aerea di Maxwell nell'Alabama, e non si è mai occupato di esperienze d'» tele- patia; e che il 25 luglio 1959, infine, il Nautilus stava nel bacino di Portsmouth, N. H., per verifiche e riparazioni, e non poteva quindi in alcun modo prendere il mare, e iniziare una qualsiasi crociera... Ci troviamo dunque di fronte • a un fatto curiosissimo: l'inizio di una serie di studi e di ricerche di enorme importanza -scientifica, e fors'anche politica, dovuto a un episodio probabilmente non vero, o comunque largamente deformato. Diciamo «una serie», perché le ripercussioni e gli sviluppi della faccenda non si limitano ormai più all'Unione Sovietica, e al rifiorire degli studi di parapsicologia in quel paese. Come di rimbalzo, certe autorità americane si sono interessate e mobilitate, assai probabilmente, a loro volta, per effetto di quanto sta ac cadendo «oltre cortina». Un documento prezioso al riguardo è una pubblicazione, giunta da poco sul nostro tavolo, intitolata Testing for extrasensory perception with a machine («Prove della percezione extra sensoriale con una macchina»), a cura di quattro studiosi addetti ai labo ratori di ricerca dell'aviazione degli Stati Uniti, situati a Hanscom Field nel Massa chussetts. In questo accuratissimo la voro viene esposto e illustrato un nuovo, ingegnoso calcola tore elettronico, mediante il quale i tecnici della Air Force statunitense sperano di poter registrare in modo totalmente obiettivo e rigoroso certi fenomeni di comunicazione da mente a mente, del tutto simili a quelli che si sarebbero verificati in fondo all'Atlanti co, o a quelli che sono avvenuti in ogni caso nel laboratorio del prof. Vasiliev. Vera o falsa la storia del Nautilus, rimane dunque in piedi, incontrovertibile, il fatto che ormai, nei due più potenti Stati del mondo, gli studi sulla telepatia hanno ricevuto i loro primi riconoscimenti e appoggi ufficiali, con tutte le conseguenze che da ciò possono derivare. Emilio Servadio