Seri motivi d'inquietudine per il turismo prima ricchezza della provincia di Savona di Giovanni Giovannini

Seri motivi d'inquietudine per il turismo prima ricchezza della provincia di Savona GLI SPECIALISTI LIGURI STANNO CONDUCENDO UNA SEVERA INCHIESTA Seri motivi d'inquietudine per il turismo prima ricchezza della provincia di Savona Per movimento di forestieri, viene subito dopo la provincia di Forlì - Nel 1962 aveva accolto 600 mila turisti, per due terzi stranieri, e incassato più di 30 miliardi - Quest'anno i visitatori sono stati poco meno numerosi ; ma si sono fermati pochi giorni, e cercando soprattutto "locande" o campeggi - Si lamentano dei prezzi esosi, dei rumori, delle attrezzature insoddisfacenti in albergo e sulla spiaggia', del paesaggio devastato - I savonesi sembrano decisi ad adottare (finalmente) le misure necessarie (Dal nostro inviato speciale) Savona, novembre. Grigio il cielo di novembre in Riviera, nero l'umore di tutti coloro che si occupano di turismo e che stanno meditando in questi giorni sui bilanci dell'annata. L'ottimismo ufficiale delle dichiarazioni ministeriali evapora davanti alla realtà delle cifre: forse non si può ancora parlare di crisi; certo il 1963 segna la prima battuta di arresto, e di regresso, nella incessante espansione di tutto il dopoguerra. Negli uffici turistici, negli alberghi, nei ristoranti, nei caffè semideserti per la consueta stasi autunnale, non si erano mai sentiti come oggi dibattere argomenti che sembravano riservati a beffeggiatissime cassandre del giornalismo: difesa del paesaggio, tutela della natura, contenimento dei prezzi, adeguamento delle attrezzature, preparazione del personale, lotta contro i rumori. Anche se molto male è stato fatto, e in maniera irreparabile, tuttavia un grido di allarme, unito ad una coscienziosa autocritica ed a fermi propositi per l'avvenire, può ancora dare i suoi frutti. Un esame della situazione lungo la costa da Alassio a Varazze non ha un interesse soltanto locale: turisticamente, Savona è la seconda provincia d'Italia, inferiore soltanto a quella di Forlì. Converrà soltanto premettere che i suoi pregi ed i suoi- difetti in questo settore non sono diversi da quelli di altre analoghe zone del paese; e che anzi, in confronto, sono forse maggiori i primi e minori i secondi I rilievi, quindi, non vogliono suonare come un parti colare processo contro la Riviera di Ponente, ma sem plicernente incitarne largente a coraggiose decisioni per salvaguardare la principale fonte di ricchezza della loro terra. Si calcola che l'anno scorso le sole spese dirette (vitto, alloggio, piccoli acquisti) dei turisti — per un buon terzo stranieri — abbiano superato i trentatré miliardi di lire. Il 1962 fu un anno record: calarono nel Savonese quasi seicentomila turisti e ci si trattennero per otto milioni e mezzo di giornate complessive (per non tener conto di un altro paio di milioni di « presenze » di campeggiatori). Quest'anno gli arrivi risulteranno inferiori di poco — il 2,3% circa; ma le presenze arriveranno sì e no agli otto milioni, subiranno probabilmente un più sensibile calo del 6 o 7%. La gente è venuta cioè in Riviera quasi nel numero consueto, ma ci si' è trattenuta meno del solito. Per Alassio, principale spiaggia della Liguria, ho sotto gli occhi una precisa e completa relazione del dott. Beniscelli, presidente dell'Azienda Autonoma di Soggiorno. Confrontando i primi nove mesi di quest'anno con quelli del '62, si nota una diminuzione del 2,32% negli arrivi, e del 6,5% nelle presenze complessive. Gli italiani, che formano la metà circa della clientela di Alassio, sono giunti numerosi come al solito (1,2% in più), ma hanno effettuato soggiorni più brevi: le loro presenze sono diminuite del 6,55%. Gli stranieri si sono ridotti sia come arrivi (—4,2 per cento), sia come soggiorno complessivo (—5,70 per cento). Uniche eccezioni, gli svedesi ed i danesi, aumentati rispettivamente del 31 e del 22% : ma in assoluto si tratta soltanto di qualche migliaio di persone. Le presenze elvetiche sono cadute del 18,40%, quelle belghe del 16%, le tedesche dell'11,5%: e qui scatta veramente il segnale d'allarme. Gli svizzeri stanno abbandonando quella che per decenni hanno considerato come la loro riviera? Ed i tedeschi stanno dirottando per altri lidi, dopo avere per tanti anni gremito queste spiagge di Ponente (quasi la metà di tutti i turisti stranieri viene dalla Repubblica federale) ? Il regreipo non è solo quantitati- o. La ài ninuzione delle pre~e:~ze dei forestieri si aggira come media generale sul 5,70% solo per cdvsgpgcpstlsimadttssvIprgtLssngnvigdpvaiDp i i n o o l 2 0 , e i . o e e r o i o r e si ti o oea r ecottfadmssbvlQdupche i soggiorni nelle « locati-)nde » sono praticamente invariati (—1,4%): il calo è stato più secco negli alloggi privati — quasi il dieci per cento — e negli alberghi o pensioni dove ha toccato il dodici per cento. A parte le colonie, che (e questo è un bene) hanno segnato un aumento del 10%, solo nei campeggi le presenze sono salite dell'85%. Messi insieme, tutti questi dati dimostrano, mi sembra, come abbia cominciato ac1 abbandonare la Riviera soprattutto il turismo più interessante economicamente. Se questa tendenza dovesse consolidarsi e aggravarsi, saremmo l'anno prossimo in vera e propria crisi. Forse Iper là prima volta, gli operatori turistici ed i loro organismi se ne rendono conto, cercano di darsi da fare. L'Ente Provinciale Savonese sta svolgendo un'inchiesta sia nei paesi di provenienza, sia in quelli di soggiorno della clientela straniera: le risposte verranno vagliate in assemblee dagli interessati, tradotte in suggerimenti. Il presidente dell'E.P.T., dott. Fabretti, mi elenca le principali critiche già per venute. Da Ginevra: .prezzi alti, conti complicati, extra incomprensibili; spiagge troppo affollate; rumori. Da Francoforte: prezzi troppo aumentati, rumori. Da Dusseldorf: conti complicati, rumori, impreparazione tecnico-alberghiera, disturbatori (accattoni, venditori) sulla spiaggia, « aggressioni e pedanteria da parte dei custodi dei parcheggi ». (Da vari centri della Germania si accenna anche al solito argomento di un'atmosfera antitedesca, alimentata dai giornali e dai film italiani. E' appena il caso di notare che sulla civilissima Rivie ra non si è mai dovuto re gistrare il minimo incidente, che stampa e cinema se la prendono sempre e soltanto con i nazisti; se qualche tedesco non è in grado di apprezzare la distinzione, farà benissimo ad andarsene altrove). Alle critiche dall'estero, se ne aggiungono altre, anche più severe, da parte delle varie aziende di soggiorno. Da Alassio: occorre controllare e contenere i prezzi, comprese le tariffe degli stabilimenti ; curare esteticamente le spiagge e liberarle dall'invasione di accattoni ed ambulanti; finirla con i rumori. Da Finale: s\ deve imporre a tutti gli esercizi di tenere bene in mostra il listino dei prez-, zi e di osservarlo scrupolojamente; si è arrivati ad un limite insuperabile nella sproporzione tra numero di bagnanti e metri quadrati di spiaggia disponibili. Da Celle: bisogna essere meno esosi con i forestieri (ve'ro o falso che sia, mi raccon tano di camerieri che si av vicinano al padrone precisando « conto per uno straniero!»); si deve porre fi rs edilizio. Nessuna di queste critiche ha carattere di novità o di scoperta; ma è importante che, per la prima volta, siano gli interessati a farle. Certo la Riviera ha alcune caratteristiche fondamentali che nessuno può mutare: la sua spiaggia è splendida ma esigua, ed insufficiente (anche se fosse ben curata, il che non avviene) per otto o nove milioni di presenze all'anno. Questo rapporto tra domanda é offerta, può giustificare un livello di prezzi un po' più alto che altrove in lia- ne all'esagerato incremento lia ; ma non si può esagerare, col rischio di perdere la clientela straniera. Si noti però come da Ginevra, Francoforte, Dusseldorf, Amsterdam, non si insista soltanto sull'entità dei prezzi, quanto sul sistema dei nostri conti, giudicato unanimemente « confuso, complicato, incomprensibile » per l'infinità di aggiunte, extra, percentuali, tasse. Molti stranieri sarebbero disposti a pagare la stessa cifra, a patto di conoscerla con chiarezza prima, e di avere un trattamento adeguato alla spesa. Se si vuole far pagare di più il turista, occorre ga rantirgli un'accoglienza mi gliore, come attrezzature e soprattutto come personale E qui le note si, fanno dolenti: il boom turistico degli ultimi anni ha portato alla fulminea trasformazio ne di gente di ogni mestiere in albergatori, trattori, camerieri, con risultati qualche volta disastrosi. Notiamo, a'-jora, come una critica ritorni in tutte le risposte dei vari centri europei: quella per gli ec cessivi rumori. Possibile che non si rie sca ad imporre la semplifi «azione dei conti, ad orga nizzare scuole alberghiere, a garantire la quiete, a punire ed allontanare i disturbatori nelle strade e nelle spiagge? Non ci si riesce: quando se ne chiede il perché, si ottengono confuse risposte su un accavallarsi di competenze tra personaggi., ed organismi ministeriali, provinciali, comunali, tutti in polemica fra loro. E' una situazione caotica, di cui può essere presa a simbolo quella carenza (forse di potere, forse di volere, certo di fatto), che ha portato al deturpamento di tanta parte della costa, che ha inferto il più duro colpo al fascino turistico della Riviera. Antichi, nobili borghi trasformati in paesoni; pie coli centri che si chiudono al mare, innalzando — com patti sulla riva — enormi edifici da squallida periferia industriale; fiancate di collina ricoperte da ville accuratamente camuffate da lugubri bunkers, torrioni, casematte da Vallo Atlantico. Inutile sprecare ancora parole: la scena è quella, la vede ad ogni estate l'esercito di centinaia di migliaia di turisti italiani e stranieri. Fra. i quali molti hanno cominciato quest'anno a non tornare, a cercare altri lidi dove l'occhio possa rallegrarsi ancora per un po' di verde in terra, un po' di azzurro in mare. Sono mali, dicevo all'inizio, che non affliggono solo la Riviera di Ponente, ma in misura forse maggiore tutte le altre plaghe turistiche italiane. Alla gente della costa savonese occorre dare atto della serietà e della decisione, ccn le quali per la prima volta stanno tentando di affrontare, globalmente il loro problema. Se alle intenzioni seguiranno i fatti, l'allarme di questa stagione 1963 potrà essere ricordato in futuro come benefico per il turismo e per l'economia locale e nazionale. Giovanni Giovannini na Enormi edifìci ricoprono compatti Mare s'affaccia sull'Aurelia versa Spotorn

Persone citate: Antichi, Aurelia, Beniscelli, Fabretti, Mare, Ponente, Soggiorno