A Monaco successo di Hulme

A Monaco successo di Hulme Solo S pilliti su 16 fi ti ti no cotteluso la gara A Monaco successo di Hulme Una serie ininterrotta di incidenti e di colpi di scena - Clark protagonista di due rischiose sbandate - Il ritiro di Surtees Scoppia una gomma della macchina di Amon - Il dramma di Bandini - Al secondo posto, dopo il neozelandese, Graham Hill DAL NOSTRO INVIA TO Monaco, lunedi mattina. Questo 25° Gran Premio di Monaco, uno dei più drammatici della sua storia, è stato vinto ieri dal pilota neozelandese Denis Hulme su Brabham, alla media di 112,490 chilometri orari. Al secondo posto, con un giro di ritardo, sì è classificato Graham Hill su Lotus, al terzo CriB Aman su Ferrari, al quarto Rodriguez su Cooper-Maserati, al quinto Spence su BRM. Tutti gli altri piloti — erano partiti in sedici — sono stati eliminati da incidenti o da guaBti meccanici. La gara era stata interessante, combattuta, come sempre ricca di colpì di scena, fino a circa metà, cioè al 50° giro. Nelle prime file erano schierati Brabham su Brabahm, e Lorenzo Bandini su Ferrari; poi Surtees (Honda), Hulme (Brabham), Clark (Lotus) e Stewart (Brm). All'abbassarsi della bandierina dello starter, Bandini scattava al comando con perfetta scelta di tempo, e alle ruote della sua Ferrari si incollavano le due Brabham. Un solo giro, poi Hulme e Stewart lo superavano, mentre il campione del mondo in carica Jack Brabham, si fermava, lasciando sull'asfalto una lunga striscia di olio. Bandini si insediava in terza posizione davanti a Surtees, e questi cominciava a non dar requie al pilota della Ferrari, impegnandolo senza risparmio. E' stato probabilmente durante questa fase, protrattasi fino al 33° giro, quando Surtees doveva abbandonare per noie meccaniche, che Bandini era costretto a dar fondo alle sue energie, scontando purtroppo lo sforzo più tardi. Tanto più che anche Clark (il quale era scivolato al secondo giro sulla chiazza d'olio lasciata dalla macchina di Brabham, sempre alla famigerata chicane, perdendo parecchio tempo a raddrizzare la sua Lotus) rinveniva minaccioso su Bandini e McLaren, che nel frattempo era risalito al 4° posto, costringendo 11 nostro campione a reagire. Poi di nuovo Clark, che nel frattempo aveva migliorato il record assoluto sul giro U'29"5/10, media 126,502 chilometri-ora), era protagonista di un'altra avventurosa sbandata alla < curva del tabaccaio », in seguito alla quale finiva contro 11 marciapiede esterno, rovinando senza rimedio la macchina. Così Bandini, liberandosi dal pericoloso pilota scozzese, poteva guidare con minore preoccupazione e dedicarsi a un metodico inseguimento di Hulme: 1 18" di distacco al 33° giro diventavano in breve 13, 10, 7 (50° giro), per cui tra gli spettatori italiani tornava la speranza di vedere 11 loro beniamino raggiungere il solido Hulme. (Intanto l'altro « ferrarista », Cris Amon, grazie a una gara forse non brillantissima ma regolare e sicura, si era insediato in quarta posizione). A questo punto aveva inizio il dramma di Bandini, che visibilmente cominciava ad accusare la fatica, perdeva di nuovo terreno, nelle curve appariva scomposto. Ma la tenacia e l'orgoglio lo spingevano a continuare, e dal box della Ferrari gli segnalavano di tranquillizzarsi, si accontentasse del secondo posto. Settantannvesimo, ottantesimo passaggio: il Bandini « sbagliava » la curva ad andata-ritorno del gasometro, arrivava troppo lungo, il motore gli si spegneva, riprendeva andando incontro, inconsapevolmente, all'agguato del destino. Ottantunesimo giro: si vedeva arrivare la Brabham verde-scura di Hulme, si aspettava 11 passaggio di Bandini. Eccolo là In fondo, poi, improvvisa, la sciagura. Una serie di rimpalli ni mi imi ih mi ii imi ni unni] mi i ii ni della macchina da un lato all'altro della chicane che immetta sulla banchina del porticciolo, l'urto contro una balla di paglia, la Ferrari con le ruote per aria che ricadeva sulla strada, strisciando per un lungo tratto e incendiandosi. Con l'angoscia nel cuore si attendevano notìzie. Un alternarsi di voci contrastanti, di' speranze, di sconforto. Nessuno aveva più occhi per la corsa che si avviava alla fine, per 1 superstiti che ripassavano giro per giro a pochi centimetri dalle fiamme, per Amon che urtava contro uno scalino di questo maledetto circuito e gli scoppiava una gomma, proseguiva lentamente fino ai box della Ferrari, tra facce impietrite, cambiava la ruota e ripartiva. Finalmente la fine. Ma chi aveva ancora il cuore di fe¬ steggiare la vittoria di Denis Hulme? Ordine d'arrivo: 1. Denis Hulme (Nuova Zelanda) su Repco-Brabham che compie i 100 giri del circuito per complessivi 314 chilometri in 2 ore 34'34"3 alla media oraria di chilometri 122,143; 2. Graham Hill (G. B.) »u Lotus, a un giro; 3. Chris Amon >N. Z.) au Ferrari a due giri; 4. Pedro Rodriguez (Messico) su Cooper-Maserati a quattro giri; 5. Mike Spence (G. B.) su BRM a quattro girl. Classifica del campionato mondiale conduttori dopo le prime due prove (G. P. del Sud Africa e G. P. di Monaco): 1. Denis Hulme (N. Z.) punti 12; 2. Pedro Rodriguez (Messico) 11; 3. Ex-aequo: John Love (Rhodesla) e Graham Hill (G. B.) 6; 5. Ex-aequo: John Surtees (G. B.) Chris Amon (N. Z.) 4; 7. Bruce MacLaren (N. Z.) 3; 8. Bob Anderson (G.B.) 2; 9. Ex-aequo: Jack Brabram (Australia) e Mike Spence (G. B.) 1. f. b. Nelle prime fasi della corsa Bandini (n. 18) su Ferrari, davanti a Surtees su Honda e Dan Gurney su Eagle (Telefoto)

Luoghi citati: Australia, Monaco, Nuova Zelanda, Sud Africa